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Autore: Sognatrice_2000    31/07/2014    4 recensioni
Shiho Miyano è una giovane ma bravissima dottoressa che svolge il suo lavoro con passione,guarendo anche le persone che apparentemente non hanno nessuna speranza. Il destino sembra giocarle un crudele scherzo,facendola innamorare di un paziente misterioso e affascinante affetto però da un grave tumore che non riesce a curare in nessun modo.
Egli,inizialmente attratto solo in modo fisico da lei,poco per volta svilupperà un sentimento più profondo nei suoi confronti,ammirato dal coraggio e dalla forza di quella giovane donna così matura e altruista che sembra decisa ad aiutarlo a superare la sua malattia a tutti i costi.
La storia d’amore che nasce tra di loro però comporta per Shiho,poco a poco,la rivelazione di una realtà sempre più assurda e inquietante,nonché la morte di sua sorella,unica testimone di quell’impensabile verità, avvenuta in circostanze misteriose.
Shiho si ritroverà coinvolta in un’incredibile avventura,catapultata in un passato ricco di intrighi,colpi di scena,odio,amore,speranze e sofferenze. Riuscirà ad affrontare i fantasmi di un passato crudo e doloroso, pronti a mettere in discussione tutta la sua vita e le sue convinzioni?
Genere: Drammatico, Erotico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano, Gin, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Capitolo 2:
 
 
“Ehi,Shiho,questa mattina sei di buon umore o sbaglio?”
Mi giro in direzione della voce che ho sentito,incrociando due grandi occhi blu e un dolce sorriso. Ran mi guarda in attesa di una risposta,con un’ espressione strana sul volto: sembra un misto di gioia e sollievo. Possibile che sia sollevata per me,perché mi vede meno stanca? Impossibile,non siamo così amiche e non ci conosciamo nemmeno da molto tempo.
“Ieri sera sono uscita a cena con mia sorella”Mi affretto a rispondere,tornando con lo sguardo ad analizzare un’ecografia. “E’ servito a distrarmi un po’.”
Certo,è servito a distrarmi dal lavoro,ma non dalle preoccupazioni. Akemi on ha fatto altro per tutta la sera che chiedermi se ho conosciuto qualche bel ragazzo,ma ovviamente questo mi guardo bene dal dirlo.
“Sono contenta”Risponde Ran,senza smettere di sorridere. “Non sapevo che avessi una sorella…”
Stacco per un attimo lo sguardo dagli esami dei miei pazienti: “Un giorno te la presenterò. Ti somiglia molto…”
Ran mi regala un altro sorriso,tornando anche lei ad analizzare un fascio di fogli. È seduta vicino a me,al grande tavolo rotondo della sala riunioni,ed entrambe dobbiamo analizzare i risultati delle visite dei nostri pazienti. Questa è stata una mattinata molto tranquilla,avevo qualche visita da effettuare,ma non sono così pressata dal lavoro come nei giorni scorsi e finalmente posso respirare un po’.
“Adesso ti senti meglio,Shiho?”
Alzo di nuovo gli occhi dal mio lavoro,stupita.
“In che senso?”
Ran sorride imbarazzata: “Adesso hai un po’ meno lavoro… no?”
Annuisco,perplessa: “Sì,stranamente questa mattina ho avuto meno visite da fare e gli infermieri non mi hanno assillata più di tanto.”
“L’ ho detto io… al caporeparto. Gli ho detto che sei molto stanca e lavori troppo… pensavo di avrebbe fatto piacere riposarti un pochino.”
“Davvero?”Sono stupefatta,ma anche infinitamente grata. Quando vedo la sua espressione timorosa,come quella di una bambina che ha paura di aver fatto la cosa sbagliata,le sorrido.
“In effetti hai ragione,adesso mi sento un po’ più libera. Ma non avresti dovuto…”
“Qual è il problema? Siamo amiche,no? E gli amici si aiutano”Di fronte a tanta spontaneità e gentilezza mi sento un po’ a disagio,ma allo stesso tempo ne sono felice. Credevo che nessuno mi avrebbe mai detto queste parole.
“Certo”Il mio sorriso si allarga e la stringo in un breve abbraccio. Non è da me essere così affettuosa,ma sono rimasta veramente colpita dalla sua preoccupazione così sincera e disinteressata. “Grazie”Sussurro,sciogliendomi dall’abbraccio e stiracchiandomi i muscoli indolenziti.
“E’ già ora di pranzo”Dico guardando l’orologio “Andiamo a mangiare qualcosa.”
Ran sembra un po’ meravigliata,ma si affretta a riporre le scartoffie di lavoro e a seguirmi in corridoio.
“Ah,finalmente esco da questa stanza!”Esclama contenta,suscitandomi un piccolo risolino. “E’ tutta la mattina che sono lì dentro,non ne posso più.”
“Non avevi neanche una visita?”Le domando un po’ stranita.
Lei mi guarda e sorride: “Non sono brava come te,Shiho. Le visite io le ho sempre nel pomeriggio,tranne i casi di emergenza,ovviamente.”
“Che cosa?”Sono veramente stupefatta,non me l’aspettavo. “Io credevo che anche tu avessi un mucchio di pazienti da visitare mattina e sera.”
Lei scuote la testa con un sorriso un po’ triste: “Non sarò mai brava come lo sei tu. Amo molto questo lavoro,ma nonostante mi sia sempre impegnata e continui ad impegnarmi tanto,non sarò mai intelligente come lo sei tu.”
“Cosa dici?”Non ho mai pensato che Ran fosse meno brava di me. Lei è sempre stata perfetta,per quale motivo dovrebbe invidiarmi? Non ho nemmeno un fidanzato,io…
“E’ la verità”Continua Ran “Tu hai una vera passione per la medicina,il tuo quoziente d’intelligenza sarà tre volte il mio. Sei bravissima,Shiho,e sono contenta per te,ma a volte non posso fare a meno di provare un po’ d’invidia.”
“Invidia? E per cosa? Sei una dottoressa bravissima anche tu,Ran…”
“No,non è solo per le capacità. Insomma,guardati,non sei richiesta solo per la tua bravura. Tutti vogliono te perché hai sempre un sorriso e una parola di conforto per tutti… bambini,anziani,adulti… hai un interesse davvero sincero,si vede che la loro salute ti sta a cuore. Ti sei sempre impegnata al massimo per tutti,hai guarito persino le persone con i casi più gravi che non avevano nessuna speranza! Non sarò mai come te…”
Colpita per quell’affermazione,le passo un braccio attorno alle spalle e sorrido: “Tu sei una persona migliore di me,Ran,sotto tutti i punti di vista. Ti sei mai chiesta perché mi impegno così tanto? Non altro da fare nella mia vita,tu invece sì. Sei solare,buona,altruista,e non hai assolutamente niente da invidiarmi. Tutta la mia vita è solo lavoro: lavorare,lavorare,lavorare… ma per cosa,in fondo? Mancherà sempre qualcosa di essenziale nelle mie giornate. Gli amici,l’amore,una famiglia…”
“Scusami,Shiho. Hai ragione,sono proprio una sciocca a lamentarmi”Si affretta a dire Ran,notando i miei occhi lucidi. Poi sorride calorosamente e mi strizza l’occhio: “Ma la più intelligente sarai sempre tu!”
“Scema!”Rido,dandole una gomitata.
“Perché,non ho forse ragione? Con quanto ti sei laureata?”Si informa mentre ci dirigiamo al bar in fondo al corridoio.
La guardo per un momento e ridacchio: “Con… centodieci e lode.”
“Hai visto?”Il suo tono è amichevole e scherzoso,senza traccia di invidia. Ran è una ragazza talmente pura e priva di malizia… “Potevano darti anche centoventi,tanto sarai sempre la migliore!”
La mia risata si fa più forte: “Smettila! Piuttosto,tu?”
“Io cosa?”
“Ti ho detto il voto della mia laurea,e il tuo? Fai tante storie,ma scommetto che sei stata bravissima…”
Ran sorride,abbassando lo sguardo: “Centootto.”
“Hai visto? Non siamo poi così diverse… sei intelligente quasi quanto me.”
Quasi,eh?”Finge di arrabbiarsi Ran,con le mani sui fianchi e lo sguardo accusatore.
“Stavo scherzando”Prendo il panino che mi porge il barista. Lei mi imita e ci allontaniamo dal bancone,iniziando a mangiare mentre camminiamo lentamente.
Dopo qualche minuto di silenzio,aggiungo: “Grazie ancora per esserti preoccupata tanto per me.”
“Figurati,di niente. Sono contenta di vedere che sei più rilassata…”
“Sto molto meglio,in effetti”Dico distrattamente,affondando il cucchiaio nel vasetto di uno yogurt magro. “Adesso sono più libera…”
“Dottoressa!”Un’infermiera giovanissima mi si avvicina trafelata. Sembra che abbia corso e il suo sguardo è molto preoccupato.
“Come non detto”Sbuffo rivolta a Ran,mentre lei mi guarda rassegnata.
Torno a guardare l’infermiera,con il mio solito sorriso professionale: “Allora,cosa c’è?”
“C’è un’emergenza. Un uomo è stato investito da una macchina ed è in pericolo di vita. Dobbiamo operarlo,ma prima ha bisogno delle visita di un esperto,visto che ha perso molto sangue. Lei è la più brava,il caporeparto ha detto di rivolgermi a lei,perché non ci sono altri medici disposti a venire così in fretta…”
“Arrivo subito”Esclamo con il cuore in gola,cercando di non mostrarmi troppo agitata. Ran mi guarda allarmata,ma io cerco di tranquillizzarla con un sorriso.
“E’ tutto a posto,sta’ tranquilla. Scusami,ma devo andare.”
“Aspetta!”Mi afferra delicatamente per il braccio “Vengo anch’io”
Scuoto frettolosamente la testa: “No,tu riposati,hanno chiamato me. Sei troppo sconvolta,in questi casi bisogna mantenere il sangue freddo per commettere errori grossolani. Ci vediamo dopo,non ti preoccupare.”
Detto questo mi allontano di corsa seguendo l’infermiera. Non è la prima volta che mi capita un caso simile,ma avverto uno strano presentimento,senza saperne il motivo.
Finalmente ci fermiamo davanti ad una stanza,ed io mi affretto ad entrare. Numerosi dottori sono intorno ad un letto con aria preoccupata,ma non appena mi vedono si scostano tutti per farmi passare.
L’infermiera guarda impressionata il corpo dell’uomo che giace sul letto,mentre io, abituata a scene di questo tipo,non mi stupisco più di tanto. Calma e sangue freddo,mi ripeto. Indosso in fretta un paio di guanti,rivolgendo la mia attenzione alle ferite ed effettuando un rapido controllo.
Tutti mi guardano apprensivi,quando,poco dopo,ho terminato.
“Allora?”Mi domanda un dottore,che sembra infastidito dal mio silenzio.
“Non c’è tempo da perdere,dovete operarlo immediatamente. Ha perso molto sangue,ma c’è ancora speranza se fate in fretta. Che gruppo sanguigno ha?”Domando rivolta alla giovane infermiera che mi ha accompagnata fin qui.
“Gruppo sanguigno 0”Risponde lei,guardando un foglio davanti a sé.
“E’ presente il fattore Rh?”
“Sì,Rh negativo.”
Un chirurgo si affaccia sulla soglia preoccupato: “Non è possibile,abbiamo finito le scorte di sangue di questo tipo operando il paziente precedente. È un gruppo molto raro,non riusciremo a trovarlo in tempo…”
“Come facciamo?”Mi domando con frenesia guardandomi intorno. “Ha bisogno di una trasfusione al più presto,l’emorragia celebrale è molto estesa…”Mi blocco all’istante,colta da un pensiero improvviso.
“Un momento. Il mio gruppo sanguigno è 0 Rh negativo,come quello di questo paziente. Le persone di questo gruppo possono riceverlo solo da donatori dello stesso tipo. Posso donargli il mio sangue.”Dico seria e decisa,senza un minimo di esitazione,guardando il chirurgo.
“Ne è sicura,dottoressa?”Mi domanda perplesso. “Si tratta di una trasfusione molto abbondante,potrebbe anche svenire…”
“Non c’è tempo,facciamo presto.”Il mio tono sbrigativo sembra smuoverlo,e seppur riluttante,mi accompagna in una sala adiacente per farmi prelevare il sangue.
Più tardi,seduta su una sedia metallica appena fuori dalla sala operatoria,aspetto ansiosa con lo sguardo fisso sulla porta. Osservo il cerotto che ho sul braccio con sguardo triste: spero che il mio sacrificio sia servito,mi sento davvero molto debole.
Ho donato al paziente una grande quantità di sangue,ma non mi importa di stare male,mi basta aver salvato la sua vita.
“Shiho!”La voce preoccupata di Ran arriva alle mie orecchie,e poco dopo sento le sue braccia avvolgermi in modo protettivo.
“Come ti senti,stai bene? Mi hanno detto che hai donato un sacco di sangue ad un paziente che stava per morire… non avrei esagerato?”
“Non ho nulla,stai tranquilla. Sto aspettando l’esito dell’operazione.”
Ran si siede accanto a me stringendomi la mano,e io avverto un lieve tremolio scuotere le mie dita. Spero che vada tutto bene.
Dopo quasi due ore,balzo in piedi come punta da uno spillo,seguita a ruota da Ran,non appena vedo uscire il chirurgo con il quale avevo parlato prima.
“Allora,com’è andata?”
Lui esita un momento,facendo aumentare la mia angoscia,ma poco dopo sulle sue labbra compare un piccolo sorriso.
“Grazie a lei è andato tutto bene,dottoressa. L’emorragia è stata fermata in tempo, per adesso il paziente è ancora privo di conoscenza,ma in serata dovrebbe riuscire a svegliarsi.”
“Per fortuna”Sospiro di sollievo,felice.
Le porte della sala operatoria si aprono ed io corro a vedere come sta l’uomo disteso sul lettino munito di rotelle. È buffo,ma nell’agitazione del momento non ho nemmeno guardato il suo volto,né mi sono fatta dire il nome. Sono stata così in ansia per uno sconosciuto,che sciocca.
Quando poso  i miei occhi su di lui,sento un tuffo al cuore. Ha gli occhi chiusi e non posso vederne il colore,ma in qualche modo mi trasmette una certa inquietudine. I suoi tratti sono spigolosi e marcati,con lunghi capelli biondi che scivolano oltre le sue spalle. Senza dubbio è un bell’uomo,anche se… non so,c’è qualcosa che non vi convince in lui. Provo una sensazione strana guardandolo… sembra quasi timore. Ma perché dovrei essere intimorita da un uomo che non ho mai visto in vita mia?
“Dottoressa,si è incantata?”Mi richiama  una collega ridacchiando. “Potrebbe accompagnare lei il paziente nella stanza 202,quella in fondo al corridoio?”
Scuoto la testa,destandomi da quei pensieri. “Certo,vado subito.”
Perfetto,ci mancava solo fare la figura della stupida con i miei colleghi. Probabilmente ridacchieranno alle mie spalle tutto il tempo,adesso. Ma dovevo proprio mettermi a fissare così quell’uomo? In fondo,cosa mi importa del suo aspetto?
“Ti aiuto anche io,Shiho”Mi dice Ran,afferrando il lettino dall’estremità opposta. Io annuisco e ci allontaniamo insieme.
Mentre trasportiamo il letto,Ran mi sorride maliziosamente: “E’ carino,non trovi?”
Alzo le spalle,indifferente: “E’ troppo vecchio,avrà almeno quindici anni più di me.”
“Allora ti piace!”Esclama divertita Ran.
Mi mordo il labbro. Accidenti,ma che cosa mi metto a dire? Finora ho sempre curato gli uomini senza prendere in considerazione né l’aspetto fisico né l’età. Forse la mancanza di forze mi sta giocando qualche brutto scherzo.
“Sei impazzita?! Non volevo dire questo…”
“Non devi vergognarti,Shiho. Ho visto come lo guardavi poco fa…”
Sento le guance in fiamme,ma cerco di fare finta di niente. Magnifico,mi ha vista anche lei. Ma dove sta il problema? È una cosa sbagliata per una dottoressa rivolgere il suo sguardo ad un paziente?
“Non lo stavo guardando”Ribatto secca,fermandomi davanti alla porta della camera.
Ran cerca di lasciar perdere,ma posso vedere benissimo che sta ridendo. Mi passo le mani tra i capelli,esasperata: “Uffa,ma che avete tutti oggi? Ho fatto qualcosa di male,per caso?”
“Lasciamo stare”Sussurra Ran,cercando di fermare la sua risata.
Entriamo,e io mi sento un po’ imbarazzata quando devo sollevarlo e stenderlo sul letto della camera. Strano,eppure l’ho fatto con così tanti pazienti…
“Bene,adesso possiamo chiamare un’infermiera per assicurarci che non ci siano complicazioni,ma dovrebbe essere tutto a posto.”Affermo decisa,lanciando un’ultima occhiata all’uomo disteso sul letto. Ho dovuto farmi aiutare da Ran,perché era troppo pesante. Ne ho viste poche di corporature così possenti e robuste.
In quel momento si affaccia sulla soglia il caporeparto,un uomo dall’aria simpatica con due occhiali sul naso.
“Buonasera,dottoressa.”Mi rivolge un sorriso,e io prontamente ricambio con un piccolo inchino,imitata alle mie spalle da Ran.
“E’ questo il nuovo paziente,dottoressa Miyano?”
“Sì,ha avuto una brutta emorragia celebrale,ma siamo riusciti a salvarlo in tempo… gli ho donato molto del mio sangue per una trasfusione”Aggiungo dopo una breve pausa,indicando la flebo appena sistemata da Ran al braccio dell’uomo,piena quasi fino all’orlo di liquido rosso.
“Oh,non doveva,è stata molto coraggiosa!”
“Per me non è un problema,sono felice di essere stata utile.”
“Peccato…”Lo sento mormorare. “Avrei voluto che sorvegliasse il paziente,ma sarà sicuramente molto stanca…”
“Cosa?”
“Tutte le infermiere sono occupate,e so che lei non ha altre visite. Ma è il caso che vada a casa,può farlo anche Mouri…”
Spalanco per un attimo gli occhi,meravigliata e indecisa.
“No,preferisco rimanere io”Mi decido a dire dopo qualche secondo.
“Ne è sicura? Non voglio che si sforzi,ha già fatto abbastanza…”
“Davvero,non c’è problema. Ran potrà sostituirmi tra un paio d’ore”Lei annuisce, sorridendo con aria furbetta,e io inarco un sopracciglio. Perché mi guarda così? Anche altre volte mi sono fermata ad assistere dei pazienti in condizioni più o meno gravi.
“Va bene,ma non si affatichi troppo”Il caporeparto mi lancia un’occhiata dubbiosa, ma alla fine si decide ad uscire.
“Allora io vado. Se hai bisogno di me,chiamami”Aggiunge Ran aprendo la porta. Prima di scomparire mi fa l’occhiolino e sussurra: “Ma non credo che ti servirà aiuto.”
“Ran!”Sbotto paonazza,ma lei è già fuori.
Sospiro stancamente,sedendomi su una poltroncina accanto al letto. Mi sento molto debole,la testa mi gira e avverto il bisogno di stendermi un po’,ma non mi pesano queste sensazioni. Sul comodino noto un paio di fogli e li afferro,dandovi una rapida occhiata,e scoprendo che è la cartella clinica del paziente. Il suo nome è Gin Kurosawa. Aggrotto le sopracciglia,pensierosa. Non so perché,ma anche quel nome non mi convince, mi sembra di averlo già sentito… molto tempo fa.
Ma è assurdo,devo smetterla con queste paranoie. Il mio unico compito è quello di curarlo,non devo pensare a nient’altro. E allora perché mi ritrovo a fissargli di nuovo il volto? I battiti del mio cuore aumentano a dismisura,devo assolutamente calmarmi. Non ho mai visto un uomo così… così affascinante,misterioso. Anche se non ci nemmeno scambiato una parola,mi sembra diverso da tutti gli altri… è come se fosse circondato da una strana aura cupa.
Ma… ho detto affascinante? Vorrei ridere. Io,che non ho mai preso in considerazione il genere maschile in vita mia,ho detto affascinante riferito ad un uomo che nemmeno conosco? Questa sì che è bella.
Mi fermo ancora un po’ ad osservare il suo profilo serio,quasi senza rendermene conto. Non riesco a staccare gli occhi,sono rapita dai suoi lineamenti. Inconsciamente,dopo aver constatato che sta ancora dormendo,allungo una mano verso il suo viso,fino a posarla sulla sua pelle. Le mie dita hanno un fremito,un brivido scuote violentemente il mio corpo: è così fredda,ma allo stesso tempo così morbida… Ok,sono completamente impazzita. Nello stesso istante in cui la sfioro inizio ad agitarmi,non so perché ma ho quasi paura,mi sembra di ripercorrere una situazione simile a quella di alcuni anni fa.
Chiudo gli occhi e nella mia mente si fa spazio come un lampo un veloce flashback: vedo una bambina dai capelli corti e ramati con un piccolo camice bianco e un uomo con un ghigno che si avvicina al suo viso premendole una mano sulla guancia.
Quella visione è durata un attimo,talmente surreale e fugace che non ho il tempo di capire chi siano le persone che ho visto. Terrorizzata,mi allontano immediatamente con un profondo respiro,massaggiandomi la testa dolente. Il cuore mi batte forte,ma non riesco a comprendere il motivo. Chi erano le persone che ho visto e perché così all’improvviso? Che cosa è successo? Ricado sulla poltrona,cercando di distrarmi e di smetterla di guardare quell’uomo. Ma quando sento un lieve mugolio mi alzo allarmata,notando però che ha ancora gli occhi chiusi. Quando dalle sue labbra sfugge un altro lamento,mi inginocchio e stringo le sue dita tra le mie per tranquillizzarlo,prima esitante,poi più sicura. Le nostre mani si uniscono in una stretta che mi da i brividi,vorrei allontanarmi,ma una specie di calamita mi blocca lì,immobile,con il respiro irregolare. È la prima volta che ho un atteggiamento così poco… professionale,diciamo. Rimango ferma come per cercare di cogliere una sensazione,un’emozione seppellita da molto tempo ormai,ma l’unico sentimento che provo è il terrore. Non capisco,ma avverto un’attrazione quasi ossessiva e allo stesso tempo la sola vista di questo paziente scatena in me una profonda angoscia.
Cerco di non darci importanza,e affievolisco leggermente la presa. All’improvviso la stanchezza mi assale,sento le palpebre pesanti… Appoggio la testa sul materasso,e in un attimo,senza nemmeno accorgermene,con un dolce sorriso ancora stagliato sulle labbra,sprofondo nel mondo dei sogni.
  
 
    
 
 
  
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