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Autore: Theresa    24/08/2014    1 recensioni
Ad Hogwarts e nel mondo magico la guerra è ormai presente mentre a Londra ed in Inghilterra la crisi economica fa da padrona.
In questo enorme caos la vita dei malandrini, uno in particolare, e di una particolare ragazza si intrecceranno nel cercare la salvezza.
Dal 1° capitolo:
-Si,sono un Black.- aveva iniziato Sirius -Non ho scelto io di esserlo, ma insomma, sono meglio di tutti voi, nobile casata dei miei boccini, messi insieme.- Si era alzato e diretto in camera deciso ad andarsene...
Si calò dalla finestra e disse addio a quella casa, il nottetempo lo aspettava e lo avrebbe portato lontano...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Prologo

Un grifondoro complessato



Sirius Black era quello che si poteva definire la pecora nera della sua famiglia o quella bianca, dipendeva da che colore era associato a loro.
Ciò che lo distingueva maggiormente da loro era il suo essere un grifondoro, alquanto complessato, lo ammetteva anche lui, ma pur sempre un grifondoro con idee che alla sua pura famiglia,o a qualsiasi altro serpeverde, non andavano affatto a genio.
Li odiava profondamente con i loro discorsi sul fatto di essere purosangue li rendesse superiori ma lui sapeva che loro non erano altro che spazzattura.
Sua madre era la più esaltata, inneggiava con gli occhi scintillanti su quanto fosse giusto lo sterminio dei sanguesporco e mezzosangue.
Lui litagava sempre con sua madre, loro non parlavano, loro si urlavano contro parole di odio e piene di astio con il tentativo di ferirsi l'un l'altro, lei cercava inutilmente di cambiarlo e lui continuava a ribellarsi.
Suo padre era assente ma sempre  onnipotente, era lui che metteva fine alle loro sfuriate con poche semplice parole :"smettila Sirius, sei un Black." E lui non riusciva a ribattere, non riusciva a gridargli in faccia che lui non voleva essere un Black, che non lo aveva chiesto lui di esserlo.
Odiava essere inparentato con i Black o i Lastrange o qualsiasi altra famiglia serpeverde, era per questo che aveva finalmente deciso di andarsene.
Andare dai Potter, da James, lui l'avrebbe ospitato senza alcun problema.
Non era da lui andarsene silnziosamente nella notte ma aveva ancora la traccia addosso e si trovava chiuso in camera sua perché aveva finalmente avuto il coraggio di rispondere a suo padre.
"Smettila Sirius, sei un Black." Aveva detto lui con la sua calma glaciale.
Sirius si era zittito immediatamente mentre sul volto di suo madre si dipingeva il sorriso soddisfatto che lui tanto odiava.
-Si,sono un Black.- aveva iniziato Sirius  -Non ho scelto io di esserlo, ma insomma, sono meglio di tutti voi, nobile casata dei miei boccini, messi insieme.- Si era alzato e diretto in camera deciso ad andarsene, si era ritrovato chiuso dentro.
Aveva sempre pensato che la sua uscita da quella famiglia sarebbe stata molto più scenica, rovinando una delle tante feste che dava la sua famiglia ma ne aveva rovinate così tante che ormai non ci trovava quasi più gusto, ma zittire suo padre,cosa che non era riuscito mai a fare, quello si che gli aveva fatto correre un brivido lungo la schiena.
Vedere la sua smorfia di sorpresa nel vedere che il potere che aveva sempre esercitato sul figlio non c'era più aveva fatto sentire Sirius finalmente libero di andarsene da quel posto.
Aveva già calato il baule dalla finestra con dei lenzuoli ora si apprestava ad uscire anche lui, una via di fuga decisamente babbana, un'altra offesa alla sua famiglia che lo faceva ridere, qualdo lo avrebbe raccontato a James sarebbe morti dalla risate.
Prima di seguire il suo baule fuori dalla finestra diede un'ultima occhiata alla sua staza ormai spoglia, se non si contavano i poster babbani che grazie a una magia di creacher non si potevano più staccare.
Si calò dalla finestra e disse addio a quella casa, il nottetempo lo aspettava e lo avrebbe portato lontano.
 
James Potter era ciò che si poteva definire James Potter, unico nel suo genere, ma a sua madre piaceva definirlo Caos perché dovunque passasse riusciva a disseminare disordine mentre lei cercava, quasi inutilmente, di tenere pulita quella casa e riuscire a creare corridoi tra tutto ciò che lasciavano in giro suo marito e quella testa calda del figlio, non le serviva di certo altro lavoro ma il campanello suonò una mattina dei primi giorni d'estate e si ritrovò davanti un Sirius Black in cerca d'asilo.
Aveva chiamato suo figlio buttandolo praticamente giù dal letto e lo aveva fatto andare nel solotto senza dirgli il motivo.
L'assonato Potter all'inizio non aveva neanche riconosciuto l'amico, i suoi occhi faticavano a rimanere aperti ed il suo cervello non funzionava.
-Felpato!- Aveva gridato dopo cinque minuti buoni.
-Già, ho trovato questo randagio fuori casa.- Aveva detto la madre sorridendo a Sirius.
-Possiami tenerlo? Ti prego, mi occuperò io di lui.- Aveva implorato James.
-Spero non come ti occupi di te stesso.- Aveva risposto la madre.
-Trova un posto dove metterlo.- Aveva poi aggiunto la donna. -E metti un po' in ordine il porcile che è la tua camera, per merlino!-
-vieni Sirius, mi devi raccontare tutto.- 
Siriusi si era affrettato a seguire l'amico ma prima ringraziò la signora dell'ospitalità.
 
James a volte odiava gli scherzi di Sirius, felpato sapeva che all'amico per svegliarsi serviva almeno una buona mezz'ora, come minimo, e loro aveva già i tempi stretti per prendere il treno, ma lui non poteva starsene buono almeno quella mattina,no,non poteva, così James si era ritrovato a svegliarsi in ritardo con ancora il suo baule vuoto.
Aveva buttato tutto a casaccio pregando la madre di inviarli le aventuali cose che aveva sicuramente di menticato.
Attraversarono la colonna, Sirius ridendo e James che cercava di non perdere gli occhiali mentre correva, non si erano neanche preoccupati di guardare se qualcuno li aveva visti.
Il treno stava fischiando, qualcuno lo imitò ma loro non vi fecero caso e corsero verso il vagone dei Grifondoro, era il primo, secondo o terzo fischio?
Correndo urtarono una ragazza, James non si voltò nemmeno ma Sirius non riuscì a resistere quando la senti imprecare da pura babbana londinese.


Wolf


 
La ragazza guardava i suoi amici, la sua famiglia.
Tutto questo le ricordava la prima volta che era partita da quello stesso binario per una scuola a cui non voleva andare.
Suo fratello ammirava il treno estasiato,come se non ne avesse mai visto uno, la prima volta che era partita lui aveva solo 4 anni e lei si era sentita tremendamente in colpa nel doverlo abbandonare.
Ora ne aveva 10 e sognava di seguire la sorella maggiore in quel magico posto che lei chiamava "bib di scuola".
Non si assomigliavano per niente, il minore aveva preso tutto dal padre, occhi scuri e vivaci che non si fermavano mai troppo a lungo su qualcosa, sempre ansiosi di vedere qualcosa di nuovo e divertente, capelli neri perennemente spettinati sebbene ogni mattina diceva di pettinarseli per almeno 10 minuti buoni, magro come un fuscello e agile come una scimmia sebbene il suo corpo stava già cambiando in una fisionomia un po' più tarchiata, lei non aveva dubbi che più sarebbe cresciuto e più la sua mascella si sarebbe scolpita e tutta la sua figura avrebbe riportato alla mente quella del padre.
Il treno fischiò segno che la partenza era vicina.
Xavier,lo spilungone del gruppo fischiò a sua volta  imitando  il treno mentre si metteva le mani in tasca.
Xavier aveva la stessa età della ragazza gli occhi scuri erano assonati e la guardavano accusatori per averlo fatto alzare dopo una notte passata a "festeggiare" .
Il viso era un po' scavato e faceva esaltare di più le sue orecchie leggermente a sventola mentre i suoi capelli castani erano l'esatta copia di quelli del l'ultimo bassista dei Sex Pistols, Sid vicious.
Portava pantaloni a quadri scozzesi rossi e neri ed un maglione di lana fine di ottima fattura di un colore marrone smorto che lei aveva sempre odiato.
Lo spilungono per non far notare tutta la sua altezza teneva sempre le spalle e la schiena curvate in avanti così da accentuare la sua aria stanca e trascinante.
Accanto a lui se ne stava un'altro ragazzo di non molto più basso e con le stesse occhiaia ma con degli occhi colore del cielo in estate che erano capaci di trafiggere chiunque e sulle labbra sottili vi era un sorriso sornione simbolo che non si era ancora svegliato.
I suoi capelli neri erano corti e nessun pettine vi era certamente stato passato, ciocche ribelli ricadevano ogni dove senza nessun nesso logico.
Indissava una maglia bianca larga e ormai lisa, una giacca nera in pelle talmente logora che nessuno avrebbe detto che sarebbe resistita fino a fine giornata prima di strapparsi e dire addio al proprietario che tanto la amava, i jeans erano strappati e pronti anche loro a tirare le cuoia, gli anfibi neri, che non erano stati allacciati, erano probabilmente cio di più nuovo che il ragazzo indossasse ma anche loro avevano il loro tempo e lo facevano vedere.
Anche lui era magro ma al contrario del compare aveva un po' di massa muscolare, e la sua aria da bello e dannato faceva girare la maggior parte delle ragazze che si stava affrettando per salire sul treno.
Distrattamente estrasse sigarette ed accendino dai pantaloni senza alzare lo sguardo suo suoi due amici che si salutavano, stava per accenderne una ma si fermò riversando uno sguardo freddo a Xavier e la ragazza.
I due si stavano abbracciando, lui l'aveva sollevata da terra e finalmente la sua postura era quella di un ragazzo normale.
-Cosa sono tutte queste smancerie?- Chiese acido con ancora la sigaretta spenta tra le labbra.
Lei rise lasciando andare l'amico che tornò alla sua postura da uomo non erectus.
-vorresti anche tu?- rispose lei increspando le labbra in un sorriso divertito.
-Non fumarla qui.- Aggiunse poi con aria più seria.
-Se no che mi fai?- Chiese alzando il soppraciglio destro,quello con il piercing, e sfoderò uno dei suoi ghigni di sfida che avrebbe fatto invidia al peggiore dei seperverde.
Xavier alzò gli occhi al cielo esasperato e divertito dalla scenetta dei due amici.
Anche lui sfoderò un ghigno divertita.
-Sai cosa potrei farti.-
-Non eri tu quella "spiacente,niente magie fuori da Hogwards"?-
Il treno fischiò una seconda volta Xavier lo imitò nuovamente insieme all'amico e lei spostò la sua attenzione su suo fratello abbracciandolo.
-Non prendere troppo esempio da loro.- lo ammonì prima di lasciarlo andare.
-Continui con tutte queste smancerie, si potrebbe pensare che tu sia una brava ragazza.-Scerzò lui circondandole la vita con le braccia.
-Se fossi una brava ragazza non starei con te.- Disse prima di baciarlo con passione, il tossicchiare di Xavier li fece staccare.
-Non sparire Wolf.- 
-Non mi sembra di averlo mai fatto,Dean.- Rispose lei afferrando il suo baule e poi dirigendosi sul treno.
Due la urtarano nella fretta di salire e lei imprecò più volte dando sfogo al suo linguaggio da scaricatore di porto, facendo girare i genitori che salutavano i figli prima di un nuovo anno e facendo ridere la sua famiglia fin troppo punk in quel posto.
 


Come vi sembra? 
cercherò di essere perfetta per quanto riguarda la musica, Wolf e formata per il 59% dalla sua cultura musicale e nella londra del 78 la musica è parte integrante di unavita schifosa.
Sirius sarà uno dei protagonisti, ma cercherò di fare del mio meglio anche con gli altri malandrini.
leggete e recensite, mi servono i vostri consigli per non far diventare tutto questo un macello, grazie :)

Se riuscirò a capire come si fa prima o poi aggiungerò i disegni che riguardano questa storia, si accettano consigli per riuscire a farlo.
Seriamente,mi serve aiuto.

  
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