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Autore: asyouwishmilady    12/08/2014    4 recensioni
«Emma sbuffò. Non riusciva ancora a capirlo completamente, ma era diverso ora: lei importava di lui, per quanto provasse a convincersi del contrario. Non voleva ferirlo, né allontanarlo. Del resto, non l’aveva mai delusa, non l’aveva mai abbandonata, anche quando lei sembrava supplicare di farlo.»
Piccola raccolta di os sui Captain Swan: missing moments, squarci di vita quotidiana, o semplici momenti fluffosi o a rating rosso che un po' tutti speriamo per la season 4.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Storybrooke era più fredda del solito, quella mattina, e nonostante Henry si rifiutasse di indossare il suo berretto di lana, la giornata in casa Charming era iniziata parecchio bene. Il piccolo Neal sembrava amare la nanna, e ciò aveva convinto Emma a lasciare la stanza da Granny’s, a favore della sua vecchia tana: l’appartamento di Mary Margaret.
E’ solo una sistemazione momentanea” si era giustificata con Henry, che non sembrava essere particolarmente contento della decisione della madre.
Ma come dargli torto? Quando era arrivata a Storybrooke, in quell’appartamento viveva una sola persona, mentre ora pretendeva che ci fosse spazio per 5 persone, tra le quali un neonato.
Durante il tragitto verso Granny’s, – per farsi perdonare, Emma aveva deciso di portare il figlio a fare colazione fuori – Henry aveva domandato distrattamente dove dormisse Hook.
Forse dovremmo invitarlo a casa della nonna. Sembra che abbia bisogno di una doccia”.
Udendo le parole sincere ma premurose del suo ragazzino, Emma non era riuscita a trattenere una risata.
La verità, però, era che non era stata in grado di rispondere alla sua domanda. Dove dormiva? Escludeva che avesse affittato una stanza da Granny’s, o che le suore lo ospitassero.
Quindi, di fronte ad un caffè fumante, decise di porgere la fatidica domanda a Killian, giusto per fare contento Henry. Tuttavia, che fosse disposta ad ammetterlo oppure no, la curiosità del figlio aveva messo in luce qualcosa dentro di lei che era stato in ombra praticamente per tutta la vita. Cos’era? Preoccupazione, premura, apprensione? O, semplicemente, non era sicura di voler baciare qualcuno che puzzasse.
«Nuovo “caso” da risolvere, Swan?» fece Hook, ironico, quando lei ebbe finito di parlare.
«Henry voleva saperlo» ribatté Emma, sulla difensiva.
L’altro annuì, giocherellando con la tazza sbeccata «Al porto»
Emma strabuzzò gli occhi per un istante, per poi stringere nervosamente la sciarpa rossa tra le mani: il solo pensiero di rannicchiarsi sul pavimento di legno umido del porto la faceva rabbrividire.
«Perché non l’hai detto prima? Ti avremmo pagato una stanza da Granny’s » sbottò, infine, quasi accusandolo di averla fatta impensierire troppo, con quella notizia.  
Lui fece spallucce, intuendo il disagio dell’altra «Non è la prima volta che dormo al freddo, Swa…»
«Ma qui siamo a Storybrooke. Ci sono i letti, i piumoni, il riscaldamento» lo interruppe, brusca.
«Nessuno mi ha mai parlato di questi piumoni» sussurrò Hook, con gli occhi azzurri carichi di amarezza.
Il messaggio era chiaro. Ed Emma sapeva che aveva ragione lui. Prima di quell’incidente col portale di Zelena, a malapena gli parlava: se le avesse chiesto di dormire insieme, l’avrebbe steso come quella volta a New York.
«Te ne sto parlando adesso» fece lei, infine, in tono risoluto ma dolce.
Hook, ricevuto il messaggio tra le righe di lei, fece un cenno con il capo «Grazie».

***

«Non era questo, quello intendevo, mamma!» si lamentò Henry, non appena Killian varcò la porta dell’appartamento di Mary Margaret.
«Lo so, lo so!» si affrettò Emma, sollevando le mani a mezz’aria, a mo’ di scuse  «Domani andremo a cercare una nuova casa in zona»
«Per noi due?!» la interruppe il figlio, entusiasta.
Emma esitò un istante, prima di annuire.
Henry sollevò un sopracciglio ed incrociò le braccia al petto, scherzosamente «Per noi tre
Lei sentì le guance avvampare «Non possiamo lasciarlo là fuori al freddo»
«Hai ragione. E’ la cosa giusta da fare» sorrise il ragazzino, citando le parole dei suoi amati nonni, prima di recuperare cappotto e sciarpa dall’appendiabiti «Ma io dormo dalla mamma, stanotte»
Emma sorrise, prima di posargli un’affettuosa pacca sulla spalla: era felice che il rapporto tra Henry e Regina avesse preso una bella piega e poi, se non altro, la presenza del figlio l’avrebbe distratta dal ritorno della moglie di Robin. Scacciò in fretta quel pensiero fastidioso.
«Tutto bene con il ragazzo?» domandò Killian, apprensivo, mentre scendeva piano le scale dell’appartamento. Nel frattempo, Henry aveva levato le tende con un “ci si vede”.
«Credo di sì. Tu gli piaci»
«Sono un pirata» sorrise, sornione, allargando le braccia.
«Già. Senti, a questo proposito…» esordì lei, consapevole che il tatto non fosse mai stato il suo forte «Sai cos’è una doccia?»
Hook corrugò la fronte, indietreggiando di un passo «Dove vuoi arrivare?»
Senza troppi convenevoli, Emma  lo afferrò per il braccio, trascinandolo all’interno del grazioso ed ordinato bagno di Mary Margaret.
«Mi stai dicendo che puzzo?»
«Se hai intenzione di stare qui, devi adattarti a questo stile di vita» Emma trattenne una risata: era stata parecchio brava. E non aveva nemmeno accennato a parole come “tanfo”, “fetore” o “disgustoso”.
«D’accordo» fece Hook, divertito, posando la pesante giacca di pelle sullo sgabellino a lato della finestra «Come funziona questa macchina infenale?»
Emma, pazientemente, spalancò le porte di vetro trasparente della doccia, per poi sporgersi a regolare il miscelatore su una temperatura intermedia.
«Non stare a guardarmi come un pesce lesso, spogliati!» inveì lei, mentre uno schizzo d’acqua ancora fredda le inondò la manica del maglione.
«Se me lo chiedi così, tesoro…» sorrise Killian, sornione, mentre percorreva con lo sguardo tutto il corpo di Emma e, nonostante fosse coperta come uno yeti, lei si sentì nuda e vulnerabile.
«Adesso esco. Farai meglio a non fare disastri» lo avvertì, in tono severo.
«Puoi anche restare» la provocò Hook, mentre cominciava a liberarsi dei vestiti «Non ho niente da nascondere»
Emma soppresse uno sbuffo, decidendo di ignorare le solite battutine a sfondo sessuale di lui «Passami quei vestiti. Devono essere lavati»
Una volta che Killian si fu completamente spogliato, Emma dovette trattenere il respiro. E non perché puzzasse.
Non voleva nemmeno vederlo: se un bacio le aveva messo sottosopra gli ormoni, osservarlo totalmente nudo le avrebbe fatto perdere il controllo. E non voleva perderlo, non ancora.
«Sei dentro?» domandò con la gola secca, mentre cercava di ricomporsi.
«Pessima scelta di parole, Swan» rispose lui, con voce inaspettatamente roca.
Prima che Emma avesse la possibilità di rimproverare sé stessa, un lamento squarciò la quiete di quel Martedì mattina.
«Hook!» gridò Emma, precipitandosi verso la doccia. Nonostante i vetri fossero già appannati, riuscì a vedere che lui si era rannicchiato in un angolo della doccia.
«E’ bollente!» sbottò Killian.
Emma sospirò, prima di spalancare le porte del box. In effetti, né fuoriuscì un vapore che, in pochi istanti, invase tutta la stanza.
«Hai girato la manopola!» lo rimproverò lei, affrettandosi a risistemarla nella posizione iniziale.
Prima che potesse rendersene conto, Hook le cinse la vita e la trascinò sotto il getto «Forse potrei accidentalmente aver toccato qualcosa»
«E sarà l’unica cosa che toccherai» mormorò Emma, a testa bassa, consapevole di non essere esattamente convincente. Sentiva a malapena l’acqua tiepida bagnarle i capelli ed i vestiti. Sentiva, invece, il corpo nudo di lui premere contro il suo, insieme al suo sguardo carico di desiderio.
Hook affondò il viso nel suo incavo del collo, contribuendo ulteriormente a farle perdere il controllo.
«Killian, mi sto bagnando tutta per colpa tua» sussurrò debolmente, sovrastando a malapena il ronzio dell’acqua.
Lui si staccò solo per analizzare l’espressione dell’altra «Pessima scelta di parole, Swan. Di nuovo. Inizio a pensare che tu lo faccia apposta»
Emma finalmente trovo la forza di divincolarsi dalla stretta di lui «Sei tu ad essere un pervertito»
Killian, in tutta risposta, sollevò spalle e sopracciglia «Questo è vero»
«Stammi a sentire, Hook» esordì Emma, in tono piuttosto duro, prima di afferrare spugna e bagnoschiuma «Versi un po’ di questo sopra questa, poi strofini, ok? E poi risciacqui»
«D’accordo» Killian le rubò la spugna di mano, e prese a strofinare con fin troppa forza ogni angolo del suo corpo.
Emma lo osservava, mentre dentro di lei maturava qualcosa di ancora nuovo. Lui era l’unico a non averla mai delusa, l’unico che la mettesse al primo posto, perfino prima di sé stesso.
Dopo pochi minuti, però, dei bizzarri versi, la distrassero dai suoi pensieri.
«Non ci arrivo» spiegò Killian, che, come un bambino, si era messo a fare i capricci per attirare la sua attenzione «La schiena. Non riesco a strofinarla»
«Dammi» Emma gli strappò letteralmente la spugna di mano, per poi prendere a sfregare delicatamente la schiena di lui, studiandone ogni neo, ogni cicatrice.
Una volta terminato, lasciò cadere la spugna sul pavimento della doccia, facendo sobbalzare Hook «Grazie, Emma».
Lei, presa da un’improvviso ed inspiegabile moto d’affetto, fissando un punto vuoto di fronte a sé, si lasciò cadere addosso a lui, stringendolo così forte da fargli mancare il respiro «Zitto».


 
   
 
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