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Autore: Demetra Greengrass    14/08/2014    0 recensioni
Londra, 1957. In una delle famiglie più ricche e potenti, antiche glorie, un evento importante sta per verificarsi. Una nascita. Sfortunatamente, non è l'erede che la famiglia si aspetta, ma una bambina dai capelli ramati che per realizzarsi dovrà superare mille ostacoli. Il suo nome, è Demetra.
Genere: Azione, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Lucius/Bellatrix, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix
Note: Lemon | Avvertimenti: Non-con, Triangolo, Violenza | Contesto: Più contesti
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11 anni dopo

"Gwen, puoi servire la colazione"
L'elfa abbassò lo sguardo in cenno d'assenso, allontanandosi in direzione delle cucine. Roseline Greengrass lanciò uno sguardo alla tavolata, osservando attentamente le sue due figlie che stavano prendendo posto. Suo marito, Alexander Greengrass, scese proprio in quel momento dai piani superiori, avvolgendo le spalle di sua moglie con un braccio. Le regalò un breve bacio sulla testa che la fece sorridere, poi trafelato si avviò al suo posto. 
"Fai colazione con noi, caro?" domandò con voce leziosa, spostando lo sguardo sull'elfa Gwen che proprio in quel momento stava versando il thè nelle tazze. 
"Sì, ma sono di fretta. Sarà una giornataccia"
Alexander Greengrass lavorava al Ministero della Magia, e il suo motto era quello di tutti gli uomini di potere. Il tempo è denaro, e non bisogna sprecarlo in alcun modo. Se si può risparmiarlo, tanto meglio. In caso contrario, meglio affrettare i tempi. Sua moglie storse il naso, come se si aspettasse una risposta del genere, alla quale ci era certamente abituata. Nonostante tutto, non apprezzava affatto l'alzarsi da tavola prima del tempo. Era una purosangue, e rispettava le regole che i suoi genitori le avevano inculcato sin da bambina con una predilezione tale da farla apparire estremamente fastidiosa agli occhi degli esterni. D'altronde, lei non aveva un lavoro. Aveva sposato un nobile proprio per vivere di rendita, stando a casa dalla mattina alla sera, con l'unico obiettivo di dare ordini ai suoi elfi. 
Proprio in quel momento, si voltò verso un piccolo e smunto elfo, dai grandi occhi ovali e cerulei, che timidamente aveva fatto il suo ingresso in un religioso silenzio. 
"Moncus, sono pronti i bauli delle ragazze?"
"Sì padrona, mi sono permesso di portarle nell'ingresso" rispose a testa bassa, il naso quasi a toccare il pavimento. Roseline annuì, sollevando una mano e congedandolo con aria altezzosa. La colazione riprese nel silenzio più totale, ma solo per alcuni secondi. Quando Roseline sollevò lo sguardo dalla sua tazza, inorridì. 
"Demetra, buon cielo, quante volte te l'ho detto? Il tovagliolo va appoggiato delicatamente sulle gambe! Prendi esempio da tua sorella"
La piccola Demetra Marianne Greengrass ascoltava questa frase ricorrentemente ormai da anni. Delle volte, si chiedeva come mai fosse nata in quella famiglia. Si sentiva terribilmente fuori posto, sempre e comunque, e sua madre non la aiutava. Al contrario, faceva di tutto per farla sentire inadatta e fuori luogo. Sua sorella, Helga Dorothee Greengrass, era il completo opposto. La perfetta purosangue, l'orgoglio della sua famiglia, che anche in quel momento reggeva perfettamente tra le dita la sua tazza e sorrideva soddisfatta. Era come se ci godesse, vedendola in difficoltà. Non aveva mai alzato un dito per difenderla, mai detto una parola di conforto. Preferiva compiacere i suoi genitori, che in quel momento le sorridevano fieri. 
"Chiedo scusa, madre" rispose a bassa voce Demetra. In quel momento, si sentì come uno dei loro elfi domestici. Costretta ad abbassare la testa, ad accettare gli ordini di sua madre passivamente, senza ribellarsi. D'un tratto, Alexander si alzò da tavola, avvicinandosi alla sua primogenita. 
"Io devo andare bambine. Mi raccomando, comportatevi bene questi nove mesi lontano da casa... intesi?" chiese, baciando la testa di Helga. Chissà perché, tutte quelle raccomandazioni sembravano rivolte soltanto alla più piccola, che in quel momento abbassò lo sguardo come scottata dai quegli occhi scuri che la guardavano severi. 

Il treno era ormai partito. L'Hogwarts Express aveva lasciato la stazione con un sibilo, mentre tutti i ragazzi in partenza salutavano i loro genitori agitando le mani. Helga fece lo stesso con sua madre, che dal basso le osservava agitando le dita con un sorriso. Il suo sguardo radioso era però rivolto ad Helga, e Demetra si limitò a sorridere forzatamente, le dita appoggiate sul vetro e una gran voglia di allontanarsi da Londra. Quando la stazione sparì davanti ai loro occhi, Helga si voltò verso sua sorella, appoggiandosi alla parete alla sua sinistra. 
"Deme, tu dovresti andar di là" le disse, rimanendo impassibile. Tra le due sorelle i rapporti erano sempre stati un po' distaccati, per volere della maggiore ovviamente. Questo perché Helga non aveva voglia di fare la baby sitter, desiderava solo godersi la sua giovane età come meglio poteva. Era una Serpeverde certificata, e l'ammetterlo le procurava solo orgoglio. Demetra annuì alle sue parole, quando alle sue spalle sentì un forte frastuono. 
"Greengrass, allora? Che fai non vieni?" urlò una voce poco lontano. La più piccola si voltò, accorgendosi di un gruppetto di ragazzi e ragazze, che erano stravaccati nel centro del treno. Osservavano gli altri con superiorità, come se loro fossero i padroni del vagone. Demetra non poteva saperlo, per quanto conosceva avrebbero anche potuto esserlo. Non conosceva ancora le gerarchie presenti, e se avrebbe potuto solo pensare di avere un supporto da sua sorella, ora non ci credeva più molto. 
"Lascia in pace quella ragazzina, ce ne occuperemo un altro giorno" 
La voce apparteneva ad una ragazza dai capelli corvini, intrecciati tra loro. Aveva qualche anno in più di Helga di certo, perché si muoveva sinuosa come una donna vissuta. I ricci le sfioravano il volto, scivolando tra le sue labbra, leggermente dischiuse...un'espressione un po' folle, che di certo non si scorda facilmente. Al suo fianco, un ragazzo le carezzava distrattamente la spalla al di sopra della maglietta scura, ma lei allontanò quella mano con un solo gesto, costringendolo a fermarsi. 
"Bella placa la tua follia, è piccola non vedi?" la esortò il giovane dai capelli scuri, lievemente lunghi, quel tanto da renderlo affascinante e seducente per chi lo osservava per la prima volta.
"Lestrange, perché non chiudi la bocca? Sei terribilmente fastidioso" fu la risposta della ragazza, che si voltò nuovamente verso le due sorelle. Helga sembrava in difficoltà. Non accennò minimamente al fatto che la nuova arrivata fosse sua parente, men che meno che il rapporto fosse più stretto del previsto. 
Nel gruppetto, c'erano anche altre tre figure : un ragazzo dagli occhi scuri e dallo sguardo torvo, che osservava le altre ragazze come fossero prede da inscatolare, e poi una bionda dell'età di Helga accanto ad un ragazzo dai capelli così biondi che sembravano quasi bianchi, lunghi fino alla metà del collo. 
"Dai, vieni Helga. Dolohov qui ti sta aspettando" proferì il ragazzo biondo, con un'aria alquanto divertita e canzonatoria. Il suo amico gli diede una pacca sulla spalla, ridendo con lui, mentre la bionda scuoteva la testa contrariata. 
"Ma finitela, piccioncini, o vi chiudo nei sotterranei per farvi fare le cose sporche" rispose Dolohov come se nulla fosse, facendo sbiancare quella che a tutti gli effetti sembrava la più piccola del gruppo. 
"Dai Cissy smettila di fare la puritana, prima o poi ci finirai a letto con Malfoy" le disse Bellatrix, con uno sguardo torvo e alquanto sensuale. Helga, da lontano, rise a questi scambi di battute, poi senza salutarla si allontanò da Demetra raggiungendo il gruppetto. Entrarono in un vagone, e sparirono dalla sua vista così come erano comparsi. 

Il treno si fermò improvvisamente, segno che era giunto a destinazione. Gli occhi di Demetra si aprirono lentamente, e il buio dell'esterno la invase insieme all'unica fonte di luce, i lampioni che mostravano il sentiero. Una voce da fuori chiamava gli allievi del primo anno, e la giovane si drizzò a sedere. I lunghi capelli castani scivolarono lungo il suo volto, così fu costretta a spostarli all'indietro con un movimento della mano. Aveva passato l'intero viaggio a dormire, e mentre tutti gli altri avevano fatto conoscenza almeno con una persona, lei era rimasta sola. Anche i suoi compagni di vagone, in quel momento, preferivano ignorarla. Si guardò intorno, ma nessuna traccia di sua sorella, così seguì la calca che scorreva lungo le barche. Salì a bordo di una di esse insieme ad altri ragazzi, e lentamente iniziarono a muoversi. L'enorme castello si stagliava di fronte ai loro occhi, e quelli di Demetra luccicarono brevemente. Finalmente, il suo sogno di stava realizzando. Quello che aveva semplicemente letto nei libri di scuola adesso lo aveva di fronte. Per gli altri, probabilmente, non aveva la stessa importanza che aveva per lei. 
Giunti ai piedi del castello, scesero e si incamminarono per le fredde scale in muratura. Demetra mantenne il suo religioso silenzio, la testa bassa e gli occhi rivolti al pavimento. Non proferì parola con nessuno... ascoltò solamente una voce che li esortava a varcare la soglia. Quando le porte si aprirono, la sorpresa fu grande. Tutti gli studenti più grandi erano seduti ai loro tavoli, e guardavano curiosamente le nuove reclute che camminavano timidamente fino al centro della sala. Fu proprio guardandosi intorno che Demetra si accorse di sua sorella, seduta al tavolo con i suoi amici che aveva visto quella mattina in treno. Il gruppetto rideva, indicando i nuovi arrivati, particolarmente quella Bellatrix che già non le stava particolarmente simpatica. Era stata così impegnata a guardarsi intorno che non si era accorta di esser stata chiamata.
"Demetra Marianne Greengrass"
Sollevò lo sguardo e deglutii improvvisamente, presa da un forte senso di panico. Sapeva benissimo cosa sarebbe successo in quel momento, e l'ignoto la terrorizzava particolarmente, senza un reale motivo. Avanzò lentamente, come se stesse camminando sui carboni ardenti. Lo sgabello sul quale si sedette sembrava scottare sotto le sue terga, poi sentì la stoffa del cappello parlante calare sulla sua testa. Socchiuse gli occhi, e prese un lungo respiro appoggiando le mani sulle cosce. 
"Greengrass, dunque...un cognome di certo non poco conosciuto. Saprai meglio di me dove sono finiti tutti i tuoi parenti!" e lì, Demetra fu sicura come non mai di capitare tra le file dei Serpeverde. Sarebbe diventata una strega come sua sorella, avrebbe reso fieri i suoi genitori, nonostante non fosse felice di finirci. Avrebbe reso felici gli altri, sacrificato se stessa. "Eppure... sento che non sei destinata a questo... no! Hai qualcosa di troppo diverso! Perciò... Grifondoro!" 
Quando sentì quell'ultima parola, Demetra spalancò gli occhi. Quasi non ci credeva. Serpeverde non avrebbe aggiunto una strega come lei alla sua collezione, e in qualche modo questo la inorgogliva. Ma, quando si voltò verso i Serpeverde seduti ai loro tavoli, colse qualcosa di strano. Lo sguardo di sua sorella fece sparire il sorriso dal suo volto... vi lesse delusione, e il presagio che quel che era accaduto avrebbe cambiato per sempre tutto. 
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Spazio autrice : bene, siamo entrati nel vivo della storia. Presto assisterete alla loro vita ad Hogwarts, e soprattutto al rapporto tra Helga e i suoi amici, Lucius, Narcissa, Bellatrix, Rodolphus e Antonin Dolohov. Il perno centrale della storia sarà però il personaggio di Demetra, che subirà crescite e cambiamenti. Cosa ne pensate finora? 
Su, recensite, voglio consigli! A presto con il prossimo capitolo, e grazie sempre a chi legge comunque la storia!
  
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