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Autore: La Jiky    25/08/2014    2 recensioni
«Garp… riesci a crederci?... Molto presto avrò un figlio… Ma purtroppo, quando lui nascerà, io non ci sarò più, quindi non lo vedrò mai…».
«E che cosa vuoi da me? Io faccio parte della Marina. E poi… Non pensi alla madre? Qualsiasi persona sia stata legata a te, verrà sicuramente giustiziata!».
Il re dei pirati chinò amaramente la testa.
«È proprio per questo che ne parlo con te. Il governo ricostruirà tutto quello che ho fatto negli ultimi tempi, quindi ben presto la troveranno e non avranno alcuna pietà. Ma il bambino che deve nascere non ha alcuna colpa.»
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Garp, Portuguese D. Ace, Portuguese D. Rouge
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C’era un silenzio ininterrotto, quasi fastidioso, all’interno di casa Portuguese quella sera. La padrona di casa, Rouge, era ormai da qualche giorno in un profondo sonno dal quale non era lecito sapere se si sarebbe risvegliata. Garp aveva deciso di allestire una piccola camera d’ ospedale nella stanza della donna, sperando di avere un risultato positivo e preservando così anche il segreto del parto.
Ora il grande marine dormiva come un sasso sul divano del soggiorno; accanto a lui stava la culla con il piccolo Ace all’interno, anch’egli dormiente. Per il viceammiraglio, quelli erano stati giorni difficili, soprattutto psicologicamente. Non era facile occuparsi di una famiglia così complicata e piena di problemi. Con una scusa aveva abbindolato Sengoku a rilasciargli un permesso di permanenza su quell’isola per “ulteriori indagini”. Successivamente si era preoccupato di non far sapere a nessuno di essere un marine all’interno del villaggio, presentandosi come lontano zio di Rouge. Infine si era stanziato nella casa della giovane madre per poter star accanto sia alla donna sia a suo figlio. Purtroppo non era affatto in grado di occuparsi di un neonato e anche se per un certo periodo il suo orgoglio non era allettato all’idea di ammetterlo, alla fine aveva dovuto chiamare una balia per aiutarlo.
D’improvviso il bambino si svegliò, svegliando l’uomo con un forte pianto. «Che c’è piccolo? Che c’è?» chiese affettuosamente al bambino prendendolo in braccio con estrema delicatezza. Nonostante avesse cercato di non affezionarsi a quel pargolo, alla fine non aveva potuto evitarlo. A forza di quel musetto costantemente sotto i suoi occhi, il piccolo Ace aveva fatto breccia nel suo animo da duro marine.
«Avanti moccioso, andiamo a mangiare. Vieni con lo zio Garp.» disse poggiandoselo sul petto per aver più mobilità su un braccio. Si diresse verso l’ingresso, per poi salire le scale ed entrare nella camera della balia. Accese la luce destando la ragazza che stava beatamente dormendo. Con voce impastata dal sonno la giovane chiese: «Signor Garp, il piccolo si è svegliato di nuovo?». L’uomo si avvicinò al letto, per poi sedersi accanto alla balia. «Secondo te? Non sono di certo io che piango in questo modo. Tieni il marmocchio e allattalo.»
«Che maniere! Adesso ci penso io piccolino. Vieni qui dalla tua balia!» disse con tono stucchevole la donna prendendolo in braccio ancora urlante. Se lo adagiò sul seno e con molta tenerezza iniziò ad allattarlo.
Dopo alcuni sospiri di Garp, la nutrice sussurrò: «Magari questi strilli sveglieranno la signora Rouge un giorno… Lei cosa ne pensa?». L’ uomo chiuse gli occhi stanco e con uno strana nota malinconica nella voce rispose: «Penso che sarebbe un miracolo.»



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Due settimane passarono dalla nascita di Ace e ormai gran parte del villaggio era venuto a visitare il neonato. Le donne ogni volta che lo vedevano dichiaravano sorprese: «Certo che per avere solo due settimane il bambino è bello grande!» e a quel punto sia la nutrice che Garp si guardavano con occhiate complici e rispondevano che la causa era che il piccolo mangiava davvero tanto. Ovviamente, nel frattempo anche Ace cresceva e diventava sempre più vivace e sveglio. Non sembrava aver problemi di salute e questo rallegrava sia il marine che la balia.
Un giorno mentre Garp stava passeggiando per casa con il neonato in braccio vide per caso un ritratto della madre appeso alla fine di un corridoio. Quel quadro lo fece pensare: quel frugoletto che aveva in braccio un giorno sarebbe cresciuto, sarebbe diventato un bambino, poi un ragazzo e infine un uom… un marine, senza aver mai visto sua madre; infatti Garp aveva deciso di portare Ace in una delle tanti basi della Marina sotto il suo comando, dove sarebbe cresciuto al sicuro, imparando l’arte della giustizia nascosto ad occhi indiscreti, ma soltanto dopo il compiuto anno d’età. Da quel giorno in poi, comunque fossero andati i fatti, non avrebbe più potuto vedere Rouge.
Quindi decise di portare il piccolo nella camera della madre almeno per qualche minuto. Così, silenziosamente, sgusciò all’interno della camera dove la donna giaceva dormiente. La guardò in quello stato: nonostante fosse tra la vita e la morte, riusciva a trasmettere una certa tenerezza e una forza d’animo sorprendente. I capelli le contornavano dolcemente il volto e il fiore rosso spiccava tra le sue ciocche rosate.
Garp si avvicinò al letto col piccolo in braccio. «Ace, ti presento Rouge, lei è la tua mamma. È da lei che hai preso il cognome.» gli disse guardandolo mentre con i piccoli occhietti neri del bambino fissavano curiosi il corpo della donna. «Scommetto che sarà fiera di te quando diventerai un marine!» Per tutta risposta il bambino fece una pernacchia dispettoso. «Come ti permetti moccioso?! Non rivolgerti a me con quel tono! Tu diventerai un ottimo marine, punto e basta! Mi ha capito bene?!» esclamò severo l’uomo minacciando il piccolo che aveva tra le braccia. Nuovamente Ace fece una smorfia disgustata e mugolò contrario. «Sarai un marine fantastico come lo zio, avrai un sacco di uomini sotto il tuo comando e potrai viaggiare con la tua nave personale!» espose convinto l’uomo, ma il piccolo continuava a fare versi per disapprovare le idee dell’esperto marine.
«Smettila di agitarti moccioso! Scommetto che tua madre sarebbe felice se tu seguissi le orme della giustizia.»
«… Ace… Ace… A-Ace…»
«Ecco vedi che anche lei è d’accor… COSA?!?! ROUGE SI È SVEGLIATA?!» Anche se in modo impercettibile la donna stava effettivamente muovendo le labbra, anche se non si poteva vedere chiaramente attraverso la mascherina dell’ossigeno. Garp preoccupato si avvicinò lentamente alla donna, come se avesse paura di destarla del tutto. Stesa su quellettino anonimo, sembrava un fiore di cristallo pronto a rompersi al primo soffio. Ma l’uomo sapeva della tenacia e della forza della donna. Rendendosi conto che Rouge finalmente era scappata dalle braccia della morte e che tra poco sarebbe stata pronta ad accudire personalmente suo figlio, alcune lacrime fecero capolino ai suoi occhi. Ma le ritrasse subito e corse a chiamare la balia, senza rendersi conto che sia nel suo viso da marine esperto, sia nel viso paffuto e lentigginoso del piccolo Ace, si erano stampati in modo definitivo due sorrisi da completi ebeti.




Angolo autrice -----
Buon salve a tutti i cittadini di EFP! Come vanno le vacanze dalle vostre parti?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ormai dal prossimo la storia comincerà a cambiare veramente e si evolverà come il progetto mentale della sottoscritta vuole. Perfavore qualcuno mi dica se sto rendendo Garp troppo OOC; dato che non è mia intenzione preferirei porre rimedio subito! Inoltre vorrei parlare con voi di una cosa. Ultimamente mi è capitato di leggere in altri angoli autori, di fandom morti e di autrici bravissime che non ricevono le giuste attenzioni.
Io sono d’accordo sul fatto che chi ogni volta che può si mette a scrivere impegnandosi al massimo e trovando sempre idee innovative, va premiato e gli va dato credito. Ma è anche vero che chi si iscrive a EFP voglia anche isolarsi per un attimo e dare sfogo alla sua passione, che si tratti di One Piece, Harry Potter o 50 sfumature. Attenzione non sto dicendo che sono contenta se mi trovo nella home tutte serie che hanno come testo una traduzione mal riuscita dall’aramaico antico all’italiano; certamente prima di scrivere si deve avere un po’ di esperienza e una bella dose di grammatica.
Ma se ogni tanto ci si ritrova a leggere il testo di una persona che sbaglia qualcosa nel testo, è giusto fargli delle critiche costruttive… ed è giusto che l’autore stesso le accetti per come sono! Io stessa conosco perfettamente il mio livello, e non mi ritengo mai pienamente soddisfatta di quel che faccio… per questo leggo sempre un sacco di libri (e fiction!) per arricchirmi, e mi alleno nella scrittura almeno ogni mese per conto mio.
Per la questione dei fandom morti, non so cosa dire di preciso dato che non ne seguo uno in particolare. Posso solo spronare le persone che in questo periodo desiderano lasciare EFP e smettere di scrivere, a non demordere e cercare di far rinascere tutti i fandom che adorano, anche se spesso è difficile. È vero che nuotare controcorrente è sempre una sfida, ma chissà magari con calma, verrete premiati!!
Spero di aver dato l’impressione giusta. Per ulteriori chiarimenti non esitate a contattarmi!
Sono curiosa di sentire la vostra!
A presto!!!!
La Jiky
   
 
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