Capitolo 3 - AGAPE
COLLABORAZIONE
CON ANGELO NERO
Heather
aveva ordinato alla dark di
stare ferma, mentre sgattaiolava fuori la veranda. Gwen
sentì sbattere
parecchie porte, poi armadi e infine dei cassetti, che stavano subendo
in
silenzio (come se un oggetto potesse parlare, a parte
l’adorabile sveglia del
fidanzato) i modi poco eleganti dell’asiatica, che poco dopo
rientrò con un
enorme beauty case. Lo alzò dal manico verso il viso,
indicandolo soddisfatta
–Con questo, darkettona, se ci riesci ti farai bella-
Detto
questo la costrinse a sedersi per
terra, rovesciando l’interno della cassetta sul tappeto, sul
quale si sparsero
subito ogni forma di oggetto femminile che la quinta essenza della
seduzione
–cioè Heather- potesse possedere. Diversi rossetti
di varie tonalità rotolarono
sulle assi di legno, mentre i mascara si ammassavano vicino gli
ombretti e i
lucidi per le labbra e il viso si andavano a
“nascondere” sotto i mobiletti.
Heather sorrise vittoriosa non appena arraffò
l’ultimo dei suoi trucchi che era
sfuggito dal suo controllo e, con estrema pazienza li dispose uno per
uno in
fila indiana, con un orgoglio che a Gwen sembrò altamente
esilarante
-Che
c’è?- chiese irritata la mora
–Guarda che questi sono figli miei! Eh!- si mise le mani sui
fianchi snelli,
osservando la goffaggine dell’amica-nemica nel maneggiare le
boccettine di
trucco. Alla fine, disperata e irritata dalla situazione, Gwen
gettò via un
ombretto nero che stava provando a spalmarsi senza specchio, provata
soprattutto dalle risate della padrona di casa, che si stava spanciando
alla
sua non voluta ironia. Si asciugò con l’indice una
lacrima formatasi all’angolo
degli occhioni grigi, per poi sospirare e prenderla in giro. Ancora
-Non
mi dire che quel bel faccino non
ha mai provato il brio di un po’di trucco?-
ridacchiò, facendo infuriare
l’altra –Sì, l’ha visto, ma
non mi piace il trucco! Duncan mi ha detto che sono
bellissima al naturale!-
Mossa
sbagliata.
Heather
a quelle parole scoppiò
letteralmente, camminando all’indietro e accasciandosi
sull’amata altalena,
tenendosi i fianchi per il dolore causato dalle risate
–Pff… oh, sì che ti
piace. Ti piace tanto il trucco. Il punto è che non sei
capace di mettertelo
decentemente- sentenziò, squadrandola superiore e
sogghignando al fatto che si
fosse letteralmente inviperita ai suoi insulti velati.
Gwen
incrociò le esili braccia,
mettendo il broncio e battendo con la punta della scarpa sul pavimento.
Osservò
Heather intenta a dividere secondo una logica che non comprendeva tutti
i
trucchi sparsi sul tappeto. Le si accucciò al fianco,
guardando oltre il suo
corpo e poggiando il mento sulla spalla –Che diavolo fai?-
chiese sempre più
stranita, guardandola con attenzione adesso, mentre predisponeva le
boccette
alla destra e alla sinistra del tavolino –Divido i trucchi
più scuri da quelli
chiari- disse fermandosi ed indicando, come se fosse ovvio,
all’amica-nemica
–Questi neri, argentati, blu e viola sono per te. Anche
quelli verde
metallizzato, se ci siamo-, continuò parlando come
un’estetista, lavoro che era
sempre stato stimato dalla ragazza, ma che a causa dei suoi
“alti livelli” non
avrebbe mai potuto intraprendere, almeno secondo i genitori
asfissianti, che
l’avevano mandata nello stesso liceo di Gwen, che aveva
condiviso con lei
persino le scuole medie. Comunque, Heather adorava tutto ciò
che trattava di
estetica, e più ne poteva avere a che fare e più
si sentiva soddisfatta e
felice –Questi invece sono per me: rosso sulle labbra e oro
sugli occhi… poi un
po’di mascara e del fard, no? Non hanno mai ucciso nessuno-
Mise
i trucchi alla luce, per
controllarne i colori, la consistenza e la data di scadenza, cosa che
faceva
abitualmente, anche se sapeva benissimo che quel prodotto sarebbe
durato per
interi anni. Gwen ormai l’aveva persa, certo. Non
è che la sua amica fosse
frivola, il fatto era che amava letteralmente tutto quello e, anche se
con la
dark non c’era dialogo, era più forte di lei
mettere in mostra il suo amato
beauty case.
Mentre
Heather era concentrata sulla
sua esposizione, Gwen si alzò stufa, dirigendosi in cucina.
Questa volta non
voleva un tè, ma un bel caffè per tenersi in vita
fino a quando la lenta e
complicata preparazione della ragazza non fosse finita. Mise la
macchinetta sul
fuoco dopo aver premuto con un cucchiaino sui chicchi bruni macinati.
Accese la
fiamma, prendendo senza chiedere una sigaretta dal pacchetto di
Heather,
lasciato incustodito sul tavolo. Non era una grande fumatrice, anzi non
amava
per nulla aspirare nicotina, ma aveva bisogno di farlo quando si
sentiva
nervosa, per distendere i nervi e rilassarsi, lasciando che le
sensazioni
cattive le scivolassero dal corpo e dai pensieri.
Insomma,
era una sensazione magnifica,
anche se non aveva motivazione di farlo, adesso. Oppure sì?
Forse non se ne
rendeva conto, ma nel profondo era davvero tesa. Non sapeva bene il
perché, ma
avvertiva i muscoli delle gambe e delle braccia tirare forte e il
bacino
contratto in fitte fastidiose.
Risultato?
Bruciò il caffè.
L’amica-nemica
arrivò attirata dall’odore
e inviperita, cominciò a richiamare l’attenzione
della gotica, che era ancora
presa a battere con il cucchiaino nella tazzina di ceramica vuota. La
schiuma
della bevanda era colata sul pavimento, ma tanto, con tutto quel casino
Heather
era davvero costretta a rimettere a posto. La bella si mise difronte la
gotica,
scuotendole una mano difronte gli occhi –Oh, ma ti sei
rimbecillita? L’ho detto
io che il tè ti fa male!- ma nulla, quella non rispondeva.
Allora Heather
rassegnata prese le due presine e levò la macchinetta
fumante dal fuoco,
spegnendolo e prendendo uno straccio, per poi chinarsi ed asciugare il
pavimento non più immacolato. Quando ebbe finito
gettò la pezza nel lavello,
così come l’attrezzo da cucina (tra
l’altro ancora pieno di chicchi bruciati…
Heather Wilson non sapeva fare i servizi) e schiaffeggiò la
ragazza, che si
riprese e la fissò torva
-Ma
si può sapere che vuoi? Stavo
facendo il caffè!- urlò, massaggiandosi la
guancia arrossata e girandosi per
notare poi nel lavello il disastro al quale aveva contribuito anche
l’asiatica
–Ma sì, diamo fuoco alla casa, che vuoi che sia!?-
la riprese l’altra,
mettendosi nella sua posa io-posso-sotterrarti, con tanto di mani sui
fianchi e
labbro superiore alzato. Okay, forse Gwen doveva ammettere che stava
leggermente esagerando con la sua sbadataggine –Va bene,
scusa hai ragione-
concesse svitando la macchinetta e pulendola –E certo che ho
ragione!- poi la
notò indaffarata a pulire –Ecco brava, dammi una
mano che devo rimettere a
posto tutta la casa- a quelle parole Gwen spalancò gli
occhi, sapendo benissimo
che la casa dell’amica-nemica era grande ben due piani
–Stai scherzando, vero?-
l’altra scosse il capo, levandole la pezza dalle mani e
portandola a fare un
giro della casa
-Io
e Alejandro ci siamo divertiti, sta
notte- sussurrò rossa, spalancando la porta della camera da
letto, di sicuro
messa peggio di tutte –Eh già… vedo che
vi siete dati da fare!- esclamò
divertita e allo stesso tempo shockata la gotica, sollevando con la
punta delle
dita una mutanda decisamente piccola, anzi no… era solo
l’elastico! O almeno così
credeva. Doveva ammettere che, Heather aveva una grande conoscenza
dell’ambito
erotico, anzi, tutte le curiosità sul sesso gliele aveva
chiarite lei, prima di
fare la prima volta l’amore con Duncan. Il punto era che
l’asiatica si
dimostrava alquanto perversa nei suoi giochetti con lo
spagnolo… cose che Gwen
non voleva e soprattutto non poteva sapere –Ehm…
questa ma la devi spiegare,
però- fece cadere la mini-mutandina, prendendo ora delle
manette di metallo
agganciate alla ringhiera di ferro battuto del letto. La gotica
strabuzzò gli
occhi, senza parole nel vedere l’altra scrollare le spalle
–Che c’è? Mai fatto
cose del genere con il tuo punkettaro?- Gwen sollevò un
sopracciglio,
guardandola leggermente schifata –No! E se solo ci provasse,
lo manderei fuori
casa mia a calci in culo!- scoppiò strabiliata alla
naturalezza dell’altra, che
ghignò sotto i baffi, prendendo e chiavi delle manette da un
cassetto del comò
e aprendole con un “click”. Poi le gettò
falsamente sprezzante sul letto
macchiato, facendo una smorfia –Oh, sì, che
schifo!- urlò con una voce
stridula, per poi sollevare le coperte e appallottolarle –Mi
aiuti a metterle
in lavatrice?- la gotica fece una smorfia –Ma sono sporche!-
Heather alzò un
sopracciglio –A volte dubito che tu sia andata a letto con
Duncan, sicuri che
non avete solo limonato tutta la sera? E che te, ingenua come sei,
l’hai
scambiato per sesso?-
Gwen
fu davvero colpita dalle parole
dell’amica-nemica… davvero la credeva
così noiosa? Prese con una smorfia le
altre lenzuola, macchiate ancora di più
–Sì, certo, me lo sono sognato… il
punto è che la fa lui la lavatrice, a me imbarazza-
confessò una volta arrivati
nel bagno e aver messo tutto in lavatrice. Heather decise di lasciarla
perdere
e in silenzio rimisero a posto tutta la casa.
Oddio,
rimettere a posto, che parolone!
Gwen
si limitò a fissare gli
“strumenti” sparsi per la casa, evitando di
chiedere chiarimenti alla bella
asiatica e prendendoli a calci, chiudendoli nello stanzino del piano
superiore.
Similmente
si comportò l’altra, che
aveva un altro stanzino nella veranda, solo che apprezzava tutto
ciò che
trovava.
Quando
finirono, Gwen si presentò
esausta, con il sudore che le gocciolava sulla fronte, mentre Heather
era
perfetta… come al solito –Che nervi…-
mormorò la dark, senza farsi sentire da
lei, per poi porgerle uno scatolino –L’ho trovato
sotto il letto, te l’ha dato
lui?- chiese alludendo ad Alejandro ed osservando l’enorme
anello di diamanti
che si trovava dentro, dando una gomitata al fianco
dell’amica-nemica, che lo
gettò non curante nello stanzino strapieno –Bello
eh? Quando lo raccatto mi sa
che lo indosserò per qualche evento importante, ma ne ho
così tanti che ho
perso il conto- poi mostrò le dita di una mano a Gwen,
alzandole ogni volta che
pronunciava un nome –Ne ho identici, tre.
Me l’hanno regalati in tanti: Marcus,
quell’idiota inglese, te lo ricordi?- l’altra
annuì, perplessa –Logan, un altro
fichetto che veniva dalle Hawaii… ah, sì! Poi
c’è stato quello là,
com’è che si
chiamava? Ci sono andata a letto tre mesi fa e mi ha regalato la stessa
cosa!
Mh… Fred! Ecco, sì, Fred-
La
gotica alzò un sopracciglio,
sedendosi ed ascoltando la ragazza blaterale –E mi hanno
regalato tutti la
stessa cosa, poi ci sono stati i più erotici. Micol mi ha
offerto un tanga leopardato,
Louis un cacchio di frustino che gliel’ho avvolto attorno
alla gola e l’ho
mandato via. Era un idiota, te l’ho mai detto?- di nuovo la
vide annuire,
accondiscendente. No che non glielo aveva mai detto! Ma con quanti
ragazzi se
l’era fatta quella sua amica? –Poi ci sono stati più romantici,
con rose su rose… ti ho
parlato di Jim e Leo?- continuò ad elencare nomi, su nomi,
mentre stendeva il
trucco sul volto pallido dell’amica-nemica, che si era
infilata le cuffie del
fidato MP3 che portava sempre in una tasca dei suoi pantaloni per non
ascoltarla. Quando passò al lucidalabbra rosso, fu costretta
a fermare la
musica per dirle di metterle quello blu. Poi notò che le sue
labbra avevano
smesso di muoversi, procedendo il lavoro in silenzio. Per fortuna. Gwen
sapeva
bene che quell’improvviso mutismo della ragazza era dovuto a
pensieri oscuri e
quindi la incitò, sorridendo maliziosa
–Però nessuno ti ha mai regalato una
cordicina, eh?- Heather sussultò, sporcando la guancia nivea
della sua “modella
serale” con il trucco, poi ringhiò, prendendo un
batuffolo d’ovatta bagnata e
pulendola. Si erano di nuovo sistemati nella veranda, sul tappeto.
L’asiatica
storse la bocca, aggiustando finalmente
l’”opera” e guardandola soddisfatta
–No, nessuno. Ma una cosa vale l’altra- rispose con
non curanza, prendendo lo
specchio per poi farsi anche lei bella, anche se a parer suo non ce ne
era
bisogno. Gwen ridacchiò, alzandosi sulle punte e staccando
la corda dal loro
muro speciale e fu contenta nel vedere che Heather protestò
come una pazza,
insultandola pesantemente e blaterando qualcosa sul fatto che quella
era casa
sua e non doveva toccare le cose lussuose.
Peccato che, la contraddisse Gwen, quella cosa non aveva
alcun lusso. Era
semplicemente corda, punto. Forse anche un laccio di scarpe, molto
probabilmente –Allora, adesso mi dici chi è il
fantastico lui che ha rubato il
tuo cuore rinsecchito?-
-Ma
come siamo romantiche, Gwendoline!-
disse, stendendosi l’ultimo tocco di matita sugli occhi e
voltandosi, per poi
sfilare affascinante difronte la ragazza, che
certamente-così pensava- non
avrebbe mai potuto neanche sfiorare i suoi standard
-Che
mi metto?-
–Oh,
andiamo! Non cambiare discorso!-
-Gwen!-
l’ammonì infastidita –Heather!-
fece l’altra, con più dolcezza –Sei
davvero una rompi scatole, sapevi?-
-Ah,
ne ho sentite di peggio!- prese le
forbici nel cassetto delle loro cianfrusaglie e, con uno sguardo di
sfida provò
a tagliare la corda. Naturalmente l’asiatica la spinse via,
schiaffeggiandola
nuovamente e avvertendola –Giuro che se tocchi ancora la mia
roba ti ammazzo!-
Gwen rise, sta volta era lei a poter comandare i giochi
–Avevi detto che non ti
importava, cosa c’è?- le sventolò
l’oggetto difronte i suoi occhi infuriati
–Dai… ammettilo!- a questo punto
l’asiatica le prese il polso, stritolandolo in
una morsa micidiale e facendo sì che mollasse la presa.
Assottigliò gli occhi,
avvicinandosi al volto della gotica, ora un po’in soggezione
mentre si grattava
il braccio sinistro –Te lo ripeterò solo
un’alta volta, Smith. Osa toccare di
nuovo questa cosa e ti ammazzo- l’altra ingoiò,
ridendo istericamente e
lasciando che Heather disponesse l’oggetto al suo posto, dove
l’aveva trovato –Ecco,
brava-
Poi
riprese il suo discorso
-Non
mi va di uscire oggi, né con te né
da sola. Quindi indossi quello che c’è nel mio
armadio, ti dovrà piacere
qualcosa!-
-Okay,
strano perché di solito vai a
fare shopping-
-Oggi
non mi va-
-Bene,
ci vado io, prendo un po’d’aria,
anche se odio farlo!-
-NO!
Cioè.. no, hai tutto quello che ti
serve… n-non andare…-
Il
culmine, Heather Wilson che le
chiedeva di restare insieme a lei? Con uno sguardo da cucciola indifesa
che
avrebbe mosso a commozione una delle più ferree e crudeli
anime dell’inferno?
Ah, non se la poteva perdere. Si accucciò
sull’altalena, a fianco della
ragazza, appoggiandole la testa sulla spalla e fissando un albero.
Se
lo ricordava ancora, quando avevano
cinque anni e si erano prodigate per scendere nel giardino e seppellire
un seme
nel terreno. Adesso quel seme era un bellissimo alberello, che con le
sue
fronde spiccava alto, facendo brillare loro gli occhi per i ricordi
passati.
Gwen si lasciò andare, chiudendo leggermente gli occhi,
mentre Heather restava
sveglia, immobile, a fissare ogni singola foglia che pendeva dai rami
del loro
albero, che per metà entrava in casa sua. Sbuffò,
poco dopo, ritrovandosi con
gli occhi pieni di lacrime, lasciandosi prendere da una leggera
nostalgia che
mai mancava in quella casa intrisa di ricordi
-Sei
dolce- sussurrò la dark,
staccandosi da lei e guardandola negli occhi grigi, che ora avevano
sostituito
un’emozione con un’altra, con troppa fretta
–Dì un’altra volta una cosa del
genere e ti picchio, di nuovo- sorrisero in sincronia, lasciandosi
trasportare
da quell’odore fantastico… quell’odore
di mughetto, limoni e muschio.
Come
potevano avere tanti ricordi in
quella casa? Come potevano amarla così tanto, ritrovandoci
loro stesse?
Innaturale e sì, doveva ammetterlo, Heather, anche dolce.
°*°*°*°
-Donne,
buona
sera!-
Heather
era
peggio di un cane rabbioso dopo aver aperto la porta e aver trovato,
appoggiato
allo stipite di essa, Scott, che si passava una mano nei capelli con
estrema
non calanche. Aveva un braccio appoggiato al muro, mentre il piede
batteva
sulle mattonelle asettiche del palazzo. Era davvero scioltissimo, anche
sotto
gli sguardi assassini dell’asiatica, che aveva ancora il seno
coperto solo dal
reggiseno, visto che non aveva avuto tempo di infilarsi quello
stramaledettissimo top che aveva conservato nel suo armadio…
troppi laccetti,
diavolo! Scott non aspettò l’invito della ragazza
per entrare e quando mise
piede nel corridoio notò Gwen, ancora mezza nuda, fissare un
abitino celeste,
che se anche l’avesse indossato, non avrebbe coperto un gran
che.
Era
chiaro
che fosse arrivato in anticipo, ma quando glielo fece presente la mora,
lui
controbatté, spiegando che la sua moto era troppo veloce e
che non era
evidentemente colpa sua. Cazzate. Lo aveva fatto a posta! Fare piccole
sorprese
ad Heather non aveva prezzo, e così, con calma si era
preparato verso le sette,
prendendo la moto e percorrendo la lunghissima strada che lo separava
dalla sua
fattoria in campagna spersa chissà dove ed era arrivato
lì, alle otto e mezza…
un’ora prima! Quando era conosciuto proprio per i suoi
ritardi!
Quando
la
dark lo notò, gli saltò letteralmente addosso,
dimenticandosi per pochi secondi
di essere quella apatica e asociale di tutta la situazione.
D’accordo, non
faceva parte del suo carattere quella dolcezza, ma comunque Scott
riusciva a
strappargliela quasi dal corpo… e poi con una
facilità immane!
Sfiorò
il
petto del ragazzo con il seno, baciandolo sulla guancia per poi
incrociare le
gambe dietro la sua schiena –Da quanto che non ti vedo, mi
sei mancato un
casino!- Scott rise puramente, scompigliandole i capelli.
Certo,
al
contatto di una bella ragazza i suoi sensi si risvegliavano sempre, ma
con Gwen
era di verso. A parte che si conoscevano prima che arrivasse Heather e
poi,
chiaramente, era la fidanzata del suo migliore amico… era
praticamente
asessuata, lei!
-Gwen!-
la
riprese Heather, al culmine dell’acidità
–Oh, che vuoi strega?- si lamentò
l’altra con un tono infantile, cosa che diventava al minimo
contatto del suo
“fratellone maggiore” –Mi è
mancato! Non posso?-
-Sei
mezza
nuda!- urlò, ringhiando di nuovo e raschiando la gola. Era
troppo, non doveva
permettersi di fare la ninfomane con Scott. Anche se poco aveva capito
che le
intenzioni dei due erano completamente ingenue.
Eppure
sapeva
benissimo che quei due facevano persino il bagno insieme quando erano
piccoli,
non potevano vergognarsi, si volevano bene. E se glielo avrebbero
proposto lo
avrebbero fatto, ancora! Quando si frequentavano usciva la parte
più bambina di
loro, quella parte che si risveglia sempre a vecchi ricordi e che
nessuno può
mai perdere.
Scott
le
diede un pugno giocoso sul braccio, mordendosi la lingua e dirigendosi
in bagno
–Devo fare pipì!- disse dopo che Heather lo aveva
bloccato, scuotendogli l’indice
difronte gli occhi ceruli e facendolo smettere di protestare
-Io
mi devo
finire di preparare!- chiarì, spingendolo via e rendendosi
cosciente della
forza del ragazzo –E che importa? Non sarà mica
che vedi per la prima volta un
uomo nudo?-
-E
chi ti
dice che non è così?- domandò furiosa
l’altra, mordendosi un labbro quando lui
le accarezzò i capelli neri, ghignando sornione
–Ale parla, le notizie girano,
tesoro! Vorrei provare quelle manette, sai?- poi le soffiò
in un orecchio,
facendola scalpitare innervosita. Quando distolse lo sguardo dalla
porta che
aveva ricevuto in faccia (tra l’altro la porta del SUO bagno,
e non di
quell’idiota che ci si era chiuso dentro) notò
Gwen finalmente vestita e,
doveva ammettere, anche parecchio sexy?
Ma
infondo
alla dark non importava, voleva passare quella serata a divertirsi e
basta,
nulla di che. L’enorme casa di Heather era un posto speciale
e magari sarebbero
anche potuti andare in discoteca! Sì, con tutte quelle
fantastiche luci e
quella musica pompante… no, ora che ci pensava meglio era
preferibile restare
lì, calmi e sereni, visto che detestava l’ambiente
delle discoteche! Sapeva
bene che non riusciva ad astenersi dall’alcool e conosceva
altrettanto bene il
fatto che non lo reggesse per nulla.
Quando
Scott
uscì dal bagno, Heather armeggiava ancora con il suo top,
infuriandosi secondo
dopo secondo di più.
Il
rosso le
si avvicinò, baciandole il collo e sbuffando in seguito.
Anche se ci si metteva
di impegno, non ce la sapeva fare per niente con le donne. Le labbra
del
lentigginoso proseguirono in una lieve scia e Heather lasciò
cadere il top,
ritrovandosi con il busto mezzo nudo e a gustarsi la saliva di lui
depositarsi
sulla pelle liscia e curata. Sentì la lingua di Scott
carezzarle la nuca e le
mani più grandi dei suoi fianchi posarcisi sopra e scivolare
piano, come per
accarezzarla. Le fissò la schiena nuda, solleticandola con
l’indice e poi
l’abbracciò da dietro.
Gwen
era
restata a vedere, silenziosa e aveva notato che a
quell’abbraccio
l’amica-nemica aveva letteralmente chiuso gli occhi e si era
lasciata
trasportare dalla dolcezza del breve momento. Strano, perché
lei detestava
quelle cose smielate! Scott prese il top steso per terra, gettandolo
via. Si
diresse in camera sua, mentre la mora guardava l’altra, che
le rivolgeva
sguardi accusatori e indagatori. Quando tornò aveva una
semplice maglia con una
stampa e, facendole alzare le braccia gliela infilò, anche
se così le forme del
suo corpo non apparivano per nulla
-Mi
piaci
molto di più quando sei semplice-
Allora
lì la
dark capì a chi apparteneva quel semplice e sporco laccio di
scarpe.
Writen by _stella_2000
Angolo Me!
Ebbene stellina è tornata con il terzo capitolo :3 Ragazzi, vi avverto solo di una cosa... che mi sto divertendo per il finale della mia coppia (Scott&Heather)! Io... sto vagando con la mia ADORABILE fantasia. E quando dico che mi sto divertendo, cuol dire che ci saranno grandi cose! Perché sappiamo tutti che quando mi svago accadono catastrofi naturali! Mentre la DxG appartiene ad Angelo (con la quale sto pianificando una conquista del mondo, povere anime, site nei miei poteri) Non fateci caso... ma bando le ciance! Vi rinrazio per seguirci e scusate se nel primo capitolo vi sono sembrata scortese, vi amo tutti :) (oh, certo) No, dai, vi adoro! Al prossimo capitolo! BYE!!!!!