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Autore: fredlove    15/08/2014    3 recensioni
Emma Jo Mitchell è la nipote di Peter ed Elizabeth.
Neal Caffrey... è Neal. Sicuro di sè, di far sempre colpo sulle donne, abituato a vederle a cadere ai suoi piedi.
Tutto inizia con delle frecciatine, battibecchi finché ci scappa anche un bacio! Ma... Emma si tira indietro.
C'è un passato che lei vuole dimenticare, e Neal non fa altro che ricordarglielo inconsciamente.
Bene, vi ho incuriosito? Leggete!!!
[... ]
Dal capitolo 3
Peter scosse il capo, mentre Emma rimaneva a guardare Neal che continuava a provocarla.
- Te crois-tu tout permis pour ta beautè et pour charme de tes yeaux bleus.* - sibilò, sorridendo con una smorfia alla sua espressione interrogativa.
Neal finì di sorseggiare il caffé, prima di alzarsi con eleganza, indossare il cappello e seguire Peter verso l'uscita.
Poi si voltò, un'ultima volta. - Ciao Eli, ci vediamo. -
- Ciao Neal. - gli rispose dalla cucina.
- En passant, merci pour le compliment.* - disse poi, rivolgendosi ad Emma che si era portata la tazza alle labbra.
La ragazza tossì, visto che le era andato di traverso il contenuto ed alzò lo sguardo su di lui.
- A più tardi, Emma. -

[...]
Non meno importante. La storia è in collaborazione con la mia amica Ambra.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[...]
Il tempo di voltarsi, per poter entrare nel locale, che videro una coppia fare lo stesso.
Un uomo biondo, in smoking scuro. Lei in un abito rosso, sfavillante, con scollo che sottolineava il seno, era Sarah Ellis.
- Caffrey. -
Dal capt 50







Cap 51






La presenza di Sarah, aveva gettato una nota fastidiosa.
Neal esibì un sorriso, mentre la donna li guardava.
- Neal, andiamo. June ci sta aspettando. -
Odiava il fatto che lei fosse lì, ma ormai il danno era fatto. E lei aveva notato la tensione di Neal, nonostante il sorriso.
Sapeva che lui ci teneva sul serio, alla loro 'relazione' poco equilibrata. Ma nel momento in cui aveva visto la donna, aveva sentito quel peso nello stomaco.
Sarah Ellis, era sempre lì, quando tra loro si rovinava tutto.
- Un piacere, averti rivista, Ellis. - disse, prima che Neal si decidesse a muovere le gambe.




Nonostante tutto, entrando, avevano sorriso verso Elizabeth che con Peter li attendeva seduti al tavolo.
- Oh, credevo avesse dato forfait!- scherzò la donna, conoscendoli. Poi vide passare Sarah, e cambiò tono. - Oh. -
Neal non aveva lasciato, per un attimo, la mano di Emma. Nemmeno una volta accomodati.
Sapeva che sarebbe successo. Quel qualcosa che avrebbe rovinato tutto.
- Neal, tesoro, tutto okay?-
La voce affettuosa della donna, lo confortò. Annuì, prima di rivolgersi ad Emma. - Mi dispiace. Non.. sapevo sarebbe venuta. -
Fu Emma a stupirlo, baciandolo sulle labbra. - Non preoccuparti. Siamo qui, per June. -
Quando June iniziò a cantare, l'atmosfera parve rilassarsi. Mentre i presenti sorseggiavano i loro cocktail.
- Mi concedi un ballo?- le domandò, dopo un po', porgendole la mano.
E quando lei la prese, sorrise.


Non erano l'unica coppietta a danzare un lento. Ma a lui poco importava.
Quando aveva preso Emma tra le braccia, si era sentito completo. Dimenticando tutto il resto. Posando la mano sulla sua schiena, con una carezza decisa.
Mentre l'altra mano, su quella di lei, era posta sul suo petto.
- Neal. -
Lui la guardò. - Cosa?-
- Mentre scendevo dalla macchina... - lo provocò.
- Ho notato, le autoreggenti. Sì.- si leccò le labbra con la punta della lingua. - E se non fosse per June, adesso saresti nel mio letto. -
- Sempre così sicuro. -
Neal premette più forte la mano sulla schiena, scivolando verso il basso. Mentre lei avvertiva la sensazione ormai familiare, quando gli era vicino.
- Sì. Sicuro. -
Emma inspirò profondamente il suo profumo, prima di baciarlo dolcemente sulle labbra.
- Sei una sorpresa, stasera. -
- Lo so. Di solito niente effusioni in pubblico. - lo guardò. - Se non ti va bene... -
Si allontanò, sapendo che lui non le avrebbe lasciato la mano. Anzi, un giro leggero, e la tirò a sè nuovamente.
Il seno premuto contro il petto. Il battito del cuore all'unisono con il suo.
Si baciarono ancora, mentre ballavano. Prima che una mano sulla spalla di Neal, li interrompesse.
- Posso danzare con mia nipote? - domandò Peter, sorridente.
- Certo. -
Emma così, cambiò cavaliere. Mentre si trovava tra le braccia di suo zio, ritrovò l'affetto paterno.
- Ballo padre-figlia.- le disse.
A vederli sembravano così.
Emma annuì. Suo zio Peter era la persona più vicino ad un padre. - Ti voglio bene, zio. -
- Oh, anche io tesoro. -
- E sei il migliore per me. -
- Grazie, ma non ho fatto niente di speciale. -
- Ti sei sempre preso cura di me. -
Peter commosso, la baciò sulla fronte, prima di sorridere verso Eli che danzava con Neal.
Per l'ultima danza, Emma tornò tra le braccia di Neal.
E per tutto il resto della serata, la presenza di Sarah Ellis venne dimenticata.




La serata si era conclusa, con un brindisi in onore di June. Nonostante la presenza della detective.
Neal era rimasto accanto ad Emma, per tutto il tempo ,sperando di non apparire troppo soffocante.
La ragazza, intanto cercava di rilassarlo. Provocandolo volutamente, e guidando i pensieri altrove.
Così, si era ritrovata nell'appartamento, con lui, a tarda notte.
I baci di Neal erano passionali. Le carezze, decise.
Ed il messaggio era chiaro : non l'avrebbe lasciata andare via.
Non prima dell'alba!
Gliel'aveva sussurrato, sorridendo, poco prima di baciarla. E lei l'aveva lasciato fare.
Sentendo quelle sensazioni che le percorrevano il corpo, mentre Neal la guardava con lo sguardo colmo di desiderio.
Il battito forsennato del cuore, quando lui la sfiorò su per il corpo. E la voglia di arrendersi totalmente, prese il sopravvento.
Entrambi, dimentichi per quegli attimi, di quella parte negativa della serata.
Baciandosi con voglia, desiderio.
- Neal. -
Gemette il suo nome, mentre la possedeva sul letto. Stringendosigli contro. Accogliendone i suoi movimenti.
Il piacere giunse presto, ma nuovamente recuperarono le forze per continuare.


- Stai bene?-
Glielo chiese, qualche ora più tardi, quando se ne stava tra le sue braccia. Poggiata contro il suo petto.
- Mh. -
- Sei teso, Neal. E non dico per .. Sarah.-
- Credevo di averlo mascherato bene. - ammise.
Lei voltò il viso, giusto per guardarlo. - So ascoltare. -
- Lo so. - la baciò sul naso.
- Allora?-
Neal si morse momentaneamente il labbro, mentre si passava una mano tra i capelli. - Per dir la verità, sono sotto inchiesta. Ogni caso a cui ho partecipato come consulente. L'agente Kramer, sta visionando ogni piccolo dettaglio. -
- Per la commutazione della pena? Ti toglieranno la cavigliera, no?-
- Non ne sono sicuro, conoscendo lui. - ammise - Vuole tenermi d'occhio a modo suo, e farmi trasferire a Washington. -
- Cosa? Perché, se la tua vita è qui?- si mise più comoda, per poterlo guardare.
Lui deglutì. - Lo so, benissimo. Ho cercato di non pensare alla ... possibilità. Questi giorni con te, me lo hanno permesso. - le sorrise mesto.
Emma cercò di sorridere, ma non vi riuscì. Neal, se ne sarebbe andato, e lei sarebbe rimasta sola.
- Ehi, mi dispiace. - le accarezzò il viso. - Peter sta cercando dei .. cavilli legali per non permetterlo. -
Lei annuì, stringendosigli contro.
Neal la baciò dolcemente tra i capelli, prima di chiudere gli occhi ed inspirare il suo profumo. Si morse l'interno della guancia, evitando di pensare di separarsi da lei.
- Dimenticavo. - disse dopo quell'attimo di silenzio, muovendo il braccio ed aprendo il cassetto nel comodino - Ho.. qualcosa per te. -
Aprì un sacchetto di velluto, lasciando scivolare in mano una collana. Scintillante, oro bianco lucido. Ed un piccolo ciondolo, con la forma di infinito.
- Infinito?-
- Vedi, è sempre così. Si allontanano, si avvicinano fino ad unirsi. Poi si allontanano di nuovo.- la guardò - Noi. -
- Ci allontaniamo, avviciniamo... e allontaniamo di nuovo. -
Neal gliela legò al collo, prima di baciarla.
- Ti amo. Ricordalo. -
Non le era mai sembrato così serio, nel dirglielo. Annuì, sentendo quella sensazione negativa che dava un vago sentore d'addio.







   
 
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