Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    23/08/2014    2 recensioni
I desideri del cuore sono quelli che maggiormente influiscono sulle nostre decisioni, spesso portandoci in direzione completamente opposta proprio per non veder sparire quel sogno.
Seguite Maya e Masumi in questo 'finale' immaginario del manga ancora incompiuto!
Ultima REVISIONE Luglio 2016.
Una nuova Dea Scarlatta sarebbe sorta dalle ceneri di quella di Chigusa Tsukikage come una fenice, che avrebbe ereditato i diritti di quell'opera meravigliosa e imparato da lei tutte quelle nozioni per portarla in scena nella prima del due gennaio.
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Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13



La mattina seguente, Maya, decisa e arrabbiata, si diresse agli uffici della Daito prima di andare al Kid, tanto sapeva che Masumi Hayami sarebbe stato lì.

Si fermò fuori dall’imponente edificio, rievocando le precedenti volte in cui per svariati motivi era stata costretta a varcare quelle porte. Sorrise al ricordo dell’astio che aveva provato per lui, che lentamente aveva compreso fosse in realtà attrazione, quella incomprensibile e ostinata voglia di compiacerlo, di sentirsi dire che era stata “brava”. Spinse le porte a vetri e salì al piano dove sapeva ci sarebbe stata la signorina Mizuki. In tutti quegli anni l’efficiente segretaria era stata una delle persone più gentili e corrette con lei, anche quando le aveva fatto da manager.

- Maya! - la salutò sorpresa Mizuki spalancando gli occhi.

- Buongiorno signorina Mizuki, è tanto che non ci vediamo - le sorrise con calore davvero contenta di vederla.

- Come mai sei qui? - le chiese prevedendo un temporale in avvicinamento.

- Il signor Hayami c’è? - domandò incapace di nascondere la sua irritazione. Mizuki sorrise e fece per alzare il telefono.

- Non si disturbi… - la interruppe Maya mentre era già diretta alla porta. Mizuki sussultò e cercò di fermarla, ma non ci riuscì.

- No! Maya, aspetta! - l’avvisò, ma non servì.

Maya aprì di scatto la porta ed entrò come un ciclone con al seguito Mizuki preoccupata.

Masumi sollevò la testa e quando la vide non riuscì a mantenere tutto l’autocontrollo che avrebbe voluto.

- Mi scusi, signor Hayami, non sono riuscita a fermarla - si scusò Mizuki con un lieve inchino. Maya invece si bloccò all’istante, con il cuore che batteva all’impazzata. Masumi era in piedi, senza giacca, appoggiato alla scrivania e sulla sedia davanti a lui, splendida in un abito panna, c’era Shiori Takamiya.

Che ci fa la signorina Shiori qui?! Perché avverto questa angoscia inspiegabile?

- Non si preoccupi, Mizuki, va tutto bene - la rassicurò lui facendo un passo avanti - Maya, quando la porta si è spalancata in quel modo avrei dovuto subito pensare a te… - le sorrise gentilmente, ma non fece niente altro. Mizuki uscì discretamente chiudendo la porta.

- Buongiorno - riuscì a scandire Maya facendo un lieve inchino. Shiori le sorrise appena e rimase seduta. È bellissima… veramente bellissima signorina Shiori…

- Cosa ti porta alla Daito? - le chiese mantenendo quell’atteggiamento professionale e Maya decise che sarebbe stata al suo gioco, era bravissima a interpretare parti!

Odioso atteggiamento! Odioso! Odioso!

- Ci sarebbe qualcosa che vorrei chiarire - esordì lei restando diritta, la voce posata, il cappotto appoggiato ad un braccio. Masumi avanzò e lei tremò confusa, un misto di rabbia e desiderio che la pervadevano. Le prese il cappotto e lo appese ad un attaccapanni accanto alla porta. Si sentirà il mio cuore che batte come un tamburo? Volevo chiedergli spiegazioni, ma… non così…

- Sarò ben lieto di rispondere a qualsiasi tua domanda, ma prima concedimi di terminare con la signorina Shiori - non attese una sua obiezione, quello era il suo regno, lei l’aveva invaso, e il leone si ribellava, non gli piaceva che qualcuno lo mettesse alle strette e Maya lo comprese perfettamente.

Masumi aprì la porta e chiamò Mizuki.

- Per favore accompagni Maya nel salotto - e indicò l’altra porta nella sua stanza. Mizuki annuì e si avvicinò.

- Vieni, Maya - le sussurrò, ma lei si girò verso Shiori, fece un lieve inchino e la salutò. Non si sarebbe comportata da meno che signora! Poi seguì Mizuki.

Masumi le seguì con lo sguardo mantenendo la consueta maschera dell’indifferenza che celava a stento il suo tumulto interiore.

Nell’altra stanza, la segretaria preparò il tè in silenzio.

- Maya, va tutto bene? - le chiese di spalle e lei sussultò, era così tesa che la fece trasalire.

- Sì, signorina Mizuki - rispose in automatico sforzandosi per non tremare.

Non dovevo venire qui! Perché mi caccio sempre in questi guai…?

Le lasciò il tè sul tavolino e uscì dall’altra porta. Maya rimase in silenzio, riflettendo su come chiedergli ciò che voleva, finché la porta che dava sul suo ufficio si aprì e la figura di Masumi la occupò completamente. Rimase immobile, con il cuore che batteva forte.

Come può farmi questo effetto dopo quello che è successo a Izu e Nagano?

- Maya, mi sarei aspettato di tutto quando ti avessi rivisto tranne… tranne questo - le sorrise, chiuse la porta e si avvicinò. Lei lo fissò e rimase in silenzio.

Perché quello sguardo acceso e pieno di sfida? Credevo di aver superato almeno alcune tue diffidenze nei miei confronti…

- Allora, cosa dovevi chiedermi? - insisté Masumi cercando di tenere lontana la mente dal ricordo dei suoi abbracci e dei suoi baci, sebbene lei sembrasse fredda e distante.

- Sai già in che teatro si svolgerà la Dea Scarlatta a gennaio? - gli chiese Maya d’improvviso fissandolo.

- No - i suoi occhi azzurri diventarono due fessure.

- Hai corrotto qualcuno dell’Associazione Nazionale per fargli scegliere uno dei teatri Daito? - Maya mantenne lo stesso tono distante e neutro. Non voglio litigare come in passato, ma devo sapere!

- Che cosa? - Masumi si alzò e per la prima volta Maya pensò di aver davvero esagerato, ma non si mosse - Chi ti ha detto queste cose, Maya? - Ancora mi stupisci con la tua schiettezza… non mi temi davvero Maya… nessuna delle persone che conosco mi avrebbe mai rivolto una domanda del genere…

- Ne parlavano due giornalisti al Kid Studio, volevo sentire la verità da te - sostenne il suo sguardo, per niente intimorita. Masumi la squadrò qualche secondo, incerto su come affrontarla. Nonostante tutto quello che era accaduto, Maya non era cambiata affatto e lo stava fronteggiando senza alcuna paura.

- Ho fatto molte cose deplorevoli nella mia vita, ma la corruzione non figura fra quelle - e scoppiò a ridere. Maya però non si lasciò affatto convincere.

- Ho bisogno di sapere la verità, è… è importante per me - gli disse molto seria, tenendo le mani strette a pugno in grembo. Masumi seppe all’istante che aveva ragione, la fiducia era importante e lui ne sapeva qualcosa.

- Va bene - si sedette accanto a lei e Maya sentì il cuore rimbombare negli orecchi tanto batteva forte. Per la prima volta Masumi Hayami le sembrava in imbarazzo e lo guardò meravigliata.

- Quando stavo cercando di ottenere i diritti della Dea Scarlatta, ho… - sembrava cercare la parola adatta - ...messo in giro alcune informazioni, date alle giuste persone, in modo che l’Associazione Nazionale effettuasse delle scelte che andassero anche a vantaggio della Daito - Maya era sempre più meravigliata, ma lo lasciò proseguire - Ovviamente la questione del teatro dove si sarebbe tenuta la prima della Dea Scarlatta era fondamentale, ma non ho corrotto nessun funzionario, non è il mio stile - e le sorrise mestamente - Nonostante ciò ero riuscito a inserire alcune persone nel consiglio che avrebbe preso tale decisione, spostando i voti a mio favore -

Maya stava per ribattere, ma lui alzò un mano per fermarla.

- Quando ho deciso di… cambiare rotta, ho reciso tutti quei legami e liberato l’Associazione Nazionale dalla mia… ombra ingombrante - le sorrise e Maya chiuse la bocca di scatto distogliendo lo sguardo.

- Ho capito… - fissava la tazza di tè sul tavolino.

Maya sei sempre così sospettosa, ma questo ambiente è così… competitivo! Io so come proteggere la Dea Scarlatta! Quanto vorrei cancellare quel dubbio che ti vedo negli occhi…

- Perché la signorina Shiori era qui? - gli chiese d’improvviso voltandosi a guardarlo e spiazzandolo tanto che lui non rispose immediatamente e lei si alzò irritata e imbarazzata. Ma cosa mi viene in mente di chiedergli!

- Scusami - disse subito - Non sono cose che mi riguardano - e si diresse alla porta che dava sul corridoio, le guance che bruciavano e il cuore in tumulto. Perché riesco a pensare solo alla signorina Shiori qui nell’ufficio con lui?

Si sentì prendere per la mano e un istante dopo le sue braccia la tenevano stretta.

- Maya, non posso lasciarti andare così… - le sussurrò in un orecchio facendola rabbrividire - Ogni volta che sei venuta alla Daito in passato abbiamo litigato e non voglio che quell’usanza prosegua. Anche in quei momenti avrei voluto abbracciarti così, anziché litigare con te, ma… non mi era concesso - sospirò affranto cercando di trasmetterle quanto per lui fosse stato difficile.

- Non sarei dovuta venire qui, scusami… - la sentì singhiozzare - Quando ho sentito quei giornalisti mi sono convinta che volevo venire a chiederti spiegazione, ma quando sono arrivata e ti ho visto io… - lo strinse forte e affondò la testa nel suo petto. Era una scusa! Volevo vederti e basta! Volevo essere dove sono ora, fra le tue braccia!

- Maya… - la sensazione che lo stava inondando in quel momento era indescrivibile. Provava le sue stesse identiche emozioni. Voleva vederla, le mancava terribilmente, quando era entrata nel suo ufficio avrebbe voluto cancellare cose e persone intorno a sé per poter stare solo con lei. Quello che prova un’anima lo prova anche l’altra… le parole della signora Tsukikage gli riempirono la testa.

- Ti penso, Maya, sempre. E vorrei poterti vedere ogni giorno e averti con me ogni notte - sussurrò angosciato.

Maya sussultò.

Prova ciò che provo io! Come aveva detto la signora Tsukikage! Se la mia anima soffre, anche la sua soffrirà…

Sentì che l’afferrava per le spalle scostandola e quando la baciò d’impeto avvertì tutta l’urgenza e il desiderio che albergavano anche dentro di lei. Maya partecipò con lo stesso suo ardore e si sciolse dentro tale era la tenerezza che provava, ogni altra sensazione venne cancellata, c’erano solo loro due e quel sentimento immenso che li univa e li attirava inesorabilmente l’uno verso l’altra.

Masumi sussurrò il suo nome più volte mentre l’abbracciava stretta. Non gli interessava di essere in ufficio, non gli interessava che qualcuno entrasse, non gli interessava niente e una parte della sua mente gli urlava che era pericoloso, per entrambi, e che avrebbe dovuto smettere immediatamente di abbracciarla in quel modo.

- Non devi più preoccuparti per Shiori, sono stato chiaro? - le disse riprendendo un po’ di autocontrollo - È venuta solo a parlarmi - fissava i suoi occhi grandi e lucenti, e una strana sensazione lo pervase quando si rese conto che era gelosa…

Maya annuì arrossendo e lui le sorrise.

Mi fa impazzire come arrossisci Maya…

- A che ora hai le prove? - le chiese e, quando lei spalancò gli occhi e si irrigidì, scoppiò a ridere.

- È tardi! Tardissimo! Il signor Kuronuma mi… - era terrorizzata. Si sciolse dall’abbraccio ed era tornata la Maya sbadata di sempre.

Masumi le strinse la mano un’ultima volta e andò a prenderle il cappotto. Lei scattò fuori, passò dalla signorina Mizuki ringraziandola e raggiunse gli ascensori.

- Una forza della natura… - commentò la segretaria sbattendo le palpebre perplessa.

- Già… - confermò Masumi con un sorriso sulle labbra, le mani sui fianchi mentre la osservava correre.



Era il giorno dello spettacolo dimostrativo e Maya era nervosa e distratta. Lo Shuttle X era un cumulo di macerie esattamente come il giorno in cui avevano fatto le loro prove che le sembrava distante anni. Sentì che qualcuno le appoggiava una coperta sulle spalle e si voltò.

- Vuoi un caffè? - Sakurakoji le mostrò la tazza fumante e lei lo prese grata.

- Grazie, Yu - e bevve a piccoli sorsi la bevanda profumata e bollente. Faceva freddo e anche se i padiglioni erano riscaldati lo avvertiva fin nelle ossa.

- Sei pronta? - le sussurrò inginocchiandosi accanto a lei.

- Sì - gli rispose alzando fiera lo sguardo. Per niente al mondo avrebbe ceduto il passo ad Ayumi Himekawa.

- Maya, c’è qualcuno per te! - gridò una delle inservienti. Lei schizzò in piedi con un solo nome in mente, ma quando entrò nel primo padiglione vide il signor Hijiri con un mazzo di rose scarlatte. Emise un gridolino di gioia e lo raggiunse immediatamente.

- Buongiorno devo consegnarle questi da parte sua - la salutò lui con un sorriso dolce.

- Grazie! - era raggiante mentre stringeva il mazzo a sé. C’era un biglietto che aprì immediatamente con il cuore in gola.

“Aspetto di vedere la sua Akoya e di essere coinvolto nel mondo magico della Dea Scarlatta! Il suo ammiratore”

Strinse ancora a sé il mazzo e quando guardò Hijiri il suo volto esprimeva pura felicità.

Sei bellissima, sincera e spontanea, in te sembra essere assente qualsiasi forma di menzogna…

- Gli riferisca che non lo deluderò e che rimarrà stupito dalla mia Akoya! - sussurrò completamente rapita.

Hijiri annuì e uscì dal padiglione. Maya, con sguardo sognante, rientrò nell’area degli attori e incontrò immediatamente lo sguardo di Kuronuma che annuì lentamente come se sapesse ogni cosa. Lei arrossì e appoggiò le rose sulla sua toletta.

Ti mostrerò un’Akoya reale, in cui tutti potranno credere! Signora, mi guardi, non la deluderò!

- Rose scarlatte! - gridò  l’attrice che interpretava la nonna di Akoya sbattendo le mani insieme e in un attimo tutte le ragazze presenti le furono intorno sospirando.

Sakurakoji alzò un sopracciglio perplesso per la reazione di tutte ad un semplice mazzo di rose e sentì la presenza di Kuronuma.

- Non c’è bisogno che mi stia addosso… - borbottò scontroso il giovane attore.

- La storia dell’ammiratore di Kitajima è nota ormai - ridacchiò il regista sotto i baffi.

- Eh già… - concordò Sakurakoji osservando il volto radioso di Maya.

- PREPARATEVI! - urlò il regista e Yu sussultò - SI VA IN SCENA! -

Ci fu un fuggi fuggi generale, ordini gridati a destra e sinistra e in breve ognuno fu al suo posto. Gli attori vestiti e truccati, oggetti di scena a portata di mano.

Maya si avvicinò all’uscita del padiglione che portava al palco naturale dove si sarebbe svolto lo spettacolo. Kuronuma li aveva avvisati che Onodera aveva realizzato un allestimento classico e che per i giudici sarebbe stato davvero arduo decidere. Quando il giorno prima il regista gli aveva fatto quel discorso, Maya aveva compreso che non temeva Onodera, però lo rispettava ed era cosciente che anche l’altro regista avrebbe dato il massimo.

Si scorgevano i posti dove si sarebbero seduti i pochi spettatori che avrebbero assistito a quello spettacolo dimostrativo e si domandò se sarebbe stato presente anche il signor Hayami. Nonostante fosse cosciente che aveva reso un inferno la vita di Masumi, quella della signora Tsukikage e di riflesso anche la sua, non riusciva ad odiarlo realmente, almeno non come suo figlio. Avrebbe davvero voluto che assistesse alla sua Dea Scarlatta e incontrasse Masumi in quel contesto pubblico, poteva essere il primo pretesto per riavvicinarli.

Venne annunciata l’entrata in scena e una scossa gelata la attraversò completamente. Sentì le mani di Sakurakoji sulle spalle e gli fu grata per quel sostegno silenzioso.

Ecco. Io sono Akoya.


   
 
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