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Autore: oscar4ever    08/08/2014    5 recensioni
Un cotillon,un ballo da cui dipende il futuro del casato Jarjayes,due sorelle che mai potevano essere più diverse,Oscar e Marie,Fersen,un principe erede,le rose bianche...tutto quello che non avevate osato mai immaginare è accaduto. Liberamente ispirato dalla storia di Sissi di Baviera. NON UCCIDETEMI,MA RECENSITEMI. XD
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Generale Jarjayes, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I raggi del sole l'avevano colta dispettosamente nel bel mezzo del suo sonno ristoratore. Erano solamente le cinque del mattino e Oscar si alzò dal letto non senza sbuffare in quanto sapeva benissimo che giorno era quello,il giorno prima del gran ballo, e voleva,desiderava con tutto il cuore non essersi mai alzata. Avrebbe dovuto sopportare il gran dafarsi e andirivieni di domestiche,sua sorella che dava di matto e un clima festoso per niente consono al suo umore odierno. A rincarare la dose c'era il fatto che avrebbe dovuto sopportare tutto questo non solo a casa,ma anche nel suo luogo di lavoro. E NO! QUESTO ERA TROPPO! Riluttante si alzò in piedi e andò a fare colazione da sola questa volta,dato che sapeva benissimo come Nanny,Andrè e tutti stessero lavorando e non voleva certo disturbarli per una cosa che poteva benissimo fare da sola. Andò dunque nel piano inferiore riservato alla servitù e entrò nelle cucine. Apparte il gran numero di utensili da lavoro non si sarebbe potuto considerare quel luogo riccamente ammobiliato oppure "degno di un nobile",ma era vivo,frequentato e in grande subbuglio e questo le piaceva tantissimo. Appena entrata Nanny le venne incontro salutandola calorosamente e abbracciandola. Il suo profumo di buono pervase Oscar che ritrovò subito il suo buon umore. Lei era l'unica cosa che non era cambiata,non è cambiata e non cambierà mai,ne era certa.
-BAMBINA CARA!Vieni presto che ti preparo la cioccolata calda!Su su sbrigati che oggi devi prepararti anche tu!Ti acconcerai i capelli,ti metterai un abito da donna,ti culleranno un sacco di braccia di un sacco di pretendenti,sarai bellissima e...-
-E indosserò l'alta uniforne-disse Oscar ridendo quasi compiaciuta,sorseggiando con molto gusto la tazza di cioccolata calda aromatizzata per l'occasione con il peperoncino,un aroma che ti entrava nei polmoni e ti resuscitava da ogni senso di nausea e stanchezza.
-Ma BAMBINA CARA tu NON PUOI FARLO!Sai benissimo che questa è un'ottima occasione per trovare marito anche per te! E poi che cosa vuoi che dica il Principe di Fersen? Lui verrà quì questa mattina per le 9 e come vuoi che ti trovi? Vestita come un uomo? Non è conveviente! Lui viene da un altro paese!Può non essere abituato a certe "usanze"!-
-Non mi interessa!E' mia sorella che deve sposare! Io andrò al ballo con l'alta uniforme!Inoltre ricordati che devo comandare i soldati della guardia reale questa sera,dunque SARO' IN SERVIZIO-disse con un tono che aveva dell'orgoglioso e del canzonatorio allo stesso tempo.
-Va bene bambina cara,se tu lo vuoi...-replicò Nanny piccata e sconsolata. Finito di bere la cioccolata calda uscì dalle cucine e ritornò ai piani di sopra,verso la sala d'armi dove stava per entrare e prendere un fucile per esercitarsi al tiro quando suo padre la fermò e con aria severa ma non imperiosa le disse
-Vai ad esercitarti Oscar?-
-Si padre-rispose Oscar
-Vedi di essere di ritorno per le 9,in quanto il futuro sposo di tua sorella verrà a casa e vorrà di certo rivedere la famiglia al completo d'accordo?-
-Come volete padre-disse senza batter ciglio. Uscì dalla stanza. Non vedeva l'ora di andare a cavallo,di lanciarsi al galoppo e di riempirsi i polmoni d'aria. Era solita andare a sparare ad Arans,dove dominavano distese d'erba incontaminate e dove i rumori degli spari non avrebbero dato fastidio a nessuno. Andò verso le scuderie e trovò Cesar sellato e pronto per essere montato,ma non Andrè. Si sentì triste allora,avrebbe tanto voluto cavalcare con lui prima di incomeìinciare la giornata piena di impegni.

 
***
Era sbarcato nel nord-ovest della Francia e ora era in viaggio per Parigi,un viaggio lungo e molto impervio che lo avrebbe portato a trovare la sua futura moglie ...già ...la sua futura moglie. Mentre i suoi genitori dormivano egli ne approfittò per vedere,grazie alla luce di una luna piuttosto piena,alcuni stralci di paesaggi e città. Lo scenario che gli si aprì alla vista fu sconcertante;uomini che si aggregavano in bande e preparavano assalti ai panifici,ragazze coperte di lerciume che vendevano il loro corpo la notte perchè non avrebbero avuto di che sfamarsi l'alba del giorno dopo,risse nei bar,alcolismo dilagante e depressione;lacrime e ancora lacrime erano l'unica cosa che tutti questi esseri viventi al limite dell'umano avevano in comune oltre la terribile situazione. Vide povertà,sporcizia e desolazione. Li vide con i suoi occhi. Immagini forti che egli ben si impresse nella mente.
-Questo è ciò che accade quando si sposa una regina bellissima e niente più- pensò cupo e molto ponderatamente-Perchè un popolo deve essere ridotto così? Non è esso lo specchio di coloro che lo governano? Perchè devono pagare il prezzo degli sperperi dei loro aguzzini governanti? Io amo il mio popolo,non lo ridurrò così e sceglierò per esso una regina capace e in grado di offrirgli amore e protezione come ad un figlio. Sì,farò questo e sceglierò Oscar. Dannazione! E' possibile che la persona più importante di Svezia non possa essere libero di scegliere se servire il suo popolo o fare un torto quasi irreparabile nei confronti dei propri genitori? Davvero non posso?- detto questo si addormentò in un sonno leggero e certamente non ristoratore. Aveva paura. Per la prima volta aveva davvero paura di fare il passo falso,la mossa sbagliata nello scacchiere perfetto e ben oleato da generazioni prima di lui.

 
***
Il vento tra i capelli,sulla pelle,nei polmoni.Le prime luci dell'alba che coloravano il cielo quasi a voler prendere fuoco.Lei e il Vento.Lei e il Sole.Lei e il fuoco.Freddo.Caldo.Non chiedeva altro. Non voleva altro. Era una sensazione di totale rigenerazione e comunione con la Natura nel Suo più profondo. Scese dal cavallo e lo legò ad un ramo di una possente quercia e poi prese il sacco da cui estrasse le bottiglie da usare come bersaglio. Fece per andare a sistemarle quando una voce,nella luce fuioca dell'oramai prime luci dell'alba disse
-Aspetta. Ci penso io.- Era Andrè. Ma dove diavolo si era cacciato?A quest'ora poi? Da quali posti ritornava?Oscar colse questi pensieri al volo e disse
-Andrè!!Ma dove ti eri cacciato?Ti ho cercato nelle scuderie!Mi hai fatto preoccupare!-
-Ero andato per fatti miei in città,nulla di preoccupante,stai tranquilla-
No. Mentiva. Mentiva spudoratamente. Puzzava di alcol. Aveva bevuto. Eccome se aveva bevuto. Una bottiglia dolo l'altra. Doveva ringraziare le fioche luci dell'alba altrimenti Oscar si sarebbe accorta che vacilava. L'avrebbe persa Oscar,la sua Oscar. Già. L'aveva vista,la sala grande da ballo a Versailles,lui la conosceva molto bene. Sapeva benissimo che in quell'occasione oltre a Marie anche Oscar avrebbe preso marito,sarebbe stata corteggiata,da decine di mani e volti incipriati di damerini improfumati e imbellettati. Era così che funzionava. Tra i nobili. Provò disgusto al solo pensiero. Esposte loro due come merce da vendere. E lui. Niente da offrire per poter pensare che il padre di lei possa scegliere lui anzichè il più vile tra i nobili. Loro avevano un titolo nobiliare. Lui No. Titolo .Loro. Nulla. Lui .Titolo. Nulla .Loro. Lui. La testa cominciò a vacillare e svenne battendo la testa su uno dei sassi. Oscar immediatamente scattò in avanti lo prese pre il busto e lo issò sul suo cavallo. Per oggi niente addestramento. Andrè doveva essere curato. Immediatamente fece ritorno al palazzo dove Nanny per poco non svenne alla vista di suo nipote con sangue alla testa. Venne sistemato in camera sua al piano terra del palazzo e le venne ripulita alla buona la ferita dal sangue. Fu prontamente chiamato un dottore che prestò le dovute cure.
-Una lieve contusione,non preoccupatevi,per stasera si rimetterà-disse pacato il dottore alle due donne che lo stavano osservando con aria preoccupata,sentendo il bisogno di dare loro una risposta di conforto
-Grazie dottore,grazie davvero-disse Nanny quasi commossa

 
***
La carrozza della famiglia reale Svedese era arrivata col suo seguito,a dire il vero modesto,di guardie,servitori e bagagli. Al primo rumoreggiare Marie saltò giù per le scale non curante dei tacchi che portava. Era davvero deliziosa Marie,spontanea per le cose belle;portava davvero uno slancio di freschezza e vita in una Parigi completamente dilaniata dalla povertà.
Indossava un vestito floreale con un corpetto elaborato con merletti e pizzi di ogni sorta che metteva in risalto già le sue ben sinuose curve,ingentilendole ancora di più. Si era raccolta solamente la parte superiore dei capelli con un fermaglio ricco di diamanti che Oscar riconobbe essereun gioiello di famiglia,mettendo in risalto la loro lunghezza e la loro invidiabile boccolatura. Le sue labbra erano state tinte da un rossetto color cremisi che la rendeva ancor più irresistibile.
-Aspettatemi! Sto arrivando!- A quelle parole tutta la famiglia attese che Marie scendesse dalle scale e succesivamente,dal generale alla madre,passando per Oscar e Marie,si prepararono a dare il loro caloroso benvenuto alla famiglia reale svedese. Rimasero a dir poco spiazzati nel notare che la più illustre famiglia di Svezia vestiva panni sobri e poco inclini al rivelare il loro rango. La regina,la prima Erede Primogenita della storia contemporanea indossava solo una fila di perle e un abito celeste dalle poche smerlettature. Il re non aveva appuntati sul suo petto i gradi di generale supremo della marina svedese e capo di stato maggiore della difesa,cosa che fece ben impallidire il generale Jarjayes che si era vestito con l'uniforme migliore che avesse dopo l'alta uniforme da ballo. Poi scese lui,Hans. 70 svenimenti tra le cameriere in forza a casa Jarjayes. Soccorso immediato da parte dei domestici che cominciarono già a non averlo tra le loro simpatie. Aveva un libro in mano,l'opera omnia del poeta Virgilio. vestito come un qualsiasi studente universitario di Parigi. Oscar tirò un enorme sospiro di sollievo sapendo che c'erano al mondo nobili che non davano importanza all'apparenza.
-Vorrei darvi il nostro caloroso bemvenuto nella nostra residenza ufficiale a nome di tutta la mia famiglia,vostre altezze reali. Spero il viaggio sia stato leggero e comodo- Nel dire ciò si avvicino alla regina,le prese la mano e la baciò,prodigandosi anche in un inchino.In quanto a formalità il Generale era I-M-B-A-T-T-I-B-I-L-E,pensò Oscar
-Vi ringrazio calorosamente,caro generale Jarjayes. Non datevi ulteriori pene per noi. Suvvia,non vedo l'ora di rivedere Marie. Dicono che la sua bellezza sia seconda a nessuna in Francia-
-Ossequi,cara zia (era usanza chiamare zia la regina o imperatrice madre che sarebbe poi diventata suocera della futura sposa dell'erede n.d.a.)-disse Marie nel suo tono più cordiale.
-Mio Dio di Grazia! Vieni qui cara bambina! Sei ancora più bella di quanto dicano- La baciò sulla fronte. Hans era rimasto folgorato,era davvero una creatura divina Marie,ma,come pensava,anche un po' frivola. Forse non per colpa sua,ma era vestita addirittura più riccamente della Regina Madre,con un fermacapelli di diamanti. No,non era quella la donna che doveva sposare, non era questa la donna a cui affidare la Svezia.
-Carissima Marie,la vostra fama di donna affascinante vi precede. Spero non abbiate mietuto altri cuori di giovani pretendenti prima di me- Disse con un tono caldo,quasi ammaliatore. Altri 70 svenimenti da parte delle cameriere di casa Jarjayes. Si. I domestici lo odiavano proprio stò Hans merluzz come si pronunc De Fersen.
-Tu devi essere Oscar,invece-disse la Regina,interrompendo un piccolo siparietto di silenzio - Tale padre tale figlia,mi dicono siate coraggiosa e battagliera;davvero inusuale in una nazione come la nostra. Inoltre non dispiacete allo sguardo affatto- rise la regina.
-Sono una vostra umile servitrice-.
La regina cominciò a scrutarla,come se fosse sotto i raggi laser (scusate la similitudine moderna n.d.a.). Era questa dunque la donna che Fersen le aveva detto di amare? Era alta,altissima e ispirava superbia,fierezza e aveva innato uno spirito battagliero e un fuoco che la Regina poteva benissimo percepire. Anche oltre la camicia dal taglio maschile e i pantaloni color marrone. Aveva dei capelli lunghissimi e indomabili,degli occhi blu profondissimi e delle forme che,anche dentro abiti maschili,avrebbero fatto invidia a molte donne. Tuttavia no. Non era adatta al ruolo di regina. Doveva essere una figura sommessa al fianco del re e lei non lo sarebbe stata. No. Non l'avrebbe sposato. Entrarono in sala da pranzo e consumarono le portate piuttosto in fretta dato che c'erano all'orizzonte prove generali degli abiti e delle pettinature all'orizzonte. Madame Jarjayes fece gli onori di casa e disse
-Ebbene ora le ragazze vadano a riposarsi,aspetta loro un pomeriggio molto afaccendato,che gli uomini vadano pure in biblioteca a ricrearsi con qualche buona lettura-
-Veramente io vorrei andare a cavallo e visitare la vostra tenuta signor Conte- disse il principe in tono chiaro e cristallino
- Con piacere. Oscar! Accompagna tu il conte a fare un giro della tenuta- Tutto purchè non fosse costretta a rimanere a casa e subire il supplizio di sentire Marie cinguettare per ogni abito prezioso che le verrà messo davanti,pensò Oscar
-Come desiderate-
Vennero subito sellati i cavalli e i due andarono subito al galoppo. Provavano le stesse sensazioni di oppressione nei confronti dell'etichetta. Volevano essere liberi. liberi per un giorno,forse l'ultimo,di essere loro stessi. dopo mezz'ora di corsa a ostacoli volta a evitare i muretti di rudimenti decaduti nei boschi trovarono un posto all'ombra vicino ad un torrente per far riposare e abbeverare i cavalli. Fortuna volle poi che quell'ombra era dovuta alla presenza di un albero di melo. Tanto meglio. Le mele fanno bene
-Siete un ottima cavallerizza. Come ricordavo del resto- disse il ragazzo con un tono sincero e che aveva dell'ammirato
-Grazie. E voi siete molto migliorato. Come ricordavo del resto-
-Touchè- disse Fersen. Lei se lo ricordava. Veniva battuto sempre -Perfavore,possiamo darci del tu?Almeno fuori dalla portata dei nostri genitori ah ah ah !-
-Ah! Menomale! Tutta questa formalità mi stava dando allo stomaco sinceramente!- Disse Oscar ancora una volta rasserenata. Si sdraiò all'ombra del melo e aprì le braccia,offrendosi tutta alla terra
-Senti Fersen,senti la forza della Natura che fa tutto perfetto. Non ci sono errori. Non c'è il giusto e lo sbagliato,il ricco e il povero,il fortunato e non. Chi l'ha dura la vince. questo è il concetto madre. Nula di più. Perchè l'uomo ha dovuto rovinare tutto creando gerarchie e etichetta?-
Fersen seguì Oscar e ripetè gli stessi movimenti poi rispose:-Non lo so-  Era sempre più convinto. QUELLA ERA LA SUA DONNA. -Ma una cosa è certa. Stavo leggendo L'Eneide di Virgilio e Enea,figlio di una divinità,l'uomo che più di tutti sulla Terra avrebbe potuto ottenere tutto ciò che voleva,dovette arrendersi a degli ordini superiori e lasciare Didone che tanto amava- disse con aria pensosa. Un fulmine a ciel sereno. Lei. Oscar. Didone. Ostacolata. Morta. Abbandonata. Non poteva permetterlo.
-Già. Noto che adori le letture classiche- notò Oscar
-Non solo. Non per farmi il modesto ma adoro molto ogni tipo di lettura. Le poesie anglosassoni,La Divina Commedia,Lo Zibaldone. Tutte quelle opere che vengono dal cuore o da un'ispirazione. Se l'hai ben notato gli autori migliori di tutti tempi vengono da classi sociali eterogenee. Ciò dimostra ...-
-che esiste solo l'Uomo. Non il conte,il principe e il povero. Il mio sogno è vedere una monarchia dove tutti possano vivere in pace e sotto un'unica buona stella che brilli per tutti-
-Già. E' anche il mio sogno- Si misero in ginocchio entrambi,l'uno difronte all'altro,e si guardarono negli occhi. Un brivido. L'ultima volta che aveva fissato quegli occhi di cristallo non le avevano sortito questo effetto. Che le stava succedendo?
-Ditemi,signor principe,che cosa adorate fare voi durante le giornate?-
-Beh,dunque,adoro esercitarmi nel tiro al volo con bersaglio mobile,esercitarmi con spada fioretto e sciabola,giocare a scacchi,leggere,informarmi sulle situazioni estere e allenarmi insieme ai miei uomini dell'Esercito o della Marina. Sono sempre del parere che un generale debba conquistarsi i gradi grazie al proprio lavoro,non al proprio rango. Solo così avrai il loro rispetto,la loro fiducia. Possibile che per molti nobili questi valoro sono secondari?- Oscar era ammirata,forse le era addirittura rimasta la bocca un poco aperta per lo stupore. Non poteva essere vero. Un uomo provava pensieri così belli nei confronti del suo popolo? Un nobile usava questi termini per descrivere le persone più disagiate?
-Sai Oscar,nel mio viaggio che dalla Svezia mi ha portato in Francia e quì a Parigi ho visto povertà,sofferenza e miseria. Non tanto economica,quanto nello spirito. Alcolismo,depressione,prostituzione. Questa è per me la vera povertà. Non hanno un ideale in cui credere,non credono nella famiglia reale e non hanno una classe nobile carismatica che li trascini via dal fango e dalla melma dove si sono impantanati. Per questo non voglio avere una moglie qualsiasi. La Regina di Svezia deve essere speciale. Deve sapere il fatto suo,deve saper guardarsi intorno dagli intrighi di palazzo,deve essere mia fedele consigliera e deve essere un punto di riferimento per il popolo- Disse Fersen tenendo gli Occhi fissi verso Oscar,con la speranza che lei capisse ogni sua allusione,invece era impegnata in tutt'altro. Fece per prendere delle mele dall'albero quando Fersen,con tutto il coraggio del mondo disse
-Avevo in mente una regina come voi per il Mio Paese-
Puff. Cade. A terra. Dolore. Sconcerto. Sbigottimento. Paura. Il vuoto. Lui...Lui la stava soreggendo con le sue mani ferme dietro la schiena,forse solo questo aveva impedito una serie di traumi e escoriazioni imbarazanti data l'importanza della serata che ci sarebbe stata l'indomani.
-Io ti amo Oscar. Ti ho seguita e osservata stamattina. Sei bellissima,colta,intelligente,legata ai tuoi ideali che difenderesti anche a costo della tua vita. Sciocco è chiunque pensi che dietro quell'uniforme non ci sia una donna,una magnifica donna,la  donna più unica del mondo. Sciocco è chi non vede la tua bellezza indomita dietro ogni fascia stretta che indossate. Sciocco è chi non vede la tua forza d'animo così come fisica ed io non sono uno sciocco. Abbiamo sofferto tutti e due,cara Oscar. Tutti e due dovevamo provare sempre qualcosa a qualcuno. E' tempo di provare tutto a noi stessi adesso. Lo dobbiamo a noi stessi- Oscar si divincolò dalla presa,aveva gli occhi sgranati,un misto di paura e emozione. Lui la amava,era disposto a rischiare tutto per lei. Il cervello le urlava di no,che tutto questo era sbagliato,che era stato sbagliato persino venire quì e decidere di acompagniarlo da solo. Già ... il cervello. Perchè il corpo incosciamente stava dirigendosi verso di lui,voleva sentire di nuovo quella sua stretta sicura,forte e protettiva che aveva evitato una rovinosa scivolata,voleva perdersi nei suoi occhi di nuovo,quegli occhi a cui nessuna aveva saputo resistere,ora neanche lei. Non voleva resistere. Si avvicinò a lui pericolosamente,il suo viso era sempre più vicino,i suoi occhi,la sua bocca,i suoi lineamenti, il suo corpo perfetto...la sua bocca. Una vertigine paurosa la avvolse nel momento in cui le sue  labbra si misero in contatto con quelle di lui,morbide,esperte. Non ragionava più. In un momento scivolò su di lui,privata di ogni difesa ...quegli occhi ti risucchiano l'anima... pensò. Fersen d'altro canto non era rimasto meno colpito dall'evento. Assaporare i baci di Oscar era un'esperienza estasiante. Continuarono a cercarsi,a volersi,a chiamarsi anche senza la voce,perchè non ne avevano bisogno. Il loro era un linguaggio universale. La vertigine la assalì quando sentì la camicia scivolargli di dosso e la bocca di Fersen abbandonare la sua per esplorare altri angoli della sua pelle candida,pura,mai toccata da nessun'altro uomo. Cominciò con il collo,così flessuoso,così perfetto. Fersen non ricordò averlo visto mai su alcun'altra donna. A quel contatto i sensi di Oscar cominciarono a prendere letteralmente fuoco, si reclinò assecondando le vibrazioni di piacere che stava provando,la sua voce si fece rotta e i suoi aneliti da tono di paura cominciarono ad assumere un pericolosissimo contorno di piacere,una sfumatura che un uomo sa cogliere e da lì non tornare più. Si strinse a lui ancora di più. Voleva di più. Allora la boca di Fersen scese più giù,verso la spalla,verso l'incavo della clavicola,verso l'incavo dei seni. Già ... che brutta storia ... li aveva sempre dovuti nascondere. Le mani di fersen allora si fecero abili e cominciarono a prendere in odio ogni singolo laccio di quelle odiose fasce. Oscar stava quasi gemendo dal piacere ad ogni suo tocco. Per lei ogni singola sensazione le era del tutto nuova. Prese a raccolta ogni singolo briciolo di buon senso e si staccò da lui con immane sofferenza
-non...non posso fare questo a mia sorella ... per favore...voi sapete di sposarla ...dovete sposarla...io non posso fare questo alle persone a me più care-
-Ti prego Oscar! Non puoi farmi questo! Non ha avuto alcun significato per te quello che è accaduto poco fa?-
 Troppo tardi. Oscar si era già rivestita e già andava al galoppo verso palazzo con le lacrime e la morte nel cuore.


Era sera. Si dice che molti domestici udirono una porta delle stanze dei padroni di casa Jarjayes al primo piano aprirsi poi dei piccoli passi dirigersi verso il piano superiore  riservato agli ospiti,aprire un'altra porta e pi richiudersi. Le mura ancora oggi custodiscono segrete tutto ciò che accadde all'interno di quella stanza. Una cosa è certa. Un accordo era stato preso. Una condanna firmata.
-Davvero lo vuoi?Sai a cosa andrai incontro?-
-Io ti amo. Solo questo importa-
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ECCO IL SECONDO CAPITOLO! OGGI SONO IN TRANS AGONISTICA. Questo è ciò che accadde la sera prima e che fece parlare oscar in quella maniera nel primo capitolo. Riusciranno gli eroi a far vivere il loro amore o soccomberanno? TO BE CONTINUED
  
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