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Autore: Lord_Envy    18/08/2014    1 recensioni
La vita di Fidel, Léonie e Lothar subirà un grande cambiamento quando scopriranno che il loro coinquilino, Brexton, è una spia internazionale. Vittime della sfortuna, i tre ragazzi saranno costretti a partecipare alla missione, per evitare di essere uccisi. Fra amori, amicizie e tradimenti, ecco a voi una piacevole storia estiva.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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E' complicato 


I ragazzi si riposarono per tutto il Sabato pomeriggio e alla fine Brexton li convinse che andare a cenare fuori avrebbe giovato a tutti e quattro.
Non si vestirono eleganti, si limitarono ad indossare jeans e maglietta (camicetta in caso di Léonie) e scesero nella hall per restituire la chiave.
''Non credo che riuscirò a mangiare qualcosa.'' si lamentò Lothar poggiando una mano sullo stomaco ancora dolorante dall'ingente quantità d pugni che Brexton gli aveva riservato.
''Ordineremo cibo pre-digerito.'' ironizzò Fidel passandogli davanti.
''Divertente!'' rispose Lothar caustico.
''Dai che da domani starai già meglio.'' lo rassicurò Lèonie dandogli una forzuta pacca sulla spalla destra.
''Anche perché domani è il grande giorno!'' puntualizzò Brexton sbucando alla destra di Lothar.
''Lothar, ti hanno ingaggiato come muro di Berlino?'' rise Fidel vedendolo al centro di due fuochi così esplosivi e tornando indietro per prendersi Léonie ed allontanarla.
''Che fai?'' sussurrò lei quando erano ancora vicini.
''Evito che tu possa saltare alla giugolare di Brexton.'' rispose con naturalezza il biondo.
''No- si staccò -le cose sono cambiate!'' puntualizzò tornando in direzione di Lothar e Brexton.
''Come come? E Non mi avvisi?'' domandò rifermandola per il polso. ''Calmati tanto non vi rimetterete insieme camminando con Lothar in mezzo.'' aggiunse vedendo che l'amica tentava di divincolarsi.
''E'...''
''Complicato?'' finì Fidel lasciandola andare con un sospiro.
Camminarono ancora una decina di minuti prima di sedersi ad un tavolo rettangolare all'aperto, esattamente di fronte alla spiagga australiana.
Léonie fece per sedersi di spalle al mare e di fronte a Fidel (posizione stragetica così potevano scambiarsi occhiate complici o calci sotto al tavolo) ma Lothar e Brexton intrapresero una piccola corsa per guadagnarsi il posto vicino alla ragazza.
Rimasero a fissarsi con sguardi ruggenti per un paio di secondi prima di intraprendere una lotta verbale.
Léonie aveva la faccia a terra dall'imbarazzo, non amava sbandierare certe cose in pubblico e certo due ragazzi che lottavano per lei rientrava in quella categoria 'non in pubblico.' Fidel era sinceramente divertito ma fu il suo misericordioso intervento a porre fine alla discussione: chiese un tavolo rotondo e poco dopo si trasferirono tutti e quattro.
''Cazzo fai?'' domandò Brexton con un fil di voce mentre si muovevano verso il tavolo.
''Non posso sedermi vicino a Lèonie?'' domandò guardandolo con uno sguardo di sfida.
''Non se voglio sedermi io vicino a lei.''
''Hai perso ogni precedenza su di lei da quando hai perso lei, non ti pare?''
''Ma che hai?'' domandò Brexton con tono disorientato.
''Te lo dico per correttezza: Léonie mi piace e da questo momento in poi fra me e te è guerra!'' ringhiò con gli occhi lucidi per poi sedersi al tavolo.
C'era l'elettricità pura, quella sera. Brexton e Lothar erano uno di fronte all'altro e si guardavano con aria minacciosa, mentre Lèonie stava ancora tentando di recuparare un po' di dignità persa dalla scenata precendente.
''Vi preferivo quando vi lamentavate di ogni cosa.'' sospirò Fidel stiracchiandosi sulla sedia ma nessuno dei tre rispose. ''Avanti, potrebbe essere l'ultima serata della nostra vita e volete sprecarla così?'' domandò ma tutto tacque. ''Ci parli della missione di domani?'' domandò esasperato rivolto verso Brexton il quale dovette interrompere la comunicazione visiva con Lothar per rispondere alle esigenze dell'amico.
''Ok, ma non interrompetemi con stupide domande. Capito, Fidel?'' domandò rivolto al biondo intento a versarsi da bere.
''La volete piantare di dipingermi per quello che non sono!?''
''E' una domanda?'' chiese Lothar procurando una risata generale.
''Ah-ha!'' rispose Fidel lanciandogli il tappo della bottiglia addosso.
''Allora c'è questa grossa industria di armi chimiche che sta producendo in maniera smisurata armi con cui assoggettare vari Paesi. Nostro compito é quello di sabotare l'intera industria prima che causi dolore e sofferenza.'' sorrise bevendo dal bicchiere. ''Ho finito.'' aggiunse poco dopo.
''Quindi il destino del mondo dipende da noi 4?'' domandò Léonie mentre lo stomaco implodeva.
''No, tranquilla. Se dovesse andare male passeranno ad una vera e propria guerra. Diciamo che noi siamo i poliziotti buoni.'' convenne dopo un lungo ragionamento.
''Come facciamo a sapere che siamo i buoni?'' domandò Lothar.
''La parola armi chimiche non ti suggerisce nulla?'' osservò Brexton alzando il sopracciglio con aria di sufficienza.
''Penso che mi ubriacherò.'' commentò Fidel versandosi un altro bicchiere di vino.
''Domani dobbiamo solo raccogliere le informazioni sull'industria. L'attacco vero e proprio ci sarà fra un paio di giorni.'' spiegò incrociando le braccia.
''Passa la bottiglia.'' commentò esasperato Lothar allungando il braccio verso Fidel.
''Non è rischioso parlarne qui?'' domandò Léonie guardandosi attorno.
''No, siamo ancora nel 'quartiere amico'.'' le sorrise facendole l'occhiolino e mettendola in imbarazzo. Se Lothar aveva intenzione di corteggiare Léonie, Brexton non si sarebbe di certo arreso così facilmente; anzi, avrebbe lottato fino allo stremo per evitare che vincesse il suo amico delle superiori.
La serata passò comunque in maniera piacevole. Fidel divenne brillo poiché l'alcool proprio non lo reggeva e durante la strada del ritorno barcollò per tutto il tempo aggrappandosi a Brexton e canticchiando una canzone di sua invenzione.
Tornarono nella camera di nuovo sistemata, pulita e riparata e il biondo si gettò sul letto con tutte le scarpe e si abbracciò ad uno dei due cuscini che erano disponibili sul materasso.
Anche gli altri, stanchi senza ragione, si stesero sul letto con tutti i vestiti e scegliendo posizioni strategiche: Léonie sfruttò Fidel come muro riparatore dalla presenza degli altri due e si mise al suo fianco vicino al bordo del letto. Brexton si stese alla sinistra di Fidel mentre Lothar fu costretto a stendersi alla sinistra del moro dandogli, però, le spalle.
L'ultimo ad addormentarsi fu Brexton. La sua mente era turbata da miliardi di pensieri che riempivano la sua mente per poi lasciarla velocemente e tornare ancora quando meno se lo aspettava. Era arrivato il grande giorno, domani ci sarebbe stata la prima parte della missione, quella meno rischiosa, ma non era tranquillo per niente. Certo, aveva aiutato i suoi amici istruendoli sullo stretto indispensabile ma non era abbastanza e questo Brexton lo sapeva. Lui aveva subito un allenamento di tre anni prima di ricevere una missione di basso livello. Loro invece avevano avuto solo una settimana di tempo per prepararsi ad una missione critica. Non poteva fare a meno di sentirsi colpevole per quello che stava facendo passare ai loro amici. Se solo si fossero fatti un graffio non avrebbe retto ai sensi di colpa, questo lo sapeva. Aveva visto morire tanti colleghi durante la sua carriera ed ogni volta che partecipava ad una missione collettiva stava sempre sulle spine per la paura di tornare da solo. Non gli importava morire, no, per lui era peggio essere l'unico sopravvissuto.
Si formò un nodo nella sua gola insopportabile e si portò una mano sul viso e si coprì gli occhi. Era buio, gli altri non lo vedevano, ma sentivano il suo respiro farsi accelerato e disordinato. Qualche lacrima iniziò a scendere dal suo viso andando a bagnare il cuscino.
''Scusatemi.'' sussurrò con voce malferma, cercando di non far notare a tutti che stava piangendo.
Fidel, un po' più lucido, gli prese il braccio e se lo portò sotto il collo, avvicinandosi al petto dell'amico e favorendo così il contatto della mano di Brexton con quella di Léonie che la stringeva forte per rassicurarlo. Léonie si maledì per aver scelto quella posizione, avrebbe dato di tutto per fare a cambio con Fidel che ora era quello che più di tutti consolava Brexton standogli solamente vicino. La ragazza accarezzò la mano di Brexton e poggiò le sue labbra sulle nocche. Anche Lothar si girò verso l'amico ma non fece nulla apparte poggiargli una mano sulla spalla. Poi, si addormentarono. 

  
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