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Autore: Pamaras    11/08/2014    1 recensioni
Dalla battaglia finale, un viaggio insieme alla Morte, ripercorrendo i cinque stadi che la precedono: Rifiuto, Rabbia, Valutazione, Depressione e infine Accettazione.
Una storia breve divisa in atti, leggera nel suo piccolo.
Harry Potter era morto, per me, dovevo solo attendere.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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I PARTE, ATTO SECONDO, SCENA I.

Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire.

A me capita di cominciare a scavare.

Roberto 'Freak' Antoni 
(tratto da 'Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti')

 

 

Lo ricercai qualche giorno dopo, lo andai a salutare.

In silenzio mi sedetti sul letto e guardai affascinata il volto teso anche nel sonno, gli occhi strizzati e i pugni stretti alle lenzuola.
Ecco come agisce il tocco della morte. Subdola e traditrice.
 

Dalle persiane abbassate entrava un po' di luce, il sole era appena uscito oltre le coltri delle nuvole, io, ero appena tornata da un lungo viaggio.

Harry Potter dormì per ancora qualche minuto e poi si svegliò. I suoi occhi verdi occhieggiarono confusi il mondo attorno a lui e in quel preciso istante, nel momento stesso in cui le sue palpebre si alzarono e guardarono il mondo ancora dormienti, io c'ero e lui avrebbe potuto vedermi.

 

Poi si mise a sedere sfregandosi con forza le guance. Mi ha vista, lo so, ma è dura rendersi conto di stare morendo. Le persone lo rifiutano proprio.

Alcune addirittura cercano di scappare lontano da me... ma non vanno tanto distante, perché prima o poi, io le raggiungo e ottengo ciò che desidero.

 

Ma Harry non sarebbe scappato e probabilmente, se la mia esperienza non mi inganna, e non mi inganna, non lo avrebbe fatto mai.

Lo guardai lavarsi, vestirsi, fare colazione.

Lo osservai mentre partecipava a delle feste, con il suo vestito nero.

Lo ammirai per il coraggio, per la forza e lo applaudii quando anche molto tempo dopo era sempre lo stesso Harry.


Poi qualcosa si spezzò, oh. Tirai un sospiro di sollievo perché quell'Harry Potter non mi convinceva tanto, doveva cedere prima o poi e io so, che non è sempre vero che quando si tocca il baratro poi risali, soprattutto se non c'è nessuno a lanciarti una corda.

 

Quindi nessuno, tranne me, si accorse che Harry Potter stava per toccare il fondo e quando ci arrivò era già troppo tardi.

Quel giorno, e non fraintendetemi, sono passati tanti giorni, tanti mesi, anche anni, più di quanto io sia disposta ad ammettere, ma ho atteso, per me il tempo non è un problema, lo sapete.
 

In ogni caso, quel giorno Harry se ne stava un po' più ammutolito del giorno prima, in fondo ogni giorno era sempre peggio ma solo io lo sapevo, lui se ne stava lì, in un caffè ad attendere, anche lui. 

Mi sembra aspettasse un amico. Non ricordo poi tanto bene. Mi interessava solo Harry perché era tenace il ragazzo, stava aggrappato alla vita in maniera quasi ossessiva.

 

L'amico arrivò, in ritardo e anche io odio le persone che sono in ritardo ma Harry era particolarmente nervoso e questo è colpa mia lo so.

Ero li con lui da un paio di giorni, mi alzavo con lui e mi addormentavo con lui. Lo vegliavo perché volevo essere lì quando Harry avrebbe perso il contatto con la vita.

 

 

 

I PARTE, ATTO SECONDO, SCENA II

La rabbia rende ciechi, la calma pericolosi

 

 

Voglio esserci quando tutto inizia a sgretolarsi con ferocia dalle mani loro, di queste persone che sono morte ma ancora non lo sanno.

È rabbia. È solo rabbia all'inizio.

 

L'amico arrivò in ritardo e si riavviò con la mano un po' sudata i suoi capelli rossi, sorrise sincero e anche Harry sorrise ma i suoi occhi non erano più brillanti ma è inutile dirlo visto che nessuno se ne era accorto.

 

Una mano gli tremava insistentemente fin dalla mattina, non avrebbe dovuto bere tutto quel caffè ma si sentiva sempre stanco e quindi ne aveva ingurgitato così tanto che ora gli stava facendo effetto e la caffeina si univa alla rabbia che già provava perché inconsciamente il ragazzo sapeva che la vita gli sarebbe scappata via dalle mani di li a poco.

Accadde.
 

Lo vidi chiaramente perché ero li con lui, vidi la sua anima staccarsi leggermente dalle pareti del suo corpo attirata da me. Come una falena viene attratta dalla luce lei si piegò verso di me e Harry lo sentì... si alzò nel momento in cui il povero malcapitato lo urtò.

Il moro lo agganciò per il bavaro e lo spinse senza alcuna remora contro un tavolino facendogli piegare la schiena in una angolazione innaturale.
 

Il suo pugno destro si abbassò con violenza su quel volto sorpreso, io fremetti perché era un pugno potente. Peccato che non lo colpì li dove avrebbe messo fine alle sue sofferenze fino a darmi gioia.

Un altro pugno, più forte del primo si caricò con ferocia e lo colpì ancora sul viso, ma spaccò solo il labbro e mentre il sangue lento iniziava a fluire Harry Potter caricò un altro pugno e lo infranse sul naso del povero malcapitato prima che il suo amico dai capelli rossi potesse fermarlo.

Poi beh, Harry Potter venne portato via e denunciato.

Processato.

E io ero ancora con lui quando all'interno del tribunale con il giudice e gli avvocati presenti lui perse ancora il senno.
 

Gli ero stata appiccicata tutto il giorno, con costanza non lo avevo mai lasciato, nemmeno per fare il mio lavoro, per la prima volta qualcuno attendeva me ma io volevo la sua anima e volevo che si staccasse da quel corpo.

Lui, giustamente, si era innervosito.

E il fatto di sentire quel mio odore acre non lo aiutava affatto, suppongo.

 

 

 

Aveva trascorso la vita attendendo qualcosa: […]

Adesso doveva aspettare la morte, la cui data era segnata.

Paulo Coelho (tratta da libro 'Veronika decide di morire')

 

 

 

(segue...)

  
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