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Autore: RedDisposition    05/08/2014    1 recensioni
Ho unito la mia passione per i romanzi della Rowling e la passione per le mie due monelle preferite di glee, e ho creato una storia che, boh, non so come definirla. Pezberry con accenni Brittana e Finchel, il mio stile insomma.
#Dal Testo
–lo so che sei sveglia- sbuffò e si girò verso la ragazza –che c’è Berry? Sono le cinque di mattina, domani ho le audizioni per la squadra di Quiddic, squadra di cui fai parte anche te, lasciami dormire- la guardò, con la testa poggiata sul cuscino mentre fissava il soffitto con la sua gatta in mano, trovò per la prima volta quegli occhi, così concentrati a fissare qualcosa che neanche esisteva, per la prima volta scoprì la bellezza che celava sotto quella facciata egocentrica –perché non riesci a dormire?- le chiese la ragazza ebrea iniziando ad accarezzare il gatto –non è ora di fare conversazioni Berry- Santana si rituffò fra le coperte –io lo so che non sei così- .
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Rachel/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 4
-da quanto non parli con Brittany?- Rachel si ritrovò a domandare alla ragazza latina che la stava affiancando nei spogliatoi di Quiddic –da non so, molto tempo- Santana si tolse la divisa della squadra tornando nella sua tunica e nel suo golfino –non credi che sia peggio fare finta che lei non esista?- Rachel si era limitata a togliersi le protezioni marroni, adorava avere quella divisa, il golfino con una striscia d’oro che si allungava per tutto il suo petto e quei calzoncini panna aderenti le davano sicurezza, si sedette su una panca con la scopa al suo fianco –abbiamo vinto per quanto?- Rachel alzò gli occhi al cielo, odiava quando Santana cambiava discorso con un’altra domanda –hai preso il boccino d’oro quando io ho fatto il centocinquantesimo punto- Rachel mise la sua scopa al suo posto e tornò a sedersi sulla panca, chiudendo un attimo gli occhi –perché ti tieni sta divisa? Lo sai che non puoi andare a lezione vestita così vero?- Rachel sbuffò alzandosi –che mi importa, il minimo che possono fare è mandarmi dal preside- Santana la guardò con un sopracciglio alzato, per poi passare lo sguardo sul corpo della ragazza, pensò che quei vestiti attillati le mostravano le forme in modo perfetto, aveva un corpo da far paura “è un peccato nascondere un fisico come quello sotto una tunica” pensò, ma poi scosse la testa e quei pensieri poco casti che le si stavano formulando in testa scomparvero –che ti sta succedendo Rach?- Santana le si avvicinò, puntandole lo sguardo e attaccandosi come una calamita ai suoi occhi, Rachel boccheggiò qualche volta, finchè non ebbe il coraggio di parlare- io non..- la porta dello spogliatoio si aprì di botto facendo morire in gola le parole di Rachel, Santana si era ritrovata molto vicina alla ragazza e appena si era aperta la porta dello spogliatoio rivelando un’altra ragazza biondina che salterellava, si staccò di botto allontanandosi –Br..Brittany che ci fai qui?- la ragazza si fermò proprio fra Rachel e Santana –dobbiamo parlare- Rachel guardò la bionda, non era mai sembrata così seria in cinque anni –di..di cosa?- Santana lanciò uno sguardo a Rachel che fece spallucce –perché mi stai ignorando?- Santana deglutì –perché io..- non finì di parlare perché Brittany si era allungata verso di lei e aveva appoggiato le sue labbra su quelle della latina senza neanche preoccuparsi che Rachel fosse dietro di lei, Santana spalancò gli occhi, ma dopo un po’ li chiuse iniziando a ricambiare quel bacio. Rachel era rimasta bloccata a vederle, ancora scossa per la vicinanza di Santana qualche momento prima, si rese conto che stava difronte a due ragazze che si baciavano, una delle quali qualche minuto prima le aveva incollato gli occhi addosso, non riuscì a reggere quel peso, si girò e sembrando calma uscì dallo spogliatoio. Appena fuori la porta appoggiò le spalle contro il legno freddo e duro e guardò il soffitto lasciando andare qualche lacrima, si asciugò le guance con il golfino e camminò verso i dormitori –Signorina Berry quello non è un abbigliamento consono alle lezioni- Rachel non si girò per rispondere alla professoressa –lo so Professoressa McGranitt, sto andando a prendere la mia tunica dato che l’ho dimenticata- Rachel si girò un attimo sorridendole falsamente e poi continuò la sua corsa.
Arrivò nei dormitori e si gettò sul suo letto, la stanza era vuota, a quell’ora del pomeriggio tutti stavano a vedere la partita di Quiddic e subito dopo a lezione, Rachel però era troppo stanca per continuare ad ascoltare qualche professore parlare, quindi si era ritrovata a camminare per la sua stanza, finchè non si era stancata, si sedette sul letto di peso e sbuffò un paio di volte, indossava ancora la divisa e non aveva nessuna intenzione di toglierla, all’improvviso sentì un miagolio e la sua gatta fece un balzo saltando sul letto accanto alla ragazza –è tutta colpa tua! Se non fossi scappata quella sera non avremo mai stretto i rapporti! Vattene!- Rachel la fece scendere dal letto e si sdraiò, chiuse gli occhi ma non riuscì a dormire, dopo poco sentì picchiettare vicino la finestra, si avvicinò e aprì la finestra, un gelido vento di dicembre le arrivò alle ossa facendola rabbrividire, si guardò intorno e sbuffò notando che non c’era nessuno, tornò a sedersi ma sentì un verso che la fece sussultare, dopo poco un grande gufo le si parò davanti, lo riconobbe, il gufo di sua madre, che era diventato quello dei suoi genitori, parlava così con loro quando andava a scuola –ciao piccolo- gli accarezzò la testa e prese una lettera di suoi papà. La lesse e diceva che non ci sarebbero stati a casa per le vacanze, però lei ci sarebbe potuta andare a casa lo stesso, e che non doveva preoccuparsi perché sua nonna sarebbe andata spesso a vedere se le serviva qualcosa, sorrise perché sapeva che ancora qualche giorno e sarebbe potuta andare a casa, lontana da Santana –Rachel perché non mi hai aspettato?- la latina entrò in stanza quando ormai Rachel aveva finito di leggere quella piccola lettera –non stavi in buona compagnia?- accarezzò quel vecchio gufo per poi dargli qualcosa da mangiare, alzò lo sguardo verso Santana, aveva gli occhi che brillavano e un sorriso stampato sul viso –io devo portare il gufo dei miei alla torre dei gufi, ci vediamo dopo- Rachel si alzò e a si diresse alla porta –no aspetta, sei impazzita? Non puoi uscire con questo freddo con solo quei vestiti e per lo più da sola- Rachel alzò gli occhi al cielo –non sei mia madre- sbuffò –non preoccuparti vado con Finn- aggiunse in tono più dolce, Santana annuì poco convinta-va bene, ciao-.
 
-hai sentito quella strana storia sulle ragazze dei Grifondoro?- Rachel guardò Finn –quale storia?- il ragazzo le cinse le spalle –dicono che una delle ragazze del quinto sia gay- Rachel spalancò gli occhi –co..cosa ma che stupidaggine- Finn la guardò con un sopracciglio alzato –hei quale di voi è gay nasona?- i due ragazzi alzarono lo sguardo verso dei ragazzi che passavano per il corridoio, tutti serpeverde –andiamo ragazzi smettetela- Finn li guardò supplichevole –Finn preoccupati della tua ragazza, si dice che stesse parlando con quel ragazzo gay, quello con la faccia da tartarughina, su una ragazza- Rachel sbiancò e le venne in mente la conversazione con Kurt a lezione di difesa contro le arti oscure –ma che dite!- Finn sbuffò –andiamo Rachel- le mise una mano dietro la schiena e la riaccompagnò al dormitorio, dopo aver ricevuto un bacio dal suo ragazzo Rachel entrò nel dormitorio con le lacrime agli occhi, la sala grande era silenziosa e lei si sedette sul divano difronte al camino, scoppiò a piangere, si riferivano a Santana ovviamente, ma lei non poteva dirlo, doveva difenderla, alzò lo sguardo e si asciugò le lacrime –non posso permettere che le facciano del male- disse a bassa voce –parli da sola Rachel- la ragazza ebrea sussultò sentendo poco dopo un mantello che le cingeva le spalle –che ci fai ancora sveglia Santana?- si girò leggermente –ti stavo aspettando- si sedette accanto alla ragazza, che girò la testa per non farle vedere le lacrime –che ti è preso oggi? Guardami Rachel- le si avvicinò poggiando la sua mano su quella di Rachel –niente- disse –perché non mi guardi- la latina allungò una mano verso il mento di Rachel, la fece girare ritrovandosi a qualche centimetro dal suo volto, Santana deglutì e si allontanò velocemente, notò le sue guance bagnate e gli occhi che brillavano, ogni tanto qualche gemma liquida e salata le solcava le guance, aveva le labbra gonfie e la guance leggermente rosse –Rach ma tu stai piangendo- Santana le si avvicinò di nuovo –che successo?-  le prese il viso fra le mani e le asciugò le lacrime –dicono che una del quinto fra le Grifondoro è gay- Santana spalancò la bocca, le mani le caddero dal viso di Rachel –tutti credono sia io, perché mi hanno sentito parlare con Kurt di, ehm, perché mi hanno sentito parlare con Kurt- Santana alzò un sopracciglio –cosa? Devi difenderti Rachel!- Santana si alzò di scatto –faranno del male a te- si alzò anche la ragazza ebrea che le mise le mani sulle braccia –ma vedi che ti hanno fatto?- Santana intrecciò le sue dita a quelle di Rachel –non fa niente, sto bene- si asciugò l’ultima lacrima, per poi essere sommersa dalla stretta di Santana che le aveva schioccato un bacio fra i capelli, gustando subito il suo odore –fra un po’ ci saranno le vacanze Natalizie e non ci penseranno neanche più- Santana sciolse l’abbraccio e le porse una mano –andiamo a riposare?- Rachel annuì sorridendole e prendendole la mano.
 
-casa dolce casa!- urlò Rachel ritrovandosi fuori al suo attico di New York, dopo un lungo viaggio in aereo e uno nell’espresso di Hogwards poteva finalmente rilassarsi e godersi le vacanze, aveva trascinato il suo baule fino all’ultimo piano, dato che l’ascensore era occupato e non le andava di aspettare, era stanca morta, era partita da scuola di mattina e ora si ritrovava a casa che già era sera. Guardò la porta davanti a lei, ritagliata in legno con il numero “208” in oro. Iniziò  a cercare nella sua borsa le chiavi, sbuffò un paio di volte dato che non riusciva a trovarle, si guardò in torno e quando fu sicura che non c’era nessuno estrasse la bacchetta –accio chiavi- disse, ma niente, le chiavi non comparivano –dannato adduco maxima- sbuffò, si guardò di nuovo intorno e stanca puntò la bacchetta verso la serratura –Alohomora- la porta si aprì lentamente, facendo sospirare Rachel che corse all’interno della casa, sorrise e si gettò sul suo salotto –Baule locomotor- agitò la bacchetta e il baule si fece strada fino alla stanza di Rachel, la ragazza sospirò, sentì il telefono trillare  e corse verso di esso, ci mise qualche minuto per ricordarsi come si rispondeva –Casa Berry, chi parla?- Rachel si portò il cellulare portatile all’orecchio  sul divano –hei tesoro- Rachel riconobbe immediatamente la voce di suo padre –hei papà, salutami Hiram- sentì dall’altro lato un borbottio –allora dov’è che siete?-  Rachel si scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio –in una città vicino Porto Rico- Rachel sorrise pensando che magari avrebbero potuto incontrare Santana, sorrise ancora di più al pensiero di Santana senza golfini e divise, con i suoi abiti, magari in costume –Rachel tesoro ti sei addormentata?- la ragazza scosse la testa per far scomparire il pensiero di Santana in costume –no papà, sono qui, scusami ho sonno, ora vado a farmi un bagno, sono appena tornata- la ragazza sentì i suoi papà salutarla e corse verso il bagno, sorrise vedendo la sua grande vasca idromassaggio, la preparò e dopo qualche minuto si gettò dentro, pensò a quello che avrebbe fatto nel suo attico per tutte le feste, le sembrò una cosa un po’ malinconica, ma almeno non sarebbe dovuta andare a lezione, e poteva usare la magia essendo sola.
-Rachel tesoro svegliati- la ragazza aprì gli occhi ritrovandosi una vecchietta adorabile che le accarezzava una guancia –nonna!- si alzò e corse ad abbracciarla –tutto bene tesoro?- Rachel annuì –ti ho preparato la cena- Rachel sorrise e si sedette a tavola, iniziò a mangiare –come va a scuola?- Rachel ingoiò il suo boccone –alla grande, abbiamo vinto la prima partita di Quidditch, io e Santana abbiamo scelto una squadra perfetta- prese un altro boccone –abbiamo affrontato un Ardemonio a forma di serpente di fuoco lo sai? E mi ha curato le scottature- la nonna annuì –tutto ciò l’hai fatto con questa Santana? Scusa ma non era quella ragazza che non si apriva?- Rachel annuì –abbiamo stretto molto i rapporti ultimamente- Rachel parlava di Santana in un modo così sognante che anche sua nonna se ne era accorta –sei sicura che sia solo un’amica?- Rachel quasi si strozzò –certo che lo è- disse convinta quando smise di tossire –va bene- disse la nonna, non ci credeva tanto –comunque, lo so che non è ancora Natale, ma ti ho fatto un regalo- la donna anziana si alzò dalla sedia e stiracchiandosi la schiena prese un piccolo baule –cos’è nonna?- la donna le sorrise – un piccolo molliccio, sono degli esseri che si trasformano in tutto ciò che ti fa paura- Rachel fece per aprire bocca –si lo so è spaventoso, ma se si usa l’incantesimo appropriato diventano divertenti- Rachel la guardò interrogativa –dai apri ti faccio vedere- Rachel aprì il baule e una creatura che cambiava forma velocemente si fece avanti, si ritrovò difronte sua nonna, che aveva preso la sua bacchetta , il molliccio si trasformò un serpente a sonagli enorme –ridiculus!- urlò la vecchietta, la coda del serpente fece una giravolta su se stesso ritrovandosi un nodo che gli bloccava la circolazione, Rachel scoppiò a ridere –grazie nonna- le si avvicinò abbracciandola –ora vai a dormire, io torno a casa che si è fatto tardi- Rachel le sorrise e le schioccò un bacio dirigendosi verso camera sua.
Rachel si alzò di cattivo umore quella mattina, si era dimenticata il chiasso che c’era a New York –ogni anno la stessa storia- disse ad alta voce, arrivò in bagno, si lavò la faccia e indossò una delle sue immense felpe, sentì il campanello suonare –arrivo- corse verso la porta, urtando con il piede contro il tavolino che stava davanti al divano –ma che diamine, chi l’ha messo lì- disse per poi arrivare saltellando alla porta –cosa c’è non..- si bloccò quando aprì la porta e non si ritrovò sua nonna –ciao- la voce dell’altra ragazza era timida e bassa –che ci fai qui Santana?- la guardò con la bocca spalancata e ancora il piede dolorante, si fece spazio per lasciarla andare –ho bisogno di parlare con qualcuno prima di tornare a scuola- Rachel la fece accomodare e le si sedette accanto –sei arrivata da Porto Rico solo per parlarmi?- Rachel la guardò sbalordita –non ho amiche nella mia citta, tutti mi definiscono come la ragazza strana che ha perso i genitori e che in inverno sparisce- disse con la voce tremante –cos’è successo?- Rachel la guardò intensamente –ho detto ai miei parenti che sono gay- Rachel sorrise –ora non ho più una casa, sono venuta a parlartene prima di partire per Hogwards, passerò lì le mie vacanze- Santana si alzò e si avvicinò alla porta –neanche per sogno, non ti lascerò andare a scuola a Natale, resta qui- Santana si girò –sto da sola almeno mi fai compagnia- le si avvicinò e l’abbracciò –è un periodo difficile, ti aiuterò io- Santana annuì –sei sicura che posso restare?- Rachel annuì –certo, fa come fossi a casa tua, dov’è il tuo baule?- Santana le sorrise –l’ho lasciato giù- Rachel le prese il polso e si fece seguire in cucina –manderò il portiere a prenderlo, nel frattempo che ti va di fare? Io stavo per fare colazione, vuoi che ti prepari qualcosa?- Santana scosse la testa –l’ho già fatta in aereo- le sorrise e si sedette su una delle sedie difronte a lei –perché non sei andata da Brittany?- Rachel le chiese all’improvviso –perché- Santana fece una pausa –non lo so, sarà che Britt vive in Irlanda, oppure perché volevo dirlo a te e basta- abbassò la voce all’ultima frase –cosa?- Rachel alzò la testa dal suo pancakes vegano –Rachel sta suonando il campanello- Santana si girò verso la porta –si, ho sentito, tornò subito, sarà la nonna- Rachel corse verso la porta –buongiorno tesoro- Santana sentì una voce dolce e delicata avvicinarsi sempre più alla cucina –oh salve, Rachel non mi avevi detto che avevi compagnia- Santana sorrise alla donna –no, è stata colpa mia, mi sono presentata qui senza preavviso, sono Santana comunque- la ragazza si alzò sorridendo alla donna –oh, allora sei tu Santana, la famosa Santana- Rachel fulminò sua nonna con lo sguardo –va bene, nonna come vedi sto bene ora puoi andare- Santana sghignazzò senza farsi sentire –si, vado, mi raccomando non fate troppe magie- la donna fece un occhiolino a Santana e andò via –è tua nonna?- Rachel annuì –siete uguali- Rachel le sorrise –assomigliavo a mia madre che era la perfetta copia della nonna, è una strega anche lei- Santana rimase un attimo in silenzio, comprese il tono malinconico di Rachel subito –cosa fai qui di solito per divertirti?- la ragazza ebrea le sorrise –canto, conosco una ragazza che mi fa accedere a Broadway tutte le volte che mi pare- Santana annuì –hai degli amici tu qui?- Rachel scosse la testa –ho litigato con la mia migliore amica l’ultimo anno di medie, e lei si è portata via tutte le mie amiche, quindi no, sono sola- la ragazza ebrea indossò le scarpe –dove vai?- Santana seguì tutti i suoi movimenti –Andiamo a divertirci a New York- le sorrise schioccandole un bacio sulla guancia
  
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