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Autore: variopintadite    05/08/2014    1 recensioni
Gillian si mise a fissarlo con insistenza per farlo imbarazzare. Con occhio critico lo iniziò a squadrare dall’alto al basso. Indossava una camicia a quadri e dei jeans molto aderenti per essere un ragazzo. Non è che era gay?
“Ti piace la banana?” chiese appunto con quella sua morbida delicatezza della quale era caratterizzata.
Tanto valeva divertirsi.
***
E se avesse creduto che lui intendesse farsi pagare in altro modo? Non che gli dispiacesse una cosa del genere. Sapere Courtney inginocchiata fra le sue gambe a… accidenti!
Batté un pugno sul banco per quell’afflusso di sangue che si era indirizzato ai lombi. Gli avevano consigliato tempo addietro di pensare ad una vecchia nuda. Prese a figurarsi la sua vicina di casa, la signora Harrington, e con sollievo lo sentì afflosciare.
***
Ringrazio in anticipo tutti quelli che spenderanno del tempo per leggerla e/o recensirla.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1


 
Sotto un uggioso giorno di metà ottobre le strade di Pennville erano affollate.
Gillian aveva sempre odiato la città, lei preferiva di gran lunga il mare. I capelli biondo cenere si libravano in aria colpiti con frequenza da folate di vento. Non le piaceva tutto quella confusione, malgrado la ragazza ci fosse vissuta sin da quando aveva due anni.
Il vestitino blu che indossava le aderiva perfettamente al corpo morbido senza cadere nel volgare. Aveva impiegato una ventina di minuti per scegliere cosa indossare.
Un ragazzo le piombò addosso durante una brusca frenata della metro. Quell’energumeno l’aveva fatta rovinare a terra in quel sudicio pavimento.
“Faccio da sola!” annunciò stizzita al diretto interessato quando questi gli aveva offerto una mano per rialzarsi.
Si scrollò dall’indumento quel che poteva per poi lanciare un’occhiata rabbiosa all’Idiota.
Alla grande!, pensò. Se la macchina non avesse dato quei problemi di prima mattina, a questo punto non sarebbe caduta da nessuna parte. Avrebbe viaggiato un’oretta e sarebbe arrivata a destinazione… e invece no. La marmitta aveva iniziato a scoppiettare in modo preoccupante quella mattina, così aveva pensato fosse più sicuro prendere la metro.
Decise di andarsi a sedere. Prima aveva scelto di non farlo per non venire a contatto coi germi in modo diretto. Ora che ne era stata immersa non avrebbe fatto alcuna differenza.
“Ehi” soffiò a pochi centimetri dalla sua fronte il ragazzo di prima. Lei gli lanciò un’occhiataccia di risposta.
Non l’aveva già importunata abbastanza?
“Eric, piacere. Mi spiace per prima, sono davvero maldestro.” Le porse una mano attendendo una stretta dall’interlocutrice.
“Levati sgorbio.” Era stata la sua risposta, Gillian non era propensa a parlare con sconosciuti.
“Sei la sorella di Courtney, vero?” aveva continuato lui, senza preoccuparsi di risultare invadente.
“Esattamente, ora puoi finirla di rivolgermi la parola? Sei seccante.”
Eric spalancò la bocca, sorpreso. Erano due gocce d’acqua quelle due eppure i loro caratteri erano l’uno l’opposto dell’altro.
Trovava interessante l’approccio della gemella cattiva, un vero peperino.
Gillian si mise a fissarlo con insistenza per farlo imbarazzare. Con occhio critico lo iniziò a squadrare dall’alto al basso. Indossava una camicia a quadri e dei jeans molto aderenti per essere un ragazzo. Non è che era gay?
“Ti piace la banana?” chiese appunto con quella sua morbida delicatezza della quale era caratterizzata.
Tanto valeva divertirsi.
“Io… non vorrei sembrare volgare, ma amo la figa.”
Gillian era scoppiata a ridere a quella sua dichiarazione parecchio buffa. Ragazzi così dove si trovavano?
“Come fai a conoscere mia sorella? Frequenti i suoi stessi corsi?” domandò Gill con un sorriso mozzafiato.
Eric parve sconcertato. Insomma, non si sarebbe mai immaginato che quella ragazza da scorbutica sarebbe diventata più socievole. E doveva ammettere che quel sorriso gli aveva fatto perdere un battito.
“Be’, non tutti. Storia, matematica e letteratura inglese. Abbiamo la fortuna di avere gli orari che coincidono.” E si morse l’interno guancia per aver parlato troppo. Era da due anni che correva dietro a Courtney, non voleva farsi cogliere innamorato dalla sorella.
Gillian sorrise nuovamente. Si stava davvero annoiando su quel mezzo e quel ragazzo non la intrigava granché.
“Non è che saresti tanto gentile da svegliarmi quando siamo arrivati a scuola? Ho un sonno terribile” supplicò con lo sguardo. E di nuovo quel prepotente sorriso si adagiò su quelle labbra rosee.
Eric annuì col capo.
 



Angolo autrice:
Grazie per essere arrivata/o fino a qui. (Dubito vi siano individui di sesso maschile, ma meglio essere pronti all’evenienza).
Se riscuote dell’interesse nei lettori pubblicherò il continuo, se non fosse così capirò che non ne vale la pena.

15/01/16 E' stata modificata la città, quindi ci troviamo a Pennville, negli Stati Uniti e non più a Londra.
   
 
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