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Autore: auri38    25/08/2014    0 recensioni
"Ti avrei amato più di quanto tu possa immaginare, e hai saputo solo spezzarmi il cuore".
"Succede, Beatrice Bassi, l'amore è così" un ghigno comparve sul suo viso e se ne andò portandosi via anche il mio cuore.
Sarebbe tornato, io non ci sarei stata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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BEATRICE.
Ecco, ora i miei dubbi avevano avuto la conferma, quel ragazzo era davvero un asociale, dopo che mi presentai alzò lo sguardo e mi guardo con sufficienza esclamando un “Ciao” così scazzato e a bassa voce che nemmeno capii, vabbè, chissenefrega.


Intanto suonò anche la seconda ora, segno che avremo avuto un intervallo di 10 minuti circa.

Mentre uscii dalla classe un ragazzo della classe vicina alla nostra si affiancò a me e sorridendomi mi disse “Piacere io sono Steve” mi porse la mano e io gli sorrisi di rimando “Piacere, Beatrice” la mia voce era imbarazzata ed ero abbastanza sicura di essere diventata rossa come un peperone.


“E’ da poco che sei qui vero?” continuò lui, “Sì a dire la verità sono arrivata qui esattamente ieri, neanche il tempo di respirare ed eccomi qui” si mise a ridere “Conosci Torino?” mi chiese “No, infatti stamattina ci ho messo un’eternità a trovare la scuola” si sedette su una panchina di fronte a me accendendosi una sigaretta “Che ne dici se oggi pomeriggio ti faccio fare un giro per vederla?” “Ehm, mi farebbe piacere, grazie” mi sorrise “Allora ci vediamo alle 15 sotto casa tua, dove abiti?” nemmeno io lo sapevo con certezza “Vicino Piazza Vittorio Veneto, credo” ci mettemmo a ridere e tornammo in classe.


Mentre tornai in classe perché l’intervallo era finito mi chiedevo avevo davvero un “appuntamento”? Se così si poteva chiamare, beh Steve era davvero carino e mi avrebbe fatto piacere fare un giro insieme a lui, nonostante i suoi tratti mi ricordavano alquanto Gabriele, sospirai.
 
 Quando mi sedetti al mio posto entrò un prof alto e magro che esclamò a gran voce “Oggi allenamento in palestra, iniziamo a scendere” prese il registro di classe e si mise il fischietto intorno al collo, merda, non mi avevano detto che ci sarebbe stata educazione fisica oggi, così mi affiancai al professore e timidamente gli dissi “Ehm, mi scusi prof io sono Beatrice Bassi, sono nuova, nessuno mi ha avvisata che oggi ci sarebbe stata educazione fisica…”
“Non importa” esclamò il prof “Ti siederai sugli spalti e la prossima volta recuperi” mi sorrise “Grazie”.
 
Odiavo fare educazione fisica, mi sentivo a disagio nonostante il mio fisico minuto, mi sedetti sugli spalti a osservare le ragazze tutte in tiro che si volevano far vedere dai ragazzi, i ragazzi che guardavano il culo alle ragazze, tutti uguali erano.


Ad un tratto qualcuno si sedette di fianco a me e mi risvegliò dai miei pensieri, mi voltai e vidi Riccardo, spalancai gli occhi a vedere che era proprio vicino a me e non dall’altra parte degli spalti, o magari a fare educazione fisica.

“Così ti frequenti con Steve” mi disse lui soffocando una risatina.
“Non sono fatti tuoi, mi ha semplicemente chiesto di andare a fare un giro con lui per Torino visto che sono arrivata ieri, ma che ti importa?”
“Si certo, Steve che porta una ragazza a fare un giro, dopo dieci minuti sarete in un bagno a scopare” rise e io mi girai “Ma smettila! Non è quel tipo di persona” lo guardai con aria di sfida e lui scoppiò a ridere “Già, si vede che sei arrivata solo ieri”, “Perché non fai educazione fisica?” cambiai argomento

“Non sono fatti tuoi” rispose lui freddo e mi girai senza dire una parola.

Alle due e trenta stavo tornando a casa in pullman con le cuffie nelle orecchie.
Il primo giorno di scuola era finito e io stavo tornando a casa felice? Se così si può dire, tra mezz’ora avrei avuto un appuntamento con Steve, mi sembrava un bravo ragazzo e sicuramente Riccardo era invidioso di lui, non so.
 

Una volta tornata a casa mangiai un panino, mi diedi una sistemata ai capelli e alle 15.01 qualcuno suonò al citofono, mia madre era già a lavoro, era Steve, gli dissi che sarei scesa in due minuti e lui mi aspettò sotto, una volta scesa mi salutò con due baci sulla guancia e ci avviammo.
 
RICCARDO.
 
Non pensavo che Beatrice fosse una facile, anzi, pensavo fosse tipo una figa di legno, tanto per intenderci.

Ma perché si pensavo? Che mi importava di Beatrice e di ciò che faceva con Steve? Scossi la testa buttando la cicca della sigaretta a terra, mentre Rachele si avvicinava a me.


Diamine se era sexy quella ragazza, aveva un carattere peggio di un’oca certo, ma il suo culo parlava per sé.
Si avvicinò a me sorridendo maliziosa e senza nemmeno parlare mi ficcò la lingua in gola, lei era così e per questo mi piaceva, perché mi soddisfava sempre.
 
“Andiamo a casa mia” una risatina uscì dalla sua bocca con una voce alquanto stridula.
Senza proferire una parola la feci salire in moto e ci avviammo.
 
Una volta entrati nella sua camera da letto spegnemmo la luca e i nostri corpi si unirono, senza parole, senza sentimento, senza amore, solo il desiderio di essere soddisfatto, mi dispiaceva per Rachele, io non la sopportavo, lei per me era solo oggetto di soddisfazione, e quella era l’ennesima volta che lei ci cascava.
 
 
Chissà Beatrice e Steve che facevano, pensai.
Come potevo pensare a Beatrice in quel momento?
   
 
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