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Autore: Melody Space    18/08/2014    3 recensioni
[Dal prologo]
Si rifugiò come al solito in bagno, le gambe che tremavano, la mente che non capiva quello che stava per fare, prese la lametta e iniziò a fare piccoli graffi e tagli sui polsi e sulle braccia, il sangue che sgorgava provocando un dolore fortissimo, una voglia indescrivibile di morire.
Aurora si svegliò di soprassalto, scacciando quel brutto sogno vissuto in realtà solo un mese prima. Si asciugò la fronte sudata con il lenzuolo, scuotendo la testa spaventata e controllando l’ora. Le quattro e mezza del mattino, troppo presto per alzarsi.
Così, facendo dei respiri profondi, chiuse gli occhi e tornò a dormire.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 2. Sulla moto d'acqua

Aurora aprì una o due tre volte la bocca, sorpresa. Fin da piccola aveva immaginato di andare sulla moto d’acqua, persino lo sognava. Però scosse la testa, facendo restare il ragazzo deluso.
“E perché no?”
“Ho il vestito. È di una mia amica, non posso bagnarlo” si giustificò. Anche se non era solo quello. Non voleva andare troppo in confidenza con Daniel, non si sentiva sicura.
“Ma saranno solo due o tre schizzi, dai, è una festa, per divertirsi. Poi il vestito si asciuga. E comunque, se hai paura di confessare alla tua amica di averlo bagnato, ti accompagno io” disse lui facendo l’uomo, cercando di convincerla.
Aurora sbuffò, senza mostrare il sorriso che minacciava di spuntarle.
“E va bene, facciamo questo giro sulla moto d’acqua”
Il volto di Daniel si illuminò. Grazie, voleva dire, ma non ci riuscì, non voleva sembrare troppo un bambino desideroso di un giocattolo.
Lui l’accompagnò fino al ponte di legno, vicino alla scogliera. Disse all’uomo di voler noleggiare una moto d’acqua, così pagò e ci montò sopra con poca grazia.
“Forza, vieni”
Aurora era un po’ titubante, si accorse solo ora che stava per salirci con uno sconosciuto. Raccolse tutto il fiato che aveva in corpo e si sedette dietro di lui.
“Devi attaccarti forte a me” sussurrò Daniel, speranzoso che lei lo ascoltasse.
“Non ho bisogno di sentirmi sicura. Lo sono già” lei non gli diede retta, anche se un po’ di paura ce l’aveva.
“Te lo consiglio, guarda che non ti mangio mica”
Aurora sembrava offesa da quell’affermazione, così, con cautela, cinse la vita di lui con le sue braccia scoperte.
Daniel sorrise a quel tocco.
“Sei pronta? Hai paura?” le chiese.
“Non più di tanto. E muoviti a partire”
Lui scoppiò a ridere, accendendo la moto e sfrecciando sull’acqua.
Subito grossi schizzi e gocce fredde colpirono il corpo dei due ragazzi. Daniel era abituato, c’era già stato quindi sorrise solamente. Mentre Aurora si lasciò scappare un urlo, poggiando la testa sulla schiena del ragazzo, sentendosi immediatamente più sicura.
Fissò l’acqua limpida e profonda, calando una mano dentro per sentirla. Era calda, essendo stata tutta la giornata al sole si era riscaldata, il vento tiepido della sera sembrava come perfetto.
“Non ti senti in paradiso?” urlò Daniel, sovrastando il chiasso della moto che schizzava veloce sulla superfice dell’acqua.
Aurora non sapeva cosa rispondere, così si limitò a ridere, contagiando anche lui.
Fu proprio nel momento che finirono il giro che la ragazza non se ne fregò minimamente del vestito: si era divertita, e ora non esistevano preoccupazioni.
“Grazie” riuscì finalmente a dire Daniel.
“Di cosa?” si sentì ridicola a dirlo.
“Per essere venuta a fare un giro sulla moto d’acqua. Ti è piaciuto?”
“Moltissimo, vale la pena rifarlo un giorno”
“Io sono sempre disponibile, Aurora”
Daniel le si avvicinò, facendola indietreggiare.
“Andiamo a bere qualcosa? Ci sono le birre gratis” disse lui, per cambiare discorso.
“Non mi piace la birra”
“Ok, qualsiasi cosa tu voglia io te la offro”
Aurora arrossì lievemente alla gentilezza di lui, ma se ne pentì. Si stava di nuovo affezionando. Non se lo sarebbe perdonato.
Insieme si avviarono verso i tavoli del rinfresco.
“Prendo una coca cola Light, ma pago io Daniel” disse lei, prendendo una lattina e tirando fuori i soldi.
Il ragazzo fece per ribattere, ma non gli fu permesso.
Un uomo corse in parte ad Aurora fregandogli i soldi e scappando via.
“Prendetelo!” iniziò a gridare la donna che vendeva le bibite. Ma poca gente se ne accorse, col baccano che c’era.
Aurora però non se lo fece ripetere due volte; iniziò a correre come non aveva mai fatto prima di allora, prese la rincorsa saltando su una sedia senza sprecare fatica, e dopo circa sessanta metri acciuffò il brigante, accorgendosi di essere fissata e di avere Daniel alla costole.
Qualcuno chiamò la polizia e ad Aurora vennero restituiti i soldi per la coca cola.
Dopo che tutto fu tornato alla normalità, i due ragazzi si sedettero su uno sdraio libero a riposarsi.
“Sei stata brava, non hai neanche avuto paura” si congratulò Daniel.
“Una ragazza che ha vissuto tutta la vita senza i suoi veri genitori impara a fare tutto da sola. Anche difendersi”
Aurora non si accorse di quello che disse. Era stato più forte di lei, una risposta che racchiudeva tutte le sue sofferenze. In qualche modo aveva fatto capire a Daniel di essere stata adottata. Se ne pentì subito, aveva raccontato le sue cose ad uno più o meno sconosciuto.
La ragazza senza parlare si alzò in piedi, lasciando la coca cola gocciolare e bagnare lo sdraio. Si asciugo una lacrima furtiva e iniziò a camminare lontano da lui.
Però Daniel non aspettò un minuto di più e le corse dietro, fermandola e facendola girare tirandole un braccio.
“Che vuoi sapere ancora di me, eh? Sai già tutto ormai!” la frase di Aurora si trasformò in un feroce pianto.
Lui la accolse tra le sue braccia e lei stavolta non si dimenò.
“Non piangere” le disse dolcemente.
“C-come si fa a non piangere? Sta andando tutto a rotoli, cazzo!” gridò, ora mantenendosi a una certa distanza da Daniel.
“Perché? Spiegami il perché ed io..”
Si bloccò. Si accorse solo ora delle cicatrici della ragazza sui polsi e una quasi invisibile sul braccio.
“Perfetto, ora sai anche che sono una ex-autolesionista, ora puoi spargerlo in giro che più gente lo sa meglio è, no?”
La voce glaciale di Aurora ferì in qualche modo Daniel, che la voleva solo aiutare.
“Adesso smettila di fare la bambina. Ora vieni con me e mi racconti tutto. Mi racconti perché mi aggredisci così” trovò il coraggio di ribattere il ragazzo.
Aurora si morse il labbro e si gettò con tanta fragilità nelle sue braccia che lui aveva paura di farle ancora più male.
“Ok, ti dirò tutto, ma solo perché sento di doverti dare una spiegazione, anche se non dovrei farlo” prese coraggio e lui era ancora lì, davanti a lei, a braccia conserte ad ascoltarla. “Sì, sono stata adottata, e quando ho saputo tutta la mia storia l’ho raccontata al mio fidanzato. Lui mi ha lasciata solo per questo e io ho iniziato a.. a tagliarmi. Per questo non voglio più fidarmi di nessun ragazzo. Non avrei dovuto raccontarti tutto questo, non mi devo più fidare, me lo dico ogni volta” sospirò. “Finisco sempre per soffrire”






Angolo autrice
Salve a tutti! Ecco come promesso il secondo capitolo, sono arrivata puntuale, e non sempre sarà così.
Ringrazio come al solito tutte le recensioni che mi sono trovata :D sono molto felice per questo, grazie a tutti.
Per parlare del capitolo penso che abbiate capito tutto da sole. Hanno fatto il giro sulla moto d'acqua, iniziano i primi sorrisi e momenti imbarazzanti e cosa più importante Aurora si è fidata ciecamente di Daniel, raccontandogli la sua vita.
Che ne pensate?
Buona settimana!
Un bacio, Melody Space <3
   
 
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