Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    21/08/2014    3 recensioni
I desideri del cuore sono quelli che maggiormente influiscono sulle nostre decisioni, spesso portandoci in direzione completamente opposta proprio per non veder sparire quel sogno.
Seguite Maya e Masumi in questo 'finale' immaginario del manga ancora incompiuto!
Ultima REVISIONE Luglio 2016.
Una nuova Dea Scarlatta sarebbe sorta dalle ceneri di quella di Chigusa Tsukikage come una fenice, che avrebbe ereditato i diritti di quell'opera meravigliosa e imparato da lei tutte quelle nozioni per portarla in scena nella prima del due gennaio.
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Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11



Quando Maya si svegliò avvertì un piacevole tepore diffuso dappertutto. Sbatté gli occhi lentamente, la luce tenue del sole penetrava dalle tende tirate. Sollevò lo sguardo e le mancò il respiro.

Masumi dormiva beatamente, il volto rilassato, e lei…

Sono addosso a lui?!

Schizzò via da quella posizione avvampando e rimase seduta sulle ginocchia con una mano sulla bocca. Non ricordava di averlo abbracciato in quel modo…

Però che sensazione incredibile…

Si guardò le mani pensando che l’aveva toccato durante la notte e che anche altre sue parti erano state in contatto con…

Masumi si mosse e il cuore le schizzò in gola. Era completamente rilassato, in parte su un fianco, un braccio disteso verso di lei e uno sollevato sul cuscino. Sbatté gli occhi più volte per capire se stava sognando o se quello che stava guardando era la realtà.

Era la prima volta in assoluto che lo vedeva con qualcosa di diverso da un abito da ufficio… veramente era la prima volta per qualsiasi cosa lo riguardasse…

Sto per impazzire… quegli abiti su misura gli stanno bene ma… niente a confronto con quella maglietta…

Respirò rapida domandandosi cosa le stesse accadendo. Aveva la mente piena di immagini sconvolgenti e tutte riguardavano lui, le sue braccia, le sue mani, la sua bocca…

Represse un sussulto e lasciò correre lo sguardo lungo tutto il suo corpo… mamma mia com’è alto… muscoli asciutti, non particolarmente evidenti, ma definiti. Arrossì ancora di più, ma non si fermò e continuò ad esplorarlo con lo sguardo. Sul braccio sinistro, quello disteso verso di lei, c’era una cicatrice, un lungo taglio sottile, più chiaro del resto della pelle.

Aggrottò la fronte e non resistette all’impulso di toccarlo. Allungò una mano e ci passò sopra l’indice.

- Cosa stai facendo? - la sua voce profonda e roca la fece letteralmente sobbalzare. Masumi aprì gli occhi e si voltò a guardarla. Era seduta sulle ginocchia, la camicia spiegazzata, i capelli arruffati, la pelle rossa per l’imbarazzo, una mano sulle labbra, gli occhi spalancati e… era bellissima.

- Sc-Scusa… io non… - balbettò indicando contemporaneamente la cicatrice. Masumi scoppiò a ridere e si appoggiò ad un gomito passando l’altra mano nei capelli. Maya lo fissò imbambolata, non avrebbe mai creduto di vederlo in un atteggiamento così diverso da quello che gli aveva sempre visto in pubblico. Lì invece sembrava un’altra persona.

Poi il suo sguardo si posò su quella cicatrice e si rabbuiò immediatamente. Si tirò su appoggiandosi alla testata del letto e passò la mano sul bordo frastagliato. Maya rimase immobile, stupendosi per quell’improvviso cambiamento. Alzò lo sguardo su di lei e le raccontò del rapimento. Lei ascoltò in silenzio, senza commentare anche se dentro moriva ad ogni parola.

Non riusciva a credere che Eisuke Hayami potesse aver trattato suo figlio così, anche se adottivo. L’uomo che aveva incontrato solo qualche giorno prima era svuotato, consumato, ma probabilmente in gioventù doveva essere stato un vero squalo come tutti lo raffiguravano.

Quando Masumi terminò il racconto le si strinse il cuore a vederlo così abbattuto. Si avvicinò e posò le labbra sulle sue appoggiando le mani sulle spalle in un gesto spontaneo. Lui rispose al bacio, prima dolcemente, assaporandola, poi le passò le mani fra i capelli e lo intensificò, togliendole il respiro. Maya arrossì, col cuore colmo di gioia nel sentirlo così partecipe.

- Aspettami qui, torno subito… - gli sussurrò sulle labbra cercando di dissimulare il suo imbarazzo.

Scese dal letto e uscì dalla stanza sotto lo sguardo sorridente e incuriosito di Masumi. Vide il pizzo nero sotto la camicia che sventolava e distolse immediatamente gli occhi. Avvertì una fitta piacevole e abbassò lo sguardo sconsolato.

E io che vedevo i miei undici anni come una montagna insormontabile e pensavo di saper mantenere l’autocontrollo… guarda come mi sono ridotto…

Sospirò, si mise più comodo e attese che Maya tornasse.



Quella mattina Shiori Takamiya si svegliò con un potente mal di testa. Solo per un istante le sembrò una giornata qualsiasi, ma immediatamente ritornò devastante il ricordo di ciò che aveva fatto.

Mentre la baciava aveva cancellato ogni cosa intorno a sé…

Si alzò e fece una doccia sperando che questo l’avrebbe aiutata, ma il mal di testa rimase lì, persistente, come un martello che rintoccava su quella corda sensibile. Raggiunse la sala per fare colazione e trovò suo nonno che leggeva i giornali del mattino come sempre.

- Shiori, come ti senti oggi? - la sera precedente era tornata molto tardi e non sapeva dov’era stata. Così aveva chiesto all’autista e scoperto che era andata da Masumi Hayami.

- Meglio nonno, grazie - gli sorrise lei sedendosi.

- Allora, dopo che avrai finito di mangiare, c’è una cosa di cui dobbiamo discutere - la avvisò serio.

- Anche io nonno ho qualcosa da dirti - aggiunse lei con voce triste.



Sakurakoji aveva ricevuto l’invito di Kuronuma per trovarsi al Kid Studio nonostante non ci fossero prove quel giorno e lui ci andò seppur di malavoglia. Era una bella giornata di sole e brillava anche a Tokyo, notoriamente avvolta da nubi di smog.

Gli studi erano silenziosi, ma trovò subito Kuronuma intento a sottolineare alcune parti sul copione.

- Buongiorno signor Kuronuma - lo salutò il giovane e il regista tirò su la testa di scatto interrompendo le sue riflessioni.

- Ciao Sakurakoji - si alzò e gli andò incontro - Volevo fare due chiacchiere con te -

Yu lo guardò per un momento e senza alcun motivo il suo cuore aumentò i battiti. Attese con pazienza che il regista parlasse e quando lo fece restò di stucco.

- Lo spettacolo dimostrativo si avvicina - iniziò - Sono evidenti i passi avanti che avete fatto tu e Kitajima e non voglio assolutamente che questo stato di cose cambi -

Yu lo fissò meravigliato, non era dal regista dire cose del genere.

- Non capisco… - protestò, ma Kuronuma alzò una mano.

- Kitajima recita, lo sai, vero? Si immedesima così tanto che sembra tutto vero, ma non lo è… - cercò di essere il più chiaro possibile.

- Sì… -

- È innamorata di un altro e se non hai ancora capito chi è sono qui per… - ma questa volta fu Sakurakoji a fermarlo.

- Non deve preoccuparsi, signor Kuronuma, mi è tutto chiaro. Maya mi ha spiegato ogni cosa - lo avvisò con un sorriso pieno di rammarico sulle labbra.

- Allora ti chiedo di moderare il tuo comportamento. Quell’uomo è a capo di una delle più importanti compagnie teatrali del Giappone e tu non vuoi che tagli i ponti con nessuno degli attori solo perché sei geloso, giusto? - gli si fece più vicino e spinse gli occhiali sopra il naso con fare minaccioso.

- Ho capito, signor Kuronuma, non farò irritare il signor Hayami… non più del dovuto almeno - gli strizzò un occhio e zoppicando con l’aiuto delle stampelle uscì sotto lo sguardo intenso del regista.



Quando Maya rientrò gli sembrò passata un’eternità. Aveva in mano la scatola con cui le aveva fatto avere il vestito e una strana espressione sul volto che non seppe decifrare. Dovette fissare gli occhi sul suo viso per evitare di guardare il modo in cui il tessuto della camicia sfregava sulla pelle.

Maya saltò sul letto sorridente, gli occhi luminosi.

- Ho trovato la mia borsa! - Maya appoggiò la scatola sul letto e la scoperchiò - Ecco, te l’ho riportata - aggiunse in un sussurro. Vide Masumi spalancare gli occhi lentamente, poi allungò le mani e prese delicatamente la veste portandola al petto e chiudendo gli occhi. Non era preparata a quella reazione così profonda. In quel momento ogni traccia dell’affarista senza scrupoli che aveva sempre conosciuto era svanita e non c’era niente neanche del romantico ammiratore delle rose scarlatte. Un nodo d’angoscia le serrò la gola perché le dette l’impressione che stesse abbracciando sua madre.

- Come fai ad avere questa veste? - mormorò con voce incrinata.

- L’ho presa da tuo padre… - e gli raccontò ogni cosa del suo incontro con Eisuke Hayami. Masumi l’ascoltò senza lasciare quell’abito di seta neanche per un attimo e ad ogni parola la stima e il rispetto che aveva per quella ragazza crescevano di pari passo con la sua meraviglia.

- Non posso crederci… Maya, tu non ti rendi conto di cosa hai fatto… - le sussurrò lui con il cuore accelerato e una strana sensazione che lo pervadeva, un misto di timore e orgoglio per ciò che era riuscita ad ottenere.

- Sì che lo so! - rispose Maya entusiasta, aveva scoperto che non le piaceva vederlo afflitto - Ho sfidato un Hayami e ho vinto! - poi arrossì di colpo quando si rese conto di ciò che aveva detto. Masumi invece scoppiò a ridere stringendo la veste.

- Maya, sei incredibile! Quanto avrei voluto essere lì per vedere la faccia di mio padre! - e rise di nuovo. Maya invece si oscurò.

Non voglio giustificare Eisuke Hayami, ma… gli dirò comunque ciò che penso…

- Non credo ti sarebbe piaciuta… - mormorò giocando con il nastro porpora. Masumi la fissò con i suoi occhi azzurri carichi di tensione.

- Io non so niente di voi né di ciò che vi ha coinvolto nel passato… ma l’uomo che ho incontrato era consumato e terrorizzato all’idea di perderti, che tu lasciassi davvero la sua casa e il suo nome - lo sguardo di Masumi non mutò, anzi si indurì ancora di più.

- Maya, qualche tempo fa mi disse che avrei dovuto distruggerti se non mi avessi ceduto i diritti della Dea Scarlatta e che se non ci fossi riuscito io, l’avrebbe fatto lui con le sue mani… - lei sgranò gli occhi stupita, ma non si lasciò convincere, sapeva ciò che aveva visto in quella casa.

- Io non sto mettendo in dubbio ciò che lui era, ti sto solo dicendo ciò che ho provato quando l’ho incontrato. Le persone cambiano -

- Non mio padre - replicò lui all’istante rabbuiandosi - E non voglio che tu ti lasci ingannare, promettimi che non tornerai mai più in quella casa - la sua voce era dura e tagliente.

Maya arrossì e abbassò lo sguardo. Masumi si protese in avanti.

- Promettimelo, Maya - insisté tenendo lo sguardo fisso su di lei.

- Non posso… - sussurrò lei.

- Perché? - una paura incontrollata gli serrò lo stomaco. Che suo padre l’avesse in qualche modo ricattata?

- Mi ha chiesto di recitare per lui qualche volta - gli confessò - E io ho acconsentito -

- Maya! - ringhiò distogliendo lo sguardo - Non hai idea di chi sia veramente Eisuke Hayami! - era sempre troppo gentile, disposta a credere che ci fosse del buono in tutti, l’aveva scorto perfino in lui…

- Lascerai davvero il suo nome? - gli chiese con gli occhi lucidi - Per lui sarebbe un colpo tremendo -

- Maya… - Masumi la fissò sconcertato, come sempre riusciva a sorprenderlo. Spostò lo sguardo sulla veste, immediata fu l’immagine di sua madre fra le fiamme.

Ha visto davvero qualcosa di così profondo in mio padre? Maya si è sempre rivelata acuta nell’individuare i sentimenti degli altri, perfino i miei che celavo così bene… Ma non posso dimenticare tutto quello che mi ha fatto in venticinque anni… NON POSSO!

- Non è necessario dimenticare - aggiunse lei come se gli avesse letto nel pensiero - Non sarebbe giusto, ma puoi iniziare a perdonare - gli suggerì con un sorriso disarmante.

- Maya, non posso… - ammise lui candidamente con occhi colmi di tristezza e un nodo che gli serrava la gola. Lei sospirò, ma gli sorrise, poi sollevò il coperchio della scatola.

- Vuoi rimetterla dentro? - gli chiese indicando la veste e Masumi si accorse di averla ancora stretta fra le mani. La ripose dentro poi alzò lo sguardo su di lei.

- Grazie, ma non rifare mai più una cosa del genere - l’attirò verso di sé e la baciò, era da quando l’aveva fatto prima che aveva voglia di farlo ancora. L’afferrò per la vita e se la mise cavalcioni passandole le mani sulla schiena e baciandole il collo. Maya s’inarcò mettendogli le mani sulle spalle, tutte le immagini che aveva visto quando lo aveva guardato mentre dormiva le inondarono la mente.

Come può bruciarmi così la pelle? Ogni suo tocco è come un marchio ardente!

Masumi ritrovò le sue labbra e le conquistò di nuovo, sentendola arrendevole e partecipe. Si tirò su, in ginocchio, portandola con sé e la distese, il sole la inondò completamente facendo brillare la sua pelle. Tutto ciò che di razionale c’era in lui e che era stato il cardine portante della sua vita svanì in quell’istante. Stava per dirle che non sarebbe più riuscito a fermarsi, ma lei lo baciò zittendolo, le guance arrossate, e gli sfilò la maglietta.





Se volete sapere cosa accade, correte a leggere "Il desiderio del cuore - Alba a Izu"!
   
 
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