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Autore: Gens    09/08/2014    1 recensioni
"Si sentiva in apnea. Un’apnea di bugie."
Niente è semplice: la vita non è semplice, la morte non è semplice, l'amore non è semplice.
Dal primo capitolo:
"Harry continuò a fissarlo e la prima cosa che lo colpì furono i suoi occhi: fu come se ci fosse cascato l'oceano seguito dal cielo dentro. Gli occhi brillavano di un azzurro cristallino, erano puri, quasi quanto il cuore del ragazzo. Risplendevano di una luce propria, come le gemme preziose e Harry pensò che fosse sbagliato metterli in mostra in quel modo. Ma poi mosse la testa, come se fosse assurdo pensare a quelle cose."
|| LARRY ||
Genere: Azione, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Nightmare.




Louis correva, senza fermarsi, alla ricerca della salvezza.
Svoltava tra le diverse vie, non sapendo esattamente dove stava andando, ma essendo solo cosciente del fatto che qualcuno lo stava inseguendo, che volevano fargli del male.
Correva, fino a quando una delle strade che prese si rivelò un vicolo cieco.
Si girò e vide delle ombre avvicinarsi, le pistole puntate alla sua testa e al suo cuore.
Non aveva via di scampo.
Sarebbe finito tutto in pochi secondi, e Louis ne era terrorizzato.
 
Si svegliò, ansimando.
Tentare di chiudere occhio era stato impossibile. Si sentiva le gambe incredibilmente doloranti e poteva ancora provare quell’ansia mista alla paura, per quello che era successo quella sera.
Ogni volta che chiudeva gli occhi, vedeva lui e Harry scappare per sfuggire a quei quattro uomini, sentiva ancora il respiro pesante, il terrore, l’adrenalina riempirgli le vene.
Voleva solo non pensare, allontanare tutto e dormire. Era tutto questo possibile?
 
 

 
Harry, in un altro lato della città, di certo non se la passava meglio.
Era rimasto in cucina seduto al tavolo a riflettere su cosa fosse giusto fare, e il fatto di non saperlo ancora lo irritava terribilmente.
Si prese la testa tra le mani, cercando di ordinare i pensieri che si affollavano nella sua testa.
Quella sera aveva rischiato grosso, ed era arrabbiato con Louis. Era arrabbiato perché non doveva essere lì in quel momento, perché per poco entrambi non ci rimettevano la pelle.
Tutta la situazione si era rivelata assurdamente pericolosa, e anche Harry, nonostante la preparazione, aveva avuto paura, non si sentiva sicuro.
Si tirò i capelli per la frustrazione, stringendo gli occhi come per allontanare tutte le osservazioni che riempivano la sua testa.
Poteva semplicemente non pensare?
 
 

 
La mattina dopo, Louis aveva due occhiaie da far invidia agli zombie. Si preparò in fretta perché era già in ritardo e si incamminò verso scuola, senza voglia, cercando di non inciampare nei suoi piedi per la stanchezza.
Si voltò appena per aggiustare la cinghia dello zaino e vide un’auto che lo seguiva in lontananza.
Ebbe paura. E se fossero gli uomini della sera precedente?
Le immagini gli tornarono alla mente, e con esse tutte le emozioni che aveva provato.
Basta.
Si guardò intorno, cercando altre strade, ma non vide nulla. Imprecò sottovoce ed estrasse il cellulare dalla tasca. Non sapeva chi avrebbe chiamato ma tenerlo in mano lo rassicurava un po’.
L’auto gli si affiancò e Louis si voltò appena, vedendo il finestrino abbassarsi.
Sentì il sangue nelle vene gelarsi, le gambe molli, il cuore che batteva forte e che minacciava di uscire dalla gabbia toracica al più presto, se non si fosse calmato.
Stava per mettersi a correre quando riconobbe i ragazzi che c’erano dentro.
“Cavolo – iniziò Zayn – non devi aver dormito molto stanotte” disse squadrandolo da capo a piedi.
Louis alzò gli occhi al cielo e si infilò di nuovo in tasca il cellulare, adesso più tranquillo.
Aveva davvero creduto che quell’auto appartenesse agli uomini della sera prima e che fossero tornati a prenderlo?
Magari sì, per un momento l’aveva pensato.
“Sali, io e Liam ti diamo un passaggio” disse ancora, indicando col pollice il posto dietro di lui.
“No grazie, non voglio un passaggio da te” rispose Louis, accelerando un po’ il passo.
“Tecnicamente è Liam che ti offre un passaggio” Zayn sorrise divertito, poggiando il braccio sul vetro e lasciandolo penzolare un po’.
“Non voglio un passaggio da voi” si corresse Louis, continuando a camminare.
Zayn sbuffò. “Liam non ha sempre la possibilità di dare un passaggio, potrebbe non ricapitarti più. Ed è anche tardi” aggiunse, quando vide che Louis stava per rispondergli che non gliene importava nulla di Liam e della sua stupida auto che non aveva mai.
Louis allora salì, senza tante cerimonie, solo per farlo stare zitto e perché era davvero tardi.
“Sul serio Louis, non vogliamo mica ucciderti, stiamo facendo amicizia” gli parlò ancora Zayn, girandosi verso di lui dal sedile anteriore.
Vedendo che non gli rispondeva, Zayn continuò a parlare: “Vorrei davvero capire perché ci ignori. Sei uguale a Harry per quanto riguarda questo, magari è proprio questo a mettervi d’accordo” disse, sospirando.
Ma Louis di rispondere non ne voleva sapere proprio.
“Cosa ti ha tenuto sveglio stanotte?” chiese Zayn alzando le sopracciglia. “Ti ha reso anche parecchio irritante” disse con fare ovvio.
“Zayn, stai davvero parlando troppo e dando fastidio a Louis, lascialo un po’ in pace” dichiarò Liam, continuando a tenere gli occhi fissi sulla strada.
Zayn lo guardò alzando un sopracciglio.
“Sono d’accordo con Liam” disse Louis, sorridendo nella sua direzione.
“Oh ma insomma! Vi coalizzate tutti contro di me” disse Zayn, prima di girarsi e osservare la strada come Liam. “Potreste creare il team anti-Zayn, Harry ne sarebbe il capo assoluto” disse a bassa voce, anche se tutti nell’abitacolo lo sentirono.
Il resto del tragitto fino a scuola fu silenzioso, riempito solo dal rumore che le dita di Zayn facevano sul cruscotto per la sua impazienza.
Una volta che Liam parcheggiò l’auto, tutti e tre scesero.
“Comunque ero serio – disse Zayn avvicinandosi a Louis – stiamo cercando di fare amicizia” sollevò le spalle.
“E perché?” gli chiese di rimando Louis.
“Mmmmh” mormorò Zayn, facendo ridere Liam.
“Zayn non è così male come sembra” disse Liam poggiando una mano sulla spalla di Louis e spingendolo verso l’entrata dell’istituto scolastico.
Il parcheggio si trovava nella parte posteriore e loro dovevano raggiungere quella anteriore, prima di varcare l’ingresso di scuola.
“Tranne nelle volte in cui diventa insopportabile” continuò, sollevando le spalle con un sorriso.
Louis lo guardò, sorridendo. Liam gli stava simpatico, sembrava completamente diverso da Zayn.
“Ehi!” si lamentò Zayn, affiancando dall’altro lato Louis. “Non è vero, io non sono quasi mai insopportabile” raccontò, agitando una mano in aria.
“Strano, perché da quando ti ho conosciuto non hai fatto altro che essere insopportabile” gli rispose Louis, e Liam scoppiò a ridere. Zayn, dopo averlo fissato per un po’ di tempo, rise anche lui.
“Te la concedo” disse, dandogli una pacca sulla spalla.
Ad un certo punto, qualcuno si fermò davanti a loro.
Louis sollevò lo sguardo, ma la vista gli si offuscò a causa del sole che batteva su di lui.
Strizzò gli occhi e nella figura riconobbe Harry.
“Che diavolo state facendo voi insieme?” disse, agitando una mano verso i tre ragazzi.
“È bello che le prime due parole che mi hai rivolto da quando sei tornato siano ‘che diavolo’ e non ‘mi mancavi’ oppure ‘scusami se sono sparito’ ” disse Zayn, fissandolo storto.
“ ‘Scusami se sono sparito’ sono quattro parole” sottolineò Liam, facendo ridere Louis.
Harry li guardò e sollevò le sopracciglia.
“Non è ora per i sentimentalismi, Zayn” gli rispose Harry.
Quando vide Zayn schiudere le labbra per rispondere qualcosa, aggiunse: “E neanche per fare il cugino ferito e arrabbiato”.
“Senti…” cominciò Zayn, sollevando una mano per poggiarla sulla spalla di Harry.
“No, senti tu” lo interruppe Harry, afferrandogli il braccio e strattonandolo un po’ lontano dagli altri. “Non so quello che stai cercando di fare, ma non ti servirà a nulla”.
Non sembrava più Harry della sera precedente. Sembrava essere tornato quello di qualche giorno fa, quello un po’ distante, che sta sempre sulle sue, come se non gli importasse del mondo intorno a lui, e neanche delle persone che lo popolano.
“Possiamo parlare?” gli chiese Louis, diventando il centro dell’attenzione di tutti.
“No” rispose secco Harry, che lasciò il braccio di Zayn e si girò, cominciando a camminare.
Non gli importava di sapere di più su cosa Louis ci facesse con Zayn e Liam, non voleva che il ragazzo potesse porgli domande sulla sera precedente, su ciò che era successo, su perché fosse successo.
Louis lo seguì, affiancandolo. “Harry, davvero, dobbiamo parlare di ieri sera, mi devi una spiegazione, ieri te ne sei andato e basta” gli disse, ma Harry non sembrava nemmeno considerarlo.
“Harry” lo chiamò, ma questo accelerò. “Harry” disse ancora.
Ma niente.
“Porca puttana Harry” disse afferrandogli il braccio e girandolo appena verso di lui. “Questa non è una cazzata come la scopata di una ragazza e il tentativo disperato di sapere il suo nome, oppure la richiesta di una droga senza di cui non si può vivere. Ti sto chiedendo una spiegazione perché ieri siamo quasi morti e io – Louis prese un bel respiro, prima di far uscire l’emozione che lo tormentava più di tutte – ho paura” disse infine.
Harry lo fissò, non trovando parole da pronunciare.
“Oggi mentre camminavo una macchina mi ha affiancato e ho subito avuto paura” iniziò a raccontare Louis. Non riusciva a trattenere i suoi pensieri e ciò che provava, e sapeva che l’unico con cui poteva parlarne era lui.
Harry spalancò gli occhi, ma Louis si affrettò ad aggiungere: “Era Zayn” e Harry, che improvvisamente era diventato teso, si rilassò un po’. “Ma io ho avuto paura, perché non facevo che pensare a tutto quello che è successo, pensavo che magari quelli erano tornati per prendermi, per farmi del male. E tu non vuoi spiegarmi niente” sottolineò l’ultima parola, facendola pesare tonnellate.
Il riccio lo guardò, e finalmente rispose: “Mi dispiace che tu sia entrato in qualcosa più grande di te e soprattutto in qualcosa che non ti riguarda per niente. Mi dispiace davvero” aggiunse alla vista dello sguardo arrabbiato di Louis perché ancora una volta non stava avendo una spiegazione.
“Risolverò la situazione al più presto” gli disse, prima di muoversi verso scuola al suono della campanella.
Louis lo fermò ancora, poggiandogli una mano sul braccio: “Questo non mi fa stare più tranquillo” disse sincero.
Harry mise una mano nella tasca della giacca di Louis ed estrasse il suo cellulare.
Louis spalancò la bocca per la sorpresa, ma Harry, dopo aver digitato alcune cose spiegò: “Se hai qualche problema, fammelo sapere. È l’unica cosa che posso fare” disse tendendo il telefono e aspettando che Louis lo prendesse.
Harry ricominciò a camminare, ma Louis lo chiamò ancora. “Non mi spiegherai mai niente, vero?” disse.
Harry si voltò e gli sorrise, prima di fare il pezzo che lo separava dall’ingresso di scuola, senza che Louis lo chiamasse più.
Il ragazzo abbassò lo sguardo sul suo cellulare, per trovare un nuovo contatto nella sua rubrica:

Harry
 
 


 
“Ma che sta succedendo tra quei due?” chiese Liam, facendo un cenno nella direzione di Harry e Louis.
Zayn continuò a guardarli, cercando di capire ciò che stava succedendo, ciò che si stavano dicendo. Da quello che sembrava, Louis voleva parlare di qualcosa, ma Harry non ne voleva sapere.
“Non lo so” disse Zayn, che non ci capiva davvero niente.
“Sai cosa sembra?” domandò Liam, voltando un po’ lo sguardo in direzione di Zayn, che scosse la testa non sapendo a cosa Liam stesse pensando.
“Sembra che condividano qualcosa, come un segreto. È chiaro che lui non ne vuole parlare, sta cercando di evitarlo, ma Louis insiste. E poi, da quando Harry ha conosciuto Louis, è diverso. E adesso lo è ancora di più, come se Louis lo influenzasse completamente, come se lo…” Liam cercò la parola giusta.
“Cambiasse?” propose Zayn.
“Sì, ha un’potere strano su di lui” cercò di spiegare Liam.
Zayn si voltò verso il suo amico per un istante, e Liam ricambiò il suo sguardo.
“Come fai a capire certe cose?” chiese Zayn, concentrandosi di nuovo sui due un po’ lontani da loro.
“Non lo so, lo sento e basta. Capisco cose dai loro movimenti, anche se sinceramente credo che anche tu ti sia reso conto che se c’è Louis, Harry è strano” osservò Liam.
Zayn annuì. “Hai visto prima come ha reagito?” gli chiese, riferendosi al momento in cui Harry gli aveva stretto il braccio. “Quando mi ha detto che non aveva idea di ciò che stessi facendo, intendeva Louis”.
“Per non parlare di quando ci ha chiesto di cosa facessimo insieme a lui” ricordò Liam, passandosi una mano tra i capelli.
“Come se avessimo ucciso qualcuno” scherzò Zayn.
Entrambi videro Louis poggiare un braccio su quello di Harry.
“O come se Louis avesse fatto qualcosa di sbagliato” ipotizzò Liam.
Zayn non ci aveva pensato. Magari tutta quella situazione riguardava davvero solo Louis.
Gli tornarono in mente le prime domande su di Louis, quel ragazzo strano e misterioso che Harry non aveva mai visto; ricordava i martedì mattina e una conversazione con Harry mesi prima, che adesso sembravano anni.
 
“Hai qualcosa da mangiare? Sono affamato” chiese Zayn sedendosi sul divano e poggiando i piedi sul tavolino.
“Vedo ciò che riesco a trovare” rise Harry, e Zayn lo vide scomparire dietro la porta della cucina.
Prese il telecomando poco distante da lui e accese la tv, sintonizzandosi sul canale in cui trasmettevano la partita.
Dopo poco Harry arrivò, lanciandogli un pacco di patatine e continuando a mangiare dal suo di popcorn, che era già aperto.
Entrambi rimasero in silenzio a mangiare, continuando a vedere la partita, quando Zayn parlò: “Liam ha chiesto se dopo vogliamo andare da lui, per farsi perdonare per l’assenza di oggi pomeriggio o qualcosa del genere” disse, prendendo un po’ di patatine e infilandosele in bocca.
“Non capisco perché quel ragazzo si sente sempre in colpa” disse Harry, senza staccare gli occhi dal televisore.
“È fatto così” disse semplicemente Zayn, facendo spallucce. “Ma non mi hai risposto, ci vieni?” chiese ancora.
“Non posso” disse Harry, porgendo il pacco di popcorn e lasciando che Zayn ne prendesse un po’, visto che da tanto cercava di sottrargliene qualcuno.
“Perché non puoi?” domandò allora Zayn.
“Studio con Louis” sorrise Harry.
“Sei serio?” chiese il moro spalancando la bocca. “Per una volta puoi mancare, tanto che ti importa”.
“Mi importa, invece” lo contraddisse Harry.
“Ti importa dello studio, del lavoro o di Louis?” chiese Zayn, ridacchiando appena.
“Non so, studiare con lui è… bello” gli rispose, sollevando le spalle.
“Tu sei tutto strano, Harry” gli disse Zayn, prima di concentrarsi di nuovo sulla partita.
 
Zayn si risvegliò dal suo ricordo quando vide una mano di Harry infilarsi nella tasca della giacca di Louis per estrarne qualcosa.
Il suo cellulare.
Louis spalancò gli occhi, si poteva vedere la sua sorpresa, ma Harry continuò tranquillo a digitare qualcosa, e dopo glielo tese.
Zayn e Liam si scambiarono uno sguardo, per poi vedere Harry allontanarsi da Louis, dopo avergli donato un sorriso da sopra la spalla mentre si allontanava.
“Stai per caso pensando a quello che sto pensando io, Zayn?” chiese Liam.
Zayn lo guardò, prima di entrare a scuola per la prima ora.
 
 

 
Le prime ore erano passate troppo lentamente, e Harry non faceva altro che battere il piede a terra per il nervosismo. Voleva andare da Niall, mettersi a lavoro, non starsene lì con le mani in mano.
Il turbamento di Louis l’aveva dispiaciuto parecchio, gli spiaceva davvero per ciò che era successo a quel ragazzo che non era altro che innocente.
E poi c’era Zayn. Non capiva cosa ci facesse con Louis e poi l’aveva visto mentre insieme a Liam li guardavano da lontano.
Era l’ora di matematica, ora che Harry odiava, e se ne stava seduto al suo banco, attendendo con ansia che passasse presto, visto che dopo ci sarebbe stata la pausa pranzo e avrebbe avuto abbastanza tempo per telefonare a Niall, dicendogli di iniziare a cercare qualcosa.
Quello che si era dimenticato, era che Zayn faceva quell’ora insieme a lui, e che il banco accanto a Harry non era occupato.
Così, quando Zayn camminò spedito verso il posto vuoto, Harry sollevò gli occhi al cielo.
Ci mancava solo lui.
“Ciao Harry” salutò, poggiando lo zaino a terra, sotto il suo banco.
Harry sbuffò, tanto per far capire che l’aveva sentito. Posò il mento sulla mano e aspettò che la lezione cominciasse, sperando che il tempo passasse in fretta.
“Harry – lo chiamò Zayn – dobbiamo parlare” disse, e Harry si voltò.
“Che vuoi?” gli rispose seccato, sperando che la smettesse presto.
“Ho capito cosa ti sta succedendo, e cosa ti è successo. E va bene. Non capisco perché tu abbia deciso di evitare tutti e tutto per questo. Non ti cambia, non cambia ciò che sei… beh, più o meno” disse Zayn, sorridendogli.
A Harry tornarono in mente le parole di Niall, quelle che gli avevano fatto capire che nonostante tutto i suoi amici lo avrebbero accettato, anche se la sua vita era pericolosa, solo perché gli volevano bene davvero.
Vedendo che Harry non diceva nulla, Zayn continuò: “Non devi tenerti tutto dentro, devi parlarne con me e Liam. Siamo i tuoi migliori amici, Harry, e tu sei mio cugino”.
Harry lo guardò, prima di rispondergli: “Non potevo parlarne come se non fosse nulla”.
“Lo so, Harry, ma stare zitto non ti aiuta. Lo avremmo scoperto lo stesso, non è meglio se sia tu a parlarcene?” gli chiese Zayn, e Harry si trovò d’accordo.
Era meglio che fosse stato lui a spiegare loro come stava davvero la situazione, piuttosto che scoprirla perché si erano cacciati in un guaio, come era successo con Louis.
Anche se con Louis, Harry non ne avrebbe mai parlato.
Harry si arrese, aveva già deciso di parlarne con Zayn. “Hai ragione, mi dispiace di non averne parlato, e di avervi evitati, ma credevo fosse la cosa giusta da fare, per il vostro bene” disse Harry, fissando negli occhi suo cugino.
“Harry, a me non importa, non ho paura degli altri, a me interessi solo tu” gli disse, e Harry gli sorrise.
“Ne ho parlato anche con Liam e” continuò Zayn, ma fu interrotto da Harry.
“Ne hai parlato con Liam?” quasi urlò.
“Styles” lo richiamò il professore, che da poco aveva cominciato la lezione.
“Scusi” disse Harry, sperando che lo lasciasse in pace.
“Sì – riprese Zayn, quando il professore ricominciò a spiegare – ma a lui non importa, ti ho detto” gli disse.
“Ma non puoi dirglielo e basta. Almeno potevi lasciare che lo facessi io!” esclamò Harry, mettendosi una mano nei capelli.
“Ormai è fatta. Ma credimi se ti dico che l’ha presa bene” disse Zayn, e Harry si tranquillizzò un po’.
“Quello che vogliamo che tu capisca è che l’unica cosa che desideriamo è che tu sia felice” continuò.
“Felice?” chiese Harry.
Zayn annuì. “E in pace con te stesso”
“In pace con me stesso?” chiese Harry.
“Insomma, che tu stia bene così” riassunse Zayn.
“Che io stia bene così?” domandò Harry, che era sempre più confuso.
“Devi ripetere tutto quello che dico?” chiese Zayn, sollevando un sopracciglio.
“Zayn, non capisco di cosa tu stia parlando in questo momento” disse sincero Harry.
“Sei serio?” gli chiese Zayn, e Harry annuì.
“Sto parlando di quello di cui stavamo parlando all’inizio” gli spiegò, girando intorno all’argomento ma non arrivando al punto.
“Okay, ma questo che c’entra con l’essere felice e lo stare bene, in pace con me stesso?” domandò Harry, che non stava capendo proprio niente.
“Harry, non serve che tu faccia il finto tonto ormai” disse Zayn.
“Malik” richiamò il professore, e Zayn annuì, facendo intendere che aveva capito.
“Zayn, forse non hai capito…” cominciò Harry, ma fu interrotto.
“Harry, basta. Basta. Lo so io, lo sa Liam, è okay, va bene?” si assicurò di chiudere Zayn.
“Okay” disse guardandolo strano, prima di concentrarsi sulla lezione.
“Anche se lo ammetto, non pensavo che tu fossi gay” disse Zayn in silenzio.
“COSA?” urlò Harry, prima che il professore sbattesse il libro sul banco e urlasse: “Voi due, fuori!”












Bene bene bene! Devo ammettere che mi sono divertita tanto a scrivere la parte finale del capitolo, che adoro aw.
Questo capitolo non ha niente di tanto importante, tranne che per l'evidente avvicinamento dei Larry che si devono dare da fare, su su!
E' più lungo dei primi, proprio come l'ultimo, a voi va bene questa lunghezza? Lo vorreste più lungo o più corto o vi va bene così? 
Una recensione sarebbe una cosa bellissima, se vi va hahaha
Adesso vi saluto e ci vedremo presto, molto presto. Ciaaaao!
  
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