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Autore: Ashley Holmes    24/08/2014    3 recensioni
" John ha dei sentimenti, Sherlock ha una lista di cose da fare prima di morire. Non che se la ricordi. Ma quando la trova, e John la legge, le cose al 221B potrebbero iniziare a cambiare. "
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Riassunto: C’è una terribile carenza di sangue nel suo cervello, e una quantità sensibilmente vasta di sangue in regioni dove di solito non c’è. Più precisamente, il suo pene.

 
Note dellautrice: Accenni a droghe e a persone eccitate, quindi fate attenzione ;)

Note della traduttrice: Sono un giorno in ritardo, scusate. È stato un sabato molto impegnativo. In ogni caso, sono quasi sicura di potermi fare perdonare con questo capitolo. Buona lettura!










9. Trova un hobby che faccia sentire l’essere da solo come bello e coinvolgente e qualcosa per cui non vedere l’ora

“Sai, avresti semplicemente potuto iniziare a fare calcio o rugby. O scherma, se l’altra roba non è abbastanza snob per te,” John dice a Sherlock mente parlano del prossimo punto della lista.

“John, leggi attentamente. Parla di un hobby per quando si è da soli – per quanto ne so io, queste sono tutte attività a cui una persona deve  prendere parte con una squadra. O almeno un’altra persona.”

“Beh, allora… suonare uno strumento – tu suoni il violino!”

“Sì, ma ne ho completa padronanza da quando ho diciotto anni. E non abbiamo spazio per un pianoforte – non sarebbe pratico in ogni caso, perché non potrei camminare mentre suono. Inoltre, suonare il violino non è qualcosa che rende l’essere solo qualcosa di speciale – posso suonare e comporre bene comunque quando ci sono delle persone in giro- ”

“Sì, alle cavolo di tre del mattino,” borbotta John. In realtà, Sherlock non lo fa da un po’ – che è abbastanza strano; forse sta architettando qualcosa. John dovrà controllare.

“Fare degli esperimenti allora?” prova John, ma Sherlock scuote la testa.

“Benché sia interessante e un modo piacevole di trascorrere il tempo, è collegato troppo strettamente al lavoro. No John – devo trovare un hobby!” E ciò li riporta di nuovo all’inizio della conversazione.

Sherlock non vuole togliere il punto senza completarlo sul serio. (“Stiamo già trascurando alcuni punti – ricordati Irene Adler-” John non vuole ricordarsi Irene Adler o come si è immischiata nel terzo punto, grazie tante – “o i punti sette e otto. No, devo trovare un hobby!” E per “devo” ovviamente intende “dobbiamo”. Come se John avesse tempo per un hobby. Lui ce l’ha un hobby – si chiama Sherlock.)

Sherlock ha completato quel punto una volta, in realtà. Riempiva il tempo in cui era solo con una nebbia creata dalla droga.

Lo stomaco di John si stringe quando ripensa a quanto Sherlock fosse sembrato desideroso mentre parlava di quel periodo. Oh, lo capisce che quella non è più un’opzione, non vuole che sia un’opzione, ma John odia comunque il fatto che Sherlock abbia fatto questo a sé stesso, odia il fatto che così tanto del passato di Sherlock possa essere ridotto alle droghe.

Tuttavia, viene trascinato fuori da quei pensieri quando la testa di Sherlock si raddrizza all’improvviso e lui si alza e inizia a spingere John verso le scale che portano alla sua camera. “John, vestiti e preparati per andare! Usciamo!”

John non mette nemmeno più in dubbio quei tipi di dichiarazione, ma si chiede comunque cosa ci sia di sbagliato nel suo maglione e nei suoi jeans, quindi chiede con cautela: “E dove andiamo?”

Il sorriso di Sherlock è eccitato. “Andiamo a ballare.”


X


John, non per la prima volta quella sera, si chiede se è davvero così vecchio, ma per ora non ha riconosciuto nemmeno una singola canzone di quelle che danno nel locale e anche quella attuale, che consiste principalmente di ‘boom e ‘pow’ e ‘voom’ gli sembra strana.

Sherlock, tuttavia, sembra stranamente adeguato al luogo, con la luce stroboscopica che dipinge ombre viola e verdi sul suo viso pallido, facendo complimenti alla camicia viola che ha addosso.

La camicia viola molto stretta che ha addosso.

Quella che ha attirato l’attenzione di quattro donne e due uomini per ora – e adesso Irene Adler.

John non era convinto dell’intero piano fin dall’inizio – andare a ballare, non importa quanto Sherlock sostenga il contrario, non è un hobby. (“Ma John  - quando ero più giovane mi sedevo sempre nei posti affollati e guardavo la gente. Da solo. E mi faceva stare bene perché potevo dedurre tanto di loro. Quindi è un hobby, e ho intenzione di riprendere a farlo.”) In più, Sherlock ha ovviamente scelto un posto con il più alto tasso di criminalità in tutta Londra e John si sta seriamente pentendo di non aver portato la sua pistola. O una squadra SWAT.

E sì, ora c’è Irene. Di nuovo. Se John non fosse anche lui ossessionato con Sherlock, farebbe davvero domande sull’ossessione che la Dominatrice ha per il detective, e sembra spuntare fuori ovunque loro vadano.

Almeno è vestita più o meno decentemente.

Aspetta cosa? Irene, con un ultimo sorriso a John, è davvero riuscita a convincere Sherlock ad andare a ballare con lei e solo perché così John non deve vederli, mette a buon uno i suoi poteri da Watson-Tre-Continenti e inizia a chiacchierare con la successiva ragazza più o meno passabile al bar.

Per quanto ne sa, potrebbe essere una spia o un’assassina, ma un pensiero particolarmente sarcastico alla ‘se sei morto, sei sicuro di avere l’attenzione di Sherlock’ spazza via tutte le sue preoccupazioni.


X


Nota i primi segni di qualcosa che interferisce con la sua mente due minuti e ventisette secondi dopo che John è andato a letto.

Ripensandoci, probabilmente ci sono stati segnali prima, come la sensazione di pizzicore che ha sentito quando ha chiuso la propria mano attorno al polso di John nemmeno venti minuti prima, quando l’ha trascinato fuori dal night club (John stava ballando con una donna conosciuta per uccidere gli uomini con cui passa la notte, quindi avrebbe dovuto ringraziare, ma Sherlock sospetta che fosse piuttosto… incantato dalla quinta di reggiseno che la russa gli stava strofinando in faccia) subito dopo che Irene se ne era andata con un ultimo, scaltro commento.

Sì, il pizzicore molto probabilmente derivava dalla droga e non dal tocco fermo che John gli ha dato mentre cercava di liberarsi il polso.

Anche il luccichio dorato che circondava John sotto ogni lampione probabilmente era dovuto alla sostanza sconosciuta, perché nel breve momento di lucidità che ha Sherlock, realizza che la maggior parte delle persone sono di un pallore malaticcio sotto la luce dei lampioni, e non dorate e meravigliose.

E ripensando a com’ era John, mentre camminava vicino a Sherlock attraverso la Londra notturna, riporta Sherlock all’effetto più ovvio della droga che Irene deve avergli fatto in qualche modo ingerire.

C’è una terribile carenza di sangue nel suo cervello, e una quantità sensibilmente vasta di sangue in regioni dove di solito non c’è. Più precisamente, il suo pene.

Irene molto probabilmente gli ha dato una sorta di afrodisiaco – si illude ancora che John voglia spostare la loro relazione ad un nuovo livello, ovviamente, cosa che Sherlock sa non essere vera perché ci ha provato e John non voleva perché John vuole essere amato e amare e non sta funzionando e –

Con un grugnito determinato (perché quello è tutto ciò che è capace di fare al momento, per quanto sia vergognoso) Sherlock inizia a marciare verso il bagno. Una doccia sembra proprio una bella idea.


X


I capelli di Sherlock diventano davvero pesanti quando sono bagnati. I riccioli ricadono in giù, solamente le punte restano ancora un po’ voltate verso l’alto, ma a parte quelle, è solamente una massa di capelli sgocciolanti, che quasi arrivano agli occhi del detective.

Inoltre, un consulto detective fradicio è probabilmente ancora più letale di uno normale – è molto più scivoloso ed agile, sembra. E con la camicia viola appiccicata al petto umido, che rivela la pelle bianca e – ATTENZIONE ATTENZIONE, UN CAPEZZOLO – chiunque avrebbe problemi a concentrarsi sul proprio compito.

Cioè, assicurarsi che Sherlock non stia affogando. Nella doccia del 221B. Alle tre del mattino.

E questo è il motivo per cui al momento John è nella doccia  con Sherlock. Il motivo per cui sa come sono i capelli bagnati di Sherlock al tatto. O come si muove il detective fradicio.

Beh, detective fradicio e drogato.

“L’ha fatto di nuovo, Jaaawn. Lo fa sempre, la – la DONNA, JAWN. LA DONNA!”

Invece di rispondere alle ingiurie del detective fradicio, drogato e scivoloso che prima ha svegliato John dopo che si era addormentato da solo venti minuti (in effetti, le sue invettive non sono tanto responsabili di averlo svegliato quanto invece il rumore della doccia e Sherlock che scivola e atterra sul sedere, seguito da un ululato per niente tipico), il dottore evita un sorprendentemente preciso gancio sinistro e, affidandosi ai riflessi, riesce ad afferrare le braccia di Sherlock a mezz’aria, voltandolo e immobilizzandogli le braccia lungo la schiena, mentre il suo torace resta pressato contro le mattonelle del muro della doccia.

Il ché li porta ad essere in una posizione che è del tutto sexy.

Beh, sarebbe del tutto sexy se Sherlock non fosse drogato, mezzo vestito e fradicio e John stesse indossando qualcos’altro (o magari nulla) invece dei boxer e di una t-shirt consumata.

Okay, non c’è tempo per rimuginare su questi pensieri.

John riesce finalmente a chiudere l’acqua, che almeno diminuisce l’immediato pericolo di affogare. Tuttavia, ora Sherlock è una massa di detective tremante e anche tutto il fianco destro di John è inzuppato.

“John, sono completamente fradicio,” afferma all’improvviso Sherlock, molto seriamente, e cerca di guardare John al di là della propria spalla. Quando non ci riesce perché John gli sta ancora tenendo strette le mani, geme – geme, cazzo! – e le sue spalle si incurvano verso il basso.

“Ma davvero, Sherlock?” John non lo ribatte con cattiveria, e libera cautamente le braccia dell’amico. Sherlock si gira immediatamente e sembra così triste che il cuore di John quasi si spezza.

Quasi. Perché appena Sherlock vede il lato sinistro e asciutto della maglia di John, abbassa la testa e si asciuga la faccia, senza preoccuparsi di fare scivolare John.

“Ah, togliti, stupido! Usa l’asciugamano, per l’amor di Dio-“John urla, e ignora i guaiti di Sherlock (mi chiedo se è così che è quando sta – giusto. Posto sbagliato al momento sbagliato, Watson.)

Con un po’ di manovre da parte di John e i dondolii zoppicanti e i tremolii da quella di Sherlock, riescono ad uscire dalla doccia e a dirigersi agli asciugamani. L’aria fresca sembra riportare un po’ di sensi a Sherlock e nonostante John non avrebbe davvero presentato obiezioni in qualsiasi altro momento, la decisione improvvisa di spogliarsi è un po’ shockante.

Completamente senza vergogna, Sherlock è in piedi nudo ora, una pila nera e viola (aveva l’intimo abbinato con la camicia?!) di vestiti fradici sul pavimento e degli occhi pieni di aspettativa diretti a John.

E John – John fa del suo meglio per guardare gli occhi di Sherlock e gli passa un asciugamano.

“Una doccia fredda a quanto pare non neutralizza l’erezione derivante dall’afrodisiaco,” Sherlock procede ed osserva a quel punto, con uno sguardo interessato lungo il proprio corpo e John si chiede cosa deve aver fatto di male nella sua vita per essere messo alla prova così. Da quel che sembra, deve essere stato un qualche tipo di dittatore. O la Prostituta di Babilonia.

La vita non è giusta.


X


John guarda Sherlock per un altro momento. È pacifico ora, disteso sul letto come una stella marina, e la luce proveniente da fuori gli dipinge un motivo surreale sul braccio nudo. Sembra giovane, bello e rilassato – e John capisce che può osservare i propri sentimenti da tutte le angolature che vuole, arriverà sempre ad un’unica conclusione. È completamente innamorato del suo migliore amico.

John va a letto ( non prima di essersi fermato dalla lista ed aver tirato una linea sicura sul nono punto – Sherlock non avrà mai degli hobby nel senso di “normale, ricreativo”, perché mette tutto ciò che ha in tutto ciò che fa e questa è una delle cose che John ammira molto di lui e glielo spiegherà domani), con la ferma intenzione di avere una seria discussione con Irene Adler il prima possibile. Non può esserle permesso di drogare Sherlock un’altra volta.


X


Riesce ad evitare John tutta la mattina – non spinto dalla vergogna, ovviamente, ma per via di… altre ragioni che non si vuole dare il disturbo di elencare ora – ma è preoccupato nel pomeriggio.

Riesce ancora a ricordare tutta la nottata – abbastanza sicuramente qualsiasi cosa Irene gli abbia dato non doveva cancellargli la memoria, e cerca di spiegare velocemente a John che aveva iniziato a notare gli effetti della droga sul proprio corpo poco dopo che erano tornati all’appartamento e aveva provato a tirarla fuori dal proprio sistema.

Per il fatto che era finito nella doccia, con ancora i pantaloni e la camicia sbottonata, ma ancora insaccata è da biasimare l’influenza della sostanza che Irene gli aveva messo nel drink. E così anche per il gigantesco livido sulla sua natica sinistra.

Lividi e droghe – le due costanti nella sua vita con Irene Adler.

Stranamente, anche le due cose più immediatamente connesse al suo passato.

Tuttavia, prima che lui o John abbiano l’opportunità di discutere più a fondo delle attività notturne, la porta si apre e Lestrade entra.

Oh fantastico. Ci sono almeno due capelli di Mycroft sul colletto della camicia – e questo è il bagnoschiuma di Mycroft?

Beh, a quanto pare la giornata non potrebbe andare peggio.

Lestrade inizia immediatamente a parlare di un caso (noioso, è stata la maestro. Ovvio!) e Sherlock si sposta al tavolo della cucina per osservare attraverso il microscopio. Qualsiasi cosa è meglio di dover leggere le attività mattutine di suo fratello nell’aspetto dell’ispettore.

Oh, fortunato John. Con la sua mente senza sospetti e i suoi occhi che non vedono.

Si chiede per quanto Lestrade rimarrà – potrà di nuovo parlare a John dopo che l’ispettore detective se ne sarà andato, e quello è molto più interessante che fissare dei campioni che ha già fissato tutta la mattina – ma John sembra fare del tè ora. Urgh, questo pomeriggio si sta rivelando incredibilmente noioso e terribile. Ci dovrebbe essere una legge di qualche tipo contro… ‘avere compagnia prima delle 6’, o qualcosa del genere.

Proprio quando sta per buttare una fiala  che contiene un mix interessante di latte vecchio di una settimana che ha acquisito un’aspetto piuttosto preoccupante per terra per fare andare via l’ispettore detective e fare tornare l’attenzione di John a sé, il suo cellulare suona.

Mycroft.

Okay, allora ora è decisamente il giorno peggiore che ci sia mai stato da… almeno due giorni. E quello è esattamente il motivo per cui la fiala di latte, come anche due campioni di acido e un piede marcio si fanno strada rapidamente verso il pavimento della cucina.

Ora John è arrabbiato. E anche Lestrade è infastidito.

E visto che quello infastidisce Sherlock alla follia, e vuole solamente un po’ di pace (in realtà, vuole del disordine, ma solo se sono omicidi e alle sue condizioni) afferra il cappotto, urla: “John, Lestrade va a letto con mio fratello – l’ultima volta questa mattina, e basandomi sullo stato dei suoi pantaloni attorno alle ginocchia, deduco che sia stato nell’ufficio di Mycroft, sul tappeto accanto alla finestra.”

Sorridendo trionfalmente a sé stesso, sbatte la porta del 221B dietro di sé, lasciandosi dietro un John rosso fuoco e Lestrade che fissano alternativamente l’un l’altro e la
porta, completamente inorriditi.
 
  
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