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Autore: BehindInfinity    08/09/2008    1 recensioni
scritto per un piccolo contest inglese, questo mini racconto è la versione italiana di quello che sarà presentato. Il tema è avere come protagonisti Hidan e Kakuzu in una storia non sentimentale.
con accenni (più o meno espliciti) al film Kill Bill e il meno conosciuto John Doe (fumetto tutto italiano U_U), ecco il racconto.
Genere: Generale, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Kakuzu
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Riuscii a togliermi quel maledetto arpione solo alla fine della rampa di scale, con un urlo liberatorio, giusto in tempo per prendermi e un’occhiataccia: “Vuoi stare zitto?!” “Scusa, mi ero tolto un forchettone dalla spalla… pezzo di…” mi fece segno di tacere, mentre ci avvicinavamo ad una stanza con la porta spalancata. Si sentiva un uomo intonare una specie di cantilena, tipo una delle mie, accompagnato da uno strumento che non riuscii a riconoscere. All’improvviso la voce non si sentì più e venne sostituita da una musica assordante. Ancor prima di affacciarsi all’interno, esclamò un poderoso “Vaffanculo” e prima ancora che io potessi chiedere spiegazioni, entrò nella stanza, prendendo a calci un ulteriore cadavere, un ragazzetto sui 13 anni, sgozzato. Si avvicinò ad un grosso stereo da dove veniva la musica e, dopo aver schiacciato qualche tasto, la musica si spense ed estrasse un cd: “Lo sapevo” sorrise: “ Iron Maiden. Lo prendo io, con tutto rispetto” guardò il ragazzino senza vita: “Ma penso che a te non serva più” si mise quell’affare in tasca e poi si voltò per uscire: “Non pensavo ti piacesse quel tipo di musica” gli dissi, mentre si avvicinava. Mi guardò e notai un’espressione molto amareggiata nei suoi occhi: “Non hai mai saputo molto di me…” iniziò a scendere le scale, ma io non mi mossi: “Sono una persona diversa da quando lavoravamo insieme” urlai: “Cinque anni sotto terra mi hanno dato il tempo di riflettere” Mi affacciai sulle scale e lo vidi fermo agli ultimi due gradini che mi osservava perplesso: “Oh, ma che bello” disse, poi aggiunse, urlando e sparendo dalla mia visuale: “E chi se ne frega”. Quando lo raggiunsi, stava mettendosi una giacca: “Poi non è vero che non so niente di te. In cinque anni ho perso un po’ di memoria…” “No, non hai la memoria breve, semplicemente non ti sei mai interessato alle abitudini altrui e questa è un’altra cosa che non ho mai sopportato di te” Afferrai una statuetta da una mensola accanto a me e gliela lanciai in testa, colpendolo in pieno: “E sei anche permaloso” aggiunse senza voltarsi: “E tu sei un imbecille di prima categoria” questo bastò a farlo fermare: “Perché?” “Perché questa gente la potevi uccidere più velocemente, senza usare il coltello… un’arma così stupida e antiquata…” sfoderò il coltello e si avvicinò talmente tanto che potei sentire il suo fiato caldo sulla faccia. Mi mise la lama davanti agli occhi e riuscivo a vedere i miei stessi occhi riflessi sul grigio lucido: “siamo in pieno centro città” disse: “un esplosivo, o l’ingresso in casa urlando avrebbe attirato l’attenzione prima che finissi il lavoro. Il coltello no…” passò il dito sul filo della lama: “Il coltello è un amico muto che non ti tradisce mai”.

Un movimento veloce e ripose l’arma nel fodero, tornando verso la porta: “un’altra cosa che non mi è mai piaciuta di te” disse, già in giardino: “è la tua mancanza di tattica. Addio” “ohi, ohi fermo là!” uscì dalla casa, ma lui non si fermò: “Volevo proporti una cosa. Ascoltami” sbuffò, ma questa volta si fermò e si voltò a guardarmi: “Muoviti” “Vendichiamoci” trattenne a stento una risata: “Scusa?” “Siamo morti entrambi e nessuno ci ha mai cercati né aiutati” “Me ne sono andato proprio per evitare di dare spiegazioni” “Ciò non toglie che ci siamo fatti un culo tanto per l’organizzazione e, una volta morti, nessuno ci ha più considerati” vedevo che questo discorso non lo attirava più di tanto, così giocai la mia ultima carta: “Pensa ai tuoi soldi” il suo sguardo si fece più recettivo: “Quanti ricercati hai eliminato e quanti soldi guadagnato? Quanto ti è rimasto materialmente?”

Alzò lo sguardo, capivo che stava riflettendo, poi mi fece cenno di seguirlo. Fu in quel momento che notai un grosso cane immobile accanto alla casa, sdraiato sopra una specie di osso-giocattolo: “Anche il cane?” “No, mi piacciono i cani. Per questo nell’esca c’era solo del sonnifero” si avvicinò alla bestia e gli passò la mano sulla testa: “Andiamo a prendere i miei soldi e a cercarti dei vestiti nuovi. Quella camicia che hai è orrenda…” “L’ho fregata in un cortile” “è orrenda lo stesso. Devi cambiarla e anche quei pantaloni, sono luridi” ci allontanammo lungo la strada, incrociando di tanto in tanto qualche sconosciuto “ E poi?” alzò le spalle: “andiamo a riprenderci i miei soldi” “E basta?” “E se ci rimane tempo la testa del nostro ex capo, se ne hai voglia” “ovvio” “Bene. Andiamo”

 

Fine

 

Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno letto questo mini racconto, a quelli che lo leggeranno e un abbraccio a tutti coloro ai quali è piaciuto^^. ah, un'ultima cosa: il titolo, da dove viene? non ho avuto il tempo di citarla, ma è proprio la canzone che il ragazzino stava ascoltando prima di venire sgozzato, Dance of Death, dall'omonimo grande album, ovviamente degli Iron Maiden.

  
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