Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: aduah    10/09/2008    7 recensioni
Piccola fic dedicata a Takao Kinomiya, alla sua nascita e a sua madre, che secondo me deve essere stata una donna... così!

-Perché devi essere sempre così cocciuta?-
-Perché io non sono un’assassina! E comunque, hai promesso che il nome del prossimo bambino la avrei deciso io! Avevi detto che se avremmo avuto un secondo figlio lo avremmo chiamato Takao!-
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ed ecco a voi l'ultimo capitolo! Grazie per essere arrivati fin qui!
Aduah! >v<




Capitolo 3: Non voluto


Tutti i presenti si voltarono verso il letto, dove Saya tentava di mettersi a sedere, con scarsi risultati.
Il marito le afferrò un braccio, tentando di rimetterla stesa.
-Tesoro, calmati!-
Lei rifiutò il suo aiuto, allontanandolo, e ricadendo pesantemente sul letto.
Il medico provò ad avvicinarsi per sincerarsi delle sue condizioni, ma si bloccò, vedendo che la donna era scoppiata a piangere, disperata.

-Voi mi avevate detto che eravate d’accordo! Mi avevate detto che avreste appoggiato le mie decisioni, e allora perché adesso volete uccidere il bambino?-
-Saya ascolta, avevamo stabilito che se ci fossero stati dei problemi tu avresti…-
-NON ME NE FREGA! Non voglio sentire ragioni, voglio che il bambino nasca, chiaro? Ho giuro che questa cosa non ve la faccio passare liscia, a nessuno dei due!-

La donna iniziò a tossire violentemente, il che spronò il medico a prestarle aiuto.

Il signor Kinomiya guardò il medico, per poi ritornare alla moglie.

-Senta- cominciò l’uomo, rivolgendosi al medico –anche se lei dice così, in realtà so che vuole vivere, perciò proceda-

A queste parole, la donna fece un respiro profondo.
Sembrava volesse scoppiare, ma invece parlò con tono molto calmo e rilassato (per quanto potesse).
-Si da il caso, che tu, TESORO, stai parlando della MIA vita, perciò non hai voce in capitolo, perché ogni persona è responsabile di se stessa- una piccola pausa per riprendere fiato –La legge dice che solo, e ripeto SOLO in caso che l’interessato non sia in grado di prendere decisioni la famiglia può intervenire; ma io caro mio sono sveglia e lucida, e quindi posso decidere se vivere o no! Chiaro?-

Tatsuya, per la prima volta, guardò Saya in malo modo, per poi rivolgersi al medico.
-Secondo lei è lucida mia moglie?-
 La rabbia della donna crebbe a dismisura.
-Bhè… possiamo fare dei test per vedere il suo stato mental…-
-Allora li faccia!- ordinarono i coniugi all’unisono.

Dopo un’ora di visita (nella quale la donna dovette rispondere a delle domande personali e di carattere generale), il dottore raggiunse i due uomini, per dare loro la diagnosi finale.

-La signora è lucida… perciò sarà lei a decidere se salvare se stessa o il bambino…-

--

Un pianto squarciò la quiete nel piccolo appartamento.
Tatsuya si svegliò di malavoglia, accese la lampada sul comò e si avviò alla piccola culla, nella quale Takao era più irrequieto che mai.
Cercò di calmarlo, allungando la mano e dondolando un po’ il giaciglio del piccolo, ma senza risultati.
Si sedette allora sul letto, con le mani in faccia; tanto ogni sera era così, dopo un po’ di sfogo quel bimbetto si sarebbe calmato da solo.
Non c’era bisogno d’altro.

Ma qualcuno aveva perso già la pazienza.

Hitoshi entrò in camera del padre sbattendo al porta.

-PAPA’ BASTA! NON NE POSSO PIU’! FALLO SMETTERE!-
Ma Tatsuya se ne restò con il viso nascosto nelle mani, senza degnare di uno sguardo i due ragazzi.

Senza Saya, e con l’arrivo di Takao, la vita era diventata un inferno per loro.
L’uomo era costretto a fare turni serali, dato che la mattina doveva badare al piccolo, e Hitoshi era diventato più scontroso e scostante che mai.

Hitoshi si avviò a passo pesante alla culla di Takao, e guardò il fratellino con odio profondo.
-E’ colpa tua! Se tu non fossi nato adesso noi staremmo bene, e la mamma sarebbe ancora viva! Perché sei nato? Noi non ti vogliamo! Non ti vogliamo!-

Il signor Kinomiya prese allora il maggiore in braccio, stringendolo forte.
-Papà! Io non lo voglio Takao! Io voglio la mamma!-
-Lo so piccolo… ma la mamma non c’è più, capisci? Adesso siamo solo noi tre, e dobbiamo fare di tutto per prenderci cura di Takao… la mamma sarebbe triste, se non lo facessimo…-

--

-Allora! Vestiti, scarpe, giocattoli e quant’altro sono tutti in quegli scatoloni, non credo ci sia altro di suo- controllò Tatsuya, mentre Hitoshi posava a terra anche l’ultimo scatolone.
-Grazie di cuore papà; questi lavori di scavo mi stanno prendendo più tempo del previsto, e perciò vorrei che Hitoshi venisse con me per darmi una mano!-
-Non ti preoccupare!- lo rassicurò il vecchio Ryunosuke, prendendo per mano il piccolo Takao, che aveva ormai sei anni. –Io e lui ci divertiremo un mondo insieme! Vero Takao?-
Il piccolo annuì, per poi correre in braccio al padre, sorridendo.

-Vero che tornate presto?- chiese il bambino.
-Certo! E ti porteremo tanti regali! Ma adesso devi restare qua col nonno e fare il bravo, va bene Takao?-
-SHI!- dopodiché il piccolo guardò il fratellone –Attento Hitoshi! Perchè quando torni io sarò molto più bravo! Ti batterò!-
Hitoshi guardò il fratellino. –Dici sul serio?-
-SHI!- rispose deciso Takao –Diventerò il campione del mondo di beyblade!-

Dopo essersi salutati, i padre e fratello maggiore salirono sul taxi che li avrebbe condotti fino all’aeroporto.
Takao restò a guardare il punto dove i due parenti erano spariti per un altro po’, finchè il nonno non attirò la sua attenzione.
-Allora Takao! Adesso mettiamo le tue cosine a posto! Vieni, ti faccio vedere la tua camera-

-Nonno…-
-Sì? Cosa c’è Takao?

Perché papà e Hitoshi non mi vogliono bene?




  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: aduah