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Autore: Easter_huit    19/08/2014    1 recensioni
Ero in camera da letto a ricamare quando mia madre entrò. "Eveline, dobbiamo parlare." disse.
"Mamma, cosa succede?" le chiesi preoccupata.
Si sedette sul letto e mi prese una mano. "Papà è stato promosso a dirigente."
Io esultai perché aspettavamo da tanto che lo promuovessero. "Che bello!"
Mia madre però era seria. "Eveline, per favore. Siediti." Capii che non aveva ancora finito di parlare.
"Eveline, papà dovrà trasferirsi in città domani pomeriggio e noi dobbiamo andar con lui." disse infine.
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Luke si stacca dall'abbraccio e toglie lo spago che ha attorno al collo. Lo guardo e vedo il sassolino diviso a metà. L'altra metà ce l'ho io e la tiro fuori.
Vedo che mi porge la sua così faccio per togliere la mia e dargliela ma mi ferma. "Non credo di aver bisogno della tua metà."
Lo guardo interrogativa. "Perché?"
"Non credo che riuscirei mai a dimenticarti." dice in un sussurro.
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Questa breve storia è ispirata a un sogno che ho fatto tempo fa. Spero vi piaccia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono tre ore che sono chiusa qui dentro e nessuno è venuto a cercarmi. Nemmeno Luke, ora che ho bisogno di lui.

Ero in camera da letto a ricamare quando mia madre entrò. "Eveline, dobbiamo parlare." disse.
"Mamma, cosa succede?" le chiesi preoccupata.
Si sedette sul letto e mi prese una mano. "Papà è stato promosso a dirigente."
Io esultai perché aspettavamo da tanto che lo promuovessero. "Che bello!"
Mia madre però era seria. "Eveline, per favore. Siediti." Capii che non aveva ancora finito di parlare.
"Eveline, papà dovrà trasferirsi in città domani pomeriggio e noi dobbiamo andar con lui." disse infine.
"Cosa?" esclamai "No, mamma, non puoi chiedermi questo. La mia vita è qui."
"Eveline, per favore, non peggiorare le cose." disse.
"Ma... mamma! Non posso andarmene. Non posso lasciare casa mia, i miei amici e... e Luke. Non posso!"
Mia madre si alzò in piedi in modo autoritario. "Eveline! Non fare la bambina e prepara subito le valigie se non vuoi farmi arrabbiare!"
"Perché dobbiamo andare anche noi? Non può andarci solo papà?" domandai con le lacrime agli occhi.
"Dobbiamo perché papà non può inviarci i soldi per sopravvivere e tu andrai in una scuola decente per poter studiare medicina come hai sempre sognato!" disse e mi accorsi che anche lei stava per piangere. Nemmeno lei voleva andarsene ma lo faceva per papà.
"Ora prepara le valigie." mormorò.
"No! Io non voglio andarmene! Questa è casa mia! Non posso andarmene!" dissi cominciando a piangere.
Mia madre mi afferrò e mi abbracciò, ma io mi divincolai e fuggii.
Uscii di casa in lacrime e corsi via. "Eveline! Torna indietro!"
'No, non posso andarmene. Tutta la mia vita è qui. Non posso lasciare i miei amici. Charlotte, Alice, Jack, Edward e... Luke. Non posso lasciarli! No!'
Senza accorgermene arrivai al fienile abbandonato e ora sono qui a piangermi addosso perché non voglio lasciar casa mia.

Sento una voce fuori. "Eveline!". È Luke.
Lo sento scivolare per il passaggio segreto e salire al piano di sopra dove mi trova con la testa sulle ginocchia piegate e la schiena contro il muro.
"Ivi... " mormora appena si accorge che sto piangendo. Si avvicina a me e si accuccia al mio fianco.
Mi asciugo le lacrime. "Dov'eri finito?"
"L'ho saputo pochi minuti fa che eri scomparsa e sono venuto subito qui appena me l'hanno detto." mormora.
Mi mette un braccio intorno alle spalle e mi appoggio a lui. "Su... non piangere, Ivi." mi sussurra cullandomi.
Mi asciuga una lacrima con dolcezza e mi alza il viso con un dito così che possa fissare il suo sguardo nel mio. "Hai dei begli occhi, sai?" mi dice, facendo un mezzo sorriso.
"Vai al diavolo, Luke." dico tirandogli un pugno fiacco sul petto, però mi fa recuperare un po' di buonumore.
"Puoi dirmi cosa succede?" mi chiede.
Subito lo guardo stupita. "E così non te l'hanno detto?"
"Che cosa?" Lui sembra più stupito di me.
Abbasso lo sguardo per non vedere la sua espressione. "Ci trasferiamo" dico. Sento la tristezza assalirmi di nuovo.
"Cosa?" esclama.
"Hai capito bene, Luke. Ci trasferiamo." ripeto con le lacrime che minacciano di saltar fuori di nuovo.
"Quando?" mi chiede in un sussurro.
"Domani pomeriggio"
"E... per quanto tempo?"
"Non lo so. Potrei star via per quattro o cinque anni come anche per sempre." mormoro.
Sento le lacrime uscirmi di nuovo dagli occhi. Lui se ne accorge e mi abbraccia. "No, Ivi. Non piangere. Per favore." mormora, ma, dalla voce spezzata che ha, so che anche lui rischia di cedere.
"Non voglio lasciarvi, Luke. Tu e gli altri. Voglio rimanere con voi." dico tra le lacrime.
"Io non posso far nulla, Ivi. Anch'io non voglio che tu te ne vada ma devi ascoltare i tuoi genitori." sussurra.
Lo avvolgo stretto tra le mie braccia mentre lui mi accarezza la testa.
"Forza, andiamo a casa. È tardi." dice dopo un po'.
Mi prende in braccio quando vede che mi rifiuto di alzarmi e io mi aggrappo a lui. Sento che mi dà un bacio sulla fronte e mi accorgo che il suo cuore batte forte. Non credo che sia perché faccia fatica ad alzarmi; sono piuttosto leggera.
È da un po' di tempo che entrambi proviamo qualcosa l'uno per l'altra e viceversa ma entrambi abbiamo paura di fare il primo passo.
Lentamente mi addormento fra le sue braccia mentre mi porta a casa. "Dormi, Eveline. Dormi."
  
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