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Autore: BaschVR    10/09/2008    3 recensioni
E' il giorno del matrimonio di Gidan e Garnet. Tutti gli amici di Garnet, tra cui Eiko, si ritrovano ad Alexandria per acclamarli.
Da questo episodio si svilupperanno le storie dei personaggi, che vivranno dolori e gioie della vita, insieme, fino al momento degli addii per ognuno.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eiko Carol, Garnet Til Alexandros XVII, Gidan Tribal, Vivi Orunitia
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Adalberto Steiner si guardò intorno freneticamente. Urtò una donna senza nemmeno guardarla, poi corse verso il vicoletto sul retro della piazza. L’armatura era pesante, tintinnava e lo accecava al sole del tramonto. Ma non gliene importava nulla. Non gli importava della gente che urtava, o degli oggetti che rovesciava nella sua disperata ricerca.

L’unica cosa che importava davvero era ritrovare i bambini scomparsi. Eiko e quel nuovo ragazzino, Onion. Conoscendola, era probabile che Eiko si fosse semplicemente fatta una passeggiata, ma ciò le era stato espressamente vietato dalla regina. E il volere della regina era legge! Quando l’avrebbe riacchiappata le avrebbe dato una strigliata così potente che non sarebbe uscita mai più senza il permesso.

D’altra parte, però, non aveva la minima idea di dove potesse essere andato Onion. Forse era solo. Forse aveva incontrato Eiko al borgo. Forse erano addirittura usciti insieme dal castello. Non lo sapeva, e questo lo preoccupava.

Per questo continuò a cercare, cercando di aguzzare la vista alla ricerca di uno dei due bimbi. Ma non vide nessuno. Si fermò un momento per riprendere fiato. Non era più giovane come un tempo! Cosa avrebbe detto la sua Beatrix se lo avesse visto così stanco dopo qualche passo?

Questo pensiero gli diede nuova forza. Continuò a cercare. Più tempo passava, più sperava che la regina non si fosse ancora accorta della sparizione dei piccoli. Ma presto sarebbe stata ora di cena, e chiaramente, Garnet si avrebbe visto l’assenza di Eiko ed Onion. E si sarebbe preoccupata moltissimo.

Nel cielo spuntarono le prime stelle. L’aria fresca del crepuscolo lo avvolse. Della folla brulicante durante il giorno al borgo non restava nulla, solo il movimento delle zanzare attirate dalle lanterne fuori dalle case. Qualche allegra risata di beoni arrivava da un bar vicino. Il rumore dei suoi passi, unico suono in quelle buie strade.

Inspirò profondamente e fece mente locale dei posti in cui aveva guardato. Tutta Alexandria, in breve. Ma possibile che non avesse incontrato Eiko o Onion? Possibile che non li avesse ancora trovati, sgridati e riportati al castello? Possibile che si fossero persi davvero, o che peggio, fossero stati rapiti?

No, non poteva… essere vero. Scrollò forte la testa, si rianimò e ricominciò ad ispezionare il borgo, in una vana ricerca che non avrebbe prodotto nessun risultato.

 

 

Nello stesso istante, la regina Garnet fece scorrere la chiave nella serratura della camera di Eiko. Dentro era buio. La piccola era già andata a letto senza cena? Aprì la porta ed uno spiffero di luce illuminò il letto. Intatto e vuoto.

“Eiko?” sussurrò la ragazza.

Silenzio.

Con crescente timore, entrò nella stanza ed accese le candele ai lati della stanza. Non c’era nessuno. Uno spiffero di vento proveniente dalla finestra spalancata spense una delle candele, che produsse una scia di fumo che volo, libera, come dotata di ali, fuori dalla stanza, come se attratta verso un nuovo mondo.

Garnet non sapeva cosa fare. Camminò per i corridoi del castello, le mani tormentate in grembo. Cosa avrebbe detto a Cid ed Hilda? Eiko era lì da pochi giorni e già spariva? Oh, si era cacciata in un grossissimo guaio!

Raggiunse il salone d’ingresso. Si chiese dove fosse Gidan. Camminò ancora un po’, accelerando il passo ad ogni angolo che svoltava, ad ogni rampa di scale che le capitava davanti.

Pensò di chiedere aiuto a Steiner, ma poi si ricordò che il cavaliere era uscito misteriosamente nel pomeriggio e non aveva ancora fatto ritorno. Poi cercò Beatrix. La trovò sconvolta, che correva ansante verso di lei.

“Regina Garnet, è successo…”

“Lo so già, Shogun Beatrix, Eiko è scomparsa”

Beatrix guardò interrogativamente la regina “Scomparsa?” si chiese “E se…?”

La Shogun stette in silenzio per qualche istante, a pensare.

“Beatrix! Volete spiegarmi cosa succede?” chiese la regina.

“Oh! Certo!” si affrettò Beatrix. “Il fatto è che anche il piccolo Onion è sparito”

Garnet si sorprese. “Crede che siano insieme?”

“E’ molto probabile” concluse la Shogun.

La ragazza sospirò. Quest’ultima mazzata non ci voleva proprio. Anche Onion era sparito. Era di importanza vitale non perderlo mai di vista. Mai. Ed adesso, invece, si trovava in un luogo sconosciuto, in un mondo di cui non sapeva niente.

“Bisogna proteggerlo… da se stesso” disse Garnet.

“Come?” chiese Beatrix, non riuscendo ad afferrare il senso delle parole della regina.

“Ascoltami, Beatrix: ho bisogno che tu ed un contingente di soldatesse di Alexandria ispezionate il borgo e le zone adiacenti. Qualunque luogo sospetto dovrà essere perquisito. Non lasciate un luogo senza esser sicuri di aver visto tutto ciò che c’era da vedere. Se incontri Steiner, digli di ordinare alla squadra Plutò di fare altrettanto. Mi raccomando, devono essere trovati.”

“Si, Regina Garnet” rispose Beatrix, inchinandosi e scomparendo oltre la porta, lasciando la ragazza sola con i suoi pensieri.

Lasciò che il suo spirito si rasserenasse un momento. Spalancò la finestra della sua camera, osservando il panorama. Una sottile linea arancione collegava quella notte con il passato giorno. Le stelle e la luna si riflettevano sui laghi e sulle cascate intorno ad Alexandria. In lontananza, i gufi emettevano suoni gutturali e grezzi. Il borgo dormiva placidamente, cullato tra le braccia di Orfeo. In lontananza, vide Beatrix correre, seguita da cinque soldatesse.

Una mano le sfiorò la schiena. Si voltò e si trovò davanti Gidan, con un sorriso dolce stampato sul volto.

“Ehi” disse.

Lei, malinconica, abbassò lo sguardo.

“Beatrix mi ha detto di Eiko e di Onion” sussurrò Gidan “Non devi preoccuparti… sappiamo di per certo che Eiko sa badare a se stessa, in quanto ad Onion, non può essere andato troppo lontano… Le porte di Alexandria vengono chiuse al tramonto, quindi è parecchio difficile che sia uscito... entro stanotte li avremo già ritrovati” concluse.

Garnet stette ancora in silenzio. Poi inspirò profondamente e disse: “Devo dirti una cosa”.

Gidan la guardò in volto “Cosa?”

“Non posso perdere di vista Onion… per un motivo ben preciso”

Il re la guardò, incuriosito dalle parole della moglie.

“Non posso perché... perché...” si fece forza, e spiegò al marito il motivo per cui Onion era venuto ad Alexandria.

A fine spiegazione, anche Gidan capì. Onion doveva essere trovato, ed in fretta.

 

 

All’interno della caverna faceva molto freddo. Le pareti erano ricoperte di una leggera brina, e il respiro si condensava rapidamente, formando una nebbiolina che andava verso l’alto. Eiko pensava che quella grotta fosse collegata in qualche modo con la Grotta di ghiaccio, dati i brividi che provava in tutto il corpo, ma non ne aveva la certezza.

Si sentiva debole, prigioniera della febbre, Inerme come un passero appena nato, che deve aspettare il ritorno della madre con del cibo. E lei aspettava che qualcuno li trovasse. Speranza remota, ma che sopravviveva ancora nel suo cuore.

Si voltò verso Onion, che dormiva placidamente. Non sembravano molto gravi le sue ferite: poco prima era riuscito a catturare un cokaritos (anche se con un po’ di sforzo) che adesso stava arrostendo su un fuoco ottenuto con alcune pietre focaie. Di lì a poco, forse Onion sarebbe stato capace di tornare ad Alexandria e di avvertire qualcuno.

Ma quanto tempo poteva volerci? Un giorno, o due, o una settimana? Quante ore, minuti, secondi doveva ancora passare in quello stato? Sarebbero stati molti, e questo lo sapeva. Ma la realtà non era per niente consolatoria. Il Sapere, in quel momento, metteva a dura prova lo Sperare.

Tutto accanto a lei continuava ad essere confuso, un insieme di colori e forme astratte che si univano per dare vita ad universi alternativi immaginari.

Le palpebre le si chiusero lentamente, scivolava lungo il mondo dei sogni… un tuono la ridestò completamente. Osservò il cielo buio e non vide le stelle, ma pesanti nubi di tempesta. Una saetta attraversò il cielo, seguita da un rombo sordo che svegliò anche Onion. La pioggia cadde sulla pianura, su Alexandria e anche sulla loro caverna. La permeabilità delle rocce fece sì che piovesse persino sulle loro teste. E mentre qualche goccia cadeva sulla sua testa, Eiko pensò che dopotutto era molto piacevole il rumore della pioggia, il suo sottile picchiettare sul mondo.

Un altro lampo attraversò il cielo scuro. Vedeva ombre vicino alla caverna, appena fuori. Mostri in cerca di riparo? Forse sì. Ma erano tenuti lontani dal fuoco. Controllò se il Cokaritos era pronto, ma era ancora troppo crudo per essere mangiato. Il suo stomaco brontolò.

Oh, si sarebbe persino mangiata delle cipolle se le avesse avute a portata di mano. E a lei le cipolle non piacevano proprio, e quindi doveva proprio essere affamata!

Un altro rombo la assordò. Onion era invece ricaduto nel suo sonno, incurante della tempesta che si dibatteva intorno a lui. Eiko ripensò agli strani eventi del pomeriggio. Come aveva fatto quel bambino a lanciare un Ultima contro il Grand Dragon? Era magia nera avanzatissima, neanche Vivi ne era capace, se non si sbagliava.

Eppure lui aveva utilizzato quella magia, come se niente fosse. L’unico essere che l’aveva mai usata oltre a lui era Kuja. Ma Kuja era morto quasi un anno e mezzo prima, Eiko ricordava ancora quando aveva visto la tomba lì, vicino all’Albero di Iifa, dove era stato sepolto per espresso volere di Gidan. Kuja era un Jenoma creato da Garland, quindi era possibile che sapesse la magia nera. I maghi neri erano creati da Kuja, quindi conoscevano anch’essi la magia, utilizzandola attraverso la nebbia.

D’altra parte, gli sciamani utilizzavano la magia bianca. Poteri di recupero, magie sacre, invocazioni. Un segreto che si tramandavano gli sciamani, e che potevano utilizzare solo loro.

Magie bianche per gli invocatori, magie nere per i Maghi neri. Ma quel bambino, cos’era? Infrangeva tutti i normali canoni di classificazione del mondo. Era nuovo, qualcosa che poteva spaventare nel suo ignoto. Ma lei non era per niente spaventata. Aveva visto Kuja, e sapeva che c’era una netta divisione tra i due. Onion era diverso, era buono. Un’eccezione, qualcosa di nuovo, che magari avrebbe potuto dar vita ad un nuovo regno.

Eiko allontanò dalla mente questi pensieri e prese in mano il suo flauto d’angelo. Lo portò alla bocca e suonò una melodia lenta e ammaliante. Gliela aveva insegnata il nonno, era la colonna sonora di tutti i suoi viaggi. Si chiamava Crossing those Hill. La suonò muovendo le dita e soffiando, dando vita ad una melodia vivace ma un po’ malinconica.

E mentre suonava, la tempesta sembrava andarsene, il dolore svanire nel nulla, il freddo scongelarsi dalla caverna. Ora tutto era bello, caldo ed accogliente, proprio come voleva che fosse Eiko.

E continuò a suonare, suonare e suonare, finché la tempesta non fu solo un ricordo che venne sostituito da un pandore azzurrino nel cielo. Era l’alba. La brutta notte era scomparsa, e stava per cominciare un nuovo giorno.

“Kupò, Kupò!” disse qualcosa entrando nella caverna.

Eiko smise di suonare e guardò verso l’entrata della grotta. Quello che stava venendo verso di lei era un moguri! Ma non era un moguri qualsiasi, era…

“Artemisio!” urlò Eiko.

“Ciao, Kupò!” disse il moguri attraversando la caverna per andarle vicino.

“Ciao!” salutò Eiko.

“Ma sei ferita, Kupò” disse Artemisio guardandola.

“Si… e ho bisogno di un favore”

“Chiedi pure, Kupò! Tu mi hai aiutato a salvare la centrale Mogu-net insieme ai tuoi amici, Kupò! Mi devo sdebitare” rispose Artemisio.

“Grazie… per favore, avverti qualcuno nel castello, e digli che siamo qui!” disse Eiko.

“D’accordo, Kupò!” rispose il moguri “Volo e torno presto!”

Detto ciò sparì oltre la grotta, e venne inghiottito dalla luce che proveniva da fuori.

 

 

Ed anche questo capitolo è finalmente terminato. Prima di tutto voglio ringraziare il mio fantastico Beta-Reader Dream_River, che mi ha molto aiutato nella sua opera di betaggio (gli farei una statua se potessi XD).

Passiamo poi alla nostra storiella: che i nostri due eroi si siano tirati davvero fuori dai guai? Ed Eiko che si sarebbe mangiata persino delle cipolle (Ok, lo ammetto, ci ho provato gusto nello scrivere la battuta^^) lo sapeva che…?

La melodia che suona Eiko, Crossing those Hill, è la melodia che si sente durante  viaggi nella world Map del mondo di FFIX!

Detto ciò, passiamo a rispondere alle nostre recensioni:

Nemeryal: una lettrice fissa!!! Uao, quale grandissimo onore!!!Sono contento che la fic ti piaccia, e non preoccuparti per ciò che ho detto!!! Le IPOTETICHE MORTI forse ci saranno, ma non così presto!!! Ma mi raccomando, recensisci ancora!!!

Eden89: un lettore nuovo!!! Sono contento che la fic ti piaccia e spero ti piaccia anche questo nuovo capitolo. Anche se mi scuso perché un po’ di tempo è passato rispetto alla pubblicazione del precedente!

Ringrazio anche Bankotsu per aver recensito il capitolo 2 (con la speranza che continui a seguire la storia) e Thaleron per aver aggiunto la fic tra le sue preferite!

Speriamo che questo capitolo non deluda nessuno di voi!!!

A proposito, ho cominciato a scrivere, in contemporanea a questa, un'altra fic, "After Crisis", su Final Fantasy VII! Leggetela tutti, mi raccomando!XD

Detto ciò, lettori, diventate recensori! (ho fatto anche la rima!)…

Alla prossima con il nuovo capitolo di “Forever and On”!!!

   
 
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