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Autore: Rose_Penny    13/08/2014    2 recensioni
Tratto dal testo: "Il continuo ciarlare delle sue colleghe di lavoro nonché di una delle sue più care amiche, Victoria, riportò Bella alla realtà, con i piedi per terra o meglio con gli occhi al dipinto che aveva appena finito di restaurare, dove il viso del suo amato svettava tra tutti. Mai aveva disegnato viso più bello".
Una romantica storia d'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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FESTA A CASA MASEN

Il giorno dopo mi alzai con un sorriso a trentadue denti e non vedevo l’ora di iniziare a lavorare.
Scalza e ancora in pigiama mi diressi in cucina dove le mie amiche stavano preparando una il caffè e l’altra osservava dei cornetti mentre cuocevano nel forno. “Buongiorno” dissi con il buon umore alle stelle “ a te” dissero in coro, ma erano molto abbattute si vedeva lontano un miglio “che avete?!” “è troppo presto per alzarsi” guardai l’ora e risposi ad Ali “veramente sono le otto” “appunto è troppo presto!” sorrisi mentre Rose mi porgeva una tazza di caffè e Alice sfornava i cornetti che emanavano un delizioso odore. Bevemmo e chiacchierammo fino al momento in cui ci separammo per andare ognuna al proprio lavoro.
Ero eccitata! Non vedevo l’ora di iniziare e di rivedere Vic che mi era mancata così tanto!

Arrivai ad un palazzo a tre isolati da casa mia quando sentì una mano trattenermi il braccio, sperai fosse lui ma quando mi voltai era lei la mia amica “ ma dove pensi di andare?!” mi guardai in giro e notai che il palazzo dove avrei lavorato lo avevo oltrepassato così parlando del più e del meno con Vic ci dirigemmo verso il nostro posto di lavoro.
Due ore dopo stavo già restaurando un quadro che aveva perso colore a causa delle cattive condizioni a cui era stato sottoposto.
Era una bellissimo quadro russo databile nel periodo degli zar. Sam, il mio capo, si avvicinò a dare un’occhiata al mio operato. “bel lavoro, sta venendo bene” “grazie” era un bell’uomo e avrei potuto farci un pensierino se non fosse stata presente quel cerchietto d’oro che circondava il suo anulare sinistro: era sposato e padre di due splendidi gemelli. Non appena si allontanò mi rimisi all’opera.

Alla fine della mia giornata lavorativa non ero affatto stanca come la mia amica che non vedeva l’ora di poggiare la testa sul cuscino cosa che non avrebbe mai fatto visto che James l’avrebbe portata fuori a cena. Quei due erano fatti per stare insieme.
Prima di congedarmi da lei la ringraziai per ciò che aveva fatto il suo ragazzo ma mentre mi abbracciava disse “non farti problemi anzi, ogni qualvolta ti serve qualcosa basta dirlo e io e James saremo pronti ad aiutarti e sostenerti in qualsiasi scelta tu farai perché teniamo tanto a te” mi commossi a quelle parole e la strinsi ancora più forte affondando il mio volto nella sua cascata di capelli rossi che profumavano alla vaniglia.
Mentre percorrevo a ritroso il percorso intrapreso quella stessa mattina, non potei fare a meno di sorridere quando mi ritrovai nel punto esatto dove avevo conosciuto Anthony. Pensare a lui portava ogni mio pensiero ad essere relegato in un angolo remoto della mia mente. Ripercorrevo sempre le stesse scene: lui che sorride, le sue mani sui miei fianchi, i suoi occhi verdi e la sua schiena mentre fa ginnastica.
Salutai Jo e mi diressi a casa dove sapevo che le mie amiche mi stavano aspettando.
Appena entrai un odore giunse alle mie narici, era cibo poco ma sicuro ma non riuscivo a capire la pietanza. “ciao Bells” mi salutò Rose mentre era seduta sul divano a guardare fuori, il pensiero di Anthony fece smuovere le farfalle nello stomaco “ciao ragazze” dissi mentre mi buttavo a peso morto sul divano. Poco dopo ci raggiunse anche Alice.
“vorrei tanto sapere chi sono quei due” disse Rose “amici di Anthony” risposi prima di mettermi la mano davanti alla bocca…forse ero nei guai “Anthony?” chiese Alice saltandomi addosso  “si il ragazzo bello di fronte al nostro appartamento” “e come fai a conoscere il suo nome Swan?!” “bè diciamo che ieri sera mi ha salvata da una brutta caduta” “e quando avevi intenzione di dircelo?!” continuò Alice mentre Rose se la rideva sotto i baffi “a breve” “ah si?!” disse stavolta Rose e io annuì. Loro due invece si guardarono negli occhi e con un cenno d’intesa iniziarono a farmi il solletico. “no….basta…” dicevo tra le risa quando loro mi lasciarono andare allungai una mano verso un cuscino e lo tirai loro addosso e iniziammo una lunga guerra fatta di cuscini colorati.
Poche ore dopo, che io trascorsi immersa nei miei pensieri ad osservare, peggio di una maniaca, Anthony le mie amiche mi risvegliarono dal mio sogno ad occhi aperti “visto che stai completamente sbavando per lui, ti diamo una buona notizia” iniziò Alice “il tuo caro Anthony stasera darà una festa, come puoi ben notare dalla sua mise elegante” continuò Rose “perciò noi ci andremo, quindi fila a prepararti” non credevo alle mie orecchie: erano forse impazzite? “non credo sia il caso” dissi con una gran voglia di andarci “oh si che lo è” dissero in coro ed io non me lo feci ripetere due volte, non perché loro mi avrebbero costretta ma perché volevo rivedere Anthony, sentire i suoi occhi su di me mentre mi spogliava con gli occhi.

Non ci misi tanto a prepararmi anche perché io dovetti solo alzare le braccia e stare ferma, pensarono a tutto le mie coinquiline che non mi lasciarono scegliere nulla. Indossavo un tubino nero che fasciava le mie forme, tacchi vertiginosi e una giacchettina di pizzo nero prestatami da Rose. I miei capelli erano stati lasciati sciolti l’unica cosa che fecero fu definire i miei boccoli per renderli ancora più belli di quanto già non fossero. Io amavo i miei boccoli e ogni volta che qualcuno mi diceva di tagliarli preferivo morire piuttosto che fare una cosa del genere. Una volta ebbi la malsana idea di tagliarli cortissimi e quando, ogni mattina, mi guardavo allo specchio mi vedevo sempre più brutta. Il risultato? Cercavo ogni tipo di specchio che potesse riflette la mia testa o almeno la parte che più amavo. Quando le mie amiche finirono la loro opera e mi lasciarono guardare allo specchio, gettai un urlo di sorpresa: non ero mai stata così bella. MAI. Tuttavia era strano vedermi in quel modo non che non mi piacesse il vestito o qualsiasi altra cosa che Al o Rose avevano fatto ma quelle rare volte che ero uscita con Victoria avevo indossato o un jeans o un pantalone che sembrasse elegante senza vestirmi come ogni giorno. Ora avevo oltrepassato quella sottile linea che nascondeva le mie forme sotto maglie non troppo osè e a dir la verità non mi dispiaceva per niente. In giro per il mondo ci sono tante persone che desiderano un corpo snello e bello come il mio e io mi ostino a nasconderlo dietro vestiti che non lo valorizzano proprio!

Dopo quasi mezz’ora anche Al e Rose erano pronte. La prima indossava un vestito argentato che le arrivava al ginocchio con spalline sottili mentre la seconda un semplice top e uno di quei leggins di pelle nera che fasciano così tanto le gambe che le rendono più lunghe alla sola vista. Sembravamo pronte per conquistare qualche ragazzo, di sicuro se fossimo state fidanzate nessuno dei nostri uomini ci avrebbe permesso di uscire con dei vestiti così sexy, non che io abbia tutta questa esperienza ma credo che la gelosia funzioni in questo senso.

Raggiungere il portone di casa Masen non è stato poi tanto difficile c’era una musica di sottofondo, così dolce che accompagnava ogni nostro passo su quelle trappole mortali che amavo tanto indossare. Quando però vidi il portone con la targhetta “MASEN” non ero più tanto sicura di voler entrare e non appena vidi la mano di Rosalie avvicinarsi al campanello le bloccai il braccio “che c’è?!” disse impaziente “andiamo in discoteca, senti che musica, sai che noia” entrambe mi guardarono in modo strano finche fu Alice la prima a parlare “è la prima volta che ti imbuchi vero?” disse con un sopracciglio inarcato “si ma…” cercai di rispondere “niente ma, non sei sola e non appena vorrai andare via ti basterà fare un fischio” “Ali un fischio non è il caso” “shh Rose, che vuoi che sia e poi si fa per dire ma ora suona” io non ero agitata perché mi stessi imbucando ad una festa alla quale non ero stata invitata bensì perché avrei rivisto Anthony e a quel punto che gli avrei detto? E se avesse scoperto che non ero stata invitata? Cosa avrebbe pensato di me? Che orribile figura avrei fatto eppure quando la porta si aprì non fu lui ad aprire bensì uno dei due ragazzi che avevamo intravisto “oh ma che belle donzelle” e fece un inchino “lasciate che mi presenti io sono Emmett onorato di fare la vostra conoscenza. Possibile che io non abbia mai notato voi dolci fanciulle?” “Emm smettila!” se il primo a presentarsi era alto quanto un armadio il secondo a fare la sua comparsa in scena era più piccolo ma non meno bello “ahia Jasper!!! Che cosa ho fatto?!” l’altro non lo degnò di uno sguardo ma si rivolse a noi non prima di avergli tirato uno scappellotto alla nuca “scusate signorine. Prego accomodatevi” noi entrammo in casa e iniziammo a dare uno sguardo intorno mentre Jasper diceva al suo amico “ti pare il modo di accogliere delle ragazze ?!? e ricorda che sei in casa di Anthony non tua, scemo!! Comunque la nanetta con i capelli neri è mia!” “amico mio io voglio la bionda quella puoi tenertela” e li sentimmo darsi il cinque mentre le mie amiche bè loro se la ridevano sul fatto che anche loro erano rimaste abbagliate dall’uno e non dall’altro, così, per mettere in piedi il loro piano di seduzione così da avere finalmente un fidanzato da coccolare e usare a proprio piacimento, si rivolsero a loro “avete una bella casa ragazzi” “oh…ehm…non è nostra ma di un nostro amico Anthony venite ve lo presentiamo ma prima diteci i vostri nomi” fu Jasper a parlare, non sembrava nemmeno in imbarazzo anzi era completamente assorto nel guardare Alice mentre parlava e lei, dal canto suo, era arrossita e per quel poco che avevo capito in quei due giorni di convivenza non era qualcosa che accadeva spesso, per niente, così fu Rose a rispondere “io sono Rosalie e loro sono Alice e Isabella” ci scambiammo dei sorrisi e poi loro ci portarono verso Anthony attraverso l’appartamento. Più procedevamo e più mi rendevo conto che era enorme per una persona sola ed era così spoglio: niente foto di famiglia, della sua infanzia o altro. Oddio, poteva aver deciso di toglierle per stasera e poi rimetterle il giorno dopo perché non voleva far vedere sprazzi della propria vita a persone che magari considerava dei semplici conoscenti o che erano dei semplici colleghi di lavoro altrimenti perché dare una festa? Ambientarsi era un buon motivo, io non ne avevo avuto bisogno perché c’era Victoria ma avrei dovuto fare lo stesso in caso contrario. Dopo pochi minuti, durante i quali Jasper ed Emmett si erano prodigati ad illustrarci da dove provenivano i divani o le poltrone e persino i quadri ecco che Emmett dice “ecco Anthony” stava parlando con un signore abbastanza anziano e aveva in mano un bicchiere di vino rosso ma non appena vide i suoi amici andargli incontro si congedò e si avvicinò a noi “Dio quanta gente! Chi era alla porta?” i due ragazzi davanti a noi si aprirono e svelarono me e le mie amiche, fu Emmett a parlare “loro sono Rosalie, Alice e Isabella” lui fece un cenno con il capo alle mie amiche come per salutarle ma quando arrivò a me vidi i suoi occhi allargarsi dalla sorpresa prima di sussurrare “Bella” i nostri amici ci guardavano fino a quando Emmett disse “io porto Rose a vedere il resto della casa” “Alice vuoi qualcosa da bere?” e si volatilizzarono tutti mentre io e lui continuavamo a guardarci, ma il suo sguardo era troppo per me così girai il capo di lato ma lui parlò e mi costrinse a guardarlo nuovamente “perché hai mentito sul tuo nome?” sembrava confuso “io non ho mentito mi chiamo davvero Bella” ora mi guardava ancora più confuso “e Isabella?” “oh è vero. Allora, ti spiego, il mio nome è Isabella ma gli amici sono soliti chiamarmi Bella” “quindi già l’altra sera per te ero un amico?” fece un passo verso di me con uno sguardo che sembrava leggermi nell’anima e fu un riflesso incondizionato per me fare un passo indietro “bè sai è stato spontaneo per me presentarmi in quel modo…” “Bella tranquilla non c’è bisogno che tu ti giustifichi con me” mi sorrise e mi porse il braccio “vieni con me, andiamo in un posto più tranquillo per parlare” annuì con il capo e incrociai il mio braccio al suo seguendolo.

Arrivammo su un terrazzino molto carino dalla parte laterale dell’appartamento ed ero persa nella contemplazione del panorama della città illuminata che si poteva avere a quell’ora della sera e grazie a quell’altezza “toglie il fiato vero?” io mi volsi di scatto verso di lui e sorrisi prima di rispondergli “si, devo dire la verità, non mi pento di essermi trasferita qua” “infatti era strano non averti vista prima sai: la scuola, il lavoro, i locali. Sono sempre in giro e ti avrei notato se ti avessi visto” risi “mmh non saprei sai? Non esco spesso, mi piace stare a casa e dedicarmi al mio lavoro anche se non disprezzo uscire con le amiche e godermi una bella giornata in compagnia” lui guardava ogni mio gesto mentre parlavo e si vedeva che era curioso “che lavoro fai?” “restauro quadri, l’arte mi è sempre piaciuta è come se ogni quadro ha qualcosa da dire grazie all’attimo che racchiude dentro di sé” “un attimo eterno” disse lui ed io non potei che annuire “e tu, Anthony, che lavoro fai?” “sono un avvocato e questa festicciola è per il mio benvenuto” “bè gran bel benvenuto se hai dovuto pensare tu a tutto e loro sono semplicemente venuti qui a bere e a invadere la tua casa” “sai hai ragione” ridemmo entrambi, per poi perderci nella contemplazione del panorama finché lui disse “che ne dici di farci un giro?” lo guardai “ora?” “certo” lui sorrise sghembo “bè non credo che sia educato da parte del padrone di casa abbandonare i propri ospiti e uscire con una fanciulla” “hai ragione” evitò il mio sguardo e il suo sorriso si disperse “ma potremmo fare un’altra volta” lo guardai speranzosa e lui si volse verso di me con gli occhi pieni di una strana luce: pensava che io lo stessi rifiutando invece non sapeva quanto io volessi uscire con lui. “sarebbe magnifico” rispose e il mio cuore esultò. Si può essere innamorati dopo una conoscenza di nemmeno un giorno? Esiste il colpo di fulmine? Davvero non saprei, riuscivo solo a sentire quelle farfalle muoversi nel mio stomaco, agitarsi con una forza degna di un elefante e in quei momenti mi sentivo viva perché qualcosa di speciale stava accadendo anche a me.
Parlammo del più e del meno come se ci conoscessimo da una vita, discutendo delle cose più svariate e lui sembrava sempre così professionale, aveva sempre quell’aria da avvocato e quel suo smoking non faceva che confermare la mia idea: era come se, ogni volta che affrontavamo le nostre opinioni, lui dovesse sempre “indagare” oppure trovare il modo per buttar giù tutte le mie considerazioni come se non fossero degne di nota. Oddio, non mi dava assolutamente fastidio ma sembrava non lasciarsi andare, sembrava quasi finto. In questo modo sembrava di conoscere le sue varie sfaccettature “ehi Bella mi stai ascoltando?” ops mi ero distratta “scusa dicevi?” “pensavo che se per te non è un problema potresti lasciarmi un recapito telefonico per tenerci in contatto così da decidere luogo e giorno per incontrarci” mentre pronunciava queste parole non aveva fatto altro che guardarmi negli occhi: eccolo che indagava sulle mie reazioni emotive! Non mi lasciai scoraggiare e gli lascia il mio numero ma proprio mentre lui stava per darmi il suo veniamo interrotti da Emmett che gli comunica che gli ospiti lo reclamano a gran voce per il suo discorso  “perdonami il dovere mi chiama ma sarei rimasto volentieri con te” io a quelle parole mi sciolgo “sarà per la prossima volta” rispondo “puoi scommetterci Bella. Abbiamo o no un appuntamento?” ridacchiai “a quanto pare sei riuscito ad estorcermene uno” sorridemmo entrambi e lui prima di andarsene mi lasciò un bacio sulla guancia e potei sentire il suo aroma di ambra e lillà, così delicato ma allo stesso tempo mascolino. Lo vidi allontanarsi e dopo pochi secondi lo seguì a ruota per ricongiungermi alle mie amiche che erano attaccate ad Emmett e Jasper. Inizio a credere che non riuscirò più a staccarle da loro tanto presto “ehi Bella ma dove eri finita?” mi chiede Alice “ero fuori a prendere una boccata d’aria” Emmett mi guardava come chi la sapeva lunga e in effetti lui mi aveva vista sul terrazzino con Edward, ma non disse nulla agli altri “i ragazzi ci hanno invitate ad andare a scatenarci in pista dopo il discorso di Edward, ti unisci a noi?” stavolta fu Rose a parlare “veramente pensavo di tornare a casa, sapete  oggi ho lavorato parecchio e sono distrutta e non vorrei sembrare uno straccio domani a lavoro” non fu facile convincere Alice e Rosalie che mi sarei unita a loro un’altra volta, ci tenevano così tanto ad avermi con loro che mi si stringeva il cuore a dire loro di no ma quella sera proprio non mi andava di uscire volevo davvero riposare.
Poco meno di mezz’ora loro erano pronte ad andare mentre io cercavo di prendere tempo per poter salutare ancora una volta Edward ma una volta rimasta sola in quella casa non riuscivo a trovarlo era come scomparso così andai via e mi diressi verso il mio appartamento.

 



NOTE DELL'AUTRICE:
ehy girls,scusate il mio ritardo ma ho dei problemi in famiglia che spero si risolveranno presto e inoltre venerdi scorso ho festeggiato il mio 18° compleanno!!! Dunque, ecco a voi il nuovo capitoloe se state leggendo queste poche righe vuol dire che lo avete letto tutti e mi auguro che vi sia piaciuto....non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni (spero ne arrivino tante).vi iringrazio ancora tutte per seguire questa mia storia. un bacio a tutte voi.

   
 
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