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Autore: As_tat    23/08/2014    1 recensioni
Nel futuro di True Blood, descritto da Charlaine Harris, Helena conduce un'esistenza raminga e solitaria, all'apparenza una semplice ragazza trasandata, come se il destino l'avesse sbatacchiata da una città all'altra senza apparente motivo. Questo finchè una notte, in un bar nella periferia di qualche cittadina sperduta, una sua vecchia conoscenza non rientra in modo prepotente nella sua vita, distruggendo in poche parole l'identità che Helena era riuscita a costruirsi. Ricordandole che lei non è la semplice umana che interpreta e che il fatto che stia scappando dal mondo sovrannaturale non significa che quella realtà dolorosa abbia smesso di esistere. Nè che lei abbia smesso di farne parte.
I personaggi di questa storia sono completamente originali e di mia invenzione, l'universo è invece quello creato da Charlaine Harris nel "Ciclo di Sookie Steakhouse", per cui i miei assunti sono gli stessi (esiste il sangue artificiale e la presenza dei vampiri è stata rivelata agli esseri umani, esistono altre creature sovrannaturali di cui però gli umani non sanno ancora nulla). Non escludo che in futuro alcuni personaggi del ciclo possano comparire nella storia, ma per ora non ce ne sono.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

<< Sì, siamo quasi arrivati >>
La voce profonda e vagamente scocciata di Dimitri risvegliò Helena di soprassalto. Il giorno si era fatto più cupo, constatò la ragazza, accennando ad uno stiracchiamento. Doveva aver dormito parecchio.
<< Bene, dopo che l'avrà convinto a partecipare, potrete raggiungerci >>
Dimitri stava parlando al telefono, ed Helena si diede della stupida per non aver origliato tutta la conversazione, dato che l'udito fino era l'unica cosa utile che si ritrovasse. Rimase immobile, ma ormai il mannaro si era accorto che si era svegliata, e chiuse il cellulare a conchiglia con uno scatto, mettendo così fine alla conversazione con quello che Helena aveva intuito essere Terence.
 
<< Alla buon'ora ti svegli! >> borbottò Dimitri << Mi hai fatto fare sei ore di viaggio praticamente da solo >>
Helena non rispose, troppo concentrata ad osservare che Dimitri aveva ripreso la sua vera forma. Era un uomo di un'età indefinibile tra i trentacinque e i quarantacinque anni, dal fisico possente, ma con muscoli non eccessivamente definiti. Aveva il ventre un po' pronunciato, ma non si discostava molto da quello del proprietario della macchina che aveva interpretato. In effetti il corpo era più o meno lo stesso, sotto la maglietta a maniche corte, ridicola visto il clima non caldissimo, solo che la pelle delle braccia di Dimitri era una trama di cicatrici.
Il suo viso era squadrato, con un naso piatto e largo. Una folta chioma stopposa color biondo sporco e una barba disordinata e abbastanza lunga contribuivano, insieme ai liquidi occhi neri e ai denti aguzzi, a dargli un aspetto animalesco, selvatico e soprattutto pericoloso.
Lo sguardo di Helena indugiò sulle occhiaie che corredavano il viso del mannaro, e capì che era davvero stanco.
Si chiese cosa avesse spinto Dimitri ad essere lì. Non era stato ricattato come lei, di questo era certa. Dimitri era più forte, non cedeva a ricatti vigliacchi, e poi, visto che a lui era concesso sapere molto di più, in quella strana organizzazione doveva essere più in alto di lei nella piramide alimentare.
 
<< Dove siamo? >> chiese, sbirciando dal finestrino.
Dimitri le lanciò un'occhiata esasperata << Ti prego, non farmi domande idiote, abbi pietà delle mie orecchie >>.
Helena non rispose, tornando a guardare fuori dal finestrino, alla ricerca di qualche cartello d'indicazione. Colse qualche nome, ma non le dicevano niente, come l'anonima periferia di città che stavano attraversando. Poteva trovarsi in qualsiasi stato a sei ore di macchina dal Delaware.
Quell'ostinato mutismo di Dimitri sulle località però le confermò che lui godeva di una fiducia che invece lei era ben lungi dal conquistare. Sospettavano di lei perché l'avevano incastrata con un ricatto.
Sensata come scelta, anche se continuava a non capire perché il mannaro invece fosse al di là di ogni ragionevole dubbio. Da quello che si ricordava di lui, non era mai stato un grande esempio di fedeltà o di virtù, anzi, avrebbe volentieri tradito Terence, all'epoca in cui l'aveva conosciuto, se questo non avesse significato una morte istantanea.
<< Dove hai lasciato il tuo branco, Dimitri? >> chiese, attenta a lasciar cadere le parole con un tono misurato. L'unica fedeltà di quell'uomo era verso il suo branco, di cui, da quanto ricordava, lui era a capo.
La mascella di Dimitri si serrò di scatto, mentre un ringhio sordo, appena udibile, gli vibrò sulle labbra contro la sua volontà. Helena seppe di aver fatto centro.
<< Non sono affari tuoi >> sussurrò atono, senza alcuna acredine.
Quindi o non aveva più un branco o il suo branco era per qualche motivo al guinzaglio di Terence, considerò Helena, mentre tornava ad osservare fuori dal finestrino il susseguirsi di fabbricati grigi e marciapiedi sporchi. Ma Terence era in grado di tenere soggiogato un intero branco di licantropi? E se sì, di quanto era aumentato il suo potere in quei quattro anni e mezzo? E perché se Terence ricattava Dimitri attraverso il suo branco a lui era concessa fiducia, mentre a lei, che si trovava in una situazione analoga, no?
Queste domande si sommarono nella sua testa a quelle più pressanti del dove stavano andando, che cosa le sarebbe stato richiesto di fare e soprattutto quanto lungo ancora sarebbe riuscita a rimanere in vita.
 
Mentre cercava di elaborare una domanda in modo da penetrare il mutismo di Dimitri, si accorse che erano finiti in un viottolo laterale, in cui gli ultimi raggi del sole di tardo pomeriggio non riuscivano a penetrare. Gli edifici si susseguivano cupi e fitti su entrambi i lati della strada, in cui l'Hummer passava a fatica. Si sentì allarmata dalla situazione, sebbene alla fine non fosse che un luogo e nessun pericolo, escluso Dimitri, incombesse su di lei. Ma non fece in tempo ad aprire bocca, che il viottolo si aprì in un parcheggio, dove il licantropo sterzò bruscamente, sgommando, per poi fermare la macchina.
 
<< Siamo arrivati >> l'apostrofò, mentre spegneva il motore. Helena si guardò intorno senza capire. C'era un silenzio tombale in quel luogo che, unito ad uno spettrale aspetto trasandato, fece serpeggiare in lei un vago senso di inquietudine. Poi il suo sguardo cadde sulla facciata dell'edificio in fondo al parcheggio, alla sua destra. Cupo, fintamente diroccato e spettrale ad arte. Si girò di scatto verso Dimitri, sgranando gli occhi, mentre la comprensione si faceva largo nella sua mente, insieme a qualche insulto a se stessa per non aver realizzato il tutto prima.
<< Bambolina, siamo venuti a prendere Adam >>  le disse con un ghigno sardonico Dimitri << che, a quanto pare, bazzica questo tipo di bettole >> proseguì, indicandole con il mento l'edificio che aveva guardato prima.
Con una risata roca, evidentemente suscitata dall'espressione sorpresa di Helena, Dimitri scese dall'auto, con l'implicito ordine nei confronti della ragazza di fare lo stesso.
Helena ubbidì, mentre osservava la complicata insegna del locale a cui si stavano avvicinando.
Un dannato bar di vampiri.
 
***
 
 
<< Col cazzo che ci vado, Dimitri >>
Il mannaro le rivolse un'occhiata divertita, ricca di sottointesi. Quando però capì che tutta la sua malizia si infrangeva contro il gelido cipiglio deciso che Helena ostentava con una certa ostilità, si irrigidì, assumendo a sua volta un'espressione intransigente.
<< Bambolina, non è una cosa che spetta a te decidere >> spiegò, come se Helena non fosse altro che una bambina capricciosa << Ti sembra una buona idea che un mannaro entri in un covo di succhiasangue? >> aggiunse, indicandosi.
<< Perché invece mandarci un'umana, sola e inerme, ti sembra un'idea geniale? >> lo rimbeccò lei acida.
Dimitri questa volta la degnò a malapena di uno sguardo di sufficienza pieno di derisione.
<< Smettila di fare l'idiota. Sarai in grado di gestire un paio di pipistrelli, senza farti ammazzare, no? >> 
Helena stava per controbattere qualcosa, ma richiuse la bocca di colpo, piccata. Era inutile fingere di essere la ragazzetta umana ventenne che aveva sempre interpretato, anche perché con Dimitri non funzionava. Stupido in effetti, pensare che avrebbe funzionato con lui, ma ormai era talmente abituata ad interpretare ciò che sembrava che dava per scontato che tutti ci cascassero.
Però l'idea di entrare in quel dannato ritrovo le metteva addosso un'agitazione confusa e implacabile. Dopotutto non aveva più contatti diretti con un vampiro da un bel po' di tempo, e non era affatto ansiosa di rimediare a quella mancanza.
<< Hai paura di qualche zanna morta? >> la prese in giro Dimitri, incrociando le braccia robuste sul torace.
, si disse Helena, volendo crederci con tutte le forze, sì, ho paura che mi facciano del male. Ma appena elaborò quel pensiero si rese conto che era falso, che non era colpa di quello se non voleva andare nel pub. Quello al massimo era l'ultimo rimasuglio di un maltrattato istinto di sopravvivenza, ma non era certo la motivazione della sua agitazione. Preferì bloccare lì qualsiasi autoanalisi, o non ne sarebbe più uscita.
Tornò ad osservare il locale, ancora chiuso ovviamente, davanti al quale lei e Dimitri si erano fermati a parlare.
<< Okay, anche ammesso che io ci vada, cosa diavolo dovrei fare? >> borbottò alla fine, ignorando ostinatamente il sorriso soddisfatto di Dimitri che percepiva con la coda dell'occhio. Le seccava dargliela vinta, le seccava non capirci niente in tutta quella situazione, ma soprattutto le seccava dover sottostare agli ordini di un troglodita peloso e zannuto.
 
E in fondo in fondo, le seccava anche provare quell'ansia. Non andava bene, non era giusta.
 
<< Credo che tu abbia sviluppato una certa istintività, a discapito di sentimenti più complessi, che invece fatichi molto ad elaborare. Ma non ho ancora stabilito se è un fattore evolutivo positivo o negativo... >>
Oh, ma chiudi un po' la fogna, nonno Murray, biascicò mentalmente Helena, per azzittire brutalmente l'eco di quelle parole nella sua testa. Ci mancava solo l'amorevole voce del vecchio a metterla in difficoltà.
 
<< Beh, mi sembra ovvio >> le stava rispondendo intanto Dimitri, che a quanto pare trovava molto divertente trattarla come la rimbambita di turno << Entri, scovi Adam, lo trascini fuori e lo convinci a venire con noi >>
Helena gli rivolse un'occhiata scettica << Lo convinco? E con cosa? Quello mi avrà già dissanguata prima che io possa aprire bocca... >>
<< Tutto quello che vuole >>
Lo sguardo della ragazza si bloccò sul profilo del licantropo, che stava scrutando la bacheca sbilenca appesa di fianco all'ingresso sbarrato del locale.
<< Adam sa che Terence possiede ciò che desidera... >> proseguì Dimitri <<... qualsiasi cosa essa sia >> concluse, prevenendo la domanda di Helena.
<< A quanto pare Terence è l'unico a poter dare ad Adam quello che vuole, ed entrambi lo sanno. Sarà una passeggiata, gli devi semplicemente dire che Terence gli darà qualsiasi cosa lui voglia >>.
 
La ragazza annuì, per nulla rassicurata. Dal discorso di Dimitri poteva dedurre che Adam desiderasse qualcosa in particolare, di già stabilito tra lui e Terence. Tuttavia il non conoscere cosa fosse e il dover promettere quindi ad Adam “qualsiasi cosa” suscitava in lei l'inquietante pensiero che Terence stesse bluffando, nella speranza che tra tutte le cose che avrebbe potuto fargli ottenere ce ne fosse di sicuro una di suo interesse.
 
Inspirò a fondo, cercando di rielaborare tutto. Non doveva perdere di vista ciò che contava davvero, si disse, mentre il sorriso sdentato di Matilda le baluginava in mente.
Al di là del pericolo rappresentato dall'offerta misteriosa che doveva fare ad Adam, di cui non conosceva ancora l'efficacia, il suo compito era semplicemente di infiltrarsi in un locale di vampiri e di non crepare prima di aver trovato l'obiettivo. Non era così assurda come richiesta, anzi, infiltrarsi e passare inosservata erano i lavori che le venivano meglio.
 
Dopo aver meditato ancora qualche istante, Helena si avvicinò alla bacheca per prendere un volantino affisso.
<< Okay, c'è bisogno di un piano... >> disse più a se stessa che al licantropo.
<< Beh, questo è affar tuo... >> commentò burbero Dimitri, a disagio nel dover sottostare alle sue scelte << Le perversioni da succhiasangue non sono il mio forte... >>
 
La ragazza stava osservando il volantino su cui una fitta trama di arabeschi etnici si intrecciava per formare la scritta del nome del locale.
<< “Blood Blooms” >> lesse, inarcando un sopracciglio, scettica. Tipica stupida trovata da stupidi vampiri.
<< Dobbiamo aspettare almeno mezzanotte >> rispose sicura dopo qualche istante, avviandosi verso l'Hummer << prima non troveremmo nessuno di... sì, insomma, nessuno che ci interessa... >>
<< Intendi Adam? >> disse con tono conciliante Dimitri, ridendo sotto i baffi.
<< Sì, >> ribatté seccamente lei, vagamente in imbarazzo per quella figuraccia da ragazzina stupida << quindi abbiamo ancora... uhmmm... sei ore. Cosa facciamo, cerchiamo un motel? >> propose, mentre salivano di nuovo sull'auto, conscia che per la buona riuscita del suo piano avrebbe avuto bisogno di qualche comfort umano e che Dimitri aveva bisogno di una bella dormita.
<< Bambolina, queste sì che sono proposte che mi piacciono... >> sghignazzò l'uomo, scoccandole uno sguardo malizioso, prima di ingranare la marcia e partire a tavoletta.
 
***
 
Helena sperò di non aver esagerato con il sapone. Aveva passato un'ora sotto la doccia, mentre Dimitri russava di gusto sdraiato in diagonale sul bitorzoluto letto matrimoniale, dopo aver speso una fortuna nel servizio in camera.
Si era lavata ai limiti della paranoia, ma si risolse che in ogni caso era meglio passare per una maniaca dell'igiene, piuttosto che entrare in un pub per vampiri con l'odore di mannaro addosso. Quella sì che sarebbe stata una mossa idiota. Beh, non che entrare in un covo di vampiri fosse di per sé la furbata del secolo, osservò con un certo cinismo una vocetta nel suo cervello.
 
Si zittì da sola, tornando a concentrarsi sul suo compito. Odore eccessivo di bagnoschiuma o meno, ormai era davanti al Blood Blooms, era ora di placare l'ansia e darsi un tono.
La coda davanti all'ingresso del locale era abbastanza lunga, composta solo da Fangbangers e ragazzi giovani evidentemente in cerca di emozioni forti. Quel fatto la mise a disagio, perché sperava nella presenza di qualche turista curioso e sprovveduto che alleggerisse l'atmosfera di morte, sangue e sesso.
<< Hey tu, non sei un po' giovane? >> l'apostrofò il buttafuori, quando fu davanti alla porta che quel pomeriggio aveva visto sbarrata, dopo circa dieci minuti passati in coda.
Non rispose, limitandosi a porgere il documento.
Il vampiro squadrò il pezzetto di carta plastificata, per poi indagare con un'occhiata i lineamenti di Helena sotto al cappello a bombetta che la ragazza portava calcato sulla testa.
Scrollò le spalle con aria indifferente e si spostò di lato per farla passare.
<< Buona serata, Luke. Divertiti... >> le disse, sfoggiando un sorriso derisorio, mentre le riconsegnava il documento.
Helena aveva pensato fosse prudente adottare il look più androgino possibile, per quella sera e una falsa identità maschile. Avrebbe attirato di meno l'attenzione, visto che non era connotata sessualmente in modo appariscente. Oddio, neanche vestita con il suo solito stile sarebbe stata una bomba sexy, ma aveva capito con gli anni che il look da ragazzina trasandata e spaurita aveva una certa attrattiva nella contorta mentalità vampiresca.
 
Quando fu dentro al fumoso e chiassoso locale capì di aver fatto la scelta giusta nel decidere di non apparire né maschile né femminile. Rispetto a tutta la folla eterogenea di umani e vampiri, inguainati in vestiti che lasciavano ben poco all'immaginazione, che si muoveva al ritmo frenetico della musica assordante, lei era l'equivalente di una lampada da tavolo. Assolutamente anonima e trascurabile.
Se qualcuno le avesse rivolto la sua attenzione accidentalmente, al massimo avrebbe notato la sua bombetta, e il pessimo gusto di vestirsi in modo così sobrio, con camicia nera e pantaloni scuri, in un locale eccitante come quello.
Superato il primo impatto con la musica che faceva violenza al suo udito sensibile, Helena buttò un'occhiata alla folla, cercando di discernere la figura di Adam in quella massa di corpi discinti, ma in effetti era ottimistico sperare di trovarlo così presto e soprattutto ad accalcarsi come un qualsiasi succhiasangue affamato.
Dopotutto, pur essendo un vampiro, Adam affettava nei suoi ricordi sempre un atteggiamento da mascalzone galantuomo che, se voleva dissanguarti, aveva la pretesa convinzione di farlo per lo meno con una certa classe.
Idiota.
 
Reprimendo un sorriso involontario al suo ultimo commento mentale, si avviò verso il bancone del bar.
Il locale non era poi quella bettola che aveva detto Dimitri. Al contrario dei soliti bar per vampiri non era arredato con un gusto gotico pacchiano e a beneficio esclusivo dei curiosi, e quella stranezza spiegava la mancanza di turisti. 
L'arredamento non si esimeva comunque da un tono evidentemente dark, con pesanti tendaggi purpurei che adornavano tutte le pareti e la luce soffusa affidata a candelabri elaborati che, benché dalla fiamma chiaramente elettrica, creavano un'atmosfera ammiccante.
 
Il bancone era posto su un lato in disparte, lievemente rialzato, ed era fatto di legno massiccio, antico, ornato da intagli complessi. Helena lo raggiunse cercando di mantenere un atteggiamento disinvolto e di non cedere alla tentazione di scrutare tutti gli individui presenti in sala.
Si appollaiò su uno degli alti sgabelli accostati al bancone, nel punto più in disparte che fosse riuscita a trovare. Diversi umani stavano sorseggiando drink alcolici, flirtando con vampiri, i quali erano evidentemente in attesa di poter sorseggiare a loro volta qualcosa.
C'era un ché di ammaliante in quel rapporto morboso tra umani e vampiri, si ritrovò a pensare la ragazza, mentre lasciava vagare, con fare apparentemente casuale, il suo sguardo sulle persone sedute al bar. Nessuno di suo interesse, purtroppo. Umani evidentemente affascinati dal lato occulto e demoniaco e vampiri interessati ad un pasto abbondante che li assecondavano vestendosi di pelle nera e borchie.
Si accese una sigaretta per darsi un tono, rendendosi conto che era dal giorno prima che non inalava un po' di fumo. Aspirò concedendosi quel segreto piacere malsano, mentre la sua attenzione veniva catturata dalla barista che sembrava averla a sua volta notata.
Era una donna di almeno quarant'anni, molto bella. Una folta chioma rosso fuoco, evidentemente tinta, le circondava il viso e le spalle, su una delle quali si intrecciava un complesso tatuaggio tribale.
Quando le fu di fronte le rivolse un rapido cenno del mento, un sbrigativo modo per chiederle di fare un'ordinazione.
Helena fu tentata di ordinare uno Screwdriver, ma, visti i recenti trascorsi, pensò che non fosse una buona idea.
<< Un bourbon >> disse, chiedendo la prima cosa che le passò per la mente con il tono di voce più roco che le riuscisse. La barista annuì, sentendo la sua voce nonostante la musica alta. Evidentemente era una vampira.
 
Quando la barista scorbutica le posò sotto il naso un bicchiere ricolmo di liquore ambrato, Helena le porse una banconota da cinquanta dollari.
<< E vorrei anche un'informazione >> aggiunse, cercando di ignorare il rischio che stava correndo. I bar per vampiri erano gli ultimi posti dove farsi riconoscere come qualcuno che fa troppe domande.
La vampira le scoccò un'occhiata sospettosa, ma intascò lo stesso la banconota capendo l'antifona e invitandola tacitamente a continuare.
<< Sto cercando una persona... un vampiro >> proseguì Helena, mentre si accendeva la seconda sigaretta della serata. La barista inarcò un sopracciglio, scettica. Ovvio che cercasse un vampiro, era in un bar per vampiri.
La ragazza non si perse d'animo: certo, come inizio faceva un po' pena, ma doveva riuscire a scoprire qualcosa senza lasciar trapelare a sua volta troppo.
<< E' uno zingaro >> aggiunse, lentamente, osservando attentamente la reazione della vampira.
La barista perse l'aria scettica, e per un istante stette immobile. Poi la squadrò con interesse per una manciata di secondi, come se si fosse trattata di un qualche insetto raro o particolare.
<< Non ho idea di cosa tu stia parlando >> parlò finalmente per la prima volta, con una voce molto più profonda e baritonale di quanto Helena si aspettasse, prima di girare i tacchi e andare a servire gli altri clienti.
Sì, invece, si disse Helena soddisfatta, bagnandosi le labbra con il suo drink, sai esattamente di chi sto parlando.
 
I primi dubbi che si fosse sbagliata le sorsero alla quinta sigaretta, quando ormai del suo bourbon non rimaneva che un circolo color caramello che ristagnava sul fondo del bicchiere. Mancava poco più di un quarto d'ora alle due di notte, e il panorama era sempre uguale.
Vampiri affamati, umani eccitati e tanto chiasso.
La barista transessuale dai capelli rossi non le aveva più rivolto alcuna attenzione, e se ne era andata mezz'ora prima, rimpiazzata da un ragazzetto emaciato dall'aria sprovveduta, un umano.
La scomparsa della vampira l'aveva un po' scoraggiata, visto che era lei l'unica garanzia della presenza di Adam in quel posto. Una garanzia che tra l'altro aveva stabilito Helena, in base ad una reazione di pochi istanti.
Sbuffò una nuvoletta di fumo, percependo suo malgrado una certa ansia insieme all'imbarazzo dello smacco di aver passato tutto quel tempo ad aspettare inutilmente.
Stava organizzando il da farsi, consapevole che non poteva arrendersi così facilmente, quando uno spostamento d'aria l'avvertì dell'arrivo di qualcuno al suo fianco. Qualcuno di incredibilmente veloce ed incredibilmente silenzioso.
Tenne lo sguardo fermamente piantato sulle venature del legno del bancone, mentre un brivido causato da una sensazione che non seppe definire - ansia? panico? anticipazione? - vibrò lungo la sua colonna vertebrale.
Eppure quando il nuovo giunto le rivolse la parola, lei ricordò che quella sensazione, quella paralisi, non le era affatto nuova.
<< Mi stavi per caso aspettando? >>
  
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