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Autore: blonde eingel    06/08/2014    0 recensioni
Poco prima che cominciasse la 5 stagione di gossip girl avevo pensato a un possibile seguito della stagione di questo telefilm e mi era venuta in mente un'idea piuttosto fantasiosa: la comparsa di un nuovo strepitoso,unico e particolare personaggio,legato molto a UNO dei protagonisti e che avrebbe rivoluzionato la storia di gossip girl. Di consegeunza ecco qui una nuova incredibile storia con una protagonista molto più interessante di una sage,di una ivy o Lola,qualcuna che abbia il vero carattere da Upper east side,qualcuno che sia abbastanza simile ai vari protagonisti di gossip girl ma allo stesso tempo che abbia un passato,una intraprendenza e una tenacia davvero unici! volete sapere di che si tratta? Allora leggete :*
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Da buon proprietario d’hotel,chuck bass risiedeva nella suite più bella,spaziosa ed elegante dell’Empire. Quella non era stata una semplice camera d’hotel, ma un luogo in cui i limiti non erano mai stati rispettati,gli scandali e le feste avevano sempre superato il limite consentito. Donne di tutto il mondo avevano varcato quella porta,uomini d’affari,persone importanti,a volte anche amici,parenti….. Tuttavia era un luogo molto importante,vietato oserei dire a tutti coloro che non ne erano,purtroppo,degni. E probabilmente katlin faceva parte di quest ultimo gruppo di persone,lei ,in situazioni normali,non avrebbe dovuto assolutamente entrare lì. Eppure lei era li,con nate,una valigia rossa in mano, un segreto da confessare. Rimase ammaliata quando le porte si aprirono, non erano certo cose a cui lei,quattordicenne del new jersey, era abituata. “eccoci qui” mormorò Nate e prendendole la valigia si avviò in camera sua,avvisandola che sarebbe tornata a momenti. La ragazza ,senza prestargli troppa attenzione annui. Sentì vibrare il telefono,guardò chi chiamava e lo spense. In quel momento entrò nella stanza chuck , il quale, senza nemmeno guardarla esclamò “ ti avevo detto di andartene!” e si versò un bicchiere di schoch “ non so come tu abbia fatto ad entrare qua,dovrò licenziare Alfred per la sua inettitudine..” “non è colpa di alfred” disse Nate ,ritornato. “nathaniel,non mi vorrai dire che è opera tua, non ne capirei il motivo….” “chuck lei parlava sul serio…” “oh ti prego,pure tu?” “prova almeno ad ascoltarla “ “tu non provare a dire cosa devo fare!” “non fare l’immaturo e parlaci “ “sono stanco di te,adesso basta! “lei non è Blair,chuck! Va bene!? Cercare di allontanare tutti non provocherà in te meno dolore! Non te la riporterà! Quindi smettila di comportarti in questo modo e parla con lei,è venuta dal new jersey solo per poterti parlare, merita un po’ della tua attenzione e di essere ascoltata!” sbottò nate furente e si buttò sul divano,aspettando la sua reazione. Chuck non parlò per qualche secondo,tenne lo sguardo basso e si scolò un altro bicchierino. Poi le fece un cenno. Katlin non sapeva cosa volesse significare cosi’ guardo nate che la incitò a parlare. Lei si fece coraggio e cominciò:” mi chiamo Katlin,ho 14 anni e vengo dal new jersey….come avevo detto prima io ..” e qui esitò a continuare “sono tua sorella, o meglio sorellastra per essere più precisi! Mio padre era Bart Bass,quando era più giovane ebbe una relazione con mia madre che allora aveva 26 anni. Non durò molto,giusto un paio o forse tre mesi e poi lui ripartì e tornò nel suo mondo. I due si lasciarono abbastanza bene finchè mia madre non scoprì di essere incinta di me. Ma,contro il parere di mia nonna, lei volle tenermi,nonostante avesse potuto mettere a rischio la sua carriera in legge e avesse potuto perdere tutto,decise di non darmi in adozione ,senza dire niente a Bart però,non voleva incasinarlo e così….io nacqui,senza mai sapere nulla sulla vera identità di mio padre. Poi..” “aspetta un attimo…” mormorò chuck all’improvviso in maniera scorbutica e alzandosi in piedi “non mi importa sapere la tua vita tutta al contrario..perchè sei qui,proprio adesso? Hai 14 anni no? Cosa è cambiato? “lo stavo appunto per dire !” ringhiò Katlin esasperata e lanciandogli uno sguardo fulminante. Chuck era sorpreso. “sono qui perché mia madre è da circa una settimana in prigione per abuso e spaccio di stupefacenti…grazie a una cauzione ristretta dovrebbe scontare 4 o 5 mesi anziché 3 anni. Ultimamente aveva avuto non pochi problemi così era diventata una tossica” “ma non faceva legge?” chiese Nate. Katlin arrossì e abbassò lo sguardo; una sensazione molto familiare l’avvolse e la penetrò nelle viscere :il senso di colpa. Perché sapeva in cuor suo che tutta la colpa apparteneva a lei e che era stata solo un problema nella vita di sua madre. Ogni suo respiro era un respiro tolto alla carriera,alla felicità,alla ricchezza della madre, un dolore costante,un ‘insoddisfazione continua. La nonna lo ripeteva sempre,dopotutto. “non è mai riuscita a laurearsi per bene,troppe complicazioni…comunque mia nonna,a cui era stata data la possibilità di essere la mia tutrice ha rifiutato, diceva di essere davvero impegnata al momento così mi ha lasciato un po’ di soldi e mi ha lasciato libera. Per quanto mi piaccia stare sola, non potevo passare 4 mesi cos’ì e ho deciso di fare il test di paternità all’insaputa di tutti ….ma ho scoperto che…” “bart era morto” concluse chuck sospirando e guardandola,finalmente,negli occhi. Erano di un marrone scuro accecante e magnetico. Katlin sentì un brivido. Chissà se faceva lo stesso effetto anche agli altri.. Lei non resse lo sguardo e lo girò da un'altra parte. “già…comunque ho saputo anche di te e di jack e ho deciso di venire qui,tentare di parlarti” “e hai fatto tutto da sola?” domandò di nuovo nate sorpreso. “si,i soldi non mi mancano,almeno non per ora ,mia nonna si chiama Emily Conradon, ha….” “un’impresa multinazionale di valore sopra il milione con buoni agganci in tutto il paese “mormorò chuck. L’aveva anticipata di nuovo e ciò irritò non poco katlin la quale inarcò le sopracciglia a mò di domanda e chuck disse semplicemente “la conosco,è piuttosto famosa” “Così eccomi qui” Già perché adesso che aveva raccontato tutto,non sapeva più che fare . non aveva immaginato cosa sarebbe potuto succedere in seguito a un “no”,questo perché era una gran sognatrice; Ma come aveva detto chuck,qui non eravamo in una favola e si sarebbe ritrovata per strada se lui non l’avesse voluta con se. Così attese. Attese un cenno,un sorriso,una parola,qualsiasi cosa insomma. Dopo un prolungato periodo di silenzio chuck si alzò dal divano,prese il bicchiere e si diresse verso la camera. “ho bisogno di pensarci un po’” sussurrò debolmente e si chiuse la porta alle spalle. La ragazza si lasciò cadere sul divano,il cuore, che batteva fortissimo per il nervosismo ,non dava segno di calmarsi ed era indecisa sul da farsi. Per quanto la situazione fosse assurda, covava in se una grande speranza ,nonostante cercasse di pensare al peggio per essere più preparata. Ma se chuck avesse accettato lei e la sua storia, sarebbe potuto cambiare tutto,avere finalmente la famiglia che desiderava. I suoi occhi divennero umidi: aveva evitato di raccontare che la sua via nel new jersey era un inferno, dato che sua madre le urlava sempre di tutto e sua nonna l’accusava di essere la rovina in persona. Non solo aveva pochi amici ma si era anche sempre sentita un’estranea nella sua vita, come se fosse stato un “giocattolo difettoso “da prendere a pugni e usarlo solo per distruggerlo ancora di più. E tornare a quella vita un ‘altra volta era una prospettiva orribile a cui era meglio non pensare. Nate la guardava profondamente da sotto gli occhiali e nei suoi occhi vide la pietà,ciò che odiava di più al mondo. Non c’è la fece più. Doveva andarsene subito o sarebbe scoppiata. Si alzò di scatto,prese la borsa e andò via dalla stanza senza girarsi. Arrivò alla hall,uscì dalla porta principale di corsa e ,sempre correndo, si allontanò da li in direzione del Grand Zero ,girò l’angolo e in un attimo fu ingoiata dalla folla. …….. “è andata via” “CHE COSA!? E DOVE è ANDATA!?” “non lo so,è scappata senza un motivo, su due piedi!” “E TU SEI RIMASTO LI A GUARDARE !?” “BE NO MA…ODDIO CHUCK SMETTILA SEMBRI MIO PADRE!” Chuck e nate litigavano furiosamente nella camera da quando chuck era tornato e aveva visto la stanza vuota ,senza katlin insomma . “dobbiamo trovarla,muoviti!!” esclamò quest ultimo con ardore e in pochi minuti uscì dall’hotel e salì sulla sua limousine. Nate avrebbe fatto il giro a piedi,nel caso fosse stata ancora nei paraggi. La cercarono a lungo e disperatamente ,per più di due ore e si sentivano entrambi in colpa e molto preoccupati. “ha solo 14 anni dopotutto,poteva accadergli di tutto. Lei non è come noi alla sua età. Non è abituata a questa città,alla gente di qui. Viene dal new jersey ,dio santo , un sottospecie di stato risalente al paleolitico!” pensavano entrambi. Finalmente dopo vane ricerche Chuck dalla sua limousine la scorse davanti ad una fermata della metropolitana ormai in disuso così uscì dalla limousine e prese a correre. Katlin era proprio lì e piangeva. Cercava di levare le lacrime dal suo viso ma non otteneva alcun risultato. Stava seduta sul muretto ,faceva penzolare le gambe e teneva la borsa accanto a se. I capelli,invece, li aveva uniti con un tuppo disordinato con ciocche che uscivano accanto al suo volto. Non si accorse di lui finchè non se lo ritrovò davanti,ansante. Non correva spesso. Lo fissò negli occhi con fare affranto ma deciso e solo in quell’istante chuck capì che non poteva fare più a meno di lei,che anche volendolo,non avrebbe potuto simulare di non avere una sorella. Lui la voleva con se e non c’era niente su cui pensare! Ma tutto ciò non lo disse,dopotutto non era un sentimentale. “perché sei qui,in questa vecchia stazione?” le chiese. “venivo qui una volta all’anno, da bambina intendo,con mia madre. Lei adorava new york, l’amava ma non poteva vivere qui per via di mia nonna così mi ci portava in gran segreto e ci divertivamo tanto…C’erano delle stelle un tempo,disegnate sui muri di questa stazione. Io pure l’avevo disegnata a 6 anni. Ora però non ci sono più. “ rispose piano. “katlin,mi dispiace se ti ho fatto aspettare,capisco perché sei scappata,non sei la prima che scappa da me,ho un pessimo carattere,lo ammetto. Tu sei stata molto coraggiosa e io ti ho trattato come una serva. Mi scuso di ciò. Ma ci ho pensato per un po’ e …io davvero credo che tu debba….insomma” dimenticava le parole,era confuso ,non sapeva che dire. “insomma…..non andarene katlin,resta qui a new york. Ti aiuteremo io e nate. Io ti aiuterò” concluse offrendole una mano. lei scoppiò a piangere di nuovo e strinse la mano con la sua, sorridendogli. “è un si no?” “certo che lo è,resto,resto…..”rispose con entusiasmo “dove vuoi che vada? Scese dal muretto con un balzo e lo prese a braccietto. “ grazie chuck, seriamente, non sei così male come ti dipingono i giornali,sai?” Lei sorrise,lui pure e insieme si avviarono verso casa.
  
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