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Autore: whitemushroom    12/08/2014    7 recensioni
Una serie di storie brevi dedicate ai protagonisti della serie Dissidia Final Fantasy spaziando in tutti i generi ed rating, un ciclo di avventure attraverso la lotta senza fine tra l'Armonia e la Discordia, il Bene ed il Male, l'Amicizia e l'Odio. Tutto secondo la volontà di un dado e la voglia di scrivere qualcosa insieme ad un amico.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Garland Garland2



Personaggio: Garland
Genere: Introspettivo, Malinconico, Missing Moments. Canon.
Rating: giallo
Avvertenze: sostanzialmente nessuna.


Sogni senza fine

I ciclo

Il trono è vuoto. I miasmi della lava riempiono la stanza impregnandola dei suoi vapori mentre le scintille schizzano verso l’alto ed erodono lentamente il pavimento; per qualunque altro il calore sarebbe insopportabile, ma non per me. O per lui.
“Garland …”
Non l’ho sentito arrivare, o forse è sempre stato lì, nascosto nell’ombra del mio mantello. I suoi occhi mi scrutano dal basso in alto, le iridi rosse riflettono il fuoco fino a tingere di cremisi le piccole ali che ormai non riesce più a nascondere sotto i vestiti. Parte del suo volto si è indurito per le squame, ma un lembo di pelle intorno all’occhio sinistro mantiene testardamente il suo colore chiaro e purissimo. Mi inginocchio, perché quello è il posto che mi compete. “Chaos, mio signore, cosa …?”
“Perché lo sta facendo, Garland?” prima che io riesca a fermarlo la sua voce si trasforma in un unico singhiozzo e le lacrime scendono sul suo viso, rotolando sulle guance ed evaporando prima di toccare terra. La lava risponde alla furia della sua magia pura e si solleva fino a lambire i nostri piedi. “Perché la mamma vuole uccidermi? Ho fatto tutto quello che volevano gli uomini di Onrac, non ho mai disubbidito, PERCHE LA MAMMA CE L’HA CON ME?”
Le colonne esplodono in un unico fragore; per istinto spingo indietro il mio signore, ma l’energia che sprigiona non ha limiti nonostante sia stata intaccata dal salto dimensionale; qualcosa mi colpisce e preme oltre l’armatura. L’istante successivo sono io sbattere contro il trono, incapace anche solo di afferrare la mia arma e respingere la magia grezza che cerca di schiacciare me, la lava, il trono e le colonne come la mano di un gigante; stringe sul petto, affondando il suo potere nei polmoni fin quasi a farmi soffocare. Opporre resistenza sarebbe inutile.
Infatti la tempesta si placa subito dopo. I resti della stanza svaniscono nella lava e lentamente mi rimetto in piedi, diretto verso la figura inginocchiata che piange senza alcuna vergogna, i piccoli pugni che lasciano il segno nel marmo del pavimento dove si abbattono pur di riversare su qualcosa la sua rabbia. La coda ancora sottile sferza l’aria a vuoto.
Potrei afferrare quelle quattro braccia sparute. Potrei permettergli di stringerle intorno a me e farsi raccontare una bella storia, magari una in cui una madre ed il suo unico figlio possono reincontrarsi dopo migliaia di anni di lotte e sofferenza. Dirgli che si tratta di una guerra senza alcun senso, un ciclo di sogni senza fine creato da due divinità che trascinano in battaglia uomini e donne di altri mondi pur di tornare a casa. Parlare con la Grande Volontà e Shinryu, cercare di far tornare gli orologi al momento in cui Chaos e la donna che nemmeno è sua madre sono giunti in questa landa desolata.
Perché so.
So cosa vuol dire la disperazione. I miei pugni si sono abbattuti a terra proprio come i suoi, i miei occhi si sono rivolti verso l’alto implorando aiuto proprio come quelli che adesso mi fissano in una pioggia di lacrime. L’uomo in armatura che si rispecchia nelle sue iridi è lo stesso dei miei ricordi, la figura a cui mi sarei aggrappato con tutta l’anima pur di uscire da quell’incubo.
Un abbraccio potrebbe cambiare tutto. Una carezza e i cicli di disperazione sparirebbero, o forse tutto diventerebbe una situazione di stallo insostenibile persino per la Grande Volontà. Il destino cammina sul filo di una lama appuntita, e se io sono qui è soltanto per impedire che esso cada dalla parte sbagliata. Gli ingranaggi mi fissano oltre il vuoto del tempo.
“Lei non vi ha mai amato, mio signore. Era solo l’ennesimo burattino di Onrac per convincervi a combattere. Non ha esitato un istante ad evocare dei guerrieri per uccidervi ed assicurarsi la vittoria …”
Scelgo le parole. Non esiste arma più devastante, perché dietro le lacrime c’è una piccola mente che ascolta ed assorbe tutto. “Mio signore, non avete spalancato le porte degli universi per puro caso. Il varco che avete creato vi ha condotto qui per plasmare un nuovo mondo, un regno dove voi e soltanto voi potrete scegliere il futuro. So che anelate ad un futuro senza guerre, pieno di tutte le persone che amate, ma …” mi chino di nuovo, perché perdere la sua attenzione porterebbe tutto al disastro. “Dovete prima fermare vostra madre. È lei che ha iniziato la battaglia. E non ci sarà nessuna pace finché il suo spirito non svanirà tra le dimensioni ed i suoi soldati non torneranno nei loro mondi. Ve ne prego, richiamate i guerrieri”.
Si rialza e si asciuga gli occhi, regalandomi uno sguardo che racchiude la paura ed il dolore più puri di questo mondo; stavolta il suo potere non mi colpisce, ma scivola intorno alla stanza come la coda di un drago che vuole avvolgere le colonne, il trono e se stesso in una maestosa spirale. La magia sale e scende fino al cuore del pianeta, e ruggisce dentro di me come se mi riconoscesse; il viaggio temporale ha indebolito i miei poteri, altrimenti mi unirei anch’io a questa bestia selvaggia che pulsa in tutte le direzioni e si proietta in ogni angolo del mondo il cui fulcro adesso è soltanto Chaos, il dio della distruzione. La lava ribolle, ma nessuno di noi si allontana da quel fuoco vivo che arde sulla sua guancia senza causargli alcun dolore; sopra di noi il fumo ha creato una cupola che nasconde persino le stelle, e la terra che trema copre per un istante il ruggito soddisfatto di Shinryu. Il patto è stato siglato. La guerra senza fine è iniziata.
“Hai i tuoi guerrieri, Garland”
Il suo corpo trema, stanco per l’energia sprigionata. Lento ma inesorabile si trascina fino al trono, l’unica cosa intatta in quella sala che non ha più nulla di regale; i teschi intagliati ci osservano, quasi ansiosi di bere il potere di cui adesso hanno avuto solo un assaggio, e persino a me sembrano ghignare soddisfatti quando il giovane dio si siede. Il sedile di pietra è così grande da inghiottirne la figura, ma abbiamo tutto il tempo del mondo per crescere e regnare. “Adesso voglio dormire, Garland. Non fare entrare nessuno fino al mio risveglio”.
Sì.
Devi riposare, Chaos.
Devi riposare perché il futuro ti appartiene, ma solo quando avrai cancellato ogni forma di umanità e compassione dal tuo petto riuscirai a risorgere come il sovrano della distruzione. E anche quando i tuoi sogni svaniranno, i tuoi ricordi diventeranno fragili bolle di sapone e il sorriso di quella donna non sarà altro che una luce accecante, io sarò al tuo fianco. Perché io sono te. E tu sei me.
E quando ti siederai di nuovo, contemplando l’universo ormai nelle tue mani, capirai quanto debole eri nel tuo corpo da bambino e quanto importante fosse l’avere una guida che non cedesse alla pietà o all’amore, ma ti spingesse verso la strada del potere. Allora manderai una parte di te indietro nel tempo carico di tutta la conoscenza di duemila anni, dando a quel bambino spaurito il potere di trasformare il conflitto degli dèi nella vera ed ultima fantasia finale.
Apro il varco dimensionale e loro sono lì. Si guardano col veleno negli occhi, pronti a uccidersi a vicenda, ma attendono tutti qualcosa, e sanno che saranno le mie labbra a spiegare il motivo per cui sono stati convocati qui; tutto procede come un copione già scritto.
Traditori.
Tutti quanti.
Nessuno di voi lo amerà. Lui perdonerà sempre i vostri errori e voi continuerete a ingannarlo, venderlo ed abbandonarlo, disobbedirete, tramerete e riderete fino al momento in cui io verrò a presentarvi il conto. Perché alla fine del tempo non avrò più bisogno di voi. Tollero la loro presenza mentre spiego loro l’accaduto, ma vorrei tanto spaccare la faccia all’arlecchino che si pulisce le orecchie durante il mio discorso.
“Molto bene” conclude l’Imperatore Mateus. “Combattere i nostri nemici, uccidere una dea ed estendere i nostri poteri senza alcun limite … interessante”.
  
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