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Autore: Piumadoro    02/08/2014    2 recensioni
Rieccoci al secondo anno.
Se il primo è stato pieno di guai qui si aggiungono cose come il Quidditch, molto importante.
Senza parlare dell'amore.
E dei segreti.
Il secondo anno di Star ad Hogwarts comincia in modo confuso...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Siamo Stelle Cadute'
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Maggio cominciò allegro portando un gran caldo ad Hogwarts, gli studenti cercavano continuamente di uscire nel parco dove, sotto l’ombra degli alberi, il vento fresco offriva un po’ di pausa da quella calura.
Gli esami erano alle porte e ormai si parlava di ripassi dell’ultima ora. Ovviamente tranne per James, Star e Sirius che ancora non si erano decisi a mettersi a studiare e quel giorno Remus stava insistendo particolarmente.
“…quindi mettete che vi boccino, bocceranno solo voi due, ragazzi, perché Star è troppo intelligente per essere bocciata e quindi saremo divisi, magari i tuoi genitori Sirius sceglieranno di ritirarti dalla scuola e continuare la tua istruzione a casa e poi non potremmo più vederci e cosa faremo se…”
“Ok, basta, ti prego! Finiscila con questi scenari funesti!” Lo rimproverò Sirius mentre camminavano svogliatamente per il parco cercando di occupare il tempo vuoto prima della cena.
“La finisco se studiate.” Ribadì cocciuto Remus.
“Ha ragione, sapete? Dai fatelo per me, studiate almeno un pochino, so che siete bravissimi! Per favoooore!” Star sfoderò i suoi occhioni dolci e i due ragazzi la fissarono sospirando già sconfitti.
“Come vuoi!” Sbuffò James. “Però ci portiamo i libri qui fuori! Col Bolide che studiamo dentro dove si muore di caldo!”
“Bene.” Sospirò Remus sollevato.
I Malandrini corsero a prendere i loro libri e poi tornarono all’aria aperta, sedendosi all’ombra di un albero vicino alla riva del Lago Nero. Aprirono i libri e cominciarono un blando ripasso degli argomenti.
“Quindi per l’incantesimo d’acqua?” Chiese Star.
“Aguamenti.” Risposero in coro James e Sirius agitando pigramente le loro bacchette che spruzzarono acqua limpida.
“Ok, con Incantesimi ci siamo. Passiamo a Pozioni.” Propose Remus felice.
“No, pozioni no!” Supplicò Sirius.
“Sono noiose!” Gli diede man forte James.
“Si, ed è una delle materia in cui andate peggio quindi avete più bisogno di un ripasso.” Insistette Star sorridendo.
“Ricordate quando il primo aprile abbiamo incantato questo pezzo di parco e c’erano le montagne russe e tutto il resto?” Cercò di distrarli James.
“Si, non sembra sia passato più di un mese.” Continuò Sirius.
“Già.” Mormorò Star, lo sguardo perso nel vuoto e la mente che la riportava a quel giorno. Poi si riscosse in fretta. “Non cercate di farmi perdere in giro!” Li rimproverò lei.
“Si, è inutile, tanto vi tocca studiare comunque. Forza!” La aiutò Remus.
“Invece è ora di cena, quindi basta studiare.” Annunciò James dopo un’occhiata attorno a sé.
“E come fai ad esserne così certo?” Gli chiese Star.
 
“Ehm… guardati attorno: se ne stanno tornando tutti al castello.” Le fece notare Sirius.
“Va, bene andiamo a cena.” Si arrese Remus.
“Si giusto, continueremo sta sera.” Decretò la ragazza.
Rientrarono insieme agli altri studenti litigando ancora sulla questione studio e si accomodarono in sala grande senza nemmeno tornare alla torre per poggiare i libri.
Dopo cena vinsero Star e Remus e James e Sirius furono costretti sui libri sotto gli sguardi increduli di molti Grifondoro.
“Scusateci, vorremmo parlare con James.” Due ragazze del primo anno interruppero quel momento culturale.
“Si?” Chiese quest’ultimo sollevando il viso lieto di quella pausa, ma la sua allegria finì non appena riconobbe le sue due interlocutrici.
“Potete gentilmente andare a parlare da parte? Vorrei continuare a spiegare questo argomento a Sirius, ovviamente se non vi dispiace.” Domandò gentile Star.
Le due ragazze annuirono e attesero che James le seguisse in disparte.
“Chi erano poi, bho!” Fece Star chinando di nuovo la testa su un libro.
“Come, non ti ricordi chi sono?” Le chiese Sirius ridacchiando. La sua amica lo guardò vacua. “Sono le due ragazze che James ha conosciuto quel giorno in cui ci hai chiesto di andare a cercarci una fidanzata.” Le spiegò lui.
“Io avevo detto a mio fratello di cercarsi una ragazza, e poi voi l’avete trasformata in una sfida, comunque è da quel giorno che non le vedo. Perché ora cercano James?” Lo interrogò lei.
“Perché? Perché lui non ha più parlato con loro da quel giorno, ecco perché!” Le rispose con ovvietà.
“Invece tu hai parlato molto spesso con quella ragazza più grande, vero?” Cercò di stuzzicarlo Star.
“Io? Si, certo. Abbiamo parlato anche abbastanza spesso, di questo di quello…” Cominciò a raccontare il ragazzo ma lei lo bloccò sorpresa.
“Non ci credo! E quando?! Sei sempre stato con noi!”
“In realtà nè lui nè James erano con noi quando abbiamo studiato in biblioteca negli ultimi tempi.” Le ricordò Remus.
“Già, e poi ci sono le notti.” Aggiunse Sirius con il suo ghigno.
“Sei un fenomeno!” Commentò Star stupefatta.
James tornò.
“Allora?” Lo aggredì sua sorella.
“Allora sarà meglio se io mi inventi una bella uscita romantica per una di loro due.” Sbuffò James.
“Studiare è meglio ora, vero?” Gli chiese Remus soddisfatto.
“Forse si.” Sospirò James.
“Comunque, a proposito di quella sfida che hai perso… tu devi indossare delle mutande sulla testa, diciamo fino alla fine dell’anno scolastico, e in più, niente occhiali!” Ricordò Sirius.
“Eh, no! Puoi farglielo fare dopo gli esami ma fino a quel momento voglio che vi concentriate.” Decise Remus con man ferma.
“Bene, ci vediamo dopo gli esami Capitan Mutanda.” Soffiò Sirius nell’orecchio di James che gli fece il verso.
 
………….
 
Finalmente venne l’ora della grande finale di Quiddicht: Serpeverde contro Grifondoro, un classico nella storia di Hogwarts.
Mentre sorprendente fu il fatto che quando quella mattina Star salì nel dormitorio dei ragazzi per svegliarli vi trovò solo Peter che le disse che i suoi amici erano già scesi. Stupita da quel fattore scese in Sala Grande a sua volta.
James e Sirius sedevano con tutta la squadra al completo e il tavolo di Grifondoro accolse il suo arrivo tra battiti di mani. Prima di sedersi con loro Star lanciò uno sguardo e Remus che le sorrise timido dal fianco di Lily e le altre ragazze del terzo anno.
“Ok, sarà semplice, una passeggiata. I Serpeverde hanno vinto con molte slealtà fin ora ma questa volta Madama Bumb li marcherà stretti, al primo fallo sono spacciati e quando sono costretti a giocare pulito sono deboli e facili da sconfiggere. Ce la possiamo fare, abbiamo la Coppa assicurata anche quest’anno. Ovviamente tutto dipende da quanto James sarà svelto ad acciuffare il Boccino, ricorda amico: più presto lo acchiappi, meglio è, se quelli segnano troppi punti vinciamo la partita ma perdiamo la Coppa.” Questo fu il discorso di Jordan, dopo di che perse un po’ del suo smalto sorridente e non toccò quasi cibo, come nemmeno James.
Sirius e Star capivano la sua pressione, anche loro ne provavano un po’, infondo si giocavano la Coppa per la prima volta ma loro due facevano gioco di squadra in ogni momento e non avevano chissà quanto margine d’errore, mentre James… Sulle sue spalle gravava il destino della squadra ed era solo, completamente solo.
Le condizioni erano perfette quando la squadra di Grifondoro scese fino al campo prima che tutti gli studenti finissero la colazione, forse l’unico problema era il troppo sole, quel maledetto batteva convinto bruciando la pelle e accecando gli occhi.
“Perfetto, speriamo solo che i tuoi occhiali ti proteggano invece di peggiorare, è difficilissimo vedere il Boccino in queste condizioni.” Commentò Robin.
“Finiscila, James può farcela.” Lo ammonì Star scherzosa battendo su una spalla al fratello che silenzioso e ricurvo si apprestava ad entrare nello spogliatoio. Sirius si avvicinò al lato opposto di sua sorella.
“Tranquillo, ci siamo noi. Tu fissati sul Boccino e dimentica tutto il resto, nemmeno un Bolide ti passerà vicino, promesso.” Lo incoraggiò il suo amico.
“Grazie.” Mormorò James.
Star si cambiò appartata e poi si unì al resto della squadra, era ancora una delle poche ragazze a giocare a Quidditch, lo trovava stupido; molti, i Serpeverde soprattutto, credevano che le ragazze non sapessero giocare bene quanto i ragazzi.
Jordan guardò la sua squadra e sospirò. “Comunque vada, vorrei solo che Tom fosse qui, siete la miglior squadra mai messa insieme da sempre.”
Uscirono sotto lo scroscio di applausi. James, Sirius e Star si voltarono verso le tribune e i loro sguardi si fermarono sullo stesso punto: Remus che sventolava il loro lenzuolo decorato aiutato da Peter e anche dalla Evans.
Si misero in posizione con il cuore in gola. Madama Bumb fischiò l’inizio.
“Bene, finalmente questa partita tanto attesa è cominciata. Abbiamo visto la squadra di Grifondoro distinguersi nelle altre partite per la sue bravura e le sue tecniche a dir poco inusuali, oggi che cosa dovremmo aspettarci mentre sfidano Serpeverde? Intanto la palla è già nelle loro mani, come sfrecciano signori! Ed ecco! Già dieci punti per Grifondoro! Grazie anche ad un tempestivo intervento del Battitore Black che ha bloccato un Bolide prima che atterrasse Greg.”
“Grazie amico!” Greg batté il cinque a Sirius mentre volavano in direzioni diverse.
Star lanciò uno sguardo a suo fratello, lo vide aggrappato alla scopa in un modo che non gli apparteneva a scrutare il cielo, fermo immobile. Mai lo aveva visto così disperato e più i minuti passavano più le dita si stringevano al manico di scopa.
Tirò il Bolide che Sirius le aveva passato, deviandolo da Jordan, dritto addosso al Cacciatore di Serpeverde in possesso di palla ma la Pluffa venne acciuffata da un suo compagno di squadra mentre lui scendeva di parecchi metri con la mano stretta sullo stomaco.
“Serpeverde segna. Inutile ricordarvi che Serpeverde è in vantaggio nella Coppa di 150 punti esatti e che quindi se dovesse passare in vantaggio la cattura del Boccino da parte di Grifondoro risulterebbe inutile.” Gridò il cronista.
In quel momento James andò nel panico, cominciò a svolazzare in giro con troppa velocità per poter vedere qualsiasi cosa, figurarsi la minuscola pallina d’oro.
Sua sorella gli si parò davanti. “Datti una calmata. Puoi farcela, ok? Come hai sempre fatto, James sei il miglior Cercatore esistente sulla facci della terra. Nervi saldi. Controllati.”
Mentre la ragazza diceva queste parole il ciondolo che James indossava sotto i vestiti cominciò a scottare lievemente, il ragazzo si portò una mano al cuore dove quel calore si stava diffondendo. Annuì a Star e partì con calma e determinazione.
Quando si voltò Star fece solo in tempo a vedere una macchia nera schivarla di poco e il tonfo sordo che conosceva troppo bene: un Bolide aveva colpito qualcuno.
Sirius precipitò per parecchi metri prima che la ragazza riuscisse ad acciuffarlo e fermare la sua corsa.
“Hei, non mi lasciare sola sul campo, ho bisogno della tua immensa bellezza per giocare.” Scherzò lei.
Sirius ghignò piegato in due sul manico di scopa, la spalla destra completamente fuori dalla sua sede, alzò lo sguardo e per ringraziarla ma i suoi occhi si bloccarono su una figura dietro di lei. “James.” Sussurrò il ragazzo.
La scritta Potter brillava squarciata dal vento mentre James puntando dritto la scopa verso il terreno si spostava a destra e poi a sinistra compiendo giravolte mentre cercava di evitare i Bolidi che i Battitori di Serpeverde gli sbattevano contro.
“Stai fermo qui e riprenditi, vado io.” In un attimo Star colpì un Bolide diretto alla testa di suo fratello e lo spedì dall’altra parte del campo colpendo in pieno il Cacciatore di Serpeverde con la Pluffa.
“Wow, che tiro! Preciso pulito e distintissimo! Deve aver colpito quel Bolide con una forza da divinità per riuscire a farlo andare così dritto così a lungo e colpire così forte.” Commentò il cronista.
James volava ora in orizzontale ma sempre velocissimo cercando di raggiungere la pallina dorata di fronte a sé, il Cercatore di Serpeverde gli stava dietro e sopra l’altro Battitore avversario si preparava a lanciargli contro un altro Bolide. Il tiro era precisissimo ma Star fu in mezzo più veloce e precisa, intercettò anche quel Bolide volando vicino al Battitore e lo scaraventò addosso ad un altro Cacciatore di Serpeverde.
Soddisfatta si voltò e vide che la mano di James era ormai a pochi centimetri dal Boccino e suo fratello oramai era così distante mentre l’altro Bolide lanciato dall’altro Battitore così vicino.
Come un fulmine Sirius batté, la mazza impugnata di sinistra, un Cacciatore di Serpeverde ormai al tiro in porta venne colpito, e James afferrò quella pallina sfuggente.
“GRIFONDORO VINCE E NON SO COME! GRIFONDORO VINCE E NON SO COME!” Continuava a gridare il cronista. In breve tutti gli spalti si svuotarono, gli studenti si riversarono sul campo per abbracciare i componenti della Squadra.
Jordan, venne a sapere Star dopo, aveva segnato in modo magnifico riconquistando il vantaggio su Serpeverde e il colpo di Sirius aveva fermato un tiro che probabilmente avrebbe portato alla parità. Silente consegnò la Coppa a Jordan, era stato un mito. Jordan la passò a James, che non si sa nemmeno se avesse notato la pioggia di Bolidi su di lui. James la passò a Sirius, che era bianchissimo ma se ne fotteva allegramente mentre Madama Chips cercava di raggiungerlo per curalo. Sirius passò quella coppa dorata a Star e lei la passò agli altri suoi compagni finché non tornò a Jordan e lui e James la sollevarono insieme al cielo.
Festa è una riduzione di quello che avvenne dopo. La squadra fu portata in spalla a fare un giro del parco, persino Hagrid uscì dalla sua capanna per applaudire e unirsi ai cori.
Per tutto il pranzo in Sala Grande tutti quelli della squadra bevvero solo dalla Coppa passandosela ancora, uscirono di nuovo, tutti i Grifondoro, e gettarono la squadra nel Lago e poi ci si buttarono anche loro. L’acqua era ancora un po’ fredda ma il sole era caldissimo e loro erano esaltati da morire.
Schiamazzi urla e giochi per l’intero pomeriggio, i Grifondoro non mollarono la Coppa nemmeno dopo cena quando ormai molte voci cominciavano ad essere rauche per via del troppo gridare e cantare in coro, ma erano felici, si portarono la Coppa anche in Sala Comune, niente alcol, non serviva quella sera. Ogni emozione era viva in loro, i racconti, i dettagli, ognuno li aveva vissuti in un modo e quello era il momento di spiegarli agli altri. La Coppa brillava illuminata dai raggi della luna mentre tutti dormivano sfiniti da quella giornata e il sole ormai si apprestava a sorgere sulla Sala Comune di Grifondoro gremita di ragazzi stesi a terra, i posti sul divano e sulle poltrone erano solo per la squadra.
Sirius con  il braccio destro fasciato stretto anche se ormai era guarito perfettamente steso nel divano con i piedi di James accanto alla testa e ovviamente i suoi piedi accanto a quella dell’amico, Star era raggomitolata sopra di loro poggiando la testa sull’addome del fratello, Remus steso vicino a loro ma a terra.
Non seppero mai chi fece loro la foto di quel momento, fatto sta che se la ritrovarono pochi giorni dopo sul letto di James e a loro piacque tantissimo.
 
…………..
 
 
La luna piena di maggio precedette di poco gli esami. Questa volta Remus non aveva scuse per Star, era anzi felice che lei venisse con lui durante quelle notti, ora che sapeva di non doverle fare male.
Quel venerdì quando Piumadoro cominciò a giocare con Lunastorta, James e Sirius chiacchierarono tranquilli in proposito ai programmi per l’estate.
“Quindi dici che i tuoi genitori mi aiuteranno a parlare con i miei e chiederanno loro di lasciarmi venire a casa vostra?” Chiese Sirius.
“Ma certo! E non solo! Vedrai, quest’estate i miei vogliono fare una sorpresa a Star, non so bene cos’è ma mi hanno dato qualche indizio. Sarà un’estate fantastica!”
“Che tipo di indizio?” Si incuriosì Sirius.
“Dicono che per farle questa sorpresa dovremo usare un mezzo di trasporto per le lunghe distanze.” Rivelò James.
“Un viaggio! Ma è spettacolare!” Si esaltò il ragazzo saltando in piedi.
James lo tirò giù afferrandolo per un braccio. “Hey, frena l’entusiasmo! È una sorpresa per Star!”
“Giusto, ma tu porterai anche il tuo amore segreto con te, ovviamente.” Scherzò Sirius.
James si voltò di scatto e per un secondo ebbe l’espressione di chi era stato colto in flagrante ma poi percepì l’aria scherzosa. “E chi, tu? Naaa, non credo che ti porterò, a meno che tu non mi preghi in ginocchio.”
“Sono qui, in ginocchio per te.” Cominciò Sirius mettendosi effettivamente in ginocchio e usando un tono tutto moine e finzione. “Ho bisogno della tua compagnia per vivere!”
I due ragazzi scoppiarono a ridere talmente forte che sentirono il lupo sbattere contro la porta alle loro spalle e Star mugugnare come un animale infastidito.
I due incassarono la testa fra le spalle con un sorrisetto colpevole.
Presto si fece mattino e come da piano i Malandrini salutarono Remus dicendogli che essendo sabato avrebbe fatto meglio a riposare nella Stamberga e che l’avrebbero aspettato a colazione fra qualche ora.
Così Remus disse a Madama Chips che sarebbe rimasto lì ancora per un po’ e si apprestò a passare delle silenziose e solitarie ore, non avrebbe voluto ma i suoi amici avevano insistito così tanto. Non erano passati neanche un paio di minuti che udì un tonfo pesante nella stanza delle scintille, seguito da un’imprecazione soffocata. Sorrise aprendo piano la porta della stanza.
“Ciao Rem!” Lo salutò Star a braccia aperte mentre dietro di lei Sirius e James tentavano di nascondere qualcosa dietro i loro corpi. La ragazza gli si avvicinò sorridendo e gli coprì gli occhi con le mani. “Scusaci ma non siamo ancora pronti.”
Remus sentì solo dei lievi trambusti e il borbottare dei suoi due amici e poi finalmente Star lo lasciò.
Il loro lenzuolo era steso a terra e sopra tutto il necessario per un ottimo Brunch, la stanza era stata pulita a fondo, persino il letto era stato aggiustato e le lenzuola profumavano di fresco. La grande finestra era aperta, per un attimo il ragazzo si preoccupò che i suoi amici fossero stati così incoscienti da spalancare il balcone che dava verso il villaggio ma poi si accorse delle cime degli alberi che alti proteggevano quella facciata della vecchia casa. L’aria era fresca ma estiva e il cinguettio degli uccelli arrivava a loro forte e allegro.
“Dunque? Vuoi mangiare o no?” Gli chiese Sirius impaziente.
“Si, certo!” Rispose Remus colto di sorpresa, si sedette a terra ancora frastornato.
“Abbiamo tutto il giorno se vogliamo.” Lo aggiornò James. “Quindi poi una bella partita a spara scintille ce la facciamo.”
“Volentieri.” Accettò Remus, ma i suoi pensieri rimanevano ancora attaccati ai doveri, come il ripasso per gli esami della settimana successiva. Star lo guardò dritto negli occhi ambra scuro. “Dai, ci pensiamo domani. Prenditi una pausa.” Lo pregò con dolcezza, il ragazzo annuì e sorrise cominciando a mangiare.
I Malandrini scherzarono, risero, mangiarono, quella stanza si riempì di ricordi ancora più di prima.
Appena finirono James si chinò sulla sua borsa per rimetterci dentro i bicchieri, i piatti e il lenzuolo ma proprio in quel momento delle scintille colorate lo colpirono proprio sul sedere colorandolo di blu cobalto. Il ragazzo si voltò scioccato.
“Chi ha osato?!” Domandò con una falsa voce profonda da cattivo della fiabe. Star sorrise colpevole accanto a Sirius e Remus soffiando sul suo indice soddisfatta.
“Maledetta.” James sfoderò la sua bacchetta pronto a colpire ma James e Sirius lo bloccarono sparando scintille prima di lui.
Nuovamente la stanza si riempì di colori luminosi, di grida e risate, la luce che entrava dalla finestra piano piano si fece sempre più calda e arancione.
“Ragazzi sarà meglio tornare al castello.” Propose infine Sirius.
“Giusto, io sto morendo di fame.” Calcò James passandosi una mano tra i capelli.
Così uscirono di nascosto dall’albero in due giri sotto il Mantello e sbucarono dalla foresta Proibita completamente colorati di scintille, molti sguardi si voltarono verso di loro stupefatti.
“Ma li avete visti?” Sussurrò una ragazza alle sue amiche.
“Sembrano ricoperti di diamanti!” Mormorò qualcun altro.
“Da dove saltano fuori?” Chiesero ancora.
Il chiacchiericcio su di loro aumentò sempre di più mentre i quattro ragazzi camminavano spavaldi diretti verso il lago scintillando alla luce arancio del sole.
“Chissà cosa pensano che abbiamo fatto?” S’incuriosì Star.
“Si inventeranno di quelle storie assurde!” James si passò una mano tra i capelli facendo cadere alcune scintille.
Arrivati in riva al lago vi si gettarono dentro senza pensarci due volte, il colore si disciolse facendo luccicare l’acqua. I Malandrini uscirono completamente zuppi ma perlomeno senza luccicare più come ricoperti dalle lucine di Natale di qualche Babbano, e si stesero a terra fissando il sole che cominciava a scendere nel cielo.
“Ragazzi, che spettacolo il lago!” Gridavano tutti attorno a loro.
“Bella giornata.” Commentò Remus allegro mentre il vento asciugava le loro divise.
“No, questa era un a gran bella giornata!” Lo corresse James battendo il cinque a Sirius.
“Vorrei fare un pontile.” Fece Star all’improvviso.
“Un pontile?” Le chiese Sirius stupefatto. “E perché mai?”
“Non lo so. Credo che sarebbe bello avere un pontile sul Lago. Sarebbe il nostro posto, e poi immagina i tuffi.” Spiegò lei.
“A che pontile sia!” Aggiudicò James.
“Certo, ma solo dopo gli esami!” Ricordò loro Remus e fu preso di mira con spinte amichevoli.
Quella notte tutti si sporsero dalle finestre per ammirare il lago sfavillante di mille colori. Hogwarts illuminata da quelle luci sembrava ancora più magica.
 
…………
 
Gli esami cominciarono e finirono, per i Malandrini andarono meglio dell’anno prima anche grazie al ripasso della domenica ordinato da Remus in persona. Non furono poi così difficili ma sicuramente abbastanza sfiancanti da far restare in letargo per l’intera mattinata di sabato tutti gli studenti del secondo anno.
Tranne i quattro ragazzi che alle prime luci del sole si presentarono nell’ufficio di Silente in abiti da lavoro, ovvero jeans dal ginocchio per i tre ragazzi e salopette di jeans per la ragazza e tutti con una maglia a maniche corte delle stesso colore delle loro All Star, che ovviamente stavano indossando, tranne per Remus che aveva la T-shirt dello stesso sfumatura dei suoi occhi, colore che secondo Star gli donava di più del nero.
“Professor Silente,” Attaccò James. “Noi vorremmo costruire un pontile su una sponda del Lago.”
Il preside sospirò. “Ah, si?”
“Già. Sarà fatto nella più totale sicurezza e ci lavoreremo solo noi quattro usando assi di legno che Hagrid ci ha procurato con gli alberi caduti nella foresta e…” Cominciò a spiegare Star.
“Vi siete fatti fare la assi prima di sapere la mia risposta, cosa ne farete se vi dirò di no?” La interruppe Silente.
“Hagrid dice che può tranquillamente riutilizzarle per uno steccato o riparazioni varie.” Rispose pronto Remus.
“Ma la sua risposta è si, ovviamente, vero?” Insistette Sirius supplichevole.
“Va, bene. Potete costruire questo pontile ma con la supervisione di Hagrid.” Acconsentì il preside.
“Era esattamente quello che le stavo spiegando se lei non mi avesse interrotto giusto a me…” Brontolò Star infuriata ma suo fratello le premette la mano sulla bocca trascinandola fuori dallo studio e ringraziando Silente insieme ai suoi amici.
“Tieni a freno la lingua o col Bolide che riuscivamo a farci dire di sì.” La rimproverò Sirius.
“Tecnicamente aveva già detto di sì.” Ribatté acida la ragazza.
“Si, come vuoi sorellina. Andiamo, mettiamoci al lavoro.”
I Malandrini scesero nel parco e scelsero una riva poco frequentata e un po’ nascosta da sguardi indiscreti grazie agli alberi della foresta.
“Bene, se avete deciso di accucciarvi qui, porto la legna, che dite?” Chiese Hagrid.
“Ah, tranquillo ce ne occupiamo noi, tu torna pure al tuo lavoro, per far felice Silente basterà che tu venga a controllarci di tanto in tanto.” Lo liquidò con grazia Star.
“Bene!” Il guardiacaccia si allontanò.
“Prima di iniziare vorrei cominciare con qualcos’altro: ovvero la punizione di James. Prego, le tue mutande.” Sirius porse all’amico un paio di boxer rosa con degli orsacchiotti azzurri.
“Dove li hai trovati questi orrori?” Commentò James infilandoseli in testa.
“In un negozio a Hogsmeade e non ti lamentare, dovrei toglierti anche gli occhiali ma sono buono e finché lavoriamo al pontile te li lascio.” Lo ammonì Sirius.
Star fissò il fratello senza nemmeno tentare di reprimere le risa, James era così buffo.
Si misero all’opera piano piantando per primi dei grossi e lunghi pali nel fondo del lago, dovettero entrarvi a nuoto e Star chiese l’aiuto di alcune sirene per assicurarsi che quei legni possenti fossero perfettamente bloccati al suolo senza rischio che galleggiassero alzandosi o sprofondassero non appena del peso li avesse messi alla prova. Hagrid venne a controllare un paio di volte ma cominciò a venire sempre più di rado poiché notava che la situazione era sempre perfettamente sotto controllo, si stupì anche del fatto che i ragazzi venissero aiutati dalle sirene e il professor Kettlebum non perse l’occasione di passare lui stesso di lì per osservare da vicino quelle creature all’opera finché Star non lo cacciò via, con gentilezza, dicendo che metteva a disagio le creature acquatiche e loro avevano bisogno di lavorare in pace.
Passarono su quel lavoro tutta la mattina e anche un po’ del pomeriggio senza nemmeno fermarsi per mangiare. Si permisero una pausa solo quando tutti i pali di sostegno furono assicurati al fondale in modo da non spostarti nemmeno di lì a trent’anni.
“Dunque, chi sale a prendere un po’ di cibo? Qui moriamo tutti di fame!” Propose James.
“Perché non ci vai tu?” Gli domandò Sirius con un ghigno.
“Si, James, vai tu.” Lo appoggiò Star con un sorrisino furbo.
Il povero ragazzo fece un sorriso sarcastico ad entrambi come una smorfia e si alzò con aria di sfida. “Ci andrò.”
“Bene,” Fece Sirius e si alzò a sua volta brandendo la macchina fotografica. “vengo a vedere.”
Così si avviarono lasciando soli Remus e Star con gli abiti ancora umidi.
“Perché volevi tanto questo pontile?” Le chiese il ragazzo all’improvviso.
Lei alzò le spalle. “Mi piaceva l’idea e poi avevo un po’ di magia da sprecare.”
“Un po’ di magia da sprecare? Ma non ne hai usata abbastanza per Pasqua e per il Pesce d’Aprile?” Si sorprese Remus.
“Ma, no! Anzi, mi sembra che più uso la mia magia e più mi venga facile usarla.” Gli confidò la ragazza stendendosi sull’erba.
“E’ perché è come se ti esercitassi.” Le spiegò Remus.
“Vero, non ci avevo pensato.”
Lasciarono che i minuti scorressero placidi come il gorgogliare dell’acqua mossa dalla Piovra Gigante, infine quella quiete in cui i due ragazzi si erano immersi, spalla a spalla, venne interrotta bruscamente dalle risa di Sirius e dai brontolii di James.
“Questo idiota lo annego, appena finiamo il pontile il primo a fare il test del tuffo sarai tu.” Il ragazzo occhialuto minacciò il suo amico che se la rideva di gusto, la macchina fotografica in mano.
“Hei, voi due!” Li apostrofò Star. “Spero che perlomeno abbiate del cibo!”
“Oh, si, molto cibo!” La rassicurò Sirius alzando uno dei cesti che lui e James trasportavano.
Si sedettero insieme osservando il loro operato e prendendo in giro James.
“Quando la McGranitt l’ha visto gli ha chiesto se per caso avesse bisogno di parlare di qualcosa con lei, ha accennato anche a qualche disturbo!” Raccontò Sirius senza smettere un solo attimo di ridere se non per mangiare e bere. “E poi la gente rideva sempre, ogni persona che lo vedeva crollava giù dal ridere, una Corvonero completamente pazza del quarto anno ha voluto farsi una foto con lui! Semplicemente meraviglioso!”
“Oh, finitela!” Brontolò James.
“Ok, ok! Abbiamo molto lavoro ancora, forza!” Li incoraggiò Star saltando in piedi.
I tre ragazzi la imitarono e cominciarono a mettere le assi in orizzontale per fare la base del pontile. Era un lavoro abbastanza semplice ma molto faticoso, nonostante questo non ebbero bisogno dell’aiuto delle sirene.
“Avete finito?” Hagrid comparve in riva al Lago proprio quando i ragazzi stavano sistemando le assi nel bel mezzo del pontile.
“No, ne abbiamo ancora per un bel pò!” Gli gridò dietro James con un martello in mano.
“Si si, c’è già ora di mangiare su!” Li avvertì Hagrid.
“Ok!” Sirius spuntò fuori da sotto il pontile perfettamente asciutto.
“Come hai fatto?” Gli chiese Remus mentre Hagrid si allontanava salutandoli con la mano.
“A non bagnarmi dici?” Sirius alzò le spalle. “Mi sono tenuto aggrappato.”
Star alzò le sopracciglia scettica.
“Ok, è un po’ come il tuo incantesimo adesivo ma solo sulle mani e sui piedi.” Spiegò rassegnandosi Sirius.
“Dobbiamo creare quelle tavolette da lanciare dove vogliamo.” Ricordò loro James.
“Ma la finite di inventare cose da costruire!? Dobbiamo ancora finire questo dannato pontile!” Si esasperò Remus.
“Ah, abbiamo tanto tempo da riempire.” Si scusò Star prima di alzarsi e indirizzarsi verso il castello.
 
………….
 
Riuscirono a finire il loro pontile solo qualche giorno dopo, i Malandrini se ne stavano seduti all’estremità della loro opera compiuta con le gambe a penzoloni che sfioravano l’acqua sotto di loro quando sentirono un gran trambusto dall’altra parte del Lago dove di solito si radunavano gli studenti. Corsero a vedere cosa accadeva e scoprirono che erano usciti i voti degli esami, salirono fino in Sala Grande e Sirius e James rimasero alquanto sorpresi dei loro voti alti.
“Visto?! Ecco perché insistevo tanto, non vi serve studiare molto siete intelligenti, vi basta una ripassata.” Commentò soddisfatto Remus.
Dato che ormai erano al Castello cenarono e salirono nel dormitorio maschile per inventare una certa cosuccia. Gli studenti in Sala Comune saltarono in piedi allarmati parecchie volte quella sera a causa del rumore delle esplosioni provenienti dalla stanza dei Malandrini.
Quando finalmente Star scese in Sala Comune per andare a dormire nel suo dormitorio fu assalita da parecchie domande che evitò con grazia.
Qualche minuto dopo la sua sparizione nel dormitorio femminile si udì un urlo e Star ridiscese gli scalini con le mani a coppa bagnate d’acqua. James si precipitò in Sala Comune attirato dal grido della sorella, dietro di lui Sirius e Remus.
“Che succede?!” Le chiese allarmato prendendole il volto tra le mani.
“E’ morto Jack!” Urlò Star disperata mostrandogli il pesciolino argentato tra le sue mani.
“Oh, beh, vedrai che ora sta in un posto migliore.” La consolò James mettendole un braccio attorno alle spalle.
“Di sicuro sai che è ammesso in paradiso.” Fece Sirius.
“Perché?” Chiese lei già più calma.
“Ha vissuto con te per più di un anno! Come minimo lo fanno Santo!” Rispose Sirius scherzoso.
“Ma ti pare?” Gli chiese Remus così duro da far alzare un sopracciglio a tutti i presenti. “Siamo in lutto.”
“No, tranquillo Rem. Non è così grave.” Gli assicurò Star.
“Invece si che è grave e tu Sirius non sei d’aiuto.” Ribatté il ragazzo severo.
“Ehm, ok… io pensavo di buttarlo giù per il cesso e fine… nel senso… non è grave… era… solo… pesce… io… io vado… voi … tornate pure a fare… a fare quello che stavate facendo…” Balbettò Star preoccupata più per Remus che per il pesce defunto. “Si, io sto bene, Rem… tranquillo… Una stella cadente!” Esclamò infine indicando a terra. James e Remus si voltarono seguendo la direzione del dito della ragazza ma quando alzarono lo sguardo con aria interrogativa lei non c’era più.
“Io l’ho sempre detto che la gente si fa distrarre troppo facilmente.” Mormorò Sirius con fare di rimprovero.
Poco dopo Star tornò giù.
“Ecco! A posto! Tutto bene, niente più pesce, niente più tristezza!” Annunciò la ragazza.
“Ok, io vado a dormire.” Fece Sirius.
“Tutto bene, sicura?” Chiese Remus.
“Si… tranquillo.” Star sorrise. “Vai a dormire.”
Remus salì in dormitorio e James si voltò verso la sorella scrutando i suoi occhi, evidentemente non vi trovò nulla di problematico e rassicurato tornò tranquillo a dormire.
 
…......
 
“Quindi i tuoi genitori hanno già detto di si?” Chiese James a Remus risalendo sul pontile dopo un tuffo completamente vestito offertogli da Sirius.
“Si, esatto. Dicono solo che per quelle notti dovrò essere a casa.” Assicurò Remus.
“Bhe, ovvio, loro non sanno che staresti meglio con noi, e forse non lo sapranno mai.” Commentò Star chiudendo gli occhi per puntare il viso contro il sole e prendere un profondo respiro di quell’aria estiva.
“Questa è l’ultima sera ad Hogwarts ragazzi.” Ricordò loro Sirius.
“Vero, dovrà essere perfetta.” Decretò Star.
“Chi ha vinto la Coppa delle Case?” Domandò Remus.
“Ah, non so. Sai che non seguo con particolare attenzioni queste quisquilie. Intanto ci siamo aggiudicati di nuovo la Coppa del torneo di Quidditch.” Gli rispose la ragazza.
“Di sicuro non noi.” Lo tranquillizzò ridendo Sirius.
“Dai saliamo è ora di prepararci.” Propose Star alzandosi e infilandosi di nuovo le scarpe.
“Prepararci per cosa?” Le chiese sospetto Remus.
I suoi tre amici sorrisero malandrini avviandosi verso il castello.
“Eh, dai ragazzi! Non fate niente di cattivo! E’ l’ultimo giorno!” Gridò loro dietro Remus seguendoli di malavoglia.
James indossava ancora i ridicoli boxer sulla testa e Sirius gli tolse gli occhiali come faceva sempre quando si allontanavano dal pontile, il povero ragazzo era costretto a camminare con le mani in avanti quasi completamente alla cieca da quando avevano finito gli esami.
“Allora, che dovete fare?” Insistette Remus quando il gruppetto si fermò in un corridoio vicino ai sotterranei e Sirius restituì gli occhiali al suo amico che li indossò passandosi un mano tra i capelli.
“Rem, credevi veramente che non avremmo testato la nostra nuova invenzione?” Chiese di rimando Star sfilandosi dalla tasca una decina di piccole piastrine rettangolari color verde pastello che a detta di Sirius somigliavano a delle gomme Babbane chiamate Brooklyn.
“Cosa volete fare?” Si insospettì il ragazzo.
Ma proprio in quel momento passarono dei Serpeverde e tra loro, ovviamente c’era Severus che si distaccò dal gruppo per correre in contro a Lily. Esattamente in quel momento James gettò la prima piastrina davanti a Severus e per un attimo un rettangolo grande quanto un classico zerbino luccicò appena a terra, i piedi del ragazzo vi rimasero incollati appena lo calpestarono e egli crollò faccia a terra facendo appena in tempo a ripararsi il volto con le mai. La gente attorno a lui esplose in risate. Sirius lanciò la seconda piastrina ai piedi di Lily che traballò cadendo in ginocchio e si voltò infuriata verso di loro proprio mentre Star ne lanciava sei o sette su altri Serpeverde. In breve tempo quasi tutti rimasero bloccati con i piedi a terra.
“Ok, ragazzi non arrabbiatevi e cercate di trattenervela in caso doveste andare in bagno. Questa erano una piccola dimostrazione di una nostra piccola invenzione. Vi ringraziamo per averci fatto da cavie e vi assicuriamo che l’effetto cesserà nel giro di una manciata di minuti. Divertitevi!” Spiegò James sorridendo allegramente mentre coloro che erano rimasti liberi se la ridevano vedendo i loro amici impossibilitati a muoversi. Gli unici veramente su tutte le furie erano i Serpeverde e Lily che continuò a maledirli anche quando i quattro ebbero svoltato l’angolo.
Venne l’ora di cena e tutti gli studenti si radunarono in Sala Grande emozionati e un po’ tristi per la partenza imminente.
“Sentite ragazzi, mi sono arrivate all’orecchio voci che mi dicono che avete inventato uno scherzetto portatile niente male.” Disse Jordan sedendosi accanto ai Malandrini.
“Oh, si! Tieni, le abbiamo impacchettate come le Brooklyn.” Sirius tirò fuori un pacchettino a forma di  mattoncino con dieci piastrine impilate l’una sopra l’altra.
Jordan ne prese una. “Forte, come funziona?”
“La lanci a terra e se uno mette un piede sopra al rettangolo che appare per qualche attimo vi rimane incollato per un paio di minuti.” Spiegò James entusiasta.
“E’ geniale, avete mai pensato di venderle?” Chiese Malcom che aveva ascoltato tutto il discorso.
“No, non ci avevamo pensato in realtà.” Mormorò Star riflettendoci su.
“Ci hanno lavorato moltissimo, ma non credo che cercassero la fama, volevano solo divertirsi.” Confidò Remus ai due ragazzi.
“Silente!” Li avvertì Robin indicando verso il tavolo dei professori.
Il preside si era alzato in piedi. “Un altro anno è trascorso,” Cominciò aprendo le braccia come a volere stringere tutta la sala in un abbraccio. “e ne abbiamo viste delle belle! Cominciando dalla piccola Anne che rimarrà sempre nel cuore di chi l’ha conosciuta. Spero vi siate divertiti alle feste di Halloween, Natale e Capodanno, sono invece sicuro che il Primo Aprile e Pasqua siano state di vostro gradimento. E’ stato un anno intenso e divertente e sono lieto di annunciare che quest’anno molti meritevoli studenti hanno raggiunto delle medie molto alte anche per gli standard di Hogwarts. Ora vi annuncio finalmente la classifica delle Case.” Silente fece una breve pausa ad effetto sorridendo, Star sbuffò impaziente ma stette zitta. “Al quarto posto Grifondoro!” Gli applausi del tavolo furono caldi e ci fu un eccessivo trambusto per l’ultimo posto ma erano tutti felici, avevano vissuto un anno pieno ed emozionante, non c’era niente di meglio. “Al terzo posto: Serpeverde!” Gli applausi dei verde-argento invece furono freddi e si estinsero subito. “Al secondo posto: Tassorosso!” I tassi fecero un gran baccano, capitava poco spesso a loro di finire così in alto nella classifica. “E al primo posto, per il secondo anno di fila: Corvonero!” Le urla di esultanza e gli applausi durarono molto a lungo e Silente si risedette finendo di gustarsi la sua cena.
Nel momento del dessert mentre Star stava gustando un pasticcino al cioccolato il suo sguardo si perse nel vuoto ma in modo diverso rispetto a quando pensava a cose brutte, James la osservò con attenzione e le parve di vedere fili e fili di ragionamenti legarsi a un miscuglio di idee dentro la mente della ragazza che dopo poco sorrise piano e i suoi occhi si risvegliarono.
“Ragazzi,” Sussurrò sporgendosi in avanti in modo che nella confusione attorno a loro solo i suoi tre amici potessero sentirla. “domani si parte…” Per un attimo qualcosa di triste la colpì come se pensasse di dover di nuovo tornare all’orfanotrofio.
Suo fratello le prese una mano. “Si, torniamo a casa.”
Lei sorrise di nuovo ringraziandolo con lo sguardo. “Si… ma io voglio dare un saluto con stile ad Hogwarts. Non la rivedremo per tutta l’estate e mi mancherà moltissimo… quindi tenetevi pronti.”
I tre ragazzi la fissarono interrogativi ma Star riprese tranquilla a mangiare il dolce lasciandoli pieni di curiosità.
Cantarono l’inno prima di andare a letto e Silente si raccomandò che ognuno avesse pronte le valige per partire. Tornarono tutti alle rispettive Sale Comuni e i Malandrini si divisero.
 
…………
 
James si rigirò nel sonno e si aggrappò a un pezzo di stoffa che credeva fosse il lenzuolo attorcigliato accanto a lui, qualcosa nel sogno lo fece svegliare e aprendo piano gli occhi si ritrovò davanti Star, riuscì a mettere insieme alcuni dettagli come la propria mano che stringeva la maglia cobalto della ragazza.
“Forza svegliati.” Gli sussurrò lei sorridendo come se non riuscisse a trattenere l’emozione.
Il ragazzo si alzò a sedere e indossò i vestiti che indossava quando avevano costruito il pontile, lo fece solo perché anche suo sorella indossava quelli anche se in questo momento la parte alta della salopette era rivoltata in basso e le bretelle le sfioravano le cosce. Lei svegliò anche Sirius e Remus e prese il loro lenzuolo decorato sotto braccio.
Tutti vestiti uguali, All Star ai piedi, la seguirono silenziosi nei corridoi fino ad uscire all’aperto dove la ragazza cominciò a correre verso il lago aprendo il lenzuolo e tenendolo sulle spalle, lasciandolo volteggiare al vento.
I tre ragazzi corsero con lei sotto le stelle ridendo insieme finché non arrivarono al loro pontile e si fermarono all’inizio di esso senza fiato. Il lago era ancora pieno di riflessi luccicanti di scintille di mille colori.
I loro sguardi si incrociarono, sorrisi sul volto, occhi che luccicavano illuminati dalla luna e presero la rincorsa. Sembrò che il modo andasse a rallentatore mentre si gettavano tutti insieme in acqua e ne riuscivano ridendo e schizzandosi. Ogni cosa era perfetta e andava bene così: l’acqua tiepida, i volti che a malapena si distinguevano, i pesci che guizzavano lontano da loro, le alghe che ogni tanto si avvolgevano leggere alle loro caviglie e le scarpe che assorbita l’acqua pesavano sui loro piedi.
“Splendido.” Mormorò Star galleggiando a pancia in su, lo sguardo fisso sulle stelle.
“Hai avuto un’idea bellissima!” Si complimentò Remus.
“E non ti importa?” Gli chiese James scherzoso.
“Di cosa?” Domandò di rimando il ragazzo.
“Del fatto che stiamo infrangendo moltissime regole della scuola.” Spiegò con un ghigno Sirius.
“No, non credo. Non ora. Questo è il nostro momento.” Replicò Remus sorridendo.
Si misero tutti a galleggiare placidi sull’acqua i volti rivolti al cielo.
“Star, fai in modo che questa sia una nostra tradizione?” Chiese Sirius.
“Perché io, Sirius?” Fece la ragazza agitandosi.
“Bhe, perché quando tu decidi che una cosa diventa una nostra tradizione poi è così.” Spiegò il ragazzo tornando in posizione verticale.
“Ma…” Cercò di protestare Star.
“Ha ragione, tu le tradizioni le inventi e le rispetti.” S’intromise James.
“E’ ovvio perché…” Cercò di spiegarsi lei ma Remus la bloccò.
“Fai tu questa tradizione, come tutte le altre, per favore!”
La ragazza sospirò. “Va bene, avvio la tradizione del bagno notturno di fine anno!”
I tre ragazzi esultarono e Star ne approfittò per schizzarli tutti con l’acqua.
Giocarono nell’acqua finché non si sentirono decisamente infreddoliti nonostante la calda temperatura, allora uscirono sedendosi sul bordo del pontile.
“Ragazzi, che notte!” Commentò soddisfatto James.
“Notte? La notte è appena cominciata!” Esclamò Star battendo una pacca sulla spalla a suo fratello che preso alla sprovvista cadde di nuovo in acqua.
“Ci sono, facciamo una gara di tuffi?” Propose Sirius.
“Ok, devo inserire anche questo nella lista delle tradizioni?” Chiese Star.
“Si, perché no!” Accettò Remus.
La ragazza sospirò aiutando suo fratello a risalire sul pontile, poi si tolse le scarpe e i vestiti sotto gli sguardi increduli dei tre ragazzi. Quando rimase solo in mutande Remus si voltò con molto tatto mentre Sirius continuò a fissare ad intermittenza lei e James che cominciò a svestirsi a sua volta.
“Ma che fai anche te?!” Protestò Remus sbirciando appena tra le dita.
“Bagno nudi! Siamo fratelli, non ci interessa il corpo l’uno dell’altra.” Ricordò Star mentre suo fratello annuiva.
“Si ma voi due non noi!” Fece Sirius sconvolto.
“Bè, allora rimanete qua e giratevi dall’altra parte.” Commentò James prendendo qualche passo di rincorsa e tuffandosi a bomba, sua sorella lo seguì con un tuffo a capriola.
“Fico! Ti darei otto su dieci.” Commentò il ragazzo.
“Io ti darei sei e lo chiederei anche a quei due ma hanno una crisi esistenziale per colpa mia.” Replicò Star alzando il tono in modo che Sirius e Remus potessero udirla.
Sirius sospirò e cominciò a spogliarsi divertito. “Guarda che non sei tu a mettermi in imbarazzo, Star.” Ribatté in falsetto. “E’ James, il suo corpo è così meraviglioso! Sono tutto un tremore per quanto è affascinante.”
I due fratelli in acqua si sbellicarono dalle risate e poi osservarono il tuffo di testa di Sirius.
“Pulito e preciso. Direi otto.” Lo lodò Star.
“Io ti do nove solo per il discorso sul mio corpo.” Fece James battendo una mano sulla spalla dell’amico. “Ce ne hai messo a raggiungerci, eh?” Gli sussurrò mentre Star continuava a gridare dietro a Remus.
“Devi ammettere che non è semplice stare al passo con tua sorella.” Si scusò Sirius.
“Si, in effetti, ammetto che per un attimo mi sono trovato in crisi anche io quando l’anno scorso abbiamo fatto il primo bagno insieme ma poi è passato. E’ solo il momento iniziale in cui pensi: ma che diamine fa questa donna! Invece lei non ha mai fatto una piega.” Raccontò James.
“Già, ma non approfondirò sul perché. Dai, andiamo a prendere Remus.” Propose Sirius.
I due ragazzi uscirono dall’acqua e afferrarono il loro amico in meno di qualche secondo lo svestirono completamente mentre il povero ragazzo si dimenava e gridava, poi lo gettarono in acqua e si buttarono a loro volta.
“Rem!” Esultò Star lanciandogli le braccia al collo e facendolo sprofondare nel più totale imbarazzo.
“Sorellina… lascialo, lo stai uccidendo così.” Intervenne calmo James.
Lei rise allontanandosi un po’ dal ragazzo.
“Ok, allora questi tuffi?” Chiese Sirius impaziente.
“Facciamoli!” Li incitò la ragazza uscendo per prima sul pontile mentre Remus sbuffava cercando di guardare altrove.
“Per il cielo, Rem! Piuttosto mettiti a fissarmi, è meno fastidioso!” Lo ammonì Star.
“Forza, facciamo questa gara!” Esclamò James.
La gara la vinse Sirius, forse per le moine a James, e poi si tuffarono di nuovo tutti insieme e Remus cominciò ad abituarsi a tutta quella nudità che prima lo aveva messo in imbarazzo. L’unica luce era quella della luna e delle scintille nel lago, la notte trascorse tranquilla. I Malandrini non dormirono, rimasero nell’acqua per quasi tutto il tempo e solo quando il cielo cominciò a schiarirsi mentre piano e pigro il sole sbucava fuori uscirono dal Lago Nero e si rivestirono.
Sedettero ancora per un po’ sul pontile, in completo silenzio, fissando l’alba.
Infine, come di comune accordo, si alzarono.
“Dobbiamo assolutamente farlo ogni anno. Per forza!” Esclamò James mentre si dirigevano con calma verso il castello.
“E’ stata una delle migliori notti della mia vita, forse la migliore in assoluto.” Commentò Sirius.
“Una cosa magica, veramente magica.” Fece piano Star tenendo per mano suo fratello e poggiando la testa contro la sua spalla.
Remus sospirò esausto. “Ok, niente male. Si può migliorare.”
“Tipo indossando dei vestiti la prossima volta?” Lo stuzzicò Sirius.
Remus arrossì lievemente mentre i suoi amici scoppiarono in una grossa risata.
Entrarono nell’atrio e molti studenti li fissarono perplessi.
“Che c’è?” Gridò James.
“Non si può fare un’innocua passeggiata al sorgere del sole?” Gli diede man forte Sirius.
“Siete bagnati.” Fece loro notare un prefetto del Corvonero.
“Passeggiata e bagno.” Corresse Star indirizzandosi poi con decisione verso la Sala Grande.
Dopo colazione salirono a controllare che tutti i loro effetti personali fossero nei bagagli e poi scesero a prendere le carrozze. Salirono sul treno con Star che saltellava decisamente euforica.
“Sto tornando a casa! Sto tornando a casa!” Canticchiava la ragazza.
“Vedi di fare attenzione altrimenti quando sali rischi di…” Cercò di avvertirla James ma fu troppo tardi, la ragazza era salita sul treno saltellando sugli scalini e si prese una testata sul basso tetto del mezzo.
“Ahi!” Fece lei imbronciata passandosi la mano sulla testa.
“Io te lo stavo dicendo.” James alzò le mani come a dimostrare che non era colpa sua.
“Beh, non importa!” Replicò la ragazza continuando a saltellare verso uno scompartimento libero.
“Ma non ti fermi mai? Come ti si spegne?” Domandò Sirius irritato.
“Non mi spegni!” Ribatté lei allegra entrando in uno scompartimento vuoto e mettendosi subito vicino al finestrino.
“Si, voglio vedere come fai a saltellare da seduta.” La sfidò Sirius.
Star cominciò a rimbalzare come una molla canticchiando: “Saltella su e giù, saltella su e giù!”
Sirius sbuffò sconfitto mentre Remus e James tiravano fuori la scacchiera e cominciavano a giocare tentando di ignorare i due che litigavano alzando sempre di più i toni di voce.
“Ti ricordi l’anno scorso?” Domandò James a sua sorella dopo qualche ora di viaggio, quando la ragazza si era calmata sedendosi con la schiena appoggiata alle spalle del fratello e i piedi sul sedile fissando il paesaggio scorrere fuori dal finestrino.
“Oh, si. Vi avevo letto una bellissima poesia, anche se molto deprimente.” Ricordò lei.
“Fortunatamente quest’anno non ne hai bisogno.” Commentò Remus.
Passarono le ultime ore magiche giocando tranquillamente e esercitandosi in piccoli e semplici incantesimi di Trasfigurazione, finché il treno rallentò fino a fermarsi.
“Oh, mio cielo! Oh, mio cielo!” Si agitò Star saltando in piedi.
“Eccola che ricomincia!” Si lamentò Sirius.
I Malandrini scesero dal treno e si indirizzarono verso i signori Potter e Lupin che parlavano tra loro.
“Quindi quando siete pronti venite a prendervi Remus con tranquillità, solo che… si una volta al mese dovremo venire a riprendercelo quindi se ci dite dove esattamente potremmo portarlo via con la Smeterializzazione congiunta.” Stava dicendo il signor Lupin.
“Certo, capiamo, vi faremo avere l’indirizzo al più presto.” Assicurò Henry.
Star spiccò una corsa e si fiondò sui suoi genitori abbracciandoli.
“Perché tu non sei così felice?” Chiese Susan a suo figlio.
“Perché io ho una reputazione.” Brontolò James.
“Se non ti unisci immediatamente a questo abbraccio ti diseredo come fratello.” Lo ammonì Star.
James alzò le mani in segno di resa e abbracciò la famiglia come un bravo figlioletto.
Alla signora Potter salirono le lacrime agli occhi.
“Bene, ora basta. Dovete parlare con i genitori di Sirius.” Ricordò loro James.
“Si, va bene.” Acconsentì il signor Potter incamminandosi con James dietro a Sirius.
“Ciao.” Salutò depresso il ragazzo davanti ai suoi genitori e al fratello.
“Salve, io sono Henry Potter.” L’uomo tese la mano ai Black che lo squadrarono da cima a fondo prima di stringerla ma senza presentarsi come se fosse scontato che tutti sapessero chi erano.
“Cosa desidera?” Chiese Orion fissando Henry.
“Volevo chiedervi se questa estate Sirius potesse passare qualche settimana da noi, sapendo…” Cominciò il signor Potter.
“No.” Lo bloccò la Signora Black.
“Scusi?” Chiese James già sul piede di guerra, suo padre gli posò una mano sulla spalla.
“Avete capito bene, non possiamo permettere che l’istruzione di Sirius venga messa al repentaglio dal divertimento. Su questo saremo irremovibili.” Spiegò Orion.
“Molto bene.” Commentò Henry allontanandosi con James e lasciando solo Sirius a fissare con odio i suoi genitori.
“E ti arrendi così?” Chiese James arrabbiato.
“No, sono in buoni contatti con lo zio di Sirius, Alphard.” Lo tranquillizzò suo padre. “Sarà qui presto.”
Sentirono qualcuno gridare il nome di Sirius a gran voce e con allegria, quando si voltarono il ragazzo stava virilmente abbracciando suo zio. I due si appartarono lontano dagli occhi e dalle orecchie dei signori Black e i Potter li seguirono.
“Salve Alphard.” Salutò Henry.
“Hey, vecchia volpe. Tutto bene voi Auror al Ministero?” Chiese l’uomo.
“Si, certo. Ora, parlando dei ragazzi. Dici che puoi portare Sirius da noi?”
“Certo. Dico ai suoi che lo porto in un viaggio di studio da qualche parte e invece te lo consegno, poi me lo vengo a riprendere. Non ci sono problemi.” Assicurò lo zio.
James e Sirius esultarono silenziosamente guardandosi carichi di emozione.
“Perfetto. Questo è l’indirizzo e il giorno provvisorio. Se lo cambiamo te lo farò avere in qualche modo.” Il signor Potter consegnò un bigliettino ad Alphard poi se ne andò con James che lo seguiva quasi saltellando come la sorella.
Tornarono da Susan, Star e i Lupin.
“Tutto a posto?” Chiese la signora Potter.
“Certo!” Rispose James euforico.
“Bene, noi andiamo.” Li avvisò la signora Lupin.
“Aspettate noi dobbiamo salutare Sirius!” Li bloccò Star afferrando James e Remus per un braccio e trascinandoli via. Avvistarono Sirius girato di spalle davanti ai suoi genitori e altri parenti, presero la rincorsa e gli saltarono addosso.
I Malandrini si abbracciarono per qualche secondo poi la signora Black cominciò ad urlare “Sirius Orion Black vieni via da lì!” così forte che il povero ragazzo dovette per forza ubbidire.
Remus sparì salutandoli ancora e James e Star tornarono dai Potter.
“Andiamo a casa?” Chiese Star d’un tratto piccola e smarrita come se credesse che i Potter cambiassero idea e la riportassero in orfanotrofio.
“Torniamo a casa.” Le assicurò James gentile prendendola per mano.
 
 
**************
 
Ok, questo è stato un capitolo flash! L’aria di mare mi fa bene!
Non ho nulla da dire tranne che spero di riuscire a scrivere anche il prossimo capitolo prima di toprnare a casa altrimenti non lo finisco più….
Ciao ciao.



Ehm... Ciao... Di nuovo... Sono Triskell_ e mentre la nostra autrice è in vacanza io pubblico i capitoli che invia con la poca connessione che riescie a trovare. Beh, non so che altro dire...
Bel capitolo eh?
Alla prossima!
Triskell_

 
  
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