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Autore: dunh8    01/08/2014    0 recensioni
"Non so con esattezza cosa mi avesse portato a quel punto.
Osservavo Ezio muoversi. Semplicemente. Con l'ammirazione di uno scudiero verso un cavaliere, perché poco più di quello eravamo."
Desmond era solo il diciassettesimo tentativo.
Era il prototipo meglio riuscito. Ma gli altri esperimenti?
Dorothea Vidic non sa chi è. Nella sua mente, i ricordi di troppe persone si affollano. E' ferma, immobile, in stato comatoso; dentro di lei un'altra persona alloggia.
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La storia non tiene conto di fatti al di là di Brotherhood.
I personaggi contenuti in questa storia vanno dal primo AC, ad ACB.
Genere: Azione, Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Desmond Miles, Ezio Auditore, Maria Thorpe, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Chapter 4.
Chapter 4. - Present.
“Just kiddin’, Des.”
 


NY, 2012 d.C.
Si era chiesta più volte quanto fosse in grado di sopportare, eh beh, non aveva ancora trovato una buona risposta.
Sentiva il lontano borbottio di voci mentre dormiva, traghettandosi a fatica fra dormiveglia e fase rem, a malapena muovendosi fra le lenzuola prive di odore, bianche, inermi come la ragazza che vi si poggiava.
- Dovremmo svegliarla. Sono tre giorni che dorme ininterrottamente, deve mangiare…
Una voce maschile, dai toni sarcastici, intervenne.
- Oh sì, chiamiamo il principesco cavaliere dalla luccicante armatura per baciarla e destarla dal sonno incantato. Rasenta il coma, imbecille! Svegliarla potrebbe renderla una ritardata per il resto della vita, e di certo non ci è utile.
Dorothy mosse lentamente le dita sul proprio viso, percependolo gonfio e insensibile, ma non le sembrò di avere niente di strano se non la pelle estremamente calda.
Scostò i capelli dal viso, mosse piano le labbra, ma la voce si trattenne nell’ugola senza accennare a smuoversi.
- Shaun, per Dio, calmati o giuro ti ammazzo la vita.
- Uhhh, che paura, una hacker mi minaccia sgrammaticalmente di uccidermi!
Lei sorrise appena e pose le mani sotto il petto, cercando di sollevarsi. Le sembrava di essere composta completamente di francio, il materiale più denso sulla Terra, che Dio aveva gentilmente messo quattro grammi alla volta.
Raccolse le ginocchia di francio sotto il ventre di francio, spinse le mani di francio contro il materasso e sollevò con enorme fatica la testa, di francio e plutonio.
- Sono sveglia.
Mugugnò, con un solo occhio aperto ed i capelli neri davanti al viso: il risultato di una settimana insonne dava i suoi frutti.
Poi, staccò la spina, perché tre persone le vennero incontro preoccupate ed agitate, e lasciò che fossero loro ad occuparsi del suo corpo. Per prima cosa, Lucy ed una ragazza – Rebecca, a quanto aveva capito – la spinsero sotto la doccia e la lavarono con cura, con sua somma gioia.
La lasciarono sola per una decina di minuti, quanto bastava per ammirare il corpo che non aveva avuto il tempo di veder maturare. Un seno dalla linea dolce sovrastava un busto troppo magro, dai fianchi larghi, come sua madre. Le cosce longilinee erano proporzionate alla piccolezza, ed estrapolata dal contesto fisico, poteva anche illudersi di essere alta, ma non raggiungeva il metro e sessanta. Aveva lunghissimi capelli neri, rovinati dall’incuria, e un naso dritto spruzzato di piccole efelidi, che la ringiovanivano di sei anni buoni.
Si sorrise, sorpresa di trovarsi attraente. Gli occhi azzurri, resi chiari e dalla pupilla allargata dall’assenza di luce, erano vacui e colmi d’ingenua sorpresa.
Uscì dal bagno, ma c’era qualcosa che non andava: Shaun distolse immediatamente lo sguardo, Desmond invece la guardo con aria spavalda e le due ragazze le vennero subito incontro, palesemente divertite da qualcosa.
- Hai intenzione di coprirti o hai deciso che “come mamma m’ha fatto” è la nuova moda di questa stagione?
 
***
 
Ad essere bella, lo era. Magra, troppo magra, e pallida da fare impressione, ma sicuramente bellissima. Aveva un viso familiare, l’aveva vista… i tratti, perlomeno. Il delicato accento inglese, i capelli raccolti in una severa crocchia, era tutto molto familiare.
Lei parlava con una voce delicata, che tradiva una grande forza d’animo, e si muoveva con la grazia di un lupo nel sottobosco. Era rapida, sebbene le sue gambe avessero perso muscolatura, e tremendamente silenziosa. Stava ragionando su quanto fosse felpato e teso il suo passo, quando sentì la sua voce esplodere in un saluto allegro.
- Ehi.
Desmond sobbalzò voltandosi all’improvviso, trattenendosi dal bloccarla contro il muro. Come volevasi dimostrare, era arrivata di soppiatto, togliendogli dieci anni di vita. Aveva un sorriso dolce, aperto sulle guance più rosee. Lucy aveva avuto la cura di truccarla appena, rivelando i suoi scarsi vent’anni.
- Oh. Ciao, Dorothea.
- Chiamami Dorothy, per favore… tu sei Desmond, giusto? – si avvicinò appena, e mosse il naso come annusarlo, incuriosita. Mancava poco che scodinzolasse.
Lui le sorrise di rimando, indietreggiando di qualche passo.
- Ti va di fare un giro? – gli chiese quindi, sempre sorridendo. Aveva voglia di uscire, e di certo lui conosceva la città meglio di lei.
Il sorriso si tese con malizia illuminando gli occhi verdi, che si scontrarono con le languide pozze azzurre della ragazzina.
 
Le aveva infilato una felpa delle sue, nere, della Marlboro. Aveva i capelli sciolti, e stavano prendendo l’odore della sigaretta che aveva scroccato ad un passante, sbattendo le palpebre dalle ciglia vergognosamente lunghe.
La ragazzina ci sapeva fare.
Stava lentamente riprendendo la mano con la città ed il suo caos pressante.
- Tu sei il discendente dell’Assassino.
Disse poi, gettando il filtro in strada. Lo disse senza chiedere, lo sapeva già.
Lui annuì, guardandola camminare.
- Come fai a sapere chi sono?
Lei alzò lo sguardo, divertita, e si fermò. Col pollice, gli sfiorò la cicatrice sulle labbra.
- Mio marito era uguale a te. Il mio primo amante, Roberto de Sable, era il suo nemico, e perì sotto la sua lama. Lo conobbi ad un funerale, mi risparmiò per via del mio sesso, ma fu un errore e..
- Tu sei Maria.
Lei sorrise inclinando il capo. Poi annuì.
Riprese a camminare, senza guardarlo più.
Era cambiata, non era Dorothy mentre parlava. Non era l’ingenua ragazzina terrorizzata, era una donna fatta e finita, col peso del mondo sulle spalle, troppo stanca per combattere ma sempre pronta a riprendere le armi. Era la Templare, colei che rubò il cuore dell’arabo Assassino.
Desmond si affrettò a rincorrerla, ma quando la fece girare per guardarla ancora, era già tutto finito.
Rapido, letale.
Una lama conficcata nel petto, probabilmente, gli avrebbe fatto meno male: quei piccoli secondi di lei avevano destato ricordi di un altro, desideri di un altro, che ora ribollivano crudeli e senza vergogna.
Mentre la guardava riprendere a camminare, guardandosi intorno, si vergognò profondamente delle fantasie che imperversavano nel suo cervello affollato; ma era certo che l'avrebbe sfiorata, presa ancora ed ancora, con la fame ed il vigore di chi non lo fa da tempo, e si ritrova con la persona che più desidera al mondo. Si trovò ad amarla, come aveva già fatto, a cercala con gli occhi, a percorrerne ogni curva e ad ammirarne il passo leggero e timido fra la folla newyorkese. Immaginò quelle gambe nude attorno ai suoi fianchi, e le labbra carnose sul suo collo, immaginò di avere le mani attorno a quei seni dannatamente alti, o di affondare le dita nelle piccole natiche.
Immaginò di tirarle il capelli soffocando i suoi gemiti fra le labbra, scavò nella fantasia, quasi a contare le gocce di sudore sulla sua schiena, chiamando il suo nome, chiamando Maria...
... Ma lei non era Maria, e questo bastò a calmare il pulsante gonfiore all'inguine.





NdA.
Come dice il mio nome, vi prego, non odiatemi.
Lo so. Imperdonabile. Sono i n c l a s s i f i c a b i l e.
Ma ho avuto problemi , bla bla buh, la storia la sapete, no?
Che poi, la verità è che alla fine mi stavo pentendo di averla cominciata, questa fanfiction.
Inizio col dire che non mi piace questo capitolo, in cui sostanzialmente non succede nulla, ma era, purtroppo, necessario come intercalare fra Giulia e Maria.
Quindi sì, il prossimo sarà su Maria.
Evvai!
Qui possiamo notare quanto sia facimente eccitabile Desmond, e quanto sia fuori di melone Dorothy, ma vi giuuuuro che tutto avrò poi un risolvo pratico - o almeno lo spero, che la Musa m'assista.
Grazie ancora per le recensioni e per il fatto che seguiate questa mia piccola follia a scoppio ritardato, vi amo tutte, soprattutto tu che stai leggendo.
Ecco.
Au revoire!
  
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