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Autore: Emma_blue    23/08/2014    6 recensioni
la mia storia inizia alla fine della puntata 2x11
come sempre e per sempre aly grazie
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un'ora ricevo un messaggio da Emma, Cora ha cercato di prendere il cuore di Snow, fortunatamente Regina l’ha fermata.
Io sono rimasta in negozio con Rumple. Non mi ha rivolto la parola neanche una volta, si è messo a dare un'occhiata al contenuto della borsa che Regina ha trovato. Ha un' aria piuttosto buffa mentre esamina le varie ampolle, zampe ecc ecc..

“Non è possibile…” sussurra.
“Cosa?”
“Tutto questo…insomma non può essere vero, la magia non esiste, è un invenzione, non…”
 “La magia esiste, e tu la conosci bene, a dir la verità”
 “Io?”
“Nelle nostre terre tu sei conosciuto come il Signore Oscuro”
“Come?”
 “Sei uno dei maghi più potenti che esistano nella foresta incantata, anzi tu SEI il più potente” “Dovrei esserne lusingato?”
“Non saprei, vedila come vuoi”
 “E…e noi, nella FORESTA INCANTATA come ci siamo conosciuti?”
 “Bhe… mio padre ti fece chiamare per aiutarci a sconfiggere gli orchi nelle nostre terre, tu accettasti ma solo se io fossi venuta a lavorare per te come tua governante”
“E lei ha accettato?” è sconvolto.
 “Certo, ho salvato la mia terra e la mia gente, non mi pento di quello che ho fatto, e poi… ho conosciuto te” dico sussurrando alla fine.
“E… e per quanto riguarda mio figlio ? B… ehm”
 “Baelfire… quando aveva 14 anni cadde in un portale che lo portò qui. Tu eri da poco diventato il Signore Oscuro, ma da allora hai cercato tutti i modi possibili per ritrovarlo”
“…ho una moglie…”
 “Milah…lei…lei è morta molto tempo fa”
 “…”


Vedo lo sguardo scettico che ha, ma vedo anche la confusione e la voglia di credere che sia tutto vero.
“Non so davvero che pensare”
“Stai tranquillo, quando ti ritornerà la memoria sarà tutto più chiaro”
Il mio telefono si mette a suonare, è Emma.

“Pronto”
 “Belle, Regina è convinta che per stasera non ci saranno altri attacchi da parte di Cora, dice che ora potete andarvene dal negozio”
 “Va bene, grazie per avermi aggiornato” chiudo la chiamata e mi giro verso Rumple che mi fissa curioso.
“Hanno detto che possiamo andare, Cora non dovrebbe essere una minaccia per stasera”
“La madre del sindaco è molto pericolosa vedo, non me ne stupisco conoscendo la figlia, da qualcuno deve aver pur preso” mi dice sogghignando avvicinandosi all’uscita.


 Lo seguo in silenzio, non so se ha creduto alle cose che gli ho detto, ma spero che almeno ci ragioni su.
“Bene, visto che per stasera a quanto pare non corriamo più PERICOLI, io me ne andrei a casa” mi dice Rumple.
“Certo, ma comunque mi sentirei più sicura nell’accompagnarti, non voglio rischiare”
“Non credo sia necessario che…”
 “Insisto” non lo lascerò andare in giro da solo, non stasera.
“…bene” mi risponde dopo una breve pausa e si avvia alla macchina.
 “Non ti fa bene guidare, dovresti far riposare il braccio ancora per un po’”
 Mi guarda leggermente irritato, non so se per il tu con cui mi stò rivolgendo a lui o per questa mia preoccupazione.
“Stò bene ormai sono quasi del tutto guarito”
 “Quasi”
“È comunque abbastanza”
Il tragitto fino a casa sua lo passiamo in assoluto silenzio. Mi è mancato, anche il solo stare qui vicino a lui in silenzio è una cosa enorme per me. Cosa darei per ricevere uno dei sui abbracci, sentire la sua voce che mi dice che andrà tutto bene, sentire le sue labbra sulle mie…


“Siamo arrivati” Il suo parlare mi distoglie dai miei tristi pensieri, guardo la casa davanti a me con un senso di enorme nostalgia.
“Ok, tu entra io torno al mio appartamento”
“Non avevo pensato al fatto che lei adesso dovrà tornare in città a piedi” mi dice con un espressione quasi colpevole sul viso.
 “Non importa va bene così, volevo vedere che tornavi a casa sano e salvo” e nel dirlo appoggio una mano sulla sua che tiene sul volate, i nostri sguardi si incrociano e mi sembra di morire, non vedo più la luce nei suoi occhi, ora sono vuoti, privi di qualcosa se non della diffidenza.
“Bene io vado” stò per scendere dalla macchina quando mi sento trattenere, abbasso lo sguardo e vedo la mano che poco prima ho toccato ora stringe il mio braccio con decisione.

Lentamente torno a guardarlo, lui dal canto suo non fa altro che fissare dritto davanti a se.
Dopo un tempo infinito si gira a guardarmi.
Dolcemente mi tira verso di se, il mio cuore inizia a battere all’impazzata, è cosi forte che ho paura che anche lui lo senta.
Lentamente avvicina il suo viso al mio, all’inizio mi sfiora appena le labbra, ma poi il bacio diventa più deciso.
Lo abbraccio con forza, come se stessi cadendo e lui fosse l’unico appiglio che c’è.

Non so dire da quanto ci stiamo baciando, intere stagioni possono essere passate che io non me ne accorgerei, qui stretta a lui, con le sue labbra sulle mie e il suo profumo intorno a me niente ha più importanza, solo io e lui contiamo ora, ma questo sogno finisce come è iniziato, mi stacco di scatto, lui mi guarda confuso.
“Belle…”
Stò ansiamando, fatico a prendere il respiro
 “Non posso” sussurro appiattendomi contro la portiera.
“Cosa?”
“Non posso… perché…perché mi hai baciato?”
“Io…non lo so”
“Ecco perché non posso, i nostri baci prima avevano un valore, un significato, ora… ora non sono niente, io non sono niente per te” Non mi risponde, ritorna a fissare fuori dal parabrezza il giardino di casa.

Esco dalla macchina di corsa e mi avvio a passo svelto verso casa mia.
Le lacrime iniziano ad uscire dagli occhi cosi dal nulla, non mi sono neanche resa conto di aver iniziato a piangere, non so per quanto potrò reggere ancora questa situazione.
 “Una bella ragazza come te non dovrebbe andarsene in giro tutta sola” Una voce maschile mi fa sobbalzare all’improvviso, dall’ombra appare Hook, sogghigna leggermente giocando con il suo uncino.
 “Che ci fai qui ? dovresti essere sotto sorveglianza”
 “Ma per favore, pensi seriamente che non sappia come scappare dalla guardia di un paio di nani? Sono un pirata tesoro”
“Cosa vuoi?” gli chiedo mentre lentamente indietreggio pronta a correre.
“Io da te niente, ma a quanto pare a lei servi”
“Lei…”
 “Buona sera mia cara”
Dall’ombra subito dietro ad Hook appare Cora.

Immediatamente mi giro e faccio per scappare, ma i miei piedi sono ancorati all’asfalto della strada, la strega mi ha immobilizzato.
“Cos’è tutta questa fretta, non è educato abbandonare una conversazione”
Cora mi si avvicina lentamente con passi studiati, sono in trappola.
 
  
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