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Autore: Obsessjoe    25/08/2014    3 recensioni
Cosa succederebbe se una ragazza trovasse negli occhi di un ragazzo, affondato nei pregiudizi di tutti gli abitanti della città, guardasse a fondo nella sua vita e scoprisse che non è come tutti pensano?
Harry usa le donne solo per divertimento, dopo essersele portate a letto infatti le abbandona senza rimorso e passa alla prossima "preda"; così vuole fare anche con Paige, che, incuriosita dal fatto che lui ha la fama di essere uno spacciatore di droga e grazie ad una scommessa fatta col suo migliore amico, va a parlargli.
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*Dal quarto capitolo*
«Senti, ti do il mio numero di telefono e se accetti di uscire con me questa sera mi scrivi va bene? Comunque sono Harry Styles.»
Annuii e mi salvò il suo numero sulla rubrica con il nome di "Harry il figo", che mi fece scoppiare a ridergli in faccia.
«A stasera eh, ci conto.»
Mi fece un cenno con la testa e mi superò lasciandomi alle sue spalle, mi girai per osservarlo mentre se ne andava per qualche secondo, ma quanto tempo avevo passato con quel ragazzo? Mi erano sembrati secoli, così guardai l'ora e vidi che erano passati solamente cinque minuti, com'era possibile?
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO DUE
“He’s not a bad guy.”

 
Dopo una settimana mi ero ambientata abbastanza nella scuola, anche grazie all'aiuto di Niall visto che avevamo fatto amicizia, scoprendo così di avere varie cose in comune. Alcuni studenti continuavano a minacciarmi o a farmi scherzi ma ormai gli rispondevo indietro, avevo lasciato da parte la timidezza che avevo assunto i primi giorni.
Ero in classe all'ultima ora del lunedì, io ed il biondo eravamo seduti in quarta fila a cazzeggiare non curanti del professore di biologia che stava cominciando un nuovo argomento, che- da quello che avevo capito- non avevo affrontato nemmeno io nella vecchia scuola.
<< Horan, Edwards, visto che vi divertite molto intuisco che sappiate già la lezione di oggi quindi, se non vi dispiace, venite alla cattedra a spiegare quello di cui stiamo trattando al posto mio. >>
Sussurrai un “merda” e guardai Niall con gli occhi sbarrati, dubitavo di riuscire a cavarmela con la sufficienza; ci alzammo dalle sedie ed andammo vicino al professor Right, che ci osservava serio con quella barba bianca che sembrava zucchero filato e gli occhi piccoli e corvini che mi incutevano un po’ di paura, essendo contornati anche da svariate rughe dovute all’età- intorno ai sessanta- che lo facevano sembrare una tartaruga.
<< Edwards, visto che la prima volta che ci siamo visti ha saputo rispondere brillantemente alle mie domande dal posto, sono sicuro che oggi sarà altrettanto brava. In quanto a lei Horan, nelle svariate volte in cui ha frequentato le mie lezione è sempre stato muto come un pesce quindi inizio proprio da lei. >>
Dopo che fece alcune domande a Niall- alle quali non rispose nemmeno ad una- fu il mio turno, in cui per quasi un quarto d’ora d’inferno feci completamente scena muta, non sapendo minimamente cosa dire. Alla fine risposi ad una domanda ma non mi sarebbe servita a nulla, sapevo che avrei preso un votaccio e che mia madre, essendo abbastanza oppressiva sul fatto che dovessi andare bene a scuola, mi avrebbe rimproverato a lungo e mi avrebbe vietato di uscire da casa per rimanere chiusa in camera a studiare.
<< Do a tutti e due tre, siete stati veramente penosi, se fossi in voi cercherei di rimediare al più presto se non volete vedere quel voto anche nella pagella alla fine del trimestre. Ora portatemi i libretti e vedete di stare attenti al resto della lezione. >>
Andai nel mio banco e presi il libretto dallo zaino per poi portarlo al professore che come aveva detto mi mise tre, tornai al mio posto rossa in viso dalla vergogna, anche se la maggior parte dei miei compagni non erano bravi a scuola. Il resto dell’ora lo passai completamente muta ed attenta, non perdendo nemmeno una delle parole che erano uscite dalla bocca imbronciata del professore ed al suono della campanella io e Horan ci precipitammo nel corridoio per poter finalmente parlare.
<< Cazzo Niall, mia mamma mi uccide. >>
<< I miei ormai si sono abituati ai miei voti. >>
<< Beato te, mia mamma è fissata sul mio rendimento a scuola, infatti quelle volte che prendo l’insufficienza mi chiude in camera per un giorno, figuriamoci se sa che ho preso tre, probabilmente mi farà diventare suora. >>
<< Dai non essere esagerata adesso, non ti immagino suor Paige. >>
Scoppiammo a ridere ed uscimmo dal grande portone in vetro aperto dell'edificio e nella strada davanti a noi vidi un furgoncino nero ed un ragazzo sui vent'anni in piedi davanti ad esso, mentre muoveva la testa come se stesse cercando qualcuno in mezzo a tutti gli studenti; si passò la mano sui capelli ricci castani e poi la mise nella tasca dei jeans neri aderenti.
<< Niall, chi é quel ragazzo? >>
<< Stai lontana da lui, é Harry Styles, il capo di un giro di droga in tutta Brighton, nonché un drogato. >>
<< E cosa ci fa qui? >>
<< Non ne ho idea, probabilmente aspetta uno dei suoi clienti per dargli della droga. Mio padre mi ha detto che é un uomo pericoloso, che é capace di uccidere una persona senza problemi. >>
<< A me non sembra così male, magari sono solo dicerie quelle sul suo conto. >>
<< Non lo so, ma per precauzione meglio non andare a parlargli. >>
Annuii con la testa, ci salutammo ed andammo ognuno a casa propria, visto che lui abitava in un'altro quartiere rispetto a me. Tirai fuori il cellulare dalla tasca dello zaino, misi le cuffie ed ascoltai la musica durante il tragitto fino alla mia via, anche se mentre camminavo avevo in testa quel misterioso ragazzo che avevo visto prima, a me non sembrava affatto un drogato, anche perché non barcollava minimamente, ma infondo aveva gli occhiali da sole addosso quindi poteva anche aver avuto gli occhi rossi da quando era fatto e non si sarebbe notato.
Arrivata nel vialetto di casa mi trasalì un misto di ansia e paura per cosa avrei detto a mia mamma, una volta arrivata davanti alla porta esitai un attimo prima di inserire le chiavi nella serratura ma quando entrai non sentii nessun rumore.
<< Mamma? >>
Non sentii nessuna risposta e mentre la cercavo trovai un post-it sul frigo lasciato da lei in cui diceva che aveva una riunione a lavoro quindi sarebbe tornata nel tardo pomeriggio e il pranzo era già pronto nel frigorifero, feci un sospiro di sollievo sapendo che  per qualche ora sarei stata libera così scaldai le lasagne e dopo aver mangiato salii nella mia camera per fare i compiti; dopo un'ora circa Niall mi chiamò, chiedendomi se mi andava di andare nel parco del quartiere ed accettai visto che non ci ero mai stata. Tolsi l'uniforme scolastica, misi una canotta con una camicia aperta sopra e dei jeans stretti, abbinandoli a delle Vans nere- che erano le uniche scarpe decenti che avevo- e uscii di casa, andando nel parco vicino alla mia scuola. Una volta arrivata vidi subito Niall con uno skateboard sotto braccio, senza l'uniforme quasi non lo riconoscevo, aveva un fisico più muscoloso di quello che pensavo ed i capelli, che di solito erano tenuti abbassati, erano alzati in una cresta spettinata che era molto meglio rispetto al solito.
<< Hei Horan. >>
<<  Macciao Edwards. >> si avvicinò a me e mi passò la mano sui capelli spettinandomeli leggermente.
<< Non sapevo sapessi andare sullo skateboard. >> Indicai la tavola grigio scuro che aveva sotto il piede destro.
<< Non sono un asso ma me la cavo a fare i trick base. >>
Annuii con la testa e ci sedemmo su una delle panchine verdi di legno del parco; eravamo circondati da aceri, che mi ricordavano molto di quando ero bambina e mio padre mi portava a fare delle passeggiate in mezzo a degli aceri.
"<< Non ti preoccupare piccola mia, tornerò presto. >> Mi aveva detto mio padre quando stava salutando me e mia madre prima di partire in missione per la Palestina.
<< Clare, bada tu a nostra figlia, so che siete forti e sono sicuro che ve la saprete cavare benissimo anche senza di me. >>
Scoppiai a piangere per la preoccupazione di non vederlo piú e per la paura di non farcela senza di lui, era il mio mondo, la mia forza di volontà, la mia spalla su cui piangere, l'unica persona in grado di farmi ridere sempre, l'unico che mi sapeva dare dei consigli in ogni situazione.
Si sistemò il berretto color militare come il resto della divisa ed aprì la porta bianca d'ingresso della casa.
<< Hei, non divertitevi troppo senza di me eh. >>
Era l'unico uomo in grado di sorridere poco prima di partire con poche speranze di tornare vivo e vegeto; mio padre era il mio eroe e lo sarebbe sempre stato."
 << Paige, é tutto apposto? >>
Niall mi scosse la spalla e mi risvegliai dai miei pensieri, erano due anni che non vedevo mio padre e sei mesi che non mi mandava una lettera, ma d'altronde non poteva pensare troppo alla famiglia nel bel mezzo di una guerra.
<< Si si sto bene, stavo solo pensando... >>
<< Anche io spesso mi perdo a pensare alla pizza- si mise a guardare il cielo- mozzarella, pomodoro, patatine fritte...ah che paradiso >> Spalancò la bocca come per sbavare e mi misi a ridere, spingendolo già e dalla panchina e facendolo finire steso sul prato a pancia in su mentre rideva come un pazzo. Mi prese per la caviglia e mi trasportò per terra in parte a lui, così iniziammo a guardare le nuvole e cercare di dargli un significato; anche se la maggior parte delle volte erano pervertiti o insulsi.
Ad un certo punto vidi quel ragazzo che avevo visto davanti alla scuola poche ore prima e mi soffermai a fissarlo: Minchia se era bello però, con quei capelli ricci piuttosto lunghi tirati indietro in un ciuffo e gli occhiali da sole neri che davano un tocco di mistero a quella figura alta e muscolosa. Notai che al posto dell'auto gigante aveva una moto nera, mi sfuggiva ancora il motivo per cui era rimasto nella stessa zona, se spacciava droga doveva stare nella periferia al centro della città dove girava la brutta gente- per quanto ne sapessi di quel posto dopo una settimana che ci vivevo- e Hollysbury al contrario era un quartiere con molte aree verde e con pochi negozi, infatti era composto principalmente da case- praticamente tutte uguali- in perfetto stile inglese e un paio di parchi.
Niall si accorse che ero distratta, così seguì  il mio sguardo, vide Harry Styles e fece un broncio molto poco simpatico.
<< Non riesci proprio a togliertelo dalla testa quel tipo? >>
<< Trovo solamente strano che stia qui ad Hollysbury quando potrebbe stare in centro a vendere droga, magari ti sbagli ed ha solo una brutta fama anche se non é una cattiva persona. >>
<< Paige quel tipo é un assassino, svegliati cazzo, non vuol dire che sia un santo solo perché ti pare figo. >>
<< Adesso vado a parlargli e scopriamo se lo é oppure no, così vedremo chi ha ragione. >>
Mi alzai, pulii i jeans con le mani e attraversai il parco andando verso Harry Edward Styles senza un piano preciso su cosa dirgli, avendo come unico obbiettivo quello di avere ragione. Niall provò a fermarmi dicendomi che mi avrebbe ucciso o cazzate varie ma non lo ascoltai, ero decisa ad andare a parlargli e nessuno mi avrebbe bloccato.
 

 
 

 
SPAZIO AUTRICE
Okay so che è passata un eternità da quando ho aggiornato ma sono piuttosto soddisfatta di questo secondo capitolo con un finale in suspense da cui comincerà in terzo; ci ho messo così tanto a pubblicare perché sono stata in vacanza dove non ho avuto il tempo di scrivere ma ora spero di riuscire ad aggiornare presto e che vi piaccia questo capitolo. Visto che è la mia prima fan fiction scrivetemi delle recensioni con dei consigli e li prenderò di sicuro in considerazione; se volete sapere come andrà a finire l’incontro tra Paige ed Harry, ci vediamo al terzo capitolo!
   
 
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