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Autore: Angelo_Stella    15/08/2014    3 recensioni
GWUNCAN|ALETHER|SORPRESA|
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SORPRESA! CAPITOLO 10, FINALE ALTERNATIVO!
...
Agape.
Amore disinteressato, puro, pieno di gioia.
Eros.
Piacere fisico, sesso.
Gwen ed Heather, non esattamente definite come amiche, si ritrovano alle prese con questi tipi diversi di rapporti.
Una dolce, nascosta da un'acidità che man mano tralascia sempre di più.
L'altra perversa, presa continuamente dal piacere carnale.
Entrambe, insegneranno all'altra il loro stile di vita, dimostrandone le motivazioni.
Nulla sembra però come prima, quando l'asiatica si ritroverà tra le mani un laccio di scarpe vecchio e consunto dal tempo, forse simbolo di uno strano amore mai dimostrato.
Ma dopotutto, l'idea d'amore per loro è completamente diversa.
Heather imparerà qualcosa che andrà oltre ad un piacevole sesso, mentre Gwen, si renderà conto che infondo non si può mai vivere in una favola.
In un felici e contenti, che forse, non arriverà per tutti.
Tratto dal testo (capitolo 2):
Dimmi solo: chi è?"
(...)"Chi è chi?"
"Ma come 'chi'? Il ragazzo che ti ha rubato il cuore!" esclamò invece Gwen, giocosa e facendole la linguaccia. "Quel genio che ha sciolto il tuo cuore
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Duncan, Gwen, Heather, Scott | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 3 - AGAPE  

COLLABORAZIONE CON ANGELO NERO

 

Heather aveva ordinato alla dark di stare ferma, mentre sgattaiolava fuori la veranda. Gwen sentì sbattere parecchie porte, poi armadi e infine dei cassetti, che stavano subendo in silenzio (come se un oggetto potesse parlare, a parte l’adorabile sveglia del fidanzato) i modi poco eleganti dell’asiatica, che poco dopo rientrò con un enorme beauty case. Lo alzò dal manico verso il viso, indicandolo soddisfatta –Con questo, darkettona, se ci riesci ti farai bella-

Detto questo la costrinse a sedersi per terra, rovesciando l’interno della cassetta sul tappeto, sul quale si sparsero subito ogni forma di oggetto femminile che la quinta essenza della seduzione –cioè Heather- potesse possedere. Diversi rossetti di varie tonalità rotolarono sulle assi di legno, mentre i mascara si ammassavano vicino gli ombretti e i lucidi per le labbra e il viso si andavano a “nascondere” sotto i mobiletti. Heather sorrise vittoriosa non appena arraffò l’ultimo dei suoi trucchi che era sfuggito dal suo controllo e, con estrema pazienza li dispose uno per uno in fila indiana, con un orgoglio che a Gwen sembrò altamente esilarante

-Che c’è?- chiese irritata la mora –Guarda che questi sono figli miei! Eh!- si mise le mani sui fianchi snelli, osservando la goffaggine dell’amica-nemica nel maneggiare le boccettine di trucco. Alla fine, disperata e irritata dalla situazione, Gwen gettò via un ombretto nero che stava provando a spalmarsi senza specchio, provata soprattutto dalle risate della padrona di casa, che si stava spanciando alla sua non voluta ironia. Si asciugò con l’indice una lacrima formatasi all’angolo degli occhioni grigi, per poi sospirare e prenderla in giro. Ancora

-Non mi dire che quel bel faccino non ha mai provato il brio di un po’di trucco?- ridacchiò, facendo infuriare l’altra –Sì, l’ha visto, ma non mi piace il trucco! Duncan mi ha detto che sono bellissima al naturale!-

Mossa sbagliata.

Heather a quelle parole scoppiò letteralmente, camminando all’indietro e accasciandosi sull’amata altalena, tenendosi i fianchi per il dolore causato dalle risate –Pff… oh, sì che ti piace. Ti piace tanto il trucco. Il punto è che non sei capace di mettertelo decentemente- sentenziò, squadrandola superiore e sogghignando al fatto che si fosse letteralmente inviperita ai suoi insulti velati.

Gwen incrociò le esili braccia, mettendo il broncio e battendo con la punta della scarpa sul pavimento. Osservò Heather intenta a dividere secondo una logica che non comprendeva tutti i trucchi sparsi sul tappeto. Le si accucciò al fianco, guardando oltre il suo corpo e poggiando il mento sulla spalla –Che diavolo fai?- chiese sempre più stranita, guardandola con attenzione adesso, mentre predisponeva le boccette alla destra e alla sinistra del tavolino –Divido i trucchi più scuri da quelli chiari- disse fermandosi ed indicando, come se fosse ovvio, all’amica-nemica –Questi neri, argentati, blu e viola sono per te. Anche quelli verde metallizzato, se ci siamo-, continuò parlando come un’estetista, lavoro che era sempre stato stimato dalla ragazza, ma che a causa dei suoi “alti livelli” non avrebbe mai potuto intraprendere, almeno secondo i genitori asfissianti, che l’avevano mandata nello stesso liceo di Gwen, che aveva condiviso con lei persino le scuole medie. Comunque, Heather adorava tutto ciò che trattava di estetica, e più ne poteva avere a che fare e più si sentiva soddisfatta e felice –Questi invece sono per me: rosso sulle labbra e oro sugli occhi… poi un po’di mascara e del fard, no? Non hanno mai ucciso nessuno-

Mise i trucchi alla luce, per controllarne i colori, la consistenza e la data di scadenza, cosa che faceva abitualmente, anche se sapeva benissimo che quel prodotto sarebbe durato per interi anni. Gwen ormai l’aveva persa, certo. Non è che la sua amica fosse frivola, il fatto era che amava letteralmente tutto quello e, anche se con la dark non c’era dialogo, era più forte di lei mettere in mostra il suo amato beauty case.

Mentre Heather era concentrata sulla sua esposizione, Gwen si alzò stufa, dirigendosi in cucina. Questa volta non voleva un tè, ma un bel caffè per tenersi in vita fino a quando la lenta e complicata preparazione della ragazza non fosse finita. Mise la macchinetta sul fuoco dopo aver premuto con un cucchiaino sui chicchi bruni macinati. Accese la fiamma, prendendo senza chiedere una sigaretta dal pacchetto di Heather, lasciato incustodito sul tavolo. Non era una grande fumatrice, anzi non amava per nulla aspirare nicotina, ma aveva bisogno di farlo quando si sentiva nervosa, per distendere i nervi e rilassarsi, lasciando che le sensazioni cattive le scivolassero dal corpo e dai pensieri.

Insomma, era una sensazione magnifica, anche se non aveva motivazione di farlo, adesso. Oppure sì? Forse non se ne rendeva conto, ma nel profondo era davvero tesa. Non sapeva bene il perché, ma avvertiva i muscoli delle gambe e delle braccia tirare forte e il bacino contratto in fitte fastidiose.

Risultato? Bruciò il caffè.

L’amica-nemica arrivò attirata dall’odore e inviperita, cominciò a richiamare l’attenzione della gotica, che era ancora presa a battere con il cucchiaino nella tazzina di ceramica vuota. La schiuma della bevanda era colata sul pavimento, ma tanto, con tutto quel casino Heather era davvero costretta a rimettere a posto. La bella si mise difronte la gotica, scuotendole una mano difronte gli occhi –Oh, ma ti sei rimbecillita? L’ho detto io che il tè ti fa male!- ma nulla, quella non rispondeva. Allora Heather rassegnata prese le due presine e levò la macchinetta fumante dal fuoco, spegnendolo e prendendo uno straccio, per poi chinarsi ed asciugare il pavimento non più immacolato. Quando ebbe finito gettò la pezza nel lavello, così come l’attrezzo da cucina (tra l’altro ancora pieno di chicchi bruciati… Heather Wilson non sapeva fare i servizi) e schiaffeggiò la ragazza, che si riprese e la fissò torva

-Ma si può sapere che vuoi? Stavo facendo il caffè!- urlò, massaggiandosi la guancia arrossata e girandosi per notare poi nel lavello il disastro al quale aveva contribuito anche l’asiatica –Ma sì, diamo fuoco alla casa, che vuoi che sia!?- la riprese l’altra, mettendosi nella sua posa io-posso-sotterrarti, con tanto di mani sui fianchi e labbro superiore alzato. Okay, forse Gwen doveva ammettere che stava leggermente esagerando con la sua sbadataggine –Va bene, scusa hai ragione- concesse svitando la macchinetta e pulendola –E certo che ho ragione!- poi la notò indaffarata a pulire –Ecco brava, dammi una mano che devo rimettere a posto tutta la casa- a quelle parole Gwen spalancò gli occhi, sapendo benissimo che la casa dell’amica-nemica era grande ben due piani –Stai scherzando, vero?- l’altra scosse il capo, levandole la pezza dalle mani e portandola a fare un giro della casa

-Io e Alejandro ci siamo divertiti, sta notte- sussurrò rossa, spalancando la porta della camera da letto, di sicuro messa peggio di tutte –Eh già… vedo che vi siete dati da fare!- esclamò divertita e allo stesso tempo shockata la gotica, sollevando con la punta delle dita una mutanda decisamente piccola, anzi no… era solo l’elastico! O almeno così credeva. Doveva ammettere che, Heather aveva una grande conoscenza dell’ambito erotico, anzi, tutte le curiosità sul sesso gliele aveva chiarite lei, prima di fare la prima volta l’amore con Duncan. Il punto era che l’asiatica si dimostrava alquanto perversa nei suoi giochetti con lo spagnolo… cose che Gwen non voleva e soprattutto non poteva sapere –Ehm… questa ma la devi spiegare, però- fece cadere la mini-mutandina, prendendo ora delle manette di metallo agganciate alla ringhiera di ferro battuto del letto. La gotica strabuzzò gli occhi, senza parole nel vedere l’altra scrollare le spalle –Che c’è? Mai fatto cose del genere con il tuo punkettaro?- Gwen sollevò un sopracciglio, guardandola leggermente schifata –No! E se solo ci provasse, lo manderei fuori casa mia a calci in culo!- scoppiò strabiliata alla naturalezza dell’altra, che ghignò sotto i baffi, prendendo e chiavi delle manette da un cassetto del comò e aprendole con un “click”. Poi le gettò falsamente sprezzante sul letto macchiato, facendo una smorfia –Oh, sì, che schifo!- urlò con una voce stridula, per poi sollevare le coperte e appallottolarle –Mi aiuti a metterle in lavatrice?- la gotica fece una smorfia –Ma sono sporche!- Heather alzò un sopracciglio –A volte dubito che tu sia andata a letto con Duncan, sicuri che non avete solo limonato tutta la sera? E che te, ingenua come sei, l’hai scambiato per sesso?-

Gwen fu davvero colpita dalle parole dell’amica-nemica… davvero la credeva così noiosa? Prese con una smorfia le altre lenzuola, macchiate ancora di più –Sì, certo, me lo sono sognato… il punto è che la fa lui la lavatrice, a me imbarazza- confessò una volta arrivati nel bagno e aver messo tutto in lavatrice. Heather decise di lasciarla perdere e in silenzio rimisero a posto tutta la casa.

Oddio, rimettere a posto, che parolone!

Gwen si limitò a fissare gli “strumenti” sparsi per la casa, evitando di chiedere chiarimenti alla bella asiatica e prendendoli a calci, chiudendoli nello stanzino del piano superiore.

Similmente si comportò l’altra, che aveva un altro stanzino nella veranda, solo che apprezzava tutto ciò che trovava.

Quando finirono, Gwen si presentò esausta, con il sudore che le gocciolava sulla fronte, mentre Heather era perfetta… come al solito –Che nervi…- mormorò la dark, senza farsi sentire da lei, per poi porgerle uno scatolino –L’ho trovato sotto il letto, te l’ha dato lui?- chiese alludendo ad Alejandro ed osservando l’enorme anello di diamanti che si trovava dentro, dando una gomitata al fianco dell’amica-nemica, che lo gettò non curante nello stanzino strapieno –Bello eh? Quando lo raccatto mi sa che lo indosserò per qualche evento importante, ma ne ho così tanti che ho perso il conto- poi mostrò le dita di una mano a Gwen, alzandole ogni volta che pronunciava un nome –Ne ho identici,  tre. Me l’hanno regalati in tanti: Marcus, quell’idiota inglese, te lo ricordi?- l’altra annuì, perplessa –Logan, un altro fichetto che veniva dalle Hawaii… ah, sì! Poi c’è stato quello là, com’è che si chiamava? Ci sono andata a letto tre mesi fa e mi ha regalato la stessa cosa! Mh… Fred! Ecco, sì, Fred-

La gotica alzò un sopracciglio, sedendosi ed ascoltando la ragazza blaterale –E mi hanno regalato tutti la stessa cosa, poi ci sono stati i più erotici. Micol mi ha offerto un tanga leopardato, Louis un cacchio di frustino che gliel’ho avvolto attorno alla gola e l’ho mandato via. Era un idiota, te l’ho mai detto?- di nuovo la vide annuire, accondiscendente. No che non glielo aveva mai detto! Ma con quanti ragazzi se l’era fatta quella sua amica? –Poi ci sono stati  più romantici, con rose su rose… ti ho parlato di Jim e Leo?- continuò ad elencare nomi, su nomi, mentre stendeva il trucco sul volto pallido dell’amica-nemica, che si era infilata le cuffie del fidato MP3 che portava sempre in una tasca dei suoi pantaloni per non ascoltarla. Quando passò al lucidalabbra rosso, fu costretta a fermare la musica per dirle di metterle quello blu. Poi notò che le sue labbra avevano smesso di muoversi, procedendo il lavoro in silenzio. Per fortuna. Gwen sapeva bene che quell’improvviso mutismo della ragazza era dovuto a pensieri oscuri e quindi la incitò, sorridendo maliziosa –Però nessuno ti ha mai regalato una cordicina, eh?- Heather sussultò, sporcando la guancia nivea della sua “modella serale” con il trucco, poi ringhiò, prendendo un batuffolo d’ovatta bagnata e pulendola. Si erano di nuovo sistemati nella veranda, sul tappeto. L’asiatica storse la bocca, aggiustando finalmente l’”opera” e guardandola soddisfatta –No, nessuno. Ma una cosa vale l’altra- rispose con non curanza, prendendo lo specchio per poi farsi anche lei bella, anche se a parer suo non ce ne era bisogno. Gwen ridacchiò, alzandosi sulle punte e staccando la corda dal loro muro speciale e fu contenta nel vedere che Heather protestò come una pazza, insultandola pesantemente e blaterando qualcosa sul fatto che quella era casa sua e non doveva toccare le cose lussuose. Peccato che, la contraddisse Gwen, quella cosa non aveva alcun lusso. Era semplicemente corda, punto. Forse anche un laccio di scarpe, molto probabilmente –Allora, adesso mi dici chi è il fantastico lui che ha rubato il tuo cuore rinsecchito?-

-Ma come siamo romantiche, Gwendoline!- disse, stendendosi l’ultimo tocco di matita sugli occhi e voltandosi, per poi sfilare affascinante difronte la ragazza, che certamente-così pensava- non avrebbe mai potuto neanche sfiorare i suoi standard

-Che mi metto?-

–Oh, andiamo! Non cambiare discorso!-

-Gwen!- l’ammonì infastidita –Heather!- fece l’altra, con più dolcezza –Sei davvero una rompi scatole, sapevi?-

-Ah, ne ho sentite di peggio!- prese le forbici nel cassetto delle loro cianfrusaglie e, con uno sguardo di sfida provò a tagliare la corda. Naturalmente l’asiatica la spinse via, schiaffeggiandola nuovamente e avvertendola –Giuro che se tocchi ancora la mia roba ti ammazzo!- Gwen rise, sta volta era lei a poter comandare i giochi –Avevi detto che non ti importava, cosa c’è?- le sventolò l’oggetto difronte i suoi occhi infuriati –Dai… ammettilo!- a questo punto l’asiatica le prese il polso, stritolandolo in una morsa micidiale e facendo sì che mollasse la presa. Assottigliò gli occhi, avvicinandosi al volto della gotica, ora un po’in soggezione mentre si grattava il braccio sinistro –Te lo ripeterò solo un’alta volta, Smith. Osa toccare di nuovo questa cosa e ti ammazzo- l’altra ingoiò, ridendo istericamente e lasciando che Heather disponesse l’oggetto al suo posto, dove l’aveva trovato –Ecco, brava-

Poi riprese il suo discorso

-Non mi va di uscire oggi, né con te né da sola. Quindi indossi quello che c’è nel mio armadio, ti dovrà piacere qualcosa!-

-Okay, strano perché di solito vai a fare shopping-

-Oggi non mi va-

-Bene, ci vado io, prendo un po’d’aria, anche se odio farlo!-

-NO! Cioè.. no, hai tutto quello che ti serve… n-non andare…-

Il culmine, Heather Wilson che le chiedeva di restare insieme a lei? Con uno sguardo da cucciola indifesa che avrebbe mosso a commozione una delle più ferree e crudeli anime dell’inferno? Ah, non se la poteva perdere. Si accucciò sull’altalena, a fianco della ragazza, appoggiandole la testa sulla spalla e fissando un albero.

Se lo ricordava ancora, quando avevano cinque anni e si erano prodigate per scendere nel giardino e seppellire un seme nel terreno. Adesso quel seme era un bellissimo alberello, che con le sue fronde spiccava alto, facendo brillare loro gli occhi per i ricordi passati. Gwen si lasciò andare, chiudendo leggermente gli occhi, mentre Heather restava sveglia, immobile, a fissare ogni singola foglia che pendeva dai rami del loro albero, che per metà entrava in casa sua. Sbuffò, poco dopo, ritrovandosi con gli occhi pieni di lacrime, lasciandosi prendere da una leggera nostalgia che mai mancava in quella casa intrisa di ricordi

-Sei dolce- sussurrò la dark, staccandosi da lei e guardandola negli occhi grigi, che ora avevano sostituito un’emozione con un’altra, con troppa fretta –Dì un’altra volta una cosa del genere e ti picchio, di nuovo- sorrisero in sincronia, lasciandosi trasportare da quell’odore fantastico… quell’odore di mughetto, limoni e muschio.

Come potevano avere tanti ricordi in quella casa? Come potevano amarla così tanto, ritrovandoci loro stesse? Innaturale e sì, doveva ammetterlo, Heather, anche dolce.

 

°*°*°*°

-Donne, buona sera!-

Heather era peggio di un cane rabbioso dopo aver aperto la porta e aver trovato, appoggiato allo stipite di essa, Scott, che si passava una mano nei capelli con estrema non calanche. Aveva un braccio appoggiato al muro, mentre il piede batteva sulle mattonelle asettiche del palazzo. Era davvero scioltissimo, anche sotto gli sguardi assassini dell’asiatica, che aveva ancora il seno coperto solo dal reggiseno, visto che non aveva avuto tempo di infilarsi quello stramaledettissimo top che aveva conservato nel suo armadio… troppi laccetti, diavolo! Scott non aspettò l’invito della ragazza per entrare e quando mise piede nel corridoio notò Gwen, ancora mezza nuda, fissare un abitino celeste, che se anche l’avesse indossato, non avrebbe coperto un gran che.

Era chiaro che fosse arrivato in anticipo, ma quando glielo fece presente la mora, lui controbatté, spiegando che la sua moto era troppo veloce e che non era evidentemente colpa sua. Cazzate. Lo aveva fatto a posta! Fare piccole sorprese ad Heather non aveva prezzo, e così, con calma si era preparato verso le sette, prendendo la moto e percorrendo la lunghissima strada che lo separava dalla sua fattoria in campagna spersa chissà dove ed era arrivato lì, alle otto e mezza… un’ora prima! Quando era conosciuto proprio per i suoi ritardi!

Quando la dark lo notò, gli saltò letteralmente addosso, dimenticandosi per pochi secondi di essere quella apatica e asociale di tutta la situazione. D’accordo, non faceva parte del suo carattere quella dolcezza, ma comunque Scott riusciva a strappargliela quasi dal corpo… e poi con una facilità immane!

Sfiorò il petto del ragazzo con il seno, baciandolo sulla guancia per poi incrociare le gambe dietro la sua schiena –Da quanto che non ti vedo, mi sei mancato un casino!- Scott rise puramente, scompigliandole i capelli.

Certo, al contatto di una bella ragazza i suoi sensi si risvegliavano sempre, ma con Gwen era di verso. A parte che si conoscevano prima che arrivasse Heather e poi, chiaramente, era la fidanzata del suo migliore amico… era praticamente asessuata, lei!

-Gwen!- la riprese Heather, al culmine dell’acidità –Oh, che vuoi strega?- si lamentò l’altra con un tono infantile, cosa che diventava al minimo contatto del suo “fratellone maggiore” –Mi è mancato! Non posso?-

-Sei mezza nuda!- urlò, ringhiando di nuovo e raschiando la gola. Era troppo, non doveva permettersi di fare la ninfomane con Scott. Anche se poco aveva capito che le intenzioni dei due erano completamente ingenue.

Eppure sapeva benissimo che quei due facevano persino il bagno insieme quando erano piccoli, non potevano vergognarsi, si volevano bene. E se glielo avrebbero proposto lo avrebbero fatto, ancora! Quando si frequentavano usciva la parte più bambina di loro, quella parte che si risveglia sempre a vecchi ricordi e che nessuno può mai perdere.

Scott le diede un pugno giocoso sul braccio, mordendosi la lingua e dirigendosi in bagno –Devo fare pipì!- disse dopo che Heather lo aveva bloccato, scuotendogli l’indice difronte gli occhi ceruli e facendolo smettere di protestare

-Io mi devo finire di preparare!- chiarì, spingendolo via e rendendosi cosciente della forza del ragazzo –E che importa? Non sarà mica che vedi per la prima volta un uomo nudo?-

-E chi ti dice che non è così?- domandò furiosa l’altra, mordendosi un labbro quando lui le accarezzò i capelli neri, ghignando sornione –Ale parla, le notizie girano, tesoro! Vorrei provare quelle manette, sai?- poi le soffiò in un orecchio, facendola scalpitare innervosita. Quando distolse lo sguardo dalla porta che aveva ricevuto in faccia (tra l’altro la porta del SUO bagno, e non di quell’idiota che ci si era chiuso dentro) notò Gwen finalmente vestita e, doveva ammettere, anche parecchio sexy?

Ma infondo alla dark non importava, voleva passare quella serata a divertirsi e basta, nulla di che. L’enorme casa di Heather era un posto speciale e magari sarebbero anche potuti andare in discoteca! Sì, con tutte quelle fantastiche luci e quella musica pompante… no, ora che ci pensava meglio era preferibile restare lì, calmi e sereni, visto che detestava l’ambiente delle discoteche! Sapeva bene che non riusciva ad astenersi dall’alcool e conosceva altrettanto bene il fatto che non lo reggesse per nulla.

Quando Scott uscì dal bagno, Heather armeggiava ancora con il suo top, infuriandosi secondo dopo secondo di più.

Il rosso le si avvicinò, baciandole il collo e sbuffando in seguito. Anche se ci si metteva di impegno, non ce la sapeva fare per niente con le donne. Le labbra del lentigginoso proseguirono in una lieve scia e Heather lasciò cadere il top, ritrovandosi con il busto mezzo nudo e a gustarsi la saliva di lui depositarsi sulla pelle liscia e curata. Sentì la lingua di Scott carezzarle la nuca e le mani più grandi dei suoi fianchi posarcisi sopra e scivolare piano, come per accarezzarla. Le fissò la schiena nuda, solleticandola con l’indice e poi l’abbracciò da dietro.

Gwen era restata a vedere, silenziosa e aveva notato che a quell’abbraccio l’amica-nemica aveva letteralmente chiuso gli occhi e si era lasciata trasportare dalla dolcezza del breve momento. Strano, perché lei detestava quelle cose smielate! Scott prese il top steso per terra, gettandolo via. Si diresse in camera sua, mentre la mora guardava l’altra, che le rivolgeva sguardi accusatori e indagatori. Quando tornò aveva una semplice maglia con una stampa e, facendole alzare le braccia gliela infilò, anche se così le forme del suo corpo non apparivano per nulla

-Mi piaci molto di più quando sei semplice-

Allora lì la dark capì a chi apparteneva quel semplice e sporco laccio di scarpe.

 

Writen by _stella_2000

Angolo Me!

Ebbene stellina è tornata con il terzo capitolo :3  Ragazzi, vi avverto solo di una cosa... che mi sto divertendo per il finale della mia coppia (Scott&Heather)! Io... sto vagando con la mia ADORABILE fantasia. E quando dico che mi sto divertendo, cuol dire che ci saranno grandi cose! Perché sappiamo tutti che quando mi svago accadono catastrofi naturali! Mentre la DxG appartiene ad Angelo (con la quale sto pianificando una conquista del mondo, povere anime, site nei miei poteri) Non fateci caso... ma bando le ciance! Vi rinrazio per seguirci e scusate se nel primo capitolo vi sono sembrata scortese, vi amo tutti :)  (oh, certo) No, dai, vi adoro!  Al prossimo capitolo! BYE!!!!!

   
 
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