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Autore: manga    01/08/2014    16 recensioni
Questa è una storia ambientata nel mondo di Naruto, ma completamente diversa da quella che conosciamo anche se i personaggi sono gli stessi. Alcuni di loro, per ovvi motivi, avranno una personalità un po' diversa ... dico solo un po', perché cercherò di non allontanarmi troppo dai loro personaggi originali .... che dire ancora, se volete sapere cosa ha ideato la mia mente contorta, seguitemi in questa nuova avventura ....
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Eccomi di ritorno dalle ferie e come promesso ho scritto questo nuovo aggiornamento allungandolo un po’. Purtroppo però la mia mente è ancora al mare e sinceramente non riesco a capire come sia venuto questo capitolo. Spero di non deludervi, buona lettura!
 


Sakura si presentò in accademia al solito orario, ma quel giorno si ritrovò sola, i suoi compagni erano rimasti feriti e nonostante le rassicurazioni di Kakashi non riusciva a darsi pace, voleva avere maggiori informazioni e sperava che il Jonin la raggiungesse il prima possibile.

Per tenersi occupata decise di sperimentare la tecnica della rigenerazione del chakra: stese il braccio, roteò leggermente il polso, come aveva visto fare dall’infermiera, concentrò il potere sulla mano e ….
Il suo volto si illuminò di gioia: c’era riuscita!
Con gli occhi lucidi dall’emozione, pensò che finalmente avrebbe potuto terminare gli  allenamenti insieme al team.

“Cosa stai facendo?” chiese Kakashi avvicinandosi a lei.

Sakura ritrasse immediatamente il chakra sperando che il maestro non si fosse accorto di niente e cercando di essere più convincente possibile:

“N-niente! Mi faceva un po’ male il polso ma adesso sto meglio!” muovendolo su e giù.

Nessuno doveva sapere che era in grado di utilizzare le arti curative: bisognava avere un’abilitazione specifica rilasciata direttamente dalle autorità competenti e se qualcuno l’avesse scoperta, avrebbe rischiato sanzioni molto pesanti.

“Fammi vedere!” il Jonin le prese il polso iniziando a rotearlo e a guardarlo attentamente: “E’ tutto a posto, forse ti si era incavallato un nervo …. meglio così, bastano già i tuoi compagni infortunati!” disse lasciandole il polso.

“Come stanno?” chiese preoccupata.

“Stanno bene, l’Hokage in persona li ha curati costringendoli a tre giorni di riposo forzato!” appoggiandole una mano sulla testa.

“Be’ perderanno solo un giorno di allenamento, dato che oggi è venerdì!” disse con un sorriso sulle labbra.

“Hai ragione! Ora avanti, iniziamo!” dirigendosi verso l’angolo del campo assegnato alla rosa.

Kakashi la osservò per tutta la mattina, Sakura sentì aumentare la stanchezza ma a causa della presenza del maestro, fu impossibilitata ad usare il chakra curativo fin quando, al limite delle sue forze, cadde a terra sfinita ed ansante.

 “Sakura credo che per oggi possa bastare!” le disse sconsolato.

“N-no …. per favore, non farmi rincasare prima anche oggi!” guardandolo in modo supplichevole.

“Sei già stanca e poi avrei un favore da chiederti, o meglio, ho una piccola missione da affidarti!” sorridendole da dietro la maschera.

“Una piccola missione?” chiese stupita.

“Si, ma non è niente di speciale. Ieri la famiglia dei tuoi compagni si è dimenticata di prendere i loro zaini e dato che i prossimi due giorni l’accademia rimarrà chiusa, dovrai portarglieli tu stessa!” guardandola divertito.

“Io cosa? Perché dovrei andarci proprio io? E poi non so nemmeno dove abitano! Perché invece non lo chiedi a uno dei loro amici?” gli chiese disperata agitando le braccia con le mani chiuse a pugni.

“Perché sei tu la loro compagna di squadra e come vi ho sempre detto, i membri di un team si devono aiutare fra di loro, quindi ADESSO, prendi la tua roba, vai in portineria a recuperare i loro zaini e ti dirigi verso il quartiere Uchiha. Non è difficile da trovare e se dovessi avere delle difficoltà, basterà chiedere qualche informazione, tutto chiaro? Ci vediamo lunedì mattina, buon fine settimana …. Sakura!” scomparendo dietro la sua nuvola di fumo senza lasciarle il tempo di rispondere. Sapeva di averle chiesto molto, ma era un modo come un altro per farla avvicinare di più ai suoi compagni.

La rosa stava tremando dalla paura: lei, una “mezzo sangue”, avrebbe dovuto varcare il quartiere del clan più potente di tutto il villaggio e dell’intero Regno del Fuoco!
Consapevole di non poter disubbidire ad un ordine di Kakashi, si diresse rassegnata verso la portineria ….

Lungo il corridoio dell’accademia incontrò il professor Gai.

“Ehi Sakura, è da tanto che non ci vediamo! Tutto bene? Ho saputo quello che è successo ai tuoi compagni e mi dispiace tanto per loro, anche se da una parte se la sono cercata …. non bisogna mai disubbidire alle disposizioni del proprio maestro, vero?” sfoggiando un sorriso smagliante.

“S-si! …. Professore non vorrei essere scortese, ma devo andare in portineria a prendere i loro zaini e …..”

“In portineria? Ma a quest’ora il guardiano non c’è, è in pausa pranzo! Ma non preoccuparti , ci sono io …. Gai Maito …. la bestia verde della foglia!” componendo una serie di mosse di karate e facendo comparire un enorme gocciolone sulla testa della rosa.

A parte la stranezza, Gai era una persona estremamente gentile e anche in quell’occasione lo dimostrò offrendosi di aiutarla.

“Eccoli qua!” le disse felice.

“Grazie infinite professore, mi ha evitato di aspettare il guardiano!” sorridendogli appena.

“Lo sai che sei molto più carina quando sorridi? Ti si illumina il viso e metti in risalto i tuoi bellissimi occhi verdi!” facendole l’occhiolino.

“G-grazie!” rispose imbarazzatissima prendendo gli zaini.

“Aspetta un attimo! Ce l’hai il permesso per entrare nel quartiere Uchiha?” guardandola seriamente.

“Permesso? Che permesso? Kakashi mi ha detto solo di portargli gli zaini!” rispose confusa.

“Vedi, non tutti possono entrare nel quartiere Uchiha …. solo chi ha il permesso o chi, più fortunato, ha il proprio nome scritto su un’apposita lista! E’ una disposizione che risale ai tempi del secondo Hokage ….. serve come sicurezza e protezione al clan più potente del nostro Regno!” le spiegò con parole semplici.

“Kakashi non mi ha detto niente e adesso come faccio?” abbassando il capo e iniziando a pensare.

“Posso fartelo io! Essendo un insegnante dell’accademia ho l’autorità per  autorizzarti, in quanto cadetta, a consegnare gli zaini ai tuoi compagni di squadra. Ma ricordati, il permesso ha validità solo una volta e verrà trattenuto direttamente dall’addetto alla guardiola, intesi?” facendole nuovamente l’occhiolino e iniziando a compilare un foglio.

Dopo aver preso il permesso e ricevuto le informazioni dal professore per raggiungere il quartiere Uchiha, Sakura si avviò fuori dall’accademia.

Più si avvicinava alla meta, più sentiva aumentare i suoi battiti cardiaci per l’agitazione e lo sguardo puntato addosso dei pochi passanti che incontrava, non le erano di conforto.
Decise di aumentare il passo: prima arrivava, prima poteva tornarsene a casa!

Finalmente vide l’insegna del clan Uchiha con a fianco una guardiola e al suo interno un addetto intento a leggere qualcosa. Prese un respiro profondo e si avvicinò:
“B-buon giorno, dovrei andare a casa di Naruto e di Sasuke, questo è il mio permesso!” allungandoglielo con le mani tremanti. 

L’addetto la scrutò molto attentamente, non solo perché era il suo dovere, ma perché indossava lo stemma degli omega nella casacca e nella fascia che le legava i capelli rosa ….

“Aspetta un attimo, sei per caso Sakura Yukan?” le chiese gentilmente continuando a guardarla negli occhi e ignorando il foglio che aveva fra le mani.

La rosa acconsentì timidamente.

“Non hai bisogno di questo ….” sventolando il permesso: “ …. puoi entrare quando vuoi! Il tuo nome è scritto sulla lista! La casa è l’ultima in fondo alla via, non puoi sbagliarti, è la più grande di tutte!” indicandole l’ingresso del quartiere.

Sakura rimase sorpresa sapendo che il suo nome era sulla lista, ma non aveva tempo per porsi delle domande, voleva sbrigarsi a consegnare gli zaini e tornarsene a casa.
Ringraziò timidamente e a passo deciso si incamminò.

Sapeva che quel clan era ricchissimo, ma ora che camminava lungo quella via, ne aveva l’assoluta certezza: le case erano delle ville e una più bella dell’altra, tutte in stile orientale. Era estasiata da tanta bellezza e continuava ad ammirare entrambi i lati fino a quando non vide un uomo sulla cinquantina davanti ad un portone. Questo la squadrò da capo a piedi e:

“Tze …. anche una ragazzina dai capelli rosa mi tocca vedere! Se mio cugino continua a permettere l’ingresso a certe persone, il nostro prestigioso clan diventerà un circo!” disse infastidito facendo rabbrividire Sakura.

“Papà con chi stai parlando?” una giovane donna, molto bella dagli occhi e capelli scuri, uscì di casa vedendo la figura tremante della ragazzina.

“Papà! Spero che non l’hai importunata!” gli disse contrariata.

“Io non importuno nessuno, dico solo quello che penso ….. mi hai preparato il the, Hanare?” le chiese infastidito per essere stato ripreso e dirigendosi verso l’ingresso della casa.

La figlia lo ignorò e si avvicinò alla rosa:

“Sei Sakura, vero? Non so cosa ti abbia detto mio padre, ma conoscendolo, non avrà usato un bel modo. Non è cattivo, credimi, solo che ha un carattere tutto suo!” le disse sorridendole, cercando di tranquillizzarla.

“N-non si preoccupi ….. comunque si, sono Sakura …. potrei chiederle come fa a saperlo?” vergognandosi subito per la domanda stupida. Era l’unica in tutto il villaggio ad avere i capelli rosa!

Hanare sorrise:

“Sei nello stesso team dei miei cugini e ho sentito parlare molto di te …. del colore dei tuoi capelli e dei tuoi meravigliosi occhi verdi!” continuando a sorriderle con un’espressione gentile sul viso.

Sakura arrossì chinando il capo.

“Io mi chiamo Hanare e puoi darmi tranquillamente del tu. Immagino che sei venuta a trovare Sasuke e Naruto, vero? La loro casa è quella laggiù in fondo!” indicandola con l’indice.

“Oh, grazie! E’ stato un vero piacere per me conoscerla …. conoscerti!” sorridendo appena e incamminandosi verso l’abitazione dei compagni.

Hanare aveva sentito parlare molto di lei, non dai suoi cugini ma da Kakashi.
Tutte le volte che si incontravano di nascosto, il suo amato le parlava sempre dei suoi allievi, ma soprattutto di quella ragazzina così timida, insicura ed infelice….
Scosse la testa ed entrò in casa prima che il padre iniziasse a chiamarle con qualche richiesta assurda.

Più si avvicinava, più lo stupore di Sakura aumentava per l’imponenza dell’enorme villa dei suoi compagni. Era grandissima e bellissima.

Giunta davanti all’immenso portone guardò a bocca aperta l’intera recinzione constatando ad occhio e croce, che l’intera metratura doveva essere superiore ai metri quadri della sua casa.
Non osava nemmeno immaginare quanto fosse grande l’interno della villa.
Provò una stretta al cuore per l’inferiorità che ancora una volta dimostrava nei confronti dei suoi compagni.

Scosse la testa cercando di scacciare quella sensazione e raccogliendo tutte le sue forze si apprestò a tirare la corda della campanella appesa a fianco del portone.

Mikoto era fuori in giardino a curare i suoi amati roseti sapendo che presto avrebbe potuto ammirare i primi boccioli.
Stava per potare un ramo  quando sentì suonare al portone.

“Vado io!” disse ad una delle cameriere che stava uscendo dalla casa per andare ad aprire.

Sakura sentì cigolare il portone, il suo cuore iniziò a battere ritmicamente, ma cercò di controllare le proprie emozione continuando a tenere lo sguardo alto in attesa di vedere la persone che le stava aprendo.

Una donna molto bella, dai lunghi capelli neri come gli occhi, le comparve davanti lasciandola senza parole.

“Ma tu sei …. sei Sakura, vero?” le chiese con un enorme sorriso dopo un attimo di stupore trovandosi davanti a lei proprio la ragazza che per molto tempo avrebbe voluto conoscere.

“C-cosa? …. Oh si …. mi scusi …. molto piacere sono Sakura Yukan la compagna di squadra di Sasuke e Naruto!” disse tutto di un fiato inchinandosi con l’intero busto e le mani appoggiate sulle ginocchia.

“Il piacere è tutto mio, è da tanto che volevo conoscerti! Io sono Mikoto, la mamma di Sasuke e la zia di Naruto!” sfoggiando un bellissimo sorriso.

La rosa alzò incredula lo sguardo: come poteva, una donna così gentile, essere la madre di un scorbutico antipatico?
Neppure Fugaku, nonostante la sua espressione seria, aveva quel caratteraccio …. forse Sasuke aveva ereditato quel suo modo di fare da quell’uomo incontrato qualche minuto prima!
Sì, doveva essere proprio così, dopotutto erano parenti!

“M-molto piacere! …. M-mi scusi se sono venuta senza preavviso, ma … ma Kakashi mi ha chiesto di riportare i loro zaini!” mostrandoli timidamente.

“Che pensiero gentile! Ti ringrazio tanto e non devi scusarti di niente …. la nostra porta è sempre aperta per te e spero che da oggi in poi verrai a trovarci più spesso …. entra, i miei ragazzi saranno molto contenti di vederti!” aprendo maggiormente il portone e spostandosi di lato per farla entrare.

Sakura rimase a bocca aperta: non solo la madre di Sasuke era estremamente gentile con lei, ma la stava addirittura invitando in casa!
No, non poteva …..

“L-la ringrazio tanto per la gentilezza m-ma … ma i-io non posso! ….” abbassando e voltando il capo tristemente: “ …. Potrebbe salutarmeli lei?” allungando gli zaini e continuando a tenere lo sguardo verso il basso.

Mikoto la guardò tristemente intuendo il disagio che stava provando, ma cercò di rassicurarla:

“Capisco! ….” prendendo gli zaini con una mano e con l’altra alzandole leggermente il mento fino a far incrociare i loro sguardi: “ …. ma ricordati che il mio invito è sempre valido!” sorridendole amorevolmente tanto da farle arrossare leggermente le gote.

“G-grazie!” inchinandosi e correndo via.

Correva velocemente per le vie del villaggio continuando a guardare verso il basso e ripensando al tono della voce e al tocco delicato di Mikoto. Nessuno era mai riuscito a trasmetterle tanto affetto, ad eccezione del padre …. Papà?!
Involontariamente iniziò a piangere, capendo che l’affetto provato era quello per una madre, una madre che non aveva!
Era la prima volta che soffriva per la sua mancanza …..

**********

Mikoto chiuse il portone e con gli zaini fra le mani si diresse verso l’interno della casa ripensando agli occhi tristi di Sakura.

Un rumore assordante la distolse dai suoi pensieri:  Naruto stava scendendo le scale!

“Ziaaa! Mi prepareresti la merenda! Sono un convalescente e ho bisogno di recuperare le energie se voglio guarire velocemente!” chiese urlando mentre scendeva rumorosamente le scale.

“Ma piantala dobe! Per te ogni scusa è buona per mangiare … tze!” Sasuke era dietro il biondo con la sua solita aria corrucciata e le mani in tasca.

“Certo, ve la preparo subito!” rispose Mikoto guardando di sfuggita il figlio, sapendo che anche lui aveva fame, ma troppo orgoglioso per ammetterlo.

“Mamma? Ma quelli non sono i nostri zaini? Non li avevamo lasciati in accademia?” chiese curiosamente Sasuke indicandoli con la mano.

“Si infatti, sono i vostri! Sakura è stata così gentile da riportarveli!” rispose sorridendo.

“Chi? Sakura-chan? …. Dov’è?” iniziando a guardarsi attorno con il sorriso stampato sulle labbra.

“Non c’è …. è dovuta andare via subito, ma mi ha chiesto di salutarvi! Ora venite in cucina mentre vi preparo la merenda!” Mikoto si incamminò, distogliendo lo sguardo dai ragazzi.

“Che peccato! Mi sarebbe piaciuto vederla!” disse sconsolato Naruto seguendo la zia.

“Tze, chissà che impegno urgente doveva avere quella noiosa!” pensò contrariato Sasuke dirigendosi in cucina.

Quella stessa sera Fugaku rincasò pensieroso ma nello stesso tempo contrariato.

“Ben tornato caro! Sei in pensiero per Itachi, vero?” Mikoto lo conosceva bene e sapeva quanta apprensione provava il marito ogni qualvolta il figlio maggiore partiva per una missione.

“Mi conosci bene! Nonostante sia consapevole della forza di Itachi non riesco a stare tranquillo fino al suo ritorno! …..” sospirando sconfortato: “ …. Mikoto, dove sono quei due discoli?” chiese riacquistando il controllo dei propri sentimenti.

“In cucina ad aspettarti per iniziare a cenare, perché?” chiese pensierosa per l’aria contrariata del marito.

Fugaku la sorpassò senza risponderle e una volta entrato in cucina:

“Eccovi qua!” disse quasi arrabbiato.

“Ciao zio, finalmente sei tornato! Ho una fame!!!” Naruto allungò la mano verso il vassoio pieno di prelibatezze stando attento a non sgocciolare la bava che pendeva pericolosamente dalla sua bocca.

“Fermati!” gli ordinò il capo famiglia, attirando lo sguardo su di sé dei ragazzi.

“Perché?” chiese sorpreso il nipote mentre Sasuke prevedeva guai vedendo il volto serio del padre.

Fugaku si mise a sedere al suo posto aspettando di essere raggiunto anche dalla moglie, poi, alzando lo sguardo:

“Non vi avevo detto di dire una cosa molto importante a Sakura?” chiese seriamente fulminandoli con gli occhi.

I due ragazzi si guardarono sorpresi non capendo a cosa il capo famiglia si stesse riferendo.

“Papà? Scusa, ma a cosa ti riferisci?” chiese Sasuke cercando di controllare il tono della voce mentre mille brividi percorrevano il suo corpo.

“A questo!” sbattendo sul tavolo il permesso di entrata al quartiere Uchiha.

Naruto, Sasuke e la stessa Mikoto, osservarono sorpresi il foglio stropicciato.

“Il permesso? E’ vero? Ci siamo dimenticati di dirle che il suo nome era già stato segnato sulla lista! Scusaci zio, ce ne siamo dimenticati, ma avevamo altre cose più importanti a cui pensare!” disse sconsolato il biondo.

“E quali sarebbero queste cose più importanti?” gli chiese guardandolo incuriosito.

“Nel socializzare con lei e affiatarci come team!” rispose il nipote mantenendo lo sguardo basso.

Fugaku guardò anche il figlio e vedendolo annuire incrociò le braccia al petto:

“E’ lodevole come giustificazione e per questa volta vi perdono! ….” facendo alzare lo sguardo dei ragazzi su di lui: “ …. Ma dovete promettermi di informarla personalmente che non deve più preoccuparsi di farsi firmare un permesso per venirvi a trovare, intesi?” guardandoli serenamente.

“Si papà, ma non credo che verrà spesso a trovarci ….. oggi si è fermata lo stretto necessario per riportarci i nostri zaini e se n’è andata senza nemmeno salutarci, vero mamma?” guardandola in cerca della sua approvazione per la risposta al padre.

“E’ vero, ha detto che non poteva fermarsi ma si è raccomandata di salutarvi! Inoltre mi sono  raccomandata di venirci a trovare, anzi, ricordatele anche voi l’invito che le ho fatto e ditele che mi farebbe molto piacere prendere una tazza di the insieme!” rispose sorridendo.

“Non importa, l’importante è che sappia di potervi venire a trovare senza problemi. Non voglio più che l’addetto alla guardiola mi consegni i permessi giornalieri trovando ancora quello della vostra compagna! …. Ah, prima che mi dimentichi ….” guardandoli divertito: “ …. prima di rincasare mi sono fermato da Madara chiedendogli se è disposto a stare con voi la sera della festa di primavera informandolo  della  vostra bravata e ….” vedendo le gocce di sudore che scendevano lungo le tempie dei ragazzi: “ …. ha accettato! Anzi, mi ha detto che conosce un ottimo allenamento per sviluppare la pazienza, dato che vi manca!” sogghignando divertito seguito dalla moglie.

I volti dei ragazzi diventarono grigi e pallidi chiedendosi a quali torture sarebbero stati costretti a subire da Madara.

“Ora mangiamo!” disse incurante Fugaku, ma nessuno dei due prese le bacchette …

“Ma come? Non avevate fame?!” il capo famiglia incalzò la dose.

“Non ho più molta fame!” rispose sconsolato Naruto.

“N-nemmeno io!” disse Sasuke con lo sguardo fisso sul piatto vuoto.

“Mangerete quando avrete fame! ….. Non dimenticatevi che gli insegnamenti di Madara sono molto utili anche se strani …. è un ottimo ninja, ricordatelo sempre!” disse seriamente Fugaku portandosi le bacchette alla bocca e iniziando a mangiare.

“Sarà come dici tu papà, ma a me non sembra!” rispose il figlio minore sospirando tristemente.

“Su via ragazzi, non fate così! Io e Fugaku staremo via solo un paio d’ore! …. Adesso però vi conviene mangiare perché sono convinta che fra un po’ verranno a trovarvi i vostri amici!” guardandoli dolcemente.

Naruto e Sasuke iniziarono a mangiare, ma non con la solita ingordigia verso i loro piatto preferiti …..

********

Mikoto aveva ragione, tutti i loro amici arrivarono circa un’ora dopo.

“Ciao ragazzi che bello vedervi!” disse raggiante Naruto accogliendoli in casa.

“Volevamo venire direttamente ieri, ma non ci sembrava il caso sapendo che eravate ancora provati dal combattimento. Certo che avete fatto un bel macello! …. Che seccatura!” disse Shikamaru accomodandosi sul divano seguito dagli altri.

“Adesso come state?” chiese preoccupata Ino.

“Bene, anche se siamo costretti ad un riposo forzato di tre giorni!” le rispose contrariato Sasuke.

“Be’ vi è andata bene …. percependo e vedendo l’immensa potenza dei vostri colpi vi è andata bene!” disse Kiba accavallando le gambe e allungando le braccia lungo il bordo del divano.

“H-ho a-avuto p-paura c-che … c-che ….” Hinata non riusciva a parlare dalla timidezza e dall’imbarazzo di trovarsi di fronte al suo amato Naruto.

“ …. Che vi foste fatti mali seriamente!” concluse Ten Ten ricevendo uno sguardo di ringraziamento da parte della Hyuga.

“Non dovete preoccuparvi, io e il teme abbiamo la pelle dura e ci vuole ben altro per metterci fuori gioco, dico bene?” guardando con intesa il compagno.

“Mm!” rispose semplicemente.

“Per fortuna è andato tutto bene …. ma sono convinta che sarebbe andata ancora meglio se fronte spaziosa fosse intervenuta!” disse arrogante Ino incrociando le braccia.

“Chi?” chiesero all’unisono Sasuke e Naruto.

“Come chi? Sakura! E chi altri!” rispose seccata la Yamanaka mentre gli altri ragazzi sogghignarono divertiti, ripensando al battibecco delle due.

“Guarda che ti sbagli Ino …… Sakura-chan ha provato a fermarci in tutti i modi, ma ci conosci …. sai che quando ci mettiamo in testa di combattere, nessuno riesce a fermarci!” guardandola seriamente.

“E’ vero, ma nessuno mi toglie dalla testa che non si sia impegnata abbastanza! Tu stesso ci hai detto in più di un’occasione che era restia a socializzare e ad amalgamarsi con voi!” la Yamanaka detestava essere dalla parte del torto.

“Infatti … era! Ma sai anche che ultimamente iniziava a socializzare! …. Ino? Cosa le hai detto?” chiese serio e preoccupato Naruto intuendo che l’amica avesse detto qualcosa di sbagliato.

“Ecco, io …..” la bionda, sentendosi sotto accusa, iniziò a giocare con le unghie dei pollici cercando le parole adatte, ma soprattutto, cercando di non passare dalla parte del torto.

“Coraggio Ino, assumiti la responsabilità delle tue azioni!” incalzò Neji mentre le ragazze abbassarono lo sguardo imbarazzate, scena che non passò inosservata ai due ragazzi di casa Uchiha.

“Ino, rispondi!” ordinò Sasuke facendo sentire l’amica ancora più a disagio.

“Ho capito, dovrò farlo io altrimenti dovremo aspettare un bel pezzo …. che seccatura!” Shikamaru iniziò a raccontare il diverbio delle due ragazze avvenuto il giorno prima non dimenticandosi, anzi incalzando, la parte in cui le due si erano affibbiate quegli strani ma divertenti nomignoli.

Naruto iniziò a ridere sonoramente portandosi addirittura le mani allo stomaco contagiando anche i presenti ad eccezione di Ino e di Sasuke:

“Ino impara a tenere la bocca chiusa su cose che non ti riguardano!” disse arrabbiato il moro facendo smettere di ridere  i presenti.

Naruto guardò il compagno, poi portandosi la mano sotto il mente iniziò a riflettere:

“Ino mi dispiace ma il teme ha ragione! Hai detto cose non vere a Sakura-chan, o meglio, le hai detto quello che pensavo in passato. Stava iniziando a socializzare e non vorrei che a causa delle tue accuse si richiudesse ancora in se stessa. L’esame si avvicina e dovremo iniziare a combattere tutte e tre insieme in completa sintonia e fiducia …. speriamo non se la sia presa! Appena la vedrò le spiegherò che c’è stato un malinteso e speriamo in bene!” disse pensieroso.

Anche gli altri abbassarono il capo pensierosi, Ino compresa, ma mai avrebbe chiesto scusa alla rosa rimanendo convinta che non si fosse impegnata abbastanza per impedire ai suoi amici di combattere e di farsi male. Sasuke invece, continuò a guardare in malo modo la Yamanaka.

“Parlando d’altro ….” disse Kiba cercando di rompere quell’atmosfera tesa: “ …. andiamo tutti insieme alla festa di primavera? Invitiamo anche Sakura e chissà, forse quelle due ….” indicando con lo sguardo Ino: “ …. avranno modo di chiarirsi, che ne dite?”

“Ottima idea, io ci sto!” rispose radiosa Temari.

“Si!” risposero all’unisono Ten Ten e Hinata mentre Shikamaru e Neji annuirono solo con il capo.

Ino rimase in silenzio anche se i suoi amici potevano leggerle negli occhi la sua approvazione.

“Noi non possiamo! Lo zio ci ha messo in punizione per la bravata di ieri e ci ha impedito di andare alla festa, proibendoci anche di farci venire a trovare da tutti voi!” disse Naruto sconfortato e sospirando.

“Accidenti che brutta punizione! La festa di primavera viene una volta all’anno ed è un peccato non andarci …. io e le ragazze avevamo comprato un kimono nuovo per l’occasione e ci tenevamo ad avere un vostro parere!” disse Ino guardando dispiaciuta Hinata. Lei e le altre avevano convinto la corvina a comprare un kimono veramente bello, assicurandole che sicuramente avrebbe attirato l’attenzione di Naruto.

“E’ un vero peccato non andare tutti insieme e sicuramente nemmeno Sakura verrà sapendo che voi non ci siete …. dopotutto è con voi che ha più legame! …. Ma almeno c’è un lato positivo nella vostra punizione …. avrete la casa a vostra completa disposizione senza nemmeno un adulto a dirvi cosa dovete e non dovete fare!” Kiba sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi convinto di incoraggiare i suoi due amici ottenendo invece l’effetto opposto vedendoli sbiancare.

“Ragazzi ma che vi prende?” chiese sorpreso Neji  guardando Naruto.

“N-no niente …. è solo che non staremo da soli ma con …..” deglutendo a fatica: “ …. con Madara!” guardandolo con una faccia da zombie.

“Con chi? Con quello psicopatico?” chiese quasi preoccupato Kiba.

“Già!” rispose infastidito Sasuke, ormai rassegnato alla punizione.

“Chi è questo Madara?” Temari, come Ten Ten, non riusciva a capire gli sguardi preoccupati dei suoi amici.

“E’ normale che non lo sai …. vieni da un altro Regno come Ten Ten! Vedi, Madara è un membro del clan Uchiha …. è un ninja molto abile e temuto da tutti e sembra che i suoi metodi di insegnamento siano molto strani e particolari, ma non so dirti altro perché come sai, le tecniche dei clan rimangono segrete al loro interno!” rispose seriamente Shikamaru.

“Se le chiami tecniche di insegnamento!” cercò di dire Naruto venendo interrotto subito da Sasuke.

“Zitto dobe!” fulminandolo con lo sguardo mentre le gote gli si arrossarono leggermente per l’imbarazzo.

“Va bene è meglio non parlarne più! Credo che ora sia il caso di andare, si è già fatto tardi!” Neji si alzò dal divano guardando il pendolo che segnava le undici passate.

“Hai ragione è meglio andare!” rispose ad eco Ten Ten.

“E’ stato bello stare tutti insieme, speriamo ci siano altre occasioni!” disse Naruto accompagnando gli amici alla porta.

“Sarebbe bello, ma dubito che ci saranno altre occasioni …. come hai ricordato tu stesso, l’esame si avvicina e anche i nostri team saranno messi sotto pressione dai nostri maestri e non credo che alla sera avremo energie a sufficienza per uscire. Inoltre ho già comunicato al mio team che ci alleneremo anche durante i fine settimana per migliorare le tecniche di combattimento e per studiare le varie strategie di attacco!”  Neji aveva uno sguardo determinato, così come gli altri dopo averlo ascoltato.

Tutti loro appartenevano ai clan più forti e rispettati dei tre Regni ed era loro dovere mantenere alto il nome e il prestigio delle loro famiglie superando brillantemente l’esame per diventare Genin.

Dopo aver chiuso la porta:

“Non vedo l’ora che sia lunedì così potremo riprendere gli allenamenti, ma prima di tutto dovremo parlare con Sakura-chan e spiegarle il malinteso con Ino, giusto teme?” guardandolo fiducioso.

“Tze!” voltandogli le spalle e dirigendosi verso le scale per non far vedere un leggero sorriso comparso sulle labbra. Aveva sempre avuto il sospetto che Sakura avesse del carattere vedendo come si rivolgeva a lui, ma sapere che proprio lei era riuscita per la prima volta in assoluto a tenere testa ad Ino affibbiandole addirittura il nomignolo di maialino, aveva confermato quanto carattere e quanto tosta fosse, caratteristiche basilari per essere un’ottima kunoichi  capace di combattere senza lasciarsi abbattere dalle parole del nemico.

********

Per tutto il fine settimana, Sakura si concentrò a perfezionare il chakra curativo rimanendo lei stessa soddisfatta per i risultati ottenuti, sentendosi più sollevata sapendo che avrebbe potuto utilizzarla, lontano da sguardi indiscreti, sperando di riuscire a completare l’intero ciclo di allenamento giornaliero.

Il lunedì arrivò in fretta e uscì di casa eccitata e impaziente di usare la tecnica rigenerativa, ma appena arrivò davanti ai cancelli dell’accademia incontrò i suoi compagni. Rallentò la corsa ricordandosi solo in quel momento di tutto quello che era successo qualche giorno prima, dal loro incidente, al diverbio con Ino e dall’incontro con Mikoto ….. pensieri accantonati per i suoi studi di medicina.

“Ciao Sakura-chan!” le urlò Naruto con un sorriso a trentadue denti, mentre Sasuke si limitò a guardarla appena voltando immediatamente lo sguardo verso i cancelli.

“Sakura-chan, per prima cosa volevamo chiederti scusa per averti spaventata quando io e il teme abbiamo iniziato a combattere. Secondo …. Ino ha parlato a sproposito …. quello che ti ha detto non è vero, o meglio, faceva parte del passato e credimi ….” unendo le mani a preghiera: “ ….. ho anche detto che ultimamente ti era più aperta e che ci stavamo amalgamando come team! Per favore, credimi …. sono sincero!” disse profondamente mortificato.

“E’ tutto ok, non preoccuparti. La cosa più importante è vedervi guariti e per quanto riguarda Ino …. non mi importa di quello che pensa di me!” abbassando leggermente il capo e stringendo con forza le cinghie dello zaino issato sulle spalle.

“Hanno aperto, entriamo!” disse apatico Sasuke incamminandosi senza guardare i compagni.

“Per fortuna Sakura-chan! Credevo ti fossi arrabbiata! Ah … un’altra cosa, grazie per averci riportato gli zaini e se dovessi venire ancora a trovarci sappi che non hai più bisogno del permesso …. ci siamo sempre dimenticati di dirtelo, ma mio zio aveva già inserito il tuo nome sulla lista essendo la nostra compagna di team!” guardandola con il solito sorriso a trentadue denti e le mani dietro alla testa.

“Non ce n’era bisogno, inoltre non credo verrò ancora …. dopo gli allenamenti devo tornare a casa a preparare la cena a mio padre e nel fine settimana preferisco stare con lui o a studiare!” sorridendo amaramente.

“Trova il tempo …. a mia madre farebbe piacere prendere il the in tua compagnia!” Sasuke si voltò a guardarla seriamente infastidendosi subito vedendo la compagna abbassare lo sguardo tristemente.

“E adesso che ti prende? In fin dei conti è solo una tazza di the!” le ringhiò contro facendola spaventare.

“S-si …. r-ringraziala tanto da parte mia …. v-vedrò di trovare il tempo ma non ti prometto niente!” rispose tremante. In realtà la tristezza riguardava sia l’odiosa promessa, sia i sentimenti di affetto materno che aveva provato stando accanto a Mikoto. Nemmeno le madri dei suoi ex amici omega erano mai riuscite a trasmetterle certe emozioni, mentre la signora Uchiha c’era riuscita dopo solo un paio di minuti.

Camminò a testa bassa rilassandosi non sentendo più gli occhi di Sasuke puntati su di lei.

“Finalmente vi siete ristabiliti!” Kakashi comparve davanti a loro facendoli spaventare.

“Ma ti sembra il modo?! Per poco mi facevi prendere un colpo!” disse ancora spaventato Naruto.

“Ahahahah! Anche questo fa parte dell’allenamento! Dovete sempre tenere i vostri istinti ninja in allerta, se lo aveste fatto sareste stati capaci di percepirmi! Questa è una regola molto importante specie se si è in missione! I nemici aspettano sempre il momento migliore per attaccare, un po’ come ho fatto io!” Kakashi continuava a guardarlo divertito.

“Oggi cosa ci fai fare? Inizierai ad allenarci insieme?” chiese Sasuke cambiando discorso.

“Preferirei aspettare ancora un po’ ….. tu e Naruto vi siete appena ristabiliti e ….”

“Stiamo bene e siamo pronti!” Naruto gonfiò il petto pieno di orgoglio.

“La prudenza non è mai troppa, quindi per questa settimana continuerete i vostri allenamenti individualmente …. adesso raggiungete i vostri angoli e iniziate ad allenarvi come sempre!” balzando via non aspettando le repliche dei suoi allievi.

“Uffa, fa sempre così! Va via senza nemmeno darci il tempo di dire o chiedere qualcosa!” Naruto si diresse sconsolato verso la parte del suo campo e la stessa cosa fecero anche i suoi due compagni.

Sakura iniziò ad allenarsi mantenendo in allerta i suoi istinti ninja come suggerito da Kakashi così, se avesse avuto bisogno di usare il chakra curativo, avrebbe saputo se era o non era osservata da qualcuno.

L’ora della pausa pranzo fu molto tranquilla, Naruto, Sasuke e Kakashi si sdraiarono sull’erba beandosi del leggero vento primaverile che scompigliava delicatamente i loro capelli ribelli. Sakura invece, rimase concentrata a ripassare mentalmente la teoria del chakra curativo che presto avrebbe dovuto usare, sentendo la stanchezza farsi strada prepotentemente su tutto il suo corpo.

Come sempre, dopo un’ora circa dalla fine della pausa pranzo, Sakura cadde a terra sfinita. Cercò di rimanere concentrata e non percependo la presenza di nessuno, usò il poco chakra rimasto per la tecnica rigenerativa. Sentì la stanchezza abbandonare il suo corpo e le forze ritornarle fino a farla rialzare pronta per ricominciare gli allenamenti.
La rosa era felicissima e con il sorriso sulle labbra riprese da dove aveva interrotto …..

Kakashi si diresse verso l’angolo del campo della rosa sapendo che entro breve le forze l’avrebbero abbandonata, ma inaspettatamente, la trovò ad allenarsi piena di energie lasciandolo sbalordito. Forse aveva ragione l’Hokage, bisognava aspettare!
Rimase ad osservarla per quasi due ore.

Sakura iniziò a stancarsi ma percependo la presenza del maestro, non poté usare nuovamente la tecnica della rigenerazione del chakra. Si fermò un attimo per riprendere fiato ma aveva ancora abbastanza energie per continuare gli allenamenti sperando che Kakashi se ne andasse.

“I miei complimenti, stai migliorando nella resistenza ma per oggi credo possa bastare, vai a casa e riposati!” le disse Kakashi comparendo all’improvviso davanti a lei.

“Ma perché? Ho ancora forze a sufficienza per continuare!” guardandolo sorpresa.

“Lo so, ma non vorrei esagerare. Questa è la prima volta che riesci ad allenarti così a lungo e non mi sembra il caso di farti sprecare tutte le energie, preferisco che le conservi per domani!” facendole l’occhiolino.

“Come vuoi!” disse sconsolata, consapevole che non sarebbe riuscita a far cambiare idea al Jonin.
Prese il suo zaino e si diresse verso l’uscita dell’accademia.

Nonostante fosse stata costretta a rincasare prima della fine degli allenamenti, si sentiva felice ed appagata sapendo di essere riuscita nel suo intento.
Con il sorriso stampato sulle labbra varcò il settore omega, quando:

“E’ da tanto che non ci vediamo ….. rifiuto della società …. o se preferisci  …. MEZZO SANGUE!” Alan sghignazzò maleficamente seguito dagli altri.

Sakura sapeva già cosa l’aspettava, questo era il rovescio della medaglia: finendo più tardi gli allenamenti avrebbe incontrato i suoi ex amici.
Sospirò e chiuse gli occhi sperando che la tortura finisse presto ….

*******

Il giorno dopo Sakura si presentò in accademia sperando di poter continuare più a lungo i suoi allenamenti, non le importava di incontrare Alan e gli altri sapendo di potersi curare da sola, quello che le importava era potersi allenare e migliorare nel combattimento, superando l’esame Genin e diventando una brava kunoichi come promesso al padre.

Durante la pausa pranzo:

“Ragazzi, fra qualche giorno c’è la festa di primavera e immaginando che parteciperete, ho pensato di sospendere gli allenamenti per il giorno successivo alla festa, così potrete divertivi e stare fuori fin quando volete senza il pensiero di dovervi alzare presto il mattino dopo!” guardando serenamente i suoi allievi.

“Grazie per il pensiero, ma noi non ci andremo …… lo zio ci ha messo in punizione per la bravata che abbiamo combinato!” disse tristemente Naruto.

“Capisco! ….” rispose il Jonin abbassando il capo, poi voltandosi verso Sakura: “ …. tu invece ci andrai?”

“No! Preferisco stare a casa con mio padre sapendo che non ci andrà!” continuando a mangiare.

“Sta ancora male?” le chiese Sasuke seriamente preoccupato e lasciando la compagna basita per la sua domanda.

“N-no …. sta meglio …. solo che a lui non sono mai piaciute le feste, mi accompagnava quando ero piccola perché insistevo nell’andarci, ma appena diventata grande ha smesso di andarci.  Sapendo che rimarrà in casa da solo preferisco rimanere con lui a tenergli compagnia!” rispose con un leggero sorriso.

“Ma così ti perderai la festa e non potrai mangiare tutte quelle cose buone!” le urlò quasi contro Naruto.

“Baka!” un pugno ben assestato di Sasuke gli fece sbattere la faccia a terra.

“E’ mai possibile che pensi sempre a mangiare? I pensieri di Sakura verso il padre sono lodevoli! …. A questo punto …. dato che nessuno di voi andrà alla festa, ci alleneremo facendomi autorizzare ad usare il campo dell’accademia, dato che teoricamente dovrebbe rimanere chiusa in quei due giorni!” disse seriamente Kakashi.

Sakura sapeva che il padre voleva festeggiare il suo compleanno prendendo una piccola torta in pasticceria dicendole che per una volta non importava controllare le spese, ma non sapeva se sarebbe rimasto in casa con lei o se andasse a giocare a carte con i suoi amici come d’abitudine, l’unica cosa certa, era che non sarebbe mai più andata alla festa di primavera …. anche se era il suo compleanno, troppi brutti ricordi erano legati a quel giorno, specialmente la promessa fatta!

I giorni passarono abbastanza velocemente, Sakura rincasava sempre prima rispetto ai suoi compagni perché Kakashi preferiva non affaticarla troppo anche se era sempre più soddisfatto dai progressi sulla resistenza fisica, ignaro che utilizzasse il chakra curativo.
Purtroppo però, sulla via del ritorno ad attenderla c’erano sempre Alan e gli altri ragazzi …..

***********

Giunse il famoso giorno della festa di primavera, il signor Yukan si era alzato appositamente per preparare la colazione alla figlia come un anticipo del regalo di compleanno, dicendole che aveva ordinato appositamente per lei una torta con panna e ciliegie, la sua preferita. Sakura si commosse e d’istinto l’abbracciò con tutto l’amore possibile ringraziandolo con tutto il cuore e ripetendogli di continuo che era il più bel regalo di compleanno che potesse farle.
In quel momento non le importava di niente, aveva l’amore del padre ed era tutto quello di cui lei necessitava.

Quel giorno vide i suoi compagni pensierosi, sembravano quasi tristi, ma ancora non si sentiva pronta a chiedergli il motivo di quello strano comportamento, a differenza di Kakashi che durante la pausa pranzo gli fece la fatidica domanda:

“Ragazzi, si può sapere cos’avete? Non ditemi che quelle facce sono perché non potete andare alla festa di questa sera, vero?” guardandoli incredulo.

Naruto sospirò interrompendo il pasto:

“No, anche se in parte ci dispiace …. è solo che la punizione non prevede solo questo …. ma di stare insieme a …. Madara!”

Per poco il Jonin non si affogò con il riso che aveva appena ingurgitato. Iniziò a tossire mentre Sakura si precipitò a battergli dei pugni sulla schiena per cercare di fargli deglutire il cibo.

“Avete detto con Madara?” guardandoli quasi divertito.

“Si, hai capito bene!” rispose Sasuke guardando con la coda dell’occhio Naruto cercando di comunicare telepaticamente con lui, vietandogli di dire cosa avrebbero dovuto subire ….

“Be’, è un ottimo ninja e potrebbe insegnarvi qualcosa di molto utile. Con me lo fece, ai tempi in cui ero in squadra con Obito, suo figlio ….!” abbassando tristemente il capo al ricordo del passato.

“Credimi …. non è così e poi tutte le volte che mi vede dice che assomiglio ad un clown e che presto il quartiere Uchiha diventerà un circo riferendosi anche ai nostri amici, dato che non hanno i capelli e gli occhi neri come tutti i membri del clan!” sbuffò Naruto.

“Come hai detto? Un circo? …. Per caso Madara ha una figlia di nome Hanare?” chiese incuriosita Sakura, attirando l’attenzione su di sé da parte del team.

“La conosci?” chiesero all’unisono mettendola in imbarazzo e facendole abbassare il capo con le gote tinte leggermente di rosso.

“N-non proprio ….” iniziando a raccontare come aveva conosciuto Hanare e come avesse capito chi era Madara.

“Visto che avevo ragione? Quel vecchiaccio è sempre il solito …. Sakura-chan, non lo ascoltare è un vecchio psicopatico, se ti raccontassi cosa ci fa fare a me e al teme ….” ma venne scaraventato via da un pugno di Sasuke.

“Baka, sta zitto!”

Kakashi osservò la scena sogghignando beffardamente intuendone il motivo: Madara non si smentiva mai, nonostante gli anni passati!
Oltre al suo divertimento silenzioso, Kakashi pensò alla sua amata Hanare e al loro incontro segreto sapendo che il padre sarebbe stato assente. Da un lato gli dispiaceva per i suoi allievi sentendosi in parte responsabile, dato che era stato lui a regalare il libro della discordia a Naruto, ma dall’altro lato c’era l’amore per Hanare e doveva sfruttare ogni singola occasione pur di stare insieme. A quest’ultimo pensiero sorrise e ricominciò a mangiare.

Sakura non ci aveva capito niente ma mai avrebbe chiesto spiegazioni, continuò a mangiare e lo stesso fece Sasuke contrariato ed infastidito mentre Naruto ritornò massaggiandosi le parti doloranti e limitandosi a stare in silenzio per evitare un’altra sfuriata da parte del moro.

Il mattino seguente Kakashi arrivò più tardi del solito mostrandosi ai suoi allievi con le borse sotto gli occhi per la stanchezza.

“Hai fatto le ore piccole?” gli chiese maliziosamente Naruto.

“Non sono affari che ti riguardano, piuttosto ditemi …. com’è andata ieri sera con Madara?” guardandolo allo stesso modo.

Naruto si irrigidì mentre Sasuke divenne rosso dalla vergogna, Sakura continuava a guardarli senza capirci niente, ma era troppo felice per porsi delle domande ripensando alla torta squisita che le aveva preso il padre e all’incontro mancato con Alan e gli altri, sicuramente impegnati nei preparativi per andare alla festa di primavera.

“E’ meglio che vada ad allenarmi!” disse il biondo iniziando ad incamminarsi e sperando che il Jonin non gli chiedesse altro, ma si sbagliava.

“Non ho detto che potete andare! ….” afferrandolo per il colletto: “ …. siamo un team, ricordate? Avanti raccontate a me e a Sakura cosa avete imparato ieri sera con Madara!” sogghignando divertito.
Non gliel’avrebbe fatta passare liscia a Naruto facendogli ricordare il motivo della sua stanchezza. La sera prima era stato tutto il tempo con Hanare, rincasata solo per venti minuti, il tempo necessario che il padre ritornasse a casa e si coricasse a letto addormentandosi subito. Avevano trascorso la notte insieme, amandosi e separandosi solo alle prime luci dell’alba, riusciendo a dormire con fatica un paio d’ore.

Sasuke era diventato rosso come i suoi adoratissimi pomodori mentre Naruto iniziò a supplicare il maestro di non fargli ricordare la sera precedente.

“Niente affatto! Vogliamo sapere!” continuò in tono canzonatorio il Jonin.

Nessuno dei due ragazzi sembrava intenzionato a parlare, così Kakashi lanciò l’amo sapendo che almeno Naruto avrebbe abboccato:

“Ditemi, è ancora fissato con la manualità delle dita obbligando i suoi presunti allievi a massaggiarli la schiena e le gambe?” chiese divertito.

I ragazzi lo guardarono allibiti:

“C-come f-fai a saperlo?”  Sasuke era incredulo.

“Semplice, obbligava anche me e Obito! Diceva che era un ottimo sistema per allenare le dita rendendole più fluide ed elastiche, necessarie per comporre alla perfezione i vari sigilli …. ci obbligava a massaggiarlo per ore, ma per noi era solo un pretesto per raggiungere i suoi scopi personali. Denoto che a distanza di anni non è cambiato!” strofinando ad entrambi i capelli con fare affettivo.

“No, è peggiorato! Prima ci obbligava a massaggiarlo per ore e ore, Sasuke sempre la schiena mentre a me le gambe, ma ieri sera …..” Sasuke cercò di tappare la bocca a Naruto ma Kakashi fu più veloce, mettendogli una mano sul viso impedendogli di muoversi e di proferire parola, lasciando che il biondo continuasse il suo racconto: “ ….. ieri sera ha preteso di peggio, dicendo che era un ottimo allenamento per diventare più pazienti! Ha obbligato Sasuke a limargli le unghie delle mani, mentre io sono stato costretto a fargli la pedicure con il suo sharingan puntato addosso nel caso gli avessi fatto male!” Naruto aveva confidato tutto sospirando tristemente, Sasuke riuscì a liberarsi dalla prese del Jonin diventando rosso dalla vergogna.

Kakashi e Sakura li guardarono straniti poi iniziarono a ridere sonoramente portandosi addirittura le mani allo stomaco.

All’inizio, i due giovani ragazzi si sentirono risentiti sapendo che i loro compagni stavano ridendo di loro, ma vedendo per la prima volta ridere di gusto Sakura, si rilassarono e guardarono compiaciuti la loro compagna.
Anche Kakashi aveva smesso di ridere accorgendosi della risata cristallina dell’allieva mettendosi ad osservarla come gli altri due allievi.

La rosa smise di ridere e si asciugò addirittura una lacrima. Era da tanto tempo che non rideva più in quel modo:

“Scusate, non volevo prendervi in giro, ma non sono riuscita a trattenermi immaginandomi la scena!” sorridendo ancora.

“Ma che rimanga un segreto, altrimenti ….!!” disse Sasuke, guardandola minacciosamente con gli occhi ma con un leggero  sorriso sulle labbra.

“Tranquilli, questo sarà il segreto del team7, adesso iniziamo ad allenarci, ma in modo diverso! Da oggi in poi inizierete ad allenarvi insieme interagendo come una vera squadra!” Kakashi ritornò serio e concentrato, il tempo del divertimento era finito, ora bisognava concentrarsi al massimo.

Quello fu il primo giorno in cui Sakura riuscì a completare il ciclo di allenamento con i suoi compagni. Era felice, Naruto e Sasuke, a modo loro, la incoraggiavano di continuo.

Kakashi creava sempre, tramite le arti illusorie, diversi scenari in cui il team doveva trovare e sconfiggere dei nemici.
Sakura aveva il compito di perlustrare la zona e dare le direttive ai propri compagni coprendogli le spalle con i kunai, in cui era diventata molto abile ed esperta.
Naruto e Sasuke seguivano senza discutere le indicazioni della compagna, sempre molto precise e dettagliate. A loro era stato affidato il compito di usare le varie tecniche di combattimento, in quanto la compagna non era ancora in grado di utilizzarle, ma Kakashi non sembrava preoccuparsi di questo particolare: per superare l’esame Genin non era strettamente necessario, ci avrebbe pensato successivamente, sperando che il chakra della rosa si potenziasse maggiormente.
In realtà, la rosa usava di nascosto il potere rigenerante, sfruttando il momento adatto in cui i suoi compagni combattevano e il maestro era  intento ad osservarli attentamente.
Sapeva di infrangere una legge molto severa, ma era l’unico modo per continuare gli allenamenti fino alla fine.

Sakura rincasava sempre più tardi e non mancavano mai i pestaggi da parte di Alan e degli altri. Si curava sempre prima di rientrare in casa per non far preoccupare ulteriormente il padre, dato che l’aspettava impaziente correndole incontro appena la vedeva, controllando attentamente che non fosse ferita.
Tutta questa apprensione era nata il giorno stesso in cui la rosa lo informò dei nuovi allenamenti. Il signor Yukan era estremamente apprensivo e se da un lato capiva l’importanza nei combattimenti, dall’altra era subentrata la preoccupazione di un genitore omega, non abituato a questo genere di vita.
Passarono i mesi, il team7 era molto affiatato durante le simulazioni di Kakashi e il poco tempo a disposizione per la pausa pranzo lo usava per mangiare e per riposare, troppo provato dagli esercizi impegnativi e difficoltosi.

Il Jonin era pienamente soddisfatto dai progressi dei suoi allievi, in special modo da Sakura, dalla sua resistenza fisica, dall’ottimo intuito e dalla precisione con cui istruiva i compagni ad attaccare. Non aveva dubbi, avrebbero superato brillantemente l’esame …. tutti e tre!

Una sera Sakura rincasò verso le dieci di sera e stranamente incontrò il padre di ritorno dal lavoro:

“Papà, come mai torni così tardi?” guardandolo preoccupata.

“Mi chiedi anche il perché? ….” Sorridendole amorevolmente: “ …. fra una settimana ci sarà l’esame per diventare Genin e il nostro villaggio avrà l’onore di ospitare il Kazekage e il Raikage che arriveranno proprio per assistere all’evento essendoci rispettivamente la figlia e la nipote. Essendo io il responsabile dei conti, devo autorizzare le spese necessarie per accogliere adeguatamente le due personalità, ma per farlo occorre tempo e molto lavoro, è per questo che torno adesso, ho dovuto aspettare l’ultimo preventivo e approvarlo!” poggiandole una mano sulla spalla per rassicurarla vedendola preoccupata, intuendone il motivo.

Sentendo nominare il Kazekage e il Raikage, Sakura iniziò ad avere paura, rendendosi conto che avrebbe dovuto sostenere l’esame davanti alle famiglie più potenti dei tre Regni. Non era sufficientemente all’altezza rispetto a tutti gli altri ragazzi e se fosse riuscita a superare l’esame avrebbe dovuto ringraziare solamente Naruto e Sasuke.
Sospirò rassegnata a subire l’ennesima umiliazione.

“Non preoccuparti bambina mia, vedrai che sarai bravissima! Ricordati sempre che il tuo papà è orgoglioso di te comunque vadano le cose. Vorrei essere presente anch’io ma purtroppo sono un civile ed è vietato per noi omega assistere agli esami dei cadetti sapendo il rischio di non riuscire a proteggerci qualora un allievo perdesse il controllo delle tecniche di combattimento, ma sarò con te …. in questo punto!” poggiandole la mano sul cuore e guardandola con tutto il suo amore.

Sakura non riuscì a trattenere le lacrime e lo abbracciò fortemente a sé:

“Lo so papà e ti ringrazio tanto, le tue parole sono sempre confortevoli! Vedrai …. non ti deluderò e quel giorno tornerò a casa con il coprifronte della foglia! …. E’ una promessa!”

 

  
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