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Autore: Bella07    10/09/2008    5 recensioni
AVVERTENZE: I due capitoli iniziali hanno subito delle rilevanti modifiche, necessarie per il seguirsi della storia che, come già detto, era nata come one-shot. Premetto che il contenuto è sempre lo stesso, ho solo cambiato delle cose qua e là. Poi... per necessità di copione, ho inserito altri due personaggi tra i protagonisti che però cominceranno ad avere parti rilevanti dal terzo capitolo in poi. Ah, ovviamente... se siete moralisti cambiate ff, risparmiate sia a voi che a me la seccatura. Mi pare di aver detto tutto, il Dio ha parlato andate e leggete in pace. Amen.
Genere: Introspettivo, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Sendoh, Altro personaggio, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2° CAPITOLO

PASSIONE IRRAZIONALE

 

 

 

Kaede Pov

 

No... è già mattina, cazzo. Le fastidiose luci del sole irrompono nella felice penombra della mia camera, filtrando insistenti attraverso le pesanti tende che coprono la finestra. Che palle... mi stropiccio il viso con le mani, scalciando via il lenzuolo che mi si è rigirato intorno alle gambe durante la notte. Con uno sforzo che mi sembra sovrumano, mi metto a sedere sul letto grattandomi i capelli completamente scazzati...

 

Sono drasticamente rincoglionito stamattina... che poi sarebbero le tre di pomeriggio, ma è un dettaglio. Che fiacca... non ce la faccio manco ad alzarmi, così mi lascio ricadere pesantemente sul letto, coprendomi il viso col cuscino. Mi fa male la testa... ieri ho bevuto davvero troppo per combattere la noia, almeno finché non è apparsa dal nulla la ragazza che ha decisamente movimentato la mia nottata.

 

Cazzo che nottata... se ci ripenso, conoscendomi, fatico a crederci. Sposto il cuscino dagli occhi e mi ritrovo a fissare perplesso il soffitto. Chissà se è stato uno dei miei soliti filmini mentali come allegra conseguenza alla quantità assurda di alcol tracannato ieri sera... mah, infondo sono un rincoglionito.

 

Istintivamente sposto lo sguardo sul comodino inerente al letto su cui è appoggiato il cellulare e, affianco, intravedo un tovagliolino di carta stropicciato.

 

No. A quanto pare non sono poi così rincoglionito... e l’alcol lo reggo meglio di quanto pensassi. Tiè.

 

Fatto sta che ieri, se fosse dipeso da me, a quella dannata festa io non mi sarei proprio presentato... e se quei mentecatti dei miei compagni di squadra non mi avessero praticamente minacciato di morte e successivamente trascinato con forza, probabilmente non ci sarei neanche andato. Alla fine gli devo pure un favore, visto il felice risvolto che ha avuto la mia serata. Una cosa giusta, infondo, l’hanno fatta anche loro.

 

 

Mi rialzo nuovamente e stavolta è decisiva.

 

Dovrei mandarle un messaggio.

 

Oltretutto ho anche la sgradevole sensazione di essermi dimenticato qualcosa... boh, non che sia una novità del resto. Mi alzo con estrema fatica e mi piazzo davanti allo specchio ancora abbastanza rincoglionito... faccio schifo. Ho dormito malissimo e già questo è tutto un dire.

 

Barcollando come un coglione, esco dalla camera e scendo gli scalini sorreggendomi al corrimano quasi fossi un malato terminale. Oscillo pericolosamente, rischiando di cadere una decina di volte, ma riesco comunque a raggiungere la cucina e farmi un caffè... un portento in questi casi. Mi siedo fissando il muro come un demente... di solito mi ci vogliono su per giù una 20ina di minuti per cominciare, se non altro, a rendermi conto di chi sono, dove sono, quanti anni ho e che faccio nella vita.

 

Tra l’altro mi sta anche venendo un attacco di fame chimica, quindi smantello tutti gli scaffali e ingurgito qualcosa di solido e di dubbia provenienza.

 

 

Mi sposto in soggiorno buttandomi a peso morto sul divano. Fisso il soffitto cercando di togliermi dalla testa questa fastidiosa sensazione di aver dimenticato qualcosa. All’improvviso un dubbio mi sovvien pensando... oggi non c’è scuola... ma dovrei fare qualcosa che al momento mi sfugge... ma cosa??... Mh... cazzo no!! L’ allenamento!! Sono in ritardo, cazzo, Akagi mi ucciderà!!

 

Mi alzo di scatto dal divano salendo gli scalini 3 alla volta, veloce come un fulmine mi lavo e indosso la tuta d’allenamento, mi fiondo fuori casa e inforco la bicicletta! Ma la foga si esaurisce esattamente 10 secondi dopo... ovvero quando il sonno, ahimè, riprende il sopravvento.

 

Pedalo sempre più lentamente, con la testa che inizia a barcollarmi. Fregandomene altamente dei semafori, delle macchine che mi suonano e delle minacce di linciaggio dei passanti, continuo la mia allegra passeggiata di morte rischiando di farmi investire non so quante volte. Posso dire di trovarmi nel tipico dormiveglia post-traumatico-del-risveglio-mattutino... un po’ dormo, una piccola parte del mio cervello pedala con estrema fatica e l’altra parte riflette. Su cosa?? Niente che abbia il benché minimo senso.

 

Io quando mi sveglio è già un miracolo che mi regga in piedi, cosa che non mi riesce neanche tanto bene d’altronde, figurarsi seguire una logica di ragionamenti.

Ma poi le volpi sanno andarci in bici? No non credo... come fanno?... Cazzo adesso mi do della volpe da solo, è tutta colpa di quell’idiota... altro che campione, quello lì è una pippa su tutta la linea... se lo sogna di competere con me... io odio le volpi... ovviamente io sono superiore a tutti. Tsè... sono il migliore... cazzo, io detesto i capelli di Sendoh!... ma perché non li taglia?...Ti odio Sendoh... orrenda pettinatura... devo tagliarmi la frangetta... non ci vedo più. Ah... eccolo lì... il solito palo malefico... ma oggi non mi avrai... forza e coraggio, ora devo solo girare... sempre più vicino... girare... vicino... gira... girare? Muovere dei... vicino... muscoli? Naaaaa...

SDENG!

 

 

Sono arrivato a scuola?? Come ci sono arrivato?? E sono pure vivo... mi è andata di lusso se escludo qualche poveraccio morente disseminato per il cortile. Arrivo in palestra in ritardo pauroso e mi tocca sorbirmi la predica isterica di Akagi e Ayako che mi urlano quasi gli avessi ammazzato i genitori.

 

L’allenamento fila liscio come al solito... quel deficiente di Sakuragi, grazie a Dio, ha ancora qualche giorno di riabilitazione per l’infortunio alla schiena, quindi gli allenamenti filano che è una meraviglia. Non a caso, da quando manca l’idiota, il mio tasso di stress è diminuito in modo significativo, ma so con certezza che quando tornerà mi farà recuperare tutta la mia voglia di suicidarmi ogni volta che lo vedo.

 

Finiamo alle 6 e mezza spaccate. Lavato e vestito, esco snobbando chiunque e raggiungo la bici. Purtroppo è in uno stato drammatico e non credo riuscirà a portarmi fino a casa. Vabbeh, poco male... vado a piedi. Se non altro mi tengo in allenamento evitando magari di sfracellarmi sul solito, dannatissimo, palo.

 

 

 

Cammino annoiato, guardando tutto e niente... sinceramente non so neanche perché ho deciso di passare per il centro poi, visto che solitamente non lo faccio mai. Già che sono qua potrei passare al campetto a fare due tiri, anche se l’idea non mi alletta particolarmente.

 

Per tutto il giorno, l’insolito episodio di ieri, è stato tutto quello a cui sono riuscito a pensare. Quando mi sono svegliato stamattina, durante l’allenamento, sotto la doccia... ora.

 

Continuo a rivivere quelle ore in ogni istante della giornata, rivedendo sempre le stesse scene... e provo sempre la stessa, irrazionale, inquietudine.

 

Senza un particolare motivo, tiro fuori il cellulare dalla tasca e do una scorsa veloce alla rubrica. Arrivo casualmente a quel nome... per quanto poi possa essere definito casuale il mio andare volontariamente sotto la lettera M. Fisso lo schermo come un deficiente, guardandolo come se mi aspettassi di vederlo prendere vita o trasformarsi in qualche piccolo esserino svolazzante. Ah beh, che belle scene, non c’è che dire.

 

Preso da un invidiabile impeto di eroismo, comincio a scrivere il testo di un messaggio, cancellando e riscrivendo talmente tante volte da scaricare persino la batteria.

Ma sì dai, così va bene... anche perché con questi cazzo di caratteri minuscoli mi sta venendo un principio di strabismo.

 

Ecco, il più è fatto, ora devo solo inviarlo. Ma figuriamoci se la mia invidiabile sanità mentale mi renderà semplice questa operazione... giammai.

Così comincio a guardarmi intorno attendendo probabilmente l’illuminazione divina o che Buddha mi si materializzi davanti stanco anche lui della mia deficienza. Mah... che brutta bestia la demenza.

 

E mentre mi perdo nei miei insensati scazzi mentali, la mia attenzione si sofferma quasi casualmente su una femmina aldilà della strada, sul marciapiede opposto... o meglio, a onor del vero è una sua specifica parte del corpo che attira la mia venerabile attenzione. Così mi ritrovo a fissare il culo spettacolare della tizia, non dando la minima importanza ai passanti che mi guardano inquietati, probabilmente scambiandomi per un maniaco sessuale.

 

Si insomma, normalmente non mi fermo a fissare il culo delle ragazze come un maniaco, sia chiaro, non l’ho mai fatto. Però stavolta, guardare quel capolavoro, mi pervade di una strana sensazione... qui qualcosa non torna.

Decido di impormi un minimo di decenza e distolgo (con molta fatica badate) lo sguardo dal fondoschiena della tizia, soffermandomi ad osservare le restanti parti del corpo che...

 

 

Oh cazzo.

 

Meccanicamente cambio il testo del messaggio e lo invio.

 

 

«Voltati...»

 

 

Osservo in silenzio la ragazza in questione prendere il cellulare e guardare interessata lo schermo... poi si volta incuriosita, spostandosi gli occhiali da sole sulla fronte.

 

Il suo sguardo vaga curioso tra la folla finché non incontra il mio... entrambi sorpresi, ci guardiamo come due cretini per un tempo indeterminato. Nel giro di tre secondi, la sua presenza manda letteralmente a cagare ogni mio residuo di lucidità mentale, tanto che ho perfino timore di avvicinarmi... o almeno non credo lo farò finché il sangue non tornerà ad affluirmi nei posti giusti.

 

Attraversa la strada. Si avvicina. Mi raggiunge. Si ferma a pochi passi da me.

 

“Chi si rivede... ciao ragazzaccio.” nonostante ostenti sicurezza, percepisco una vena di disagio nella sua voce. “Non credevo di incontrarti così presto.”

“Te l’avevo detto.” sorride, ma quell’atmosfera di forte imbarazzo mi opprime come in una morsa. E tanto per migliorare la situazione, la mente continua a proiettarmi scene tutt’altro che caste di lei che mi fa cose che in questo momento devo assolutamente togliermi dalla testa!

“Dove stavi andando?” cerca di alleggerire la tensione, ma quel suo vano tentativo non fa altro che turbarmi ancor più di quanto già non sia.

“In giro. Tu.”

“Ah anche io, stavo guardando qualche vetrina... hai degli impegni?”

“Neanche uno.”

“Bene, nemmeno io. Mi chiedevo se ti andasse di fare un giro, così per passare il tempo.”

“Si.” rispondo secco guardando, volontariamente, da un’altra parte. Sorride maliziosa e mi precede. Questa ragazza mi fa perdere ogni briciolo di lucidità, ogni minimo segno di intelligenza o di decoro... mi fa perdere tutto ciò che ho di razionale.

 

Dentro di me provo una strana inquietudine, come un formicolio allo stomaco... non saprei spiegarlo con precisione. Cammino con la solita andatura, simulando una tranquillità che in realtà non sto provando. Sbircio Mayu al mio fianco con la coda dell’occhio, studiandola in ogni dettaglio... ogni dannato dettaglio.

 

E continuo a vederla in scene tutt’altro che candide... scuoto la testa, cercando inutilmente di focalizzare l’attenzione su qualunque cosa non abbia il minimo riferimento col sesso. Cerco addirittura di pensare ad Anzai nudo che sodomizza Taoka... oddio che schifo, con questo pensiero l’unica cosa che potrei stimolarmi è il vomito. O__o

 

Sono un porco, cazzo.

 

Ci fermiamo. Risorto dai miei sconci pensieri, mi guardo intorno perplesso nel tentativo di capire dove siamo arrivati. È un punto isolato del parco da cui si prospetta una bella panoramica della città sfumata dai colori del crepuscolo...

 

“Beh Kaede...” esordisce all’improvviso, attirando nell’immediato la mia attenzione. “Non devo averti fatto una buona impressione ieri notte.”

“Mh... non direi.” ma sai quanto poco me ne può fregare delle impressioni che avrei dovuto avere ieri sera... chi cazzo le ha avute poi, tra l’altro.

“Si certo... come se non lo sapessi cosa pensano i maschi delle ragazze che si comportano in quella maniera.”

“Io penso raramente, quindi il problema non si pone.” la mia frase le strappa un sorriso, probabilmente perché ha pensato stessi scherzando... invece è vero che non penso, pensare è stancante, non sia mai.

“Prima di ieri non mi era mai capitato di comportarmi così con un estraneo. Il fatto è che... non lo so, è stato tutto così veloce, così irrazionale, così intenso...”

“Sei pentita.” breve e conciso, almeno si fa chiarezza e la facciamo finita. E lei non esita...

“Assolutamente no.” mi spiazza, dando via al free sex dei miei ormoni impazziti.

 

Incapace di resistere o controllarmi, la tiro verso di me e la bacio.

 

La bacio incurante degli sguardi indignati della gente che passa.

 

La stringo forte contro di me, inutilmente turbato da un’insensata quanto infondata paura che possa sparirmi tra le braccia. Schiude le labbra, permettendo al bacio di infuocarsi ulteriormente. Disinteressandomi totalmente del luogo e del posto in cui mi trovo, esploro con le mani il suo corpo baciandola con una passione che mi arde dentro in modo inspiegabile.

 

Mi morde il labbro inferiore, provocando la risposta della mia eccitazione che cresce pericolosamente, al punto da essere quasi dolorosa. Io la voglio....

 

Il bisogno di respirare ci impone di dividerci. Le accarezzo fremente i capelli con una mano, baciandole il lato della bocca, il collo... tentando inutilmente di trattenermi.

 

Ma ormai non ho più controllo...

 

 

 

 

Neanche so e nemmeno mi interessa sapere il modo in cui siamo arrivati a casa mia. Non ricordo la strada che abbiamo fatto, il tempo che ci abbiamo messo, quello che abbiamo fatto nel frattempo... non ricordo un cazzo. So solo che adesso lei è in camera mia, davanti a me che mi guarda sbattendo le ciglia, con quello sguardo da gatta che mi fa ingrifare come un coniglio.

 

“No limits, guy...”

 

Niente limiti ragazzaccia.... e non me lo faccio neanche ripetere.

 

In meno di un minuto, mi ritrovo disteso sul letto a petto nudo, bloccato tra lei e le lenzuola. Le sue labbra percorrono sentieri incandescenti tra i miei pettorali... con una mano scivola tra gli addominali mentre con l’altra provoca la mia eccitazione che preme contro la stoffa dei jeans. Mi morde il lobo delle orecchie, poi riprende a leccarmi il petto, il collo... finché la sua lingua si insinua nuovamente nella mia bocca a ricorrere la mia.

 

Bramoso e con una voglia matta di dare libero sfogo alla mia eccitazione, mi sollevo e le sfilo velocemente maglia e jeans. Mi siedo di nuovo, poggiandomi con la schiena alla spalliera nera del letto... la prendo per i polsi, invitandola ad accomodarsi sopra di me. Sorride compiaciuta, cominciando a soddisfare tutte le sue voglie... mi lecca, mi morde, mi accarezza... ansimo sommessamente mentre con le mani la stringo con avidità, percorrendo quel corpo burroso in ogni modo possibile.

 

Inarca la schiena verso di me, premendomi il decolleté contro il viso, invitandomi a baciare con passione quel seno che mi manda in delirio... lecco il tatuaggio, mordendo poi il bordo del reggiseno, accarezzando con studiata delicatezza le sue morbide curve.

 

Divarica ulteriormente le gambe, cominciando a muovere il bacino con ingannevole innocenza... strofina la sua femminilità contro la mia erezione, muovendosi come una gatta. All’improvviso mi afferra la mano e la conduce tra le sue gambe, provocando l’immediata risposta del mio corpo che si irrigidisce. Contento di quella sua iniziativa, assecondo le sue voglie accarezzando con smaniosa delicatezza la meta dei miei pensieri più perversi...

 

 

Incapace di darmi un contegno, le tolgo gli slip e intrufolo furtivo un dito tra le sue labbra più intime, muovendolo piano ma con studiata decisone. I suoi gemiti mi infuocano, portandomi al limite massimo di resistenza. Così allento i jeans e abbasso i boxer, accomodandola poi nuovamente su di me... e la penetro, stavolta, con più decisione.

 

Si muove felina, facendomi entrare in lei con studiata ingenuità. Mi guarda fiera e maliziosa, con quello sguardo pieno di passione che mi infuoca e mi ingrifa totalmente.

Mi irrigidisco, sommerso da un’inattesa valanga di piacere che mi travolge all’improvviso. Serro gli occhi, premendo la schiena contro la spalliera... e quando li riapro mi ritrovo a fronteggiare quello sguardo ardente. Lei è passione... lei è fuoco... lei è elettricità... lei è estasi...

 

Sentirmi dentro di lei è qualcosa che inibisce tutti i miei sensi, che alimenta e inquina la mia mente di perversione e libidine, facendo crescere smisuratamente in me la voglia perversa di sentirla mia in ogni momento.

 

 

La desidero...

 

Nella mia vita non ho mai desiderato una persona a questi livelli. È un desiderio incontrollato, che non mi fa ragionare... che mi fa completamente annullare in lei.

 

 

Deciso a cambiare posizione, la faccio sdraiare sotto di me penetrandola con molta più foga... alternando il ritmo dei miei movimenti. In risposta alla mia iniziativa, la sento ansimare con maggiore intensità, cercando protezione nelle mie labbra.

 

La sento tendersi e capisco che sta per venire... mi stringe forte, affondandomi le unghie nella schiena fino a farmi male. Raggiunge l’orgasmo con delle strane contrazioni, soffocando un gemito in gola.

 

La luce nei suoi occhi mi fa impazzire, tutto di questa ragazza mi rende completamente pazzo... ed è questo che mi invoglia a penetrarla con più decisione.  

 

Trattengo un gemito mentre sento i nervi tendersi come corde, l’amplesso che segue è talmente potente da farmi girare la testa... stringo forte i suoi capelli tra le mani bloccando il respiro in gola, scostandomi in tempo in modo da liberarmi altrove.

Colpito da un’improvvisa stanchezza, mi abbandono su di lei, trovando immediato accoglimento fra le sue braccia.

 

 

Mi sento vivo... vivo con non mi sono mai sentito in vita mia.

 

 

Ripreso fiato, mi puntello su un gomito e mi stendo sul letto accanto a Mayu. Si sdraia su un fianco, portando il suo viso ad un soffio dal mio.

 

“Ciao ragazzaccio...” sussurra sulle mie labbra, sfiorandole poi con le sue.

 

Colmo la distanza tra di noi, accucciandomi accanto a lei come un gattone. Mi coccola per un tempo indeterminato e, cullato dal movimento ipnotico della sua mano tra i miei capelli, chiudo gli occhi.............

 

 

XXXXXXX

 

 

Quando poco fa mi sono svegliato, lei già non c’era più. Bizzarro... eppure la stanza vibra ancora della sua intensità. Mi metto a sedere sul letto, reclino la schiena indietro poggiandomi sulla grande spalliera in ferro... fisso lo sguardo davanti a me, in uno stato di quiete assoluta. Eh sì... la pace dei sensi. Ho una crisi mistica...

 

Mayu, Mayu, Mayu... mi ha proprio steso, non c’è che dire... e già questo la dice lunga sul mio attuale stato mentale.

 

Mi sento un’ebete... e sicuramente la mia faccia rifletterà perfettamente lo stato di totale demenza in cui quella ragazza mi ha ridotto. Gongolo come un demente, sguazzando nella acque calme della mio immenso ego... un totale deficiente in pratica.

 

Anche se, nonostante lo stato di totale rincoglionimento, quell’insolita sensazione che qualcosa di sbagliato in questa storia ci sia veramente, non mi abbandona.

 

Butto l’occhio sulla sveglia... le 21:30. Cazzo ho fame.

 

Mi decido ad alzarmi, recupero da terra i jeans neri senza preoccuparmi nemmeno di abbottonarli, mi sistemo distrattamente i capelli con la mano e scendo al piano di sotto nella speranza di trovare qualcosa che riesca a nutrirmi come si deve. Sfortunatamente sono totalmente negato in cucina, quindi capita che quando mio padre resta fuori casa per lunghi periodi e finisco i soldi sulla carta di credito, per me campare diventa un’invereconda lotta contro la sopravvivenza.

 

Dovrei chiamare quel fulminato per farmi mandare i soldi. Non ci sarebbe nulla di male nel farlo se non fosse per il fatto che non lo chiamo praticamente mai... e non perché non gli voglia bene, sia chiaro, ma per il semplice fatto che mio padre è un totale rompicoglioni.

Teoricamente il mio orgoglio me lo impedirebbe, ma la fame è più forte del mio senso di dignità, così prendo il cellulare e faccio il numero.

 

“Pronto?”

“Papà sono Kaede.”

“Kaede??? Mio figlio?? Ma non ci posso credere!! Cos’è, hai fatto la grazia a Sant’Antonio? Non mi chiami mai...” ^^

“Infatti, un motivo ci sarà.”

“Il motivo è che sei un figlio snaturato! Su forza... cosa ti serve? Tu chiami solo quando ti servono soldi o quando ti metti nei casini, quindi spara... hai mandato a fuoco casa?? Ti sei fatto arrestare??”

“Quando torni?” forza e coraggio Kaede che dopo aprile viene maggio!

“Cosa?? Non dirmi che ti manco?! Che c’è, sei in pena per la mia assenza?!”

“Non sono in pena, idiota. Quando torni?”

“Ah ho capito... hai fame, dovevo immaginarlo. Mi sembrava troppo strano che sentissi la mia mancanza ihihihih”

“Che cazzo hai da ridere?”

“Niente coso... comunque qui ho ancora parecchio da fare, abbiamo avuto qualche ritardo nella firma dell’ultimo contratto quindi dovrò trattenermi almeno un'altra decina di giorni. Ma scusa Kaede, se sei così insofferente perché non vai qualche giorno da tua madre?? Sarà contenta di vederti ogni tanto ihihih”

“Scordatelo, piuttosto muoio di stenti.” figuriamoci se perdo il mio sacro tempo per andare da quella grandissima stronza fedifraga che ha ripetutamente tradito mio padre per filarsela con il riccone di turno... se lo può scordare.

“Si Kaeduccio, ti capisco. ^^ Comunque se hai fame gioia, potresti anche imparare a cucinarti qualcosa, razza di cretino, hai 16 anni cazzo... visto che dici sempre di non aver bisogno di nessuno, è il caso che tu impari ad essere autosufficiente.”

“Si certo, magari quando smetterai di farti le canne potrei anche pensare di diventare autosufficiente... ma non c’è pericolo, conoscendoti.” -__-

“Demonio... appena finisco qui vado a ricaricarti la carta, razza di sanguisuga succhiasoldi.”

“Finalmente ti rendi utile...”

“Vedi di farteli bastare fino al mio ritorno, e non spenderli tutti solo per comprarti alcolici ci siamo capiti coso?!”

“Ma non devi lavorare?” -___-

“Si certo, fai lo spiritoso... sto attaccando, non ti preoccupare! Ma ricordati che un giorno potrei anche stancarmi di passarti i soldi...”

“E io potrei conseguentemente stancarmi di passarti il fumo.”

“Che razza di... sei odioso. Adesso vado che devo lavorare, mica come te che non fai niente dalla mattina alla sera! Ci sentiamo... figlio scellerato!”

“Idiota...”

“E non trombare nel mio letto!!” ovviamente attacco.

 

Con mio padre c’è sempre stato questo amorevole e paterno rapporto di amore/odio... ci scanniamo di continuo, ci insultiamo e litighiamo dalla mattina alla sera. Sarà che lui è un rockettaro mezzo squinternato, sarà che ha solo 33 anni e l’aspetto fumato di un ventenne, sarà che poraccio ha delle gravi asimmetrie celebrali... resta il fatto che non sono mai riuscito a considerarlo come un padre ma, piuttosto, come un immaturo fratello maggiore.

 

Sta di fatto che quell’idiota non c’è, quindi mi toccherà arrangiarmi da solo finché non mi manderà i soldi per campare.

 

Ritorno in cucina e mi immergo letteralmente nel frigo per cercare qualcosa di commestibile. Cioè, sembra un frigo del terzo mondo, dire che dentro non ci sono neanche le farfalle sarebbe anche troppo ottimista da parte mia... almeno me le sarei mangiate!

Cazzo... spalanco tutti gli scaffali finché non trovo qualche schifezza che, se non altro, mi chiuderà il buco allo stomaco. Apro il pacco di... crocchette per cani?? Da quando abbiamo un cane?? Ah si, quella sottospecie di essere a 4 zampe che mio padre si scarrozza in giro quasi fosse un cellulare... mah.

 

Alla fine mi è toccato fiondarmi su l’unico alimento commestibile e di non dubbia provenienza presente in questa dannata cucina... ovvero i cetriolini sott’olio. Uno schifo immondo ovviamente, ma cosa non si fa per sopravvivere...

 

Sgocciolando per tutta la cucina, vago come un vegetale mangiando schifosi cetrioli del cazzo e pensando a quella femmina, sexy all’inverosimile, che ha mandato in pappa totale la mia materia neuronica per due volte di seguito. E mentre navigo nella demenza del mio cervello, mi accorgo solo ora della presenza di un bigliettino sul tavolo della cucina...

 

 

Scusami se sono andata via così, avrei voluto salutarti ma dormivi così profondamente che mi è dispiaciuto svegliarti... infondo è stato un pomeriggio stancante. Spero di rivederti presto. Ho delle grane con il cellulare, quindi mi farò sentire io.

 

Una slinguazzata dove vuoi ragazzaccio.

Mayu

 

 

Una slinguazzata... la voglio ovunque!

 

Questa ragazza mi farà diventare pazzo. Avvolte dice e fa delle cose che... mi spiazzano totalmente. Attenderò la sua chiamata... nel frattempo cercherò di non morire di stenti prima di rivederla.

 

 

 

FINE 2°CAPITOLO

 

 

Linciatemi, vi autorizzo! Note dell’autrice... credo che Rukawa sia leggermente OOC, nei dialoghi ho cercato di essere il più fedele possibile al suo personaggio ma per quanto riguarda i suoi punti di vista, beh... d’altronde nessuno sa cosa passi per la testa del volpino, quindi mi sono presa il lusso di scatenare la mia perfida fantasia. Spero di aggiornare al più presto, baci e Mucho Love a tutti!

 

  
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