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Autore: Sognatrice_2000    02/08/2014    4 recensioni
Shiho Miyano è una giovane ma bravissima dottoressa che svolge il suo lavoro con passione,guarendo anche le persone che apparentemente non hanno nessuna speranza. Il destino sembra giocarle un crudele scherzo,facendola innamorare di un paziente misterioso e affascinante affetto però da un grave tumore che non riesce a curare in nessun modo.
Egli,inizialmente attratto solo in modo fisico da lei,poco per volta svilupperà un sentimento più profondo nei suoi confronti,ammirato dal coraggio e dalla forza di quella giovane donna così matura e altruista che sembra decisa ad aiutarlo a superare la sua malattia a tutti i costi.
La storia d’amore che nasce tra di loro però comporta per Shiho,poco a poco,la rivelazione di una realtà sempre più assurda e inquietante,nonché la morte di sua sorella,unica testimone di quell’impensabile verità, avvenuta in circostanze misteriose.
Shiho si ritroverà coinvolta in un’incredibile avventura,catapultata in un passato ricco di intrighi,colpi di scena,odio,amore,speranze e sofferenze. Riuscirà ad affrontare i fantasmi di un passato crudo e doloroso, pronti a mettere in discussione tutta la sua vita e le sue convinzioni?
Genere: Drammatico, Erotico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano, Gin, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Capitolo 3:
 

 
Image and video hosting by TinyPic Un bagliore intenso e accecante mi ferisce gli occhi,portandomi a sollevare le palpebre di malavoglia. Balzo in piedi di scatto,confusa. Mi guardo intorno,non capendo che cosa ci faccio nella camera di questo paziente. Improvvisamente ricordo… mi sono addormentata qui ieri sera. Possibile che abbia trascorso qui tutta la notte? Mi muovo per raggiungere la finestra,ma sento la mia mano bloccata da qualcosa. Avvampo quando mi rendo conto di aver tenuto stretta per tutto questo tempo la mano di un uomo che nemmeno conosco. Beh,quasi. In fondo un po’ lo conosco,gli ho anche donato il mio sangue per salvarlo.
Mi affretto a sciogliere quella stretta,imbarazzata,allontanandomi e osservando la luce del mattino filtrare attraverso le tendine verdi della finestra. Che vergogna,ho passato davvero tutta la notte qui.
Sento le gambe tremare e la testa che pulsa. Se non fossi stata così debole, sicuramente non mi sarei mai addormentata. E se non avessi voluto fare l’eroina donando tutto quel sangue a quest’uomo,non starei così male.
Muovo qualche passo per chiamare un’infermiera,voglio uscire da qui il prima possibile,ma sento uno sguardo puntato su di me e mi giro lentamente.
Due occhi verdi di ghiaccio mi fissano in modo magnetico,facendomi correre un brivido lungo la schiena. Mi costringo a restare calma e accenno un sorriso forzato.
“Bene,vedo che si è svegliato…”Vado verso il suo letto,mantenendo un’aria distaccata e professionale. “Come si sente?”
Lui non risponde,vedo i suoi occhi indagatori correre sul mio corpo e poi fermarsi nuovamente sul mio viso.
“Lei chi è?”La sua voce causa una capriola nel mio stomaco. È calda,roca,profonda.
“Mi chiamo Shiho,Shiho Miyano,e sono la dottoressa che si occuperà della sua guarigione”Rispondo automaticamente,senza smettere di sorridere. “Adesso come sta,le fa male la testa? Ha avuto una brutta emorragia e abbiamo dovuto applicarle diversi punti,ma adesso è tutto a posto,non si preoccupi.”
Lui però non sembra ascoltarmi,e lo sento sussurrare assorto,con aria febbrile: “Shiho… Shiho Miyano… non è possibile…”
Ritorna a fissarmi con una luce sinistra negli occhi,ma io non voglio farmi vedere intimorita e ricambio indifferente il suo sguardo.
“Ci conosciamo?”Lo osservo sorridendo sprezzante,non ottenendo risposta,solo il solito sguardo di ghiaccio puntato sul mio viso. So benissimo di non averlo mai visto prima,ma il modo in cui mi guarda… e il suo atteggiamento… mi ricordano qualcuno…
Il silenzio cala su di noi e io mi sento sempre più a disagio. Devo trovare una scusa per andarmene,non ce la faccio più a stare qui.
“Ora vado a chiamare un’infermiera perché l’aiuti ad alzarsi e le cambi le    fasciature,io sono molto occupata. Se ha bisogno di qualcosa deve premere questo pulsante rosso vicino al letto,e cerchi di non fare movimenti bruschi.”
Mi giro di spalle,sorridendo trionfante e calmando il mio respiro: ce l’ho fatta,sono riuscita a mantenere un atteggiamento maturo e tranquillo,per fortuna.
I miei muscoli si irrigidiscono un attimo,non appena sento una stretta forte serrarmi il polso,e mi giro confusa. Lui è fermo,mi sta fissando con freddezza e una calma sorprendente,mentre il mio respiro è affannato,spezzato dai battiti del mio cuore sempre più veloci,troppo veloci. Non posso guardarlo,ho paura di restare incollata al suo sguardo e di non sapermene più staccare.
Dopo qualche secondo,in cui mi sembra di aver quasi smesso di respirare,provo ad articolare qualche suono,ma non ci riesco. Ho la bocca secca,non riesco nemmeno a deglutire. Ma che mi prende?
“Che…  che cosa vuole? Mi lasci,mi sta facendo male…”Balbetto a fatica,ma ancora una volta lui mi ignora e con la mano sale fino al mio braccio,sfiorando la mia pelle con un tocco delicato e lento,fino a fermarsi nell’incavo dove si trova il cerotto.
Tremo,non so che stia succedendo,ma non ho la forza di oppormi.
“Cos’è questo?”Mi dice sfiorando il cerotto e facendo compiere un altro balzo al mio cuore. I suoi occhi non si staccano da me,mi agitano,mi mandano in confusione.
“Ecco… questo è il punto in cui hanno prelevato il mio sangue.”Rispondo un po’ in imbarazzo. “Il sangue che le ha permesso di sopravvivere.”
Lui guarda serio la flebo con i segni del sangue fino in cima,segno che fino a poco fa era piena,poi sposta lo sguardo sul mio cerotto e sussurra: “Adesso… lasci che sia io a curarla…” Guardo il suo volto e per un attimo mi sembra di vedervi balenare un’ombra,una smorfia sinistra che somiglia moltissimo ad un ghigno,e provo a indietreggiare spaventata,ma invano.
Poi il suo sguardo assume nuovamente la solita freddezza,e le sue dita lo accarezzano lievemente. Fatico per trattenere un sussulto,la mia pelle è cosparsa dai brividi,il mio respiro è sempre più irregolare. Devo tenere a freno i miei impulsi,mi sembra pazzesco,io che non ne ho mai avuti finora.
“Che sta facendo?”Protesto debolmente. “La prego,mi lasci…”
In quel momento un’altra immagine inonda la mia mente,sentendo quella mano sfiorare la mia pelle. Spalanco occhi e bocca,rivedendo per un istante la stessa bambina che avevo il giorno prima e lo stesso uomo che avvicina i loro volti. Un grido,e poi tutto si annebbia. Sono volti sfocati,immagini sfocate e indistinte,ma non so perché,mi sono familiari…
Cerco di ritrarmi,ma per fortuna la porta si apre e fa capolino il viso sorridente di Ran.
Trattengo a stento un sospiro di sollievo e mi allontano immediatamente,andando verso di lei e cercando di ricompormi. Oddio,che stavo facendo? È tutto a posto,non è successo nulla,mi dico,ma nonostante questa convinzione il mio cuore continua a battere a mille.
“Ciao,Ran.”La saluto sbrigativamente,evitando il suo sguardo. “Potresti visitare tu il paziente per verificare che non ci siano complicazioni? Io devo proprio scappare…”Fingo una gran fretta, aprendo la porta. “Ah,e ricordati di cambiargli le fasciature sul petto e intorno alla testa.”
“Va bene,Shiho,vai pure e non ti preoccupare.”Sorride Ran. Poi mi guarda più attentamente e sembra perplessa: “ Ma stai bene? Sembri sconvolta…”
Ridacchio scioccamente,cercando di darmi un contegno: “Ma no,va tutto bene,ho solo un po’ di caldo… ci vediamo più tardi!”
Esco come una furia,infilandomi nell’ascensore a corsa e solo allora sospiro di sollievo,sentendomi un po’ meglio. Arrivo fino al mio ufficio e mi chiudo dentro, appoggiando la schiena alla porta.
Mi sento così confusa… che cosa stava cercando di fare? E io… che cosa mi prendeva? Perché lo stavo lasciando fare come se niente fosse? Perché mi piaceva così tanto essere toccata da lui,perché sono andata in tilt per così poco?
Scuoto la testa agitando le ciocche dei miei capelli ramati: non devo pensare a queste sciocchezze,ho un sacco di lavoro da fare e non è il caso di perdere tempo.
Per fortuna il resto della mattina passa tranquillamente,tra visite e analisi,e noto con piacere che non ho più pensato a quell’episodio.
Quando scendo per pranzare,incontro Ran che sta uscendo dalla toilette. Appena mi vede sorride e mi si avvicina.
“Allora,non hai niente da raccontarmi?”Mi domanda a bruciapelo,con tono talmente malizioso che credo di essere arrossita.
“Ma… di che stai parlando?”
“Lo sai benissimo,non fare la finta tonta! Me ne sono accorta,sai?”
“Di cosa?” Sto iniziando a spazientirmi. Che le prende,vuole giocare agli indovinelli?
“Come,di cosa?! Quell’uomo,il paziente che è arrivato ieri… ho visto come ti guardava…”Ran mi fissa con occhi languidi e ridacchia. Cerco di tenere a freno l’impulso di strozzarla e sorrido pungente,ma lei non mi da il tempo di nulla.
“Secondo me si è preso una bella cotta per te. Non ti toglieva gli occhi di dosso.”
Le parole mi muoiono in gola all’istante. Possibile che sia davvero così…? Ma che vado a pensare,sono totalmente uscita di senno.
“Ti stai mettendo in testa idee strane”Ribatto secca “Non è assolutamente come pensi tu.”
“Ah,no?”Esclama fintamente innocente,corrugando divertita la fronte. “Quando sono entrata eri rossa come un peperone… che cosa ti ha detto?”
Credo di essere diventata viola al ricordo di quello che è successo.
“Ma… ma che ti salta in mente?”Farfuglio cercando di non incrociare il suo sguardo “Non mi ha detto proprio niente.”
“Sì,certo”Ran parla in modo talmente accondiscendente che sembra voglia dire proprio il contrario. Al diavolo lei e le sue perfide insinuazioni.
“Può anche essere come dici tu,ma non mi sembra che lui ti sia del tutto indifferente… è così o mi sbaglio,Shiho?”
Quella domanda mi spiazza completamente. Cosa posso rispondere? Che il mio cuore sembra voler uscire dal petto da tanto batte forte,che gli organi sono privi di comandi e la mente è completamente annebbiata ogni volta che lo guardo?
Ran mi osserva attentamente e sembra capire: “Va bene,ma penso che dovrai stare attenta. Innamorarsi di uno dei propri pazienti non è esattamente il massimo per una dottoressa.”
Il suo tono sarcastico mi fa saltare i nervi. “Non so cosa ti salta in mente,ma io non metto a rischio il mio lavoro per due farfalle nello stomaco.”
Ran ride,non so se per la mia battuta o per il tono altezzoso con cui l’ho detta,e io non mi sento in dovere di darle altre spiegazioni.
Poco dopo però,sedute ad un tavolo del bar una di fronte all’altra,lei riprende in mano l’argomento: “Non so come faccia a piacerti un tipo così strano.”
“Perché strano?”
“Ha qualcosa di… inquietante,non saprei bene come definirlo. Non parla quasi mai e il suo sguardo…non so,sembra così freddo…”
“In effetti è la stessa impressione che ha dato anche a me. Ma ti ripeto che non mi piace affatto”Calco con durezza le ultime parole,ma lei alza le spalle e cambia argomento,ma io la blocco.
“Ran,ascoltami bene,quell’uomo è un tipo sinistro,non mi salterebbe mai in mente una cosa simile.”Cerco di convincerla,ma credo di essere una pessima attrice.
“Però ti piace lo stesso. Al cuore non si comanda.”
Sbuffo contrariata: “No,ti sbagli. Ah,dimenticavo di dirti che stamattina mi hai salvata. Grazie,se non ci fossi stata tu…” Un attimo dopo mi mordo la lingua. Accidenti,ci mancava solo questa. Ho parlato troppo,non dovevo.
“Che intendi dire?”Ran si sporge incuriosita e perplessa,e io mi accorgo di non avere scampo. In fin dei conti alle vere amiche si racconta tutto.
“Beh… questa mattina,prima che tu entrassi nella stanza…io stavo per uscire,lui mi afferrata per il braccio,mi ha guardata e…”
“E ti ha baciata?”Mi interrompe Ran rossa in volto,incuriosita.
“No,assolutamente no!”Sbotto a voce alta. Un po’ troppo alta,forse. Alcune persone sedute ai tavoli vicini si voltano a guardarmi stupiti e io nascondo il volto.
“Scusami,vai avanti”Sussurra divertita Ran.
“Mi hai chiesto come mai avevo quel cerotto sul braccio e ho dovuto dirgli che mi sono fatta prelevare il sangue per salvargli la vita.”Spiego imbarazzatissima,ma Ran sembra non accorgersene.
“Oh,che scena romantica!”Esclama infatti con aria sognante. “E poi? Cos’è successo?”
“Mi ha…”Deglutisco perché non riesco a parlare al solo pensiero di quello che poteva succedere. “Mi ha accarezzato il cerotto e mi ha detto… che adesso ci avrebbe pensato lui a curarmi”Termino paonazza. Non sono decisamente abituata a questo tipo di conversazioni.
Ran è addirittura più rossa di me,a momenti mi chiedo se le uscirà del fumo dalle orecchie. Dopo parecchi secondi di silenzio,si copre la bocca con la mano per soffocare una risatina imbarazzata,e ancora con il viso in fiamme esclama: “Molto chiaro… e coinciso,caspita!”
“Ran,per favore!”La riprendo,con la voce stridula,di un’ottava più alta del normale. Ancora una volta diverse persone si girano a guardarci,e io vorrei sprofondare.
“Ok,d’accordo,d’accordo. E… che effetto ti ha fatto?”
Rifletto un attimo e alla fine scelgo di dire la verità: “Avevo paura…ma forse,in fondo,non mi dispiaceva…”Mi accorgo troppo tardi del mio errore,e aggiungo con foga :“Ma questo non vuol dire certo che io sia interessata a lui…”
“Ti contraddici da sola,Shiho”Sorride Ran,alzandosi dalla sedia e sospirando rassegnata. Un lampo malizioso compare nei suoi occhi mentre si avvia,e mi bisbiglia: “Quasi quasi mi dispiace di avervi interrotti…”
Io la seguo piuttosto infastidita,rimbeccandola scocciata: “Ti prego,Ran,è una cosa seria…”
“Altroché!”Mi provoca lei senza smettere di ridere.
“Smettila!”Il mio tono è davvero arrabbiato,e lei si zittisce all’improvviso. Forse sono stata troppo brusca…
“Sai,è la prima volta che parliamo di uomini…”Mi dice Ran,più calma,mentre percorriamo il corridoio,dopo diversi minuti di silenzio.
“Ma che dici? Mi parli in continuazione di Shinichi,il tuo fidanzato… no?”
“Non eri mai interessata all’argomento,restavi sempre in silenzio. Non fingere con me,Shiho.”
“Hai ragione,sono costretta ad ammetterlo…ma ti ricordo che non stiamo parlando di una storia d’amore,ma di un episodio spiacevole che eviterei di ripetere in futuro. Ran,promettimi che non mi lascerai mai da sola con lui.”
Mi guarda con un sorriso luminoso: “E va bene,sarò la tua guardia del corpo.”
Sospiro di gioia. Finalmente sembra aver capito.
“Grazie,Ran”La abbraccio tenendola stretta e le sorrido a mia volta quando ci stacchiamo. “Grazie…  sei la migliore amica del mondo. Davvero.”
Lei sembra stupita,ma un attimo dopo mi guarda con il suo sorriso più luminoso: “Non esagerare,avanti.”
Ci guardiamo per un attimo e scoppiamo a ridere,finalmente rilassate. E adesso posso dire veramente di aver accantonato in un angolo tutte le mie preoccupazioni. Solamente per il conforto e l’appoggio di una vera amica.
 
 
**
 
 
“Bene,adesso io devo andare. A domani,Shiho”Ran mi saluta con un sorriso e un abbraccio,poi si ferma a guardarmi qualche secondo “Il tuo turno non è ancora finito?”
“Dovrebbe,ma ho ancora un paio di pazienti da visitare. Non importa,sono abituata a fare gli straordinari.”
“D’accordo,ma vedi di non stancarti troppo. E non preoccuparti per quella storia…”Mi sorride maliziosa,ma per fortuna il suo cellulare vibra per avvertirla di un messaggio e lei non ha il tempo di dire altre cose imbarazzanti.
“Accidenti,è Shinichi! Mi aspetta davanti alla sua agenzia,devo fare presto!”Ran ripone frettolosamente il cellulare nella borsa e si infila la giacca. “A domani,Shiho”E corre fuori entusiasta,probabilmente perché non vede l’ora di rivedere il suo ragazzo.
Sospiro triste. Io purtroppo non ho ancora finito di lavorare,ma anche se avessi già terminato non ci sarebbe nessuno che attende con ansia il mio ritorno. Decido di avviarmi lungo il corridoio,devo visitare una bambina che è stata appena operata di appendicite.
Quando finalmente mezz’ora più tardi ho finito salgo nel mio studio per raccogliere le mie cose,ma con mia sorpresa un’infermiera mi si avvicina con un vassoio in mano.
“Scusi,dottoressa Miyano,mi dispiace disturbarla,ma c’è un paziente che vorrebbe chiederle una cosa…”
“Cosa? Chi è?”
“Non so il suo nome,ma la stanza è la numero 202.”
Sento un tuffo al cuore. Gin. Non è possibile,perché vuole me? Scuoto la testa per calmarmi. Forse vuole solo che lo visiti.
“E non le ha detto cosa vuole?”Mi sforzo di essere naturale,ma la mia ansia aumenta senza che io possa controllarla.
“Mi dispiace,non ne ho idea. Sono andata a portargli la cena…”Mi spiega perplessa “… quando mi ha detto che voleva parlare con la dottoressa Miyano.”
“Va bene,allora vado.”Le faccio un cenno di saluto veloce e raggiungo l’ascensore con il cuore in gola. Vorrei evitare di andarci,ma non posso comportarmi come una bambina capricciosa. Magari ha davvero bisogno di aiuto,e io sto solo facendo il mio lavoro.
Quando sono davanti alla porta della stanza esito un attimo,poi busso leggermente e alla fine mi decido ad entrare.
Lui è seduto tranquillamente sul letto e appena mi vede fa uno strano sorriso.
“Cosa c’è,sente dolore da qualche parte? Forse è meglio che la visiti…”Mi avvicino come se niente fosse senza pensarci,ma quando sono a pochi centimetri di distanza da lui,mi afferra il polso in modo talmente forte che mi sfugge un gemito di dolore.
“Che cosa c’è?”Sussurro con voce spezzata,molto meno tranquilla di prima. Questa stretta mi ricorda qualcosa… qualcuno…
Un attimo dopo davanti ai miei occhi compaiono di nuovo l’uomo e la bambina che avevo visto prima,ma stavolta riesco a sentire anche delle parole.
 
 
“Sherry,fai la brava… non aver paura,piccola…”
“No,lasciami,lasciami! Aiuto,aiutatemi!”
 
 
Di nuovo la nebbia offusca tutto e davanti a me ci sono di nuovo la camera dell’ospedale e il volto di Gin. Strattono la sua presa,fissandolo con occhi sbarrati. Cosa sono quelle visioni,perché le ho solamente quando sono con lui?
“Di cosa ha bisogno?”Sussurro tremante,con la gola completamente riarsa.
Gin mi guarda ancora per qualche secondo,sembra divertito dalla mia espressione terrorizzata,poi con un movimento brusco mi afferra di nuovo,facendomi crollare addosso a lui.
“Di te”Mi sussurra all’orecchio,facendo aderire i nostri corpi in un abbraccio. E adesso ne ho la certezza: non è la prima volta che mi trovo tra le sue braccia.
Tempo fa,in un luogo oscuro,in un posto sconosciuto,siamo stati stretti l’uno all’altra. Solo che quella volta avevo paura,lui mi stringeva provando a calmare i miei tremiti convulsi,e adesso no,non tremo di paura e il mio cuore è sereno,il mio corpo è abbandonato.
Adesso ho freddo,e mi bastano la sua dolcezza e le sue braccia forti che mi cingono  in modo protettivo la schiena per riscaldarmi.
 
 
 
 
  
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