Adalberto
Steiner si guardò intorno
freneticamente. Urtò una donna senza nemmeno guardarla, poi
corse verso il vicoletto
sul retro della piazza. L’armatura era pesante, tintinnava e
lo accecava al
sole del tramonto. Ma non gliene importava nulla. Non gli importava
della gente
che urtava, o degli oggetti che rovesciava nella sua disperata ricerca.
L’unica
cosa che importava davvero era
ritrovare i bambini scomparsi. Eiko e quel nuovo ragazzino, Onion.
Conoscendola, era probabile che Eiko si fosse semplicemente fatta una
passeggiata, ma ciò le era stato espressamente vietato dalla
regina. E il
volere della regina era legge! Quando l’avrebbe riacchiappata
le avrebbe dato
una strigliata così potente che non sarebbe uscita mai
più senza il permesso.
D’altra
parte, però, non aveva la minima
idea di dove potesse essere andato Onion. Forse era solo. Forse aveva
incontrato Eiko al borgo. Forse erano addirittura usciti insieme dal
castello.
Non lo sapeva, e questo lo preoccupava.
Per
questo continuò a cercare, cercando di
aguzzare la vista alla ricerca di uno dei due bimbi. Ma non vide
nessuno. Si
fermò un momento per riprendere fiato. Non era
più giovane come un tempo! Cosa
avrebbe detto la sua Beatrix se lo avesse visto così stanco
dopo qualche passo?
Questo
pensiero gli diede nuova forza.
Continuò a cercare. Più tempo passava,
più sperava che la regina non si fosse
ancora accorta della sparizione dei piccoli. Ma presto sarebbe stata
ora di
cena, e chiaramente, Garnet si avrebbe visto l’assenza di
Eiko ed Onion. E si
sarebbe preoccupata moltissimo.
Nel
cielo spuntarono le prime stelle.
L’aria fresca del crepuscolo lo avvolse. Della folla
brulicante durante il
giorno al borgo non restava nulla, solo il movimento delle zanzare
attirate
dalle lanterne fuori dalle case. Qualche allegra risata di beoni
arrivava da un
bar vicino. Il rumore dei suoi passi, unico suono in quelle buie
strade.
Inspirò
profondamente e fece mente locale
dei posti in cui aveva guardato. Tutta Alexandria, in breve. Ma
possibile che
non avesse incontrato Eiko o Onion? Possibile che non li avesse ancora
trovati,
sgridati e riportati al castello? Possibile che si fossero persi
davvero, o che
peggio, fossero stati rapiti?
No,
non poteva… essere vero. Scrollò forte
la testa, si rianimò e ricominciò ad ispezionare
il borgo, in una vana ricerca
che non avrebbe prodotto nessun risultato.
Nello
stesso istante, la regina Garnet fece
scorrere la chiave nella serratura della camera di Eiko. Dentro era
buio. La
piccola era già andata a letto senza cena? Aprì
la porta ed uno spiffero di
luce illuminò il letto. Intatto e vuoto.
“Eiko?”
sussurrò la ragazza.
Silenzio.
Con
crescente timore, entrò nella stanza ed
accese le candele ai lati della stanza. Non c’era nessuno.
Uno spiffero di
vento proveniente dalla finestra spalancata spense una delle candele,
che
produsse una scia di fumo che volo, libera, come dotata di ali, fuori
dalla
stanza, come se attratta verso un nuovo mondo.
Garnet
non sapeva cosa fare. Camminò per i
corridoi del castello, le mani tormentate in grembo. Cosa avrebbe detto
a Cid
ed Hilda? Eiko era lì da pochi giorni e già
spariva? Oh, si era cacciata in un
grossissimo guaio!
Raggiunse
il salone d’ingresso. Si chiese
dove fosse Gidan. Camminò ancora un po’,
accelerando il passo ad ogni angolo
che svoltava, ad ogni rampa di scale che le capitava davanti.
Pensò
di chiedere aiuto a Steiner, ma poi
si ricordò che il cavaliere era uscito misteriosamente nel
pomeriggio e non aveva
ancora fatto ritorno. Poi cercò Beatrix. La trovò
sconvolta, che correva
ansante verso di lei.
“Regina
Garnet, è successo…”
“Lo
so già, Shogun Beatrix, Eiko è
scomparsa”
Beatrix
guardò interrogativamente la regina
“Scomparsa?” si chiese “E
se…?”
La
Shogun stette in silenzio per qualche
istante, a pensare.
“Beatrix!
Volete spiegarmi cosa succede?”
chiese la regina.
“Oh!
Certo!” si affrettò Beatrix. “Il fatto
è che anche il piccolo Onion è sparito”
Garnet
si sorprese. “Crede che siano
insieme?”
“E’
molto probabile” concluse la Shogun.
La
ragazza sospirò. Quest’ultima mazzata
non ci voleva proprio. Anche Onion era sparito. Era di importanza
vitale non perderlo mai di vista. Mai. Ed adesso,
invece, si trovava in un luogo sconosciuto, in un mondo di cui non
sapeva
niente.
“Bisogna
proteggerlo… da se stesso” disse
Garnet.
“Come?”
chiese Beatrix, non riuscendo ad
afferrare il senso delle parole della regina.
“Ascoltami,
Beatrix: ho bisogno che tu ed
un contingente di soldatesse di Alexandria ispezionate il borgo e le
zone
adiacenti. Qualunque luogo sospetto dovrà essere perquisito.
Non lasciate un
luogo senza esser sicuri di aver visto tutto ciò che
c’era da vedere. Se
incontri Steiner, digli di ordinare alla squadra Plutò di
fare altrettanto. Mi
raccomando, devono essere trovati.”
“Si,
Regina Garnet” rispose Beatrix,
inchinandosi e scomparendo oltre la porta, lasciando la ragazza sola
con i suoi
pensieri.
Lasciò
che il suo spirito si rasserenasse
un momento. Spalancò la finestra della sua camera,
osservando il panorama. Una
sottile linea arancione collegava quella notte con il passato giorno.
Le stelle
e la luna si riflettevano sui laghi e sulle cascate intorno ad
Alexandria. In
lontananza, i gufi emettevano suoni gutturali e grezzi. Il borgo
dormiva
placidamente, cullato tra le braccia di Orfeo. In lontananza, vide
Beatrix
correre, seguita da cinque soldatesse.
Una
mano le sfiorò la schiena. Si voltò e
si trovò davanti Gidan, con un sorriso dolce stampato sul
volto.
“Ehi”
disse.
Lei,
malinconica, abbassò lo sguardo.
“Beatrix
mi ha detto di Eiko e di Onion”
sussurrò Gidan “Non devi preoccuparti…
sappiamo di per certo che Eiko sa badare
a se stessa, in quanto ad Onion, non può essere andato
troppo lontano… Le porte
di Alexandria vengono chiuse al tramonto, quindi è parecchio
difficile che sia
uscito... entro stanotte li avremo già ritrovati”
concluse.
Garnet
stette ancora in silenzio. Poi
inspirò profondamente e disse: “Devo dirti una
cosa”.
Gidan
la guardò in volto “Cosa?”
“Non
posso perdere di vista Onion… per un
motivo ben preciso”
Il
re la guardò, incuriosito dalle parole
della moglie.
“Non
posso perché... perché...” si fece
forza, e spiegò al marito il motivo per cui Onion era venuto
ad Alexandria.
A
fine spiegazione, anche Gidan capì. Onion
doveva essere trovato, ed in fretta.
All’interno
della caverna faceva molto
freddo. Le pareti erano ricoperte di una leggera brina, e il respiro si
condensava rapidamente, formando una nebbiolina che andava verso
l’alto. Eiko
pensava che quella grotta fosse collegata in qualche modo con la Grotta
di
ghiaccio, dati i brividi che provava in tutto il corpo, ma non ne aveva
la
certezza.
Si
sentiva debole, prigioniera della
febbre, Inerme come un passero appena nato, che deve aspettare il
ritorno della
madre con del cibo. E lei aspettava che qualcuno li trovasse. Speranza
remota,
ma che sopravviveva ancora nel suo cuore.
Si
voltò verso Onion, che dormiva
placidamente. Non sembravano molto gravi le sue ferite: poco prima era
riuscito
a catturare un cokaritos (anche se con un po’ di sforzo) che
adesso stava
arrostendo su un fuoco ottenuto con alcune pietre focaie. Di
lì a poco, forse
Onion sarebbe stato capace di tornare ad Alexandria e di avvertire
qualcuno.
Ma
quanto tempo poteva volerci? Un giorno,
o due, o una settimana? Quante ore, minuti, secondi doveva ancora
passare in
quello stato? Sarebbero stati molti, e questo lo sapeva. Ma la
realtà non era
per niente consolatoria. Il Sapere, in quel momento, metteva a dura
prova lo
Sperare.
Tutto
accanto a lei continuava ad essere
confuso, un insieme di colori e forme astratte che si univano per dare
vita ad
universi alternativi immaginari.
Le
palpebre le si chiusero lentamente,
scivolava lungo il mondo dei sogni… un tuono la
ridestò completamente. Osservò
il cielo buio e non vide le stelle, ma pesanti nubi di tempesta. Una
saetta
attraversò il cielo, seguita da un rombo sordo che
svegliò anche Onion. La
pioggia cadde sulla pianura, su Alexandria e anche sulla loro caverna.
La
permeabilità delle rocce fece sì che piovesse
persino sulle loro teste. E
mentre qualche goccia cadeva sulla sua testa, Eiko pensò che
dopotutto era
molto piacevole il rumore della pioggia, il suo sottile picchiettare
sul mondo.
Un
altro lampo attraversò il cielo scuro.
Vedeva ombre vicino alla caverna, appena fuori. Mostri in cerca di
riparo?
Forse sì. Ma erano tenuti lontani dal fuoco.
Controllò se il Cokaritos era
pronto, ma era ancora troppo crudo per essere mangiato. Il suo stomaco
brontolò.
Oh,
si sarebbe persino mangiata delle
cipolle se le avesse avute a portata di mano. E a lei le cipolle non
piacevano
proprio, e quindi doveva proprio essere affamata!
Un
altro rombo la assordò. Onion era invece
ricaduto nel suo sonno, incurante della tempesta che si dibatteva
intorno a
lui. Eiko ripensò agli strani eventi del pomeriggio. Come
aveva fatto quel
bambino a lanciare un Ultima contro il Grand Dragon? Era magia nera
avanzatissima, neanche Vivi ne era capace, se non si sbagliava.
Eppure
lui aveva utilizzato quella magia,
come se niente fosse. L’unico essere che l’aveva
mai usata oltre a lui era
Kuja. Ma Kuja era morto quasi un anno e mezzo prima, Eiko ricordava
ancora
quando aveva visto la tomba lì, vicino all’Albero
di Iifa, dove era stato sepolto
per espresso volere di Gidan. Kuja era un Jenoma creato da Garland,
quindi era
possibile che sapesse la magia nera. I maghi neri erano creati da Kuja,
quindi
conoscevano anch’essi la magia, utilizzandola attraverso la
nebbia.
D’altra
parte, gli sciamani utilizzavano la
magia bianca. Poteri di recupero, magie sacre, invocazioni. Un segreto
che si
tramandavano gli sciamani, e che potevano utilizzare solo loro.
Magie
bianche per gli invocatori, magie
nere per i Maghi neri. Ma quel bambino, cos’era? Infrangeva
tutti i normali
canoni di classificazione del mondo. Era nuovo, qualcosa che poteva
spaventare
nel suo ignoto. Ma lei non era per niente spaventata. Aveva visto Kuja,
e
sapeva che c’era una netta divisione tra i due. Onion era
diverso, era buono.
Un’eccezione, qualcosa di nuovo, che magari avrebbe potuto
dar vita ad un nuovo
regno.
Eiko
allontanò dalla mente questi pensieri
e prese in mano il suo flauto d’angelo. Lo portò
alla bocca e suonò una melodia
lenta e ammaliante. Gliela aveva insegnata il nonno, era la colonna
sonora di
tutti i suoi viaggi. Si chiamava Crossing those Hill. La
suonò muovendo le dita
e soffiando, dando vita ad una melodia vivace ma un po’
malinconica.
E
mentre suonava, la tempesta sembrava
andarsene, il dolore svanire nel nulla, il freddo scongelarsi dalla
caverna.
Ora tutto era bello, caldo ed accogliente, proprio come voleva che
fosse Eiko.
E
continuò a suonare, suonare e suonare,
finché la tempesta non fu solo un ricordo che venne
sostituito da un pandore
azzurrino nel cielo. Era l’alba. La brutta notte era
scomparsa, e stava per
cominciare un nuovo giorno.
“Kupò,
Kupò!” disse qualcosa entrando nella
caverna.
Eiko
smise di suonare e guardò verso
l’entrata della grotta. Quello che stava venendo verso di lei
era un moguri! Ma
non era un moguri qualsiasi, era…
“Artemisio!”
urlò Eiko.
“Ciao,
Kupò!” disse il moguri attraversando
la caverna per andarle vicino.
“Ciao!”
salutò Eiko.
“Ma
sei ferita, Kupò” disse Artemisio
guardandola.
“Si…
e ho bisogno di un favore”
“Chiedi
pure, Kupò! Tu mi hai aiutato a
salvare la centrale Mogu-net insieme ai tuoi amici, Kupò! Mi
devo sdebitare”
rispose Artemisio.
“Grazie…
per favore, avverti qualcuno nel
castello, e digli che siamo qui!” disse Eiko.
“D’accordo,
Kupò!” rispose il moguri “Volo
e torno presto!”
Detto
ciò sparì oltre la grotta, e venne
inghiottito dalla luce che proveniva da fuori.
Ed
anche questo capitolo è finalmente
terminato. Prima di tutto voglio ringraziare il mio fantastico
Beta-Reader
Dream_River, che mi ha molto aiutato nella sua opera di betaggio (gli
farei una
statua se potessi XD).
Passiamo
poi alla nostra storiella: che i
nostri due eroi si siano tirati davvero fuori dai guai? Ed Eiko che si
sarebbe
mangiata persino delle cipolle (Ok, lo ammetto, ci ho provato gusto
nello
scrivere la battuta^^) lo sapeva che…?
La
melodia che suona Eiko, Crossing those
Hill, è la melodia che si sente durante
viaggi nella world Map del mondo di FFIX!
Detto
ciò, passiamo a rispondere alle
nostre recensioni:
Nemeryal:
una
lettrice fissa!!! Uao, quale grandissimo onore!!!Sono contento che la
fic ti
piaccia, e non preoccuparti per ciò che ho detto!!! Le
IPOTETICHE MORTI forse
ci saranno, ma non così presto!!! Ma mi raccomando,
recensisci ancora!!!
Eden89:
un lettore nuovo!!!
Sono contento che la fic ti piaccia e spero ti piaccia anche questo
nuovo
capitolo. Anche se mi scuso perché un po’ di tempo
è passato rispetto alla
pubblicazione del precedente!
Ringrazio
anche Bankotsu per aver recensito
il capitolo 2 (con la speranza che
continui a seguire la storia) e Thaleron
per aver aggiunto la fic tra le sue preferite!
Speriamo che questo capitolo non deluda nessuno di voi!!!
A
proposito, ho cominciato a scrivere, in contemporanea a questa,
un'altra fic, "After Crisis", su Final Fantasy VII! Leggetela tutti, mi
raccomando!XD
Detto
ciò, lettori, diventate recensori!
(ho fatto anche la rima!)…
Alla
prossima con il nuovo capitolo di
“Forever and On”!!!