Salve!! Sono tornata!!! Eccomi qui
dopo molti mesi di assenza con una nuova fan fiction! Il pairing che ho scelto,
Harry/Ginny, mi incuriosisce molto anche perché nei libri della Rowling se ne
parla ben poco mentre io penso che sia una coppia bellissima, quindi ho deciso
di farci una storia ^^ So che molti sono scettici su questa coppia (infatti ho
trovato poche ficcy interessanti) ma vi invito a leggere questa perché mi sto
impegnando davvero per favore un bel lavoro. Spero di riuscire ad aggiornare
almeno una volta alla settimana… sempre che l’ispirazione non mi lasci a corto
di idee :P
Piccola premessa: la storia è
ambientata al sesto anno a Hogwarts, ma alcune cose sono un po’ diverse (per
esempio come noterete non ci sarà il prof Lumacorno), quindi non allarmatevi! E
mi raccomando, continuate a seguirmi e recensite in tanti! Un saluto
^^
Didone24
o:p>
Ginny e Dean erano rimasti in sala
comune a parlare del più e del meno fino a tarda notte, alla flebile luce
proveniente dal camino che mandava le ultime deboli fiamme scoppiettanti.
-
Sai,
credo che farò il provino per entrare in squadra.
-
Davvero?
Fantastico!
Dean sorrise. Ginny non sapeva che
altro dire. Aveva la sensazione che ormai le loro parole fossero inutili,
pronunciate solo per aumentare l’attesa di ciò che sarebbe successo di lì a
poco. Sapeva che quella sera si sarebbero baciati, e adesso che quel pensiero si
faceva sempre più strada dentro di lei i battiti del suo cuore accelerarono di
colpo.
Abbassò lo sguardo. I lunghi
capelli rossi le ricaddero sul viso a nascondere il rossore che si era dipinto
sulle gote.
Nel tempo di un istante si fece
coraggio e fissò Dean dritto negli occhi.
E un attimo dopo Dean l’attrasse a
sé e la baciò con impeto, e lei lo lasciò fare, senza paura.
Ginny non era una ragazza che si
preoccupava dell’opinione che gli altri potessero avere di lei, ma preferiva
evitare che Ron o qualche altro Grifondoro la vedesse sul divano davanti al
camino in cui ormai gli ultimi bagliori del fuoco si erano consumati durante la
notte, stretta nell’abbraccio di Dean. Perciò, all’incirca alle cinque del
mattino gli diede un ultimo, appassionato bacio e si ritirò nel dormitorio
femminile, con una strana sensazione di euforia mista a
inquietudine.
Un nome le balenò in testa mentre
saliva la scale: Harry. Come avrebbe reagito sapendo che Ginny Weasley si era
messa con l’ennesimo ragazzo? Gliene importava? In tutti quegli anni Ginny non
aveva mai smesso di sperare che un giorno Harry si sarebbe accorto di lei… e
nemmeno in quel momento riuscì a sopprimere quella spiacevole sensazione, mentre
probabilmente Dean stava ancora gustandosi il ricordo dei suoi baci. Si sentiva
in colpa: Dean le piaceva, eppure non era diverso da tutti gli altri ragazzi con
cui era stata. Mentre Harry… non riusciva a spiegarsi esattamente il perché
dell’effetto devastante che aveva su di lei. Forse era il suo coraggio, la sua
determinazione, la sua tenacia… o forse erano anche quei capelli scuri
perennemente scomposti, quell’aria attenta, e i suoi splendidi occhi smeraldini.
Bè, in ogni caso rimuginare su cosa le piaceva di Harry non sarebbe servito a
nulla. Lui non la voleva, e anche nel caso avesse avuto una possibilità di
piacergli Harry era troppo occupato a combattere Voldemort per accorgersi di
lei. Non aveva tempo per nessuna ragazza… o almeno lo
sperava.
E comunque, si disse indignata, non
doveva più pensarci. Con tutta probabilità Dean era innamorato di lei, ed era
decisa a non farlo soffrire per i suoi stupidi sogni di bambina. Non sarebbe
volata alto… ma, se non altro, avrebbe avuto la certezza che ci fosse qualcuno a
cui importava di lei.
Quando arrivò nella Sala Grande
insieme a Luna Lovegood diede uno sguardo al tavolo dei Grifondoro, e si accorse
che Dean la guardava mentre Seamus se la rideva dandogli pacche sulle spalle,
ammiccando in direzione di Ginny. Lavanda squittì qualcosa a Calì vedendola
arrivare. Infine anche Harry, Ron e Hermione si voltarono verso di lei.
Decise all’istante di ignorare
l’espressione di puro disgusto che si era dipinta sul volto di Ron. Harry si
voltò verso Dean, che adesso parlottava allegramente con Neville; fortunatamente
almeno Hermione le sorrise. Lei ed Harry la salutarono, ma Ron era troppo
adirato per rivolgerle la parola. Ricambiò il saluto con un cenno della mano e
si diresse verso Dean e gli altri, che smisero subito di bisbigliare quando lei
si sedette accanto a Dean e gli diede un leggero bacio sulle labbra, provocando
altri gridolini isterici di Lavanda e Calì.
-
Non hai
aspettato un secondo a diffondere la notizia, eh? – disse lei
accigliata.
-
Oh, ehm…
non dovevo? – chiese Dean preoccupato.
-
No, stà
tranquillo, non c’è problema.
Finita la colazione si diresse con
Luna verso le serre di Erbologia, contenta di non dover condividere le lezioni
con Ron, che per tutto il tempo non le aveva rivolto la parola, ed Harry,
naturalmente.
-
Tutto
bene, Ginny? – chiese Luna, interrompendo il fluire continuo dei suoi
pensieri.
-
Si,
certo, tutto apposto.
-
Come
l’hanno presa?
-
Oh, bè,
come al solito, direi. Ron sembra sul punto di uccidere chiunque gli passi
vicino, Lavanda continua a urlare di gioia… Dean non ha perso tempo a
raccontarlo a chiunque. – disse, lo sguardo rivolto a
terra.
-
Ed Harry
Potter?
-
Harry?
Non penso che gli importi, no?
-
Davvero?
Io credo che sia dispiaciuto.
Per poco a Ginny non andò di
traverso il succo di zucca.
-
Cosa? E’
impossibile, Luna – disse, cercando di ricomporsi – Insomma, Harry è solo…
l’amico di mio fratello.
-
Forse.
Sai che i nargilli hanno divorato metà delle piante di un orto vicino Londra? –
disse Luna assorta, e mostrò a Ginny un articolo del giornale diretto dal padre,
“Il Cavillo”.
-
Oh…
interessante…
Ma Ginny aveva altro a cui pensare.
Sapeva che spesso Luna aveva delle opinioni un po’ bizzarre, ma perché dire che
Harry fosse dispiaciuto? Aveva intuito qualcosa che a lei era
sfuggito?
Basta, sei patetica.
Si insinuò una
vocina dentro di lei. Devi smetterla di
pensare a lui, stai con Dean.
Si costrinse a concentrarsi sulle
piante carnivore che la professoressa Sprite distribuì alla classe man mano che
gli studenti si riversavano nella serra numero 3. Quella voce aveva ragione da
vendere. Stava con Dean. Nella sua vita non c’era spazio per le utopie. Sentì un
peso bruciante in fondo allo stomaco. Era davvero quello che
voleva?
Piton si limitò a fissare Harry con
astio. Forse per la prima volta in sette anni, il Prescelto (come amava
schernirlo l’insegnante dal naso adunco e i capelli untuosi appiccicati alla
faccia) aveva risposto perfettamente a una domanda. Ron sogghignava divertito in
direzione di Piton; nemmeno Hermione riuscì a trattenere un sorriso. Harry
sostenne senza battere ciglio una curiosa radiografia, quasi che Piton si
aspettasse che fosse sotto effetto della pozione Polisucco, finchè fu lui ad
abbassare lo sguardo per continuare la lezione.
-
Vedo che
hai avuto un’illuminazione, Potter.
Harry non rispose. Adesso che era
già stato ben torturato da Piton poteva finalmente lasciare scorrere liberamente
i pensieri negli angoli più remoti della sua mente. Ormai il fatto di dover
affrontare Voldemort occupava un posto fisso nel suo cervello; era così ovvio e
così presente nella sua vita che ritrovarsi di colpo a pensare a Ginny Weasley
lo sorprese più di ogni altra cosa quella mattina. Il viso di Ginny, contornato
dai lucenti capelli rossi che odoravano di fiori continuava a riaffiorare
ininterrottamente insieme alla sgradevole scena di Dean Thomas che la stringeva
a sé, baciandola.
Aveva promesso a sé stesso che non
avrebbe perso tempo con le ragazze, quell’anno; perché, infondo, di questo si
trattava. Sprecare il suo prezioso tempo. Tante volte aveva pensato che, mentre
gli altri avevano un futuro limpido e sgombro, c’era una sola cosa che lui
vedeva davanti a sé: Voldemort. E questo escludeva tutto il resto. Anche se
Ginny era la cosa più dolce che occupasse i suoi sogni, non poteva, e non doveva
permettere che le loro vite si incrociassero, mai. Perderla sarebbe stata la
cosa in assoluto più terribile che potesse capitargli. Sapeva cosa avrebbe
fatto: l’avrebbe dimenticata, nonostante fosse la cosa che più desiderava al
mondo adesso anche Sirius l’aveva abbandonato, nonostante lei fosse, oltre a Ron
e Hermione, lo spiraglio di luce e calore che gli permetteva, ogni giorno, di
andare avanti.
-
Ma come
le è saltato in mente di mettersi con un altro… di nuovo? – sbottò Ron irato mentre il
trio lasciava l’aula di Pozioni.
-
Guarda
che non è una bambina, Ron! – disse Hermione infastidita – Ginny può fare della
sua vita quello che vuole!
-
No che
non può! Bè… certo che… comunque poteva aspettare un altro po’, no? Harry è
d’accordo con me, vero, Harry?
-
Ah si? –
disse Hermione scettica, inarcando un sopracciglio.
-
Harry,
diglielo tu! – incalzò Ron.
-
Bè…
come? – farfugliò Harry distratto.
-
Digli
che sei d’accordo con me su Ginny!
Harry si sentì come colpito da un
bolide, riportato bruscamente alla realtà dai soliti battibecchi dei suoi
migliori amici.
-
Suppongo
di si – disse debolmente.
-
Vedi,
Hermione? L’orgoglio… cosa che voi femmine non potete
capire!
-
Ma fammi
il piacere!
In un'altra circostanza avrebbe
cercato di farli smettere, ma quel giorno si ritrovò a camminare da solo, a
pochi passi da Ron e Hermione che litigavano per il comportamento della ragazza
che Harry credeva di amare.