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Autore: ChiaraBJ    22/08/2014    4 recensioni
Semir e Ben durante un inseguimento hanno uno spaventoso incidente e ad averne la peggio sarà il giovane ispettore. Ben ne uscirà segnato nel corpo, ma soprattutto nell’animo e una misteriosa ragazza e una morte violenta sconvolgerà la sua giovane vita.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COLORO CHE SOGNANO DI GIORNO SANNO MOLTE COSE CHE SFUGGONO A CHI SOGNA SOLTANTO DI NOTTE
 (EDGAR ALLAN POE)
 
 
Capitolo 1

Routine ‘autostradale’

Colonia , 25 agosto

Era appena iniziata una nuova giornata di lavoro e gli ispettori della polizia autostradale,  Semir Gerkhan e Ben Jager, erano di pattuglia sull’A57 sotto un autentico nubifragio.
La Mercedes grigio scuro procedeva con cautela sotto la pioggia e a stento i tergicristalli riuscivano a tenere testa al diluvio che si stava abbattendo lungo l’autostrada limitrofa alla città.
“Hey Semir” esordì Ben mentre guidava la sua auto di servizio con lo sguardo incollato alla strada “Ti immagini che fra quattro mesi è Natale?” e si girò verso il suo collega sfoderando uno dei suoi più smaglianti sorrisi.
“Mapporca Ben” sbottò Semir “Sei appena tornato dalle ferie e già pensi alle prossime vacanze?”.
“Che vuoi che ti dica socio, mi ero abituato bene in vacanza : niente sveglie, niente alzatacce, suonare con la band nei locali e conoscere ragazze e tirare tardi, niente turni massacranti, niente sparatorie, niente inseguimenti …” cominciò ad elencare Ben, ma improvvisamente fu interrotto.
“Comando a Cobra 11 …” gracchiò la radio.
“Ecco ti dicevo …” disse quasi infastidito Ben e rivolto a Semir  “Rispondi va’ …”.
“Dimmi Susanne” rispose Semir.
“C’è stata una rapina al Colonia Zentrum, il rapitore è fuggito su una Opel nera senza targa  ed alcuni colleghi che lo stavano inseguendo, lo hanno perso all’altezza dello svincolo che collega la tangenziale nord con l’A57; voi la state percorrendo in direzione Düsseldorf quindi dovreste trovarvela qualche chilometro più avanti” disse concisa la bionda segretaria.
 “Ok” disse Semir “Interveniamo “ e accese la sirena ed il lampeggiante.

Ben aumentò la velocità dell’auto stando però sempre attento a non sbandare poiché l’asfalto della strada era molto viscido a causa della pioggia che cadeva incessantemente.
“Guarda Ben “ quasi urlò Semir e indicando un’auto scura davanti a loro “Dai accelera che lo prendiamo”
“Non ti preoccupare socio lo raggiungo, fidati” gli disse di rimando Ben.
Appena il fuggitivo vide i lampeggianti della macchina della polizia aumentò notevolmente la sua velocità, a volte scansando e a volte tamponando le vetture che si frapponevano fra lui e la sua folle corsa e che procedevano nella stessa direzione di marcia.
Malgrado la pioggia e i vari tamponamenti che si stavano susseguendo a catena , la Mercedes dei due poliziotti continuava a stare incollata all’Opel nera del rapinatore.
Quando furono abbastanza vicini Semir estrasse la pistola abbassò il finestrino e subito il piccolo turco fu raggiunto da autentiche secchiate d’acqua gelida.
“Dai muoviti socio, spara alle gomme di quel delinquente prima che l’auto diventi il Titanic su quattro ruote, stiamo imbarcando acqua …” replicò seccato Ben.
Semir esplose alcuni colpi, ma nessuno andò a segno.

Improvvisamente una bisarca si trovò davanti all’auto del malvivente e questi a causa dell’asfalto bagnato non riuscì a fermarsi in tempo e cominciò a tamponare una serie di auto nel tentativo di superarla.
Si susseguirono così una serie di tamponamenti a catena e incidenti più o meno spettacolari e anche il mezzo pesante cominciò a sbandare e il suo autista cercò con ogni mezzo di fermarlo.
Quindi la bisarca si fermò in mezzo alla carreggiata e Ben lanciato ormai a velocità molto sostenuta, non riuscì a frenare in tempo ed a evitare l’impatto con il mezzo; la Mercedes prese letteralmente il volo e cappottò diverse volte fino a finire la sua corsa contro il guardrail.
Anche l’auto del malvivente sbandò e si schiantò contro un’auto alcune decine di metri più avanti.

Un Semir intontito e ammaccato , ma vivo, uscì dalla Mercedes di Ben e vedendo che il malvivente aveva cominciato a fuggire a piedi mosse alcuni passi e urlò:
“Ben coprimi, lo inseguo …” ma non sentendo risposta il poliziotto si voltò verso l’auto dell’amico.
Il cuore di Semir si fermò per una frazione di secondo; Ben stava disteso supino con metà corpo dentro l’auto ridotta ad un rottame e l’altra metà distesa sull’asfalto bagnato.
Semir ritornò sui suoi passi e subito si inginocchiò accanto al suo giovane collega; solo allora notò con orrore che conficcato nel fianco Ben aveva un pezzo della lamiera dell’auto di servizio.
La prima cosa che fece, quasi istintivamente, fu quella di tastargli il polso.
“Grazie al cielo sei vivo, ora chiamo i soccorsi, ma tu resisti okay?” disse un angosciato Semir a un incosciente Ben e detto questo chiamò la centrale operativa.

Mentre aspettava i soccorsi , Semir cercò in qualche maniera di riparare il corpo di Ben dall’incessante pioggia che continuava a cadere, ma senza successo anche perché di fatto non poteva muovere il corpo, avrebbe potuto aggravare la già drammatica situazione.
Velocemente diede anche un’occhiata all’auto per vedere che non ci fosse anche l’eventualità che questa prendesse fuoco o saltasse in aria.
Il piccolo ispettore era così disperato nel vedere il suo amico così che cominciò a piangere.
Le sue lacrime si mischiarono così alla pioggia e orribili pensieri cominciarono ad affollare la sua mente: si immaginò davanti ad Andrea con  le bambine in braccio, si chiese come avrebbe potuto dire alle sue figlie che il loro adorato ‘zietto’ non sarebbe più andato a trovarle, non avrebbe più cantato per loro le ninne nanne perché era … andato in cielo.
Si vide davanti a un furioso e addolorato Konrad che ancora una volta lo avrebbe accusato di avergli ucciso in qualche modo il figlio, non avrebbe neanche avuto il coraggio di dirglielo, di questo era sicuro, avrebbe solo scosso la testa per fargli capire che suo figlio non gli avrebbe più parlato e non sarebbe andato più a trovarlo.
Avrebbe dovuto sopportare le facce scure dei colleghi e soprattutto avrebbe dovuto sostenere la vista della scrivania del suo ufficio quella di fronte a lui, di nuovo vuota e lui , Semir,  sarebbe stato di nuovo solo dopo soli cinque anni vissuti quasi in simbiosi con Ben.

In attesa dei soccorsi e mentre si torturava con questi terribili pensieri Semir cercò di tamponare la ferita e solo allora fece caso che il sangue di Ben che usciva dalla ferita mescolato con la pioggia che cadeva faceva sembrare che da sotto il corpo del giovane il sangue uscisse come se fosse un fiume in piena.
Fortunatamente poco dopo , anche se a Semir sembrò un’eternità, arrivarono i paramedici e Ben fu caricato su un’eliambulanza con tutte le cautele del caso.
“Vi prego” supplicò Semir “Fatemi salire … se dovesse succedere … non voglio che sia solo …” e quasi si fece paura per la frase che aveva appena pronunciato.
“Mi spiace ispettore, ma …” disse un medico.
“Vi scongiuro, io … è colpa mia dovevo dirgli di rallentare, dovevo dirgli che lo avremmo preso in un altro modo, dovevo far valere la mia esperienza … non ci dovevano mettere all’inseguimento così sotto questo diluvio” si disperò l’ispettore asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
Semir era un fiume in piena e alla fine i medici seppur riluttanti acconsentirono .
Sul mezzo di soccorso salì quindi anche Semir, il quale non aveva mai smesso di parlare al suo giovane amico e gli teneva la mano.
Sul volto del piccolo ispettore turco si leggeva il terrore; la visione del suo giovane socio pallido con le labbra violacee, il respiro debole e quel pezzo di lamiera piantato sul suo giovane corpo … Semir sentiva di aver lo stomaco sottosopra.
“Ben ti prego resisti … fallo per me, per le tue nipotine … “ e ricominciò a piangere.

Improvvisamente gli strumenti che controllavano i parametri vitali di Ben cominciarono a dare segnali di allarme.
“E’ in arresto … “ gridò un paramedico “Presto il defibrillatore  o lo perdiamo … ma fate attenzione alla lamiera, se il corpo sobbalza troppo potrebbe lacerare ancora di più il corpo del ragazzo … carica … libera …”
Semir seguiva la scena immobile, era pietrificato dalla paura, non avrebbe mai pensato che quel giorno iniziato tra battute e sorrisi potesse prendere una piega così tragica; il piccolo turco si ritrovò a pregare Dio e tutti quelli che, secondo lui, potevano aiutare il suo giovane amico.
Semir vedeva che il corpo di Ben sobbalzava sotto gli impulsi elettrici del defibrillatore e tra sé pensò ad quella che in quel momento era un’assurdità: quanto dolore attraversava quel giovane corpo?
“Ben ti prego, non morire … “ disse piangendo  disperato e finalmente dopo alcuni angoscianti minuti il medico pronunciò la frase salvifica.
“Bene lo abbiamo ripreso …” e abbozzò un piccolo sorriso verso Semir.
“Dio ti ringrazio … “sospirò l’ispettore con le lacrime agli occhi.
Poco dopo l’elicottero atterrò sul tetto dell’ospedale di Colonia e velocemente Ben fu trasportato in sala operatoria.

Semir fu cortesemente invitato da un’infermiera a sedersi ed attendere nella sala d’aspetto.
L’ispettore si guardò le mani: erano sporche del sangue di Ben e tremavano, ma lui adesso non poteva fare nulla per il suo socio se non aspettare.
Il piccolo turco si avviò quindi verso la toilette, entrò si lavò le mani e il volto e quando si guardò allo specchio ebbe quasi paura; il suo volto era quasi sfigurato dalla paura e dalle lacrime che aveva abbondantemente versato.
Dieci minuti dopo Semir uscì dalla toilette e chiamò il comando per ragguagliare i colleghi e il commissario Kruger sulle condizioni di Ben.
Telefonò anche a casa del padre di Ben, ma trovò solo Helga la governante che tra le lacrime informò Semir che  il padre e la sorella per il momento erano irraggiungibili.
Chiamò anche sua moglie Andrea, ma prima di cominciare a parlare chiese dov’erano le bambine; Semir aveva due figlie intelligenti e se la madre si fosse messa a piangere al telefono avrebbero subito capito che qualcosa di grave era successo e si sarebbero spaventate e questo era l’ultima cosa , per adesso, che voleva.

Dopo un paio d’ore d’attesa dalla sala operatoria uscì un medico, si levò la cuffia e si diresse verso l’ispettore turco.
Semir alla vista del medico si alzò dalla sedia un po’ barcollando e la cosa non sfuggì al dottore che con un cenno lo fece riaccomodare.
“Lei è un collega dell’ispettore Jager, immagino …” chiese il medico.
“Si “ rispose debolmente Semir.
“Ecco io, lo sa che non potrei parlare con lei, ma con la sua famiglia” disse titubante il sanitario.
Fu allora che Semir pensò:
“Ben è morto” ma cercò di essere lucido per quel poco che riusciva ad esserlo e disse:
“Do … do … dottore … c’è qualche … problema?”
Semir non riusciva ad articolare bene le parole tanto era agitato.
“Ecco ispettore … “ cercò di dire il medico, ma fu subito interrotto da Semir.
“Dottore … Ben … è … è …” e calde lacrime solcarono il volto dell’ispettore.
“No, ispettore, ma c’è un problema … il gruppo sanguigno del suo collega è uno 0 negativo … è un gruppo piuttosto raro e qui in ospedale stiamo aspettando da giorni che reintegrino le scorte …”
“Non posso crederci, ma dottore …” Semir si ritrovò a pensare a quella volta che glielo disse  Ben:
“Sai io sono uno 0 negativo, nelle mie vene scorre il sangue raro è questo fa di me una persona speciale, sono donatore universale, ma posso ricevere solo il sangue del mio tipo …”  gli disse quella volta spavaldo Ben, sapendo benissimo però che per il lavoro che faceva questa non era una grande cosa.
“Quanto può resistere dottore?” domandò Semir acquistando un po’ di lucidità.
“Il suo collega è giovane, ha una tempra fortissima, ma se non avrà una trasfusione … non può resistere a lungo” disse il medico sconsolato.
“Quanto gli rimane, me lo dica …” Semir era disperato.
“Senza trasfusione? … sei, massimo otto ore” detto questo il medico tornò in sala operatoria lasciando Semir solo .

 
Ciao a tutti … BENritrovati … Ed ecco il primo capitolo della mia terza storiella (non c’è due senza tre … e il quarto vien da sé…) con la mitica e “cobrissima” coppia Semir & Ben. Come avrete potuto leggere il povero Ben l’ho mandato subito all’ospedale (tanto per togliermi il pensiero … e visto che a Furia saranno sicuramente avanzati i cerotti …), ma …
Buona lettura a chi vorrà continuare a leggere i prossimi capitoli e ringrazio fin da ora chi vorrà recensire.
Un abbraccio.
CHIARABJ
P.S.  GRAZIE COME SEMPRE  ALLA MIA ‘SOCIA’ MATY … TUSAI PERCHE’ … TVB. (hai visto per scrivere questa frase ho usato 9 puntini, che mondo ‘mal spartio’ come si dice dalle mie parti, chi ci ‘sta litigata’ e chi ne mette anche troppi!!!).
  
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