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Autore: purjty    19/08/2014    8 recensioni
"Due persone se sono fatte l'una per l'altra finiranno per trovarsi, a dispetto della distanza, del tempo e perfino delle circostanze."
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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(2)
 
- Natalie, ciao – mi salutò Scar quando mi vide entrare in mensa.
Erano passati quattro giorni dall’inizio della scuola e dall’incontro con il biondino, ma di lui non c’era traccia, non si vedeva nemmeno alle poche lezioni che avevamo in comune. In compenso avevo stretto amicizia con Scarlett, di cui conoscevo tutto, ma non il cognome. Sapevo che i suoi erano divorziati, ma che a volte andavano a letto insieme, e sapevo anche che aveva un fratello più grande che era stato espulso da due scuole e che ripeteva il quarto anno.

- Scar. Tutto bene? – chiesi vedendola sorridere come un’ebete.
- Sì, cavolo. Il migliore amico di mio fratello mi ha chiesto di uscire ed io sono cotta di lui da quando sono nata –
- Oh, e tu cosa gli hai risposto? –
- Di sì, ovviamente. Insomma, amo  i suoi occhi marroni e i capelli biondi, le labbra, i muscoli, i bicipiti… -
- Ho capito – ridacchiai mentre iniziai a divorare il pranzo.
- Quindi, stasera usciamo. Tu! –
- Io cosa? – assottigliai gli occhi.
- Mi devi coprire, mio fratello non deve sapere con chi esco. Perciò, io vengo a preparami a casa tua alle cinque, dirò a mio padre e a mio fratello che dormirò da te, mentre esco con Dylan. –
- Sì, tutto okay, però dopo l’uscita dovresti venire a dormire da me, dato che non puoi presentarti a casa tua. –
- Hai ragione. Hai una finestra? – chiese Scarlett illuminandosi all’improvviso.
- Certo. Dimmi, cosa vorresti fare? Ti vuoi uccidere per caso? –
- Tesoro, preparati perché stanotte Edward Cullen ti verrà a trovare. –

Risi e terminai il mio pranzo per poi alzarmi dal tavolo e uscire dalla mensa.
Come ultima lezione avevo chimica, un’altra materia che io e John avevamo in comune.
Dovevo smetterla di pensare a lui, però quel tipo era tanto attraente quanto stronzo.
Si sarà fatto, sicuramente, tutta la popolazione femminile della scuola, tralasciando le altre che avrà portato a letto nelle altre scuole.
Entrai in classe insieme a un gruppetto di ragazze e mi sedetti in fondo, aspettando la professoressa. Ero una frana in chimica, non ci capivo niente, sembrava aramaico antico. Avevo sentito dire, invece, da molte ragazze che John era bravissimo e che prendeva sempre voti alti. Secondo i ragazzi, ma anche secondo qualche ragazza, il biondo prendeva voti alti poiché andava a letto con la professoressa Grey.
Se era davvero così, e c’erano molte probabilità che fosse vero, dovevo assolutamente smetterla di pensare a lui. Insomma, era una cosa orribile, disgustosa. Scarlett di sicuro sapeva, quindi avrei chiesto a lei.
Dopo cinque minuti lo vidi entrare in classe, con quel suo sorrisetto beffardo e gli occhi che ti incantavano. Smisi di guardarlo quando la professoressa entrò in classe; non si poteva dire che era vecchia, perché poteva avere circa trentadue anni, però portarsi a letto un ragazzino di diciotto anni non mi sembrava appropriato per una donna della sua età. Aveva i capelli biondi e gli occhi chiari, quasi grigi, magra e alta.
- Bene ragazzi, ho deciso che faremo una verifica la settimana prossima, su tutto quello che ho spiegato. –
In classe partirono urla di dissenso, mentre io sbiancai di colpo imprecando in arabo.
- Ormai è deciso, venerdì prossimo faremo la verifica, ora ne approfitto per spiegarvi l’ultimo argomento del capitolo.
 
 
- Troia, troia, troia. – imprecai ad alta voce incamminandomi verso casa.
- Reynolds, cosa stai facendo? – ridacchiò Hamilton mentre mi affiancava.
- Ah, niente – feci una risatina nervosa.
- A me non sembra. Chi è una troia? –
- La prof. di chimica. –
Lui sbiancò di colpo, ma poi riprese a parlare.
- Perché? –
- Beh, ha messo quella maledetta verifica per la settimana prossima e io non capisco niente di chimica, quindi mi tocca impegnarmi e cercare di capire qualcosa, altrimenti sono fottuta. –
- E così sei una frana in chimica, chi l’avrebbe mai detto? – mi prese in giro.
- Non mi provocare che quando sono arrabbiata divento insopportabile. –
- Se vuoi posso aiutarti io, sono abbastanza bravo. –
- No, grazie. – mi incupii di colpo, ricordandomi che avevo dato della troia alla donna con cui andava a letto John. Infondo avevo detto solo la verità.
- Come vuoi, ci si vede –
- Ciao -
Arrivata a casa entrai in cucina e trovai un biglietto sul bancone.
“Io sono a lavoro, tuo padre dovrebbe tornare nel pomeriggio, potresti occuparti di Andrew?
Ricordati di andare a prenderlo a scuola, eh.
PS. Nel forno ci sono le lasagne, buon appetito ragazzi.
Vi voglio bene”

Sospirai e mi affrettai ad uscire di casa per andare a prendere il mio fratellino a scuola.
Appena mio fratello mi vide, dopo aver salutato con la mano la maestra, mi corse incontro ed io lo presi dandogli un bacio sulla guancia.
Quando tornammo a casa scaldai le lasagne e iniziai ad apparecchiare la tavola.
Una volta pronte, misi le lasagne in due piatti, uno per me e uno per Andrew. Mangiammo in silenzio, a parte qualche mia risata causata dal faccino di Andy tutto sporco.
Verso le tre del pomeriggio, dopo aver mandato mio fratello a giocare e lavato i piatti, mi chiamò mio padre per dirmi che sarebbe ritornato per le cinque.
“Ah, papà. Stasera viene una mia amica a dormire a casa, per te va bene?”
“Certo, magari posso cucinare i miei famosi nachos”
“Oddio no, ordiniamo una pizza. Ciao”
Mio padre era un pessimo cuoco, quindi, quando la mamma non pranzava a casa, cucinavo sempre io. 
Presi lo zaino e gli appunti di chimica, con l'intenzione di capirci qualcosa, missione altamente impossibile per me.
Non ero proprio negata, però avevo capito solo tre argomenti di un intero capitolo e nella verifica non ci sarebbero stati solo quei tre argomenti. Probabilmente avrei dovuto accettare l'offerta di John, però c'era qualcosa che mi spingeva a farcela da sola.
Forse l'orgoglio, oppure la gelosia.
Immaginai la professoressa che baciava Hamilton.
Ero gelosa di lei, che toccava le labbra di John? Cavolo che pensieri, ma davvero stavo ammettendo a me stessa di essere gelosa della mia prof?
Risi e continuai a impegnarmi fino a quando qualcuno suonò il campanello.
Mi alzai e vidi Andy scendere le scale curioso, raggiunsi la porta e l'aprii trovandovi una Scarlett con una borsone in mano.
- Mi lasci entrare e posare questo coso o mi vuoi guardare ancora un po' con quello sguardo? -
- Devi andare a fare la guerra? - chiesi chiudendo la porta e indicando il borsone.
- Spiritosa, comunque ho portato i vestiti che indosserò all'appuntamento e il pigiama, spazzolino, telefono e dei film rubati da mio fratello. -
- Ottimo. Ora, ti presento mio fratello Andrew. Andrew lei è Scarlett. -
Andrew la salutò con la mano e dopo scappò di sopra.
Quando raccontai di me a Scarlett non riuscii a raccontarle della mia famiglia e di mio fratello, perciò dovetti farlo in quel momento.
- Hai un fratello dolcissimo, io non ti avrei mai derisa. –
- Lo so, infatti non l’hai fatto – le feci notare.
- Sì, perché non vedo quale sia il motivo. –
- Sei un’amica fantastica. Ora, basta con le chiacchiere e su con i fatti. –
- Ho portato delle cose stupende, però mi devi dare un parere – mi disse mentre la feci entrare in camera mia.
- Se vuoi farti una doccia, quello lì è il bagno, dentro ci sono degli asciugamani puliti e il phon sta in quella sorta di armadietto. –
- Grazie, di tutto quello che stai facendo. –
- Figurati, ti aspetto qui. –
Scar entrò in bagno ed io iniziai a rovistare tra i vestiti che aveva portato, scelsi poi quelli che erano, per me, adatti ad un appuntamento al cinema.
Dopo dieci minuti, forse di più, la mora uscì dal bagno solo con la biancheria intima e i capelli già asciutti. Indossò velocemente il jeans, la maglia nera velata e le vans.
- Al trucco ci pensi tu? No, sai, non è che mi piace molto il trucco, quindi non so cosa potrei combinarti. –
- Sì, ci penso io, però tu potresti farmi i capelli come li porti tu? –
- Certo, ti faccio la treccia e te la metto a coroncina, però il resto dei capelli li preferisci lisci o ricci? –
- Un po’ ricci sotto, grazie – sorrise.
Mi misi all’opera e dopo dieci minuti circa lei andò a truccarsi in bagno.
Io mi sdraiai sul letto e iniziai a giocare con la pallina che avevo rubato a mio fratello.
- Scarlett, qual è il tuo cognome? –  urlai per farmi sentire.
- Non lo sai? – urlò a sua volta.
- No, l’altro giorno quando ti presentasti non riuscisti a dirmi il cognome perché il prof entrò in classe. –
- Oh, beh è Hamilton
- Aspetta, cosa? Oddio, per caso sei imparentata con John Hamilton? –
- Sì, è mio fratello. Come lo conosci? –
Per poco non caddi dal letto quando mi disse che era suo fratello. Avevo notato una somiglianza tra i due, però non ci avevo dato peso poiché in quella scuola erano tutti uguali.
La raggiunsi in bagno mentre lei si metteva il lucidalabbra, si voltò poi verso di me e mi sorrise.
- Come sto? –
- Benissimo –
- Comunque, come conosci quel ritardato di John? –
- Ci siamo incontrati il primo giorno di scuola, scontrati più che altro. Aveva detto di avere un appuntamento veloce con una ragazza –
- Tipico di quell’idiota. Non lasciarti ingannare da quel faccino, è pur sempre figlio di mio padre. – sputò le ultime parole con disprezzo.
- E’ vero che tuo fratello va a letto con la prof. di chimica? – le chiesi con timore, mordendomi il labbro inferiore.
- In passato purtroppo sì, ora non so se continua ancora questa “relazione” diciamo. –
- Oh. Mi sa che Dylan è qui, vai – la spinsi fuori quando sentii il citofono suonare.
- A dopo, Nat. –

Quando Scarlett bussò al campanello di casa, i miei stavano apparecchiando, mio fratello guardava la tv ed io stavo per chiamarla poiché erano le nove e mezzo ed era in ritardo per la cena.
Aprii la porta e, cavolo, avrei voluto non farlo, perché la Scar che avevo davanti era diversa da quella sorridente.

- Cavolo, tesoro, che cazzo ti ha fatto quel coglione? – le chiesi notando le lacrime e poi dei segni rossi, quasi viola però, su tutti e due i polsi.
- D-Dylan… lui… - singhiozzò tra le mie braccia.
- E’ tutto okay, ora andiamo di sopra e, quando ti sarai ripresa, andremo a mangiare –

Salimmo di sopra e la feci sedere sul letto, mentre lei si asciugava le lacrime.

- Mi stava per riaccompagnare a casa, mi ha baciata, però si stava spingendo oltre e quindi l’ho allontanato, però lui mi ha preso i polsi e non mi lasciava. Quando mi sono liberata gli ho dato uno schiaffo e lui mi ha spinta dalla macchina, lasciandomi per strada e andandosene. -  terminò cercando di non piangere.
- Cazzo, mi dispiace tanto. Forse non avrei dovuto mandarti con uno che non conosco… -
- Tranquilla, sono io che volevo uscire con lui, tu non hai colpe. –

- Dai, andiamo a mangiare. –

Una volta in cucina, presentai la mia amica ai miei genitori che le sorrisero e sorrisero a me, forse perché ero felice di aver trovato un’amica.


 

Hello beautiful people c:
Scusate se ho aggiornato dopo tanto tempo, ma non ho avuto il computer in questi giorni perchè serviva a mio fratello per l'esame.
Inoltre ieri era il mio compleanno e non ho potuto nemmeno scrivere il capitolo, sorry.
Ad ogni modo, ho aggiornato e credo sia abbastanza lungo, dato che ha occupato circa sei pagine di word.
Spero che vi piaccia e vi dico che già in questo capitolo stiamo conoscendo meglio i nostri personaggi.
Scusatemi per gli eventuali errori, ma sappiate che si è rotto un tasto della tastiera e ho bestemmiato in arabo perchè sbagliavo sempre qualche parola lol
Lasciate una recensione, un parere, quello che volete.
Se volete farvi fare pubblicità a una vostra storia, per me non c'è problema, lo faccio :)
Anyway, se volete chiedermi qualcosa potete trovarmi qui
I love you :)


 

  
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