Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SaraRocker    26/08/2014    10 recensioni
A causa di un incantesimo lanciato per errore, Draco e Hermione si ritrovano costretti a rivivere il medesimo giorno continuamente. I due sono gli unici a rendersi conto di questo improvviso blocco temporale, e si troveranno perciò costretti a passare sempre più tempo insieme, il tutto tentando di ridare al tempo la sua reale andatura. Ce la faranno?
Estratto-
"Negli ultimi anni la mezzosangue Granger era diventata una ragazza dall'aspetto niente affatto sgraziato. Aveva assunto delle fattezze da vera donna, ed ora il suo corpo era una continua ed elegante curva. Oltretutto, non era più neppure particolarmente interessato a quella faccenda del sangue; la guerra era finita e nessuno aveva più tentato di inculcargli chissà-quali idee nella testa.
Ad essere sinceri, in quel momento la riccia lo eccitava persino con quella sua combattività."
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Redundant.
































 
Sembrava una giornata normale. Perchè mai non sarebbe dovuta esserlo?

Chi si sarebbe mai potuto aspettare che, ciò che successe, sarebbe effettivamente accaduto?



°°°

Voldemort era morto. Molti non riuscivano ancora a crederci, ed altrettanti andavano in giro dicendo che forse si stava nascondendo nuovamente, esattamente come era accaduto oltre dieci anni prima. Vi erano voci, negli angoli nascosti dei borghi magici, che dicevano che la pace sarebbe durata poco, e che presto il mondo sarebbe tornato a temere quel nome che molti ancora non avevano il coraggio di mormorare.
Sicuramente questi non erano però problemi che si ponevano i componenti del Trio dei Miracoli: Ron Weasley, Hermione Granger e Harry Potter. Loro sapevano che Tom era molto, questa volta per sempre. Erano stati loro stessi a distruggere uno ad uno gli Horcrux -con qualche piccolo aiuto-, ed il Ragazzino Sopravvissuto aveva persino rivelato di avere visto l'anima ridotta a brandelli di Voldemort proprio nell'Aldilà, sotto una panchina bianca e lucida di quella che sembrava essere una stazione dei treni. King's Cross per la precisione.

E tutti quegli eventi si erano svolti undici mesi prima.
Hogwarts, dopo la guerra, era tornata a nuova vita; con la McGrannit come nuova preside dell'isituto, ed un impacciato Lumacorno a dovere sostenere anche le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure -oltre a Pozioni-, la scuola era stata riaperta i primi di settembre, e le iscrizioni erano risultate, come sempre, innumerevoli. Se possibile, il numero di nuovi iscritti era persino raddoppiato.
Il nuovo anno era cominciato senza imprevisti di qualsivoglia genere e, agli studenti che erano stati costretti a perdere un anno a causa della sanguinolenta guerra, Minerva aveva offerto una scelta tutt'altro che sconveniente: se lo si desiderava, vi era la possibilità di riprendere l'anno non portato a temine. Gli studenti che avrebbero aderito all'offerta non sarebbero stati considerati ripetenti, ma avrebbero invece frequentato una classe a parte, composta da altri ragazzi della loro medesima età. Inutile dire che la prima ad accettare era stata Hermione Jean Granger, la ragazza più incredibilmente brillante della scuola. Dopo di lei si erano susseguiti altri sì da parte -andando in ordine- di Draco Lucius Malfoy, Blaise Zabini, Harry Potter, Neville Paciock, Pancy Parkinson e Ronald Weasley -che aveva fatto il possibile per non tornare a scuola, ma che alla fin fine era stato costretto dalla madre-.
Era una classe piccola, composta da un numero decisamente ristretto di persone, ma la MacGrannit non aveva potuto dire nulla a riguardo. Era dolorosamente comprensibile che, chi aveva assistito alla guerra, non volesse più varcare quella soglia in grado di riportare a galla memorie di sangue ed ossa.
Tragicamente, la classe era composta unicamente da Grifondoro e Serpeverde. A questo proposito, Hermione aveva a lungo dubitato che la cosa sarebbe durata, convinta che prima o poi qualcuno avrebbe affatturato un altro, o viceversa. Eppure, verso inizio aprile, dovette ammettere a sé stessa di avere avuto torto.
Erano ancora tutti in vita nonostante le continue, spossantissime liti. Nessuno era stato maledetto, era morto, oppure -ancora peggio- espulso.



























Quella giornata era iniziata come tante altre.







Un colpo brusco contro la porta della stanza della Grifondoro la costrinse ad aprire gli occhi. Non  vedeva nulla, constatò ancora con la mente annebbiata dal sonno,  cercando di dare un senso a ciò che la circondava. Alzò una mano, incontrando la morbida consistenza delle coperte, ed immediatamente comprese di essersele tirate su sino a coprirsi il volto. Forse quella notte aveva avuto freddo.

Sospirò pesantemente, per poi rigirarsi su un fianco. Come ogni altra mattina, si costrinse a ricordare ciò che aveva fatto prima di andare a letto. Chiuse gli occhi, e riflettè a lungo: nella sua mente andò a stagliarsi un ricordo molto chiaro di lei in biblioteca. Stava leggendo un libro di erbologia, e nel frattanto si appuntava qualcosa sulla pergamena al suo fianco. Nello stesso istante, le venne in mente che entro un paio di giorni avrebbe dovuto consegnare alla professoressa Sprite un tema riguardante una pianta magica a suo piacimento.

Doveva essere andata a dormire molto tardi e, probabilmente, doveva avere chiesto a Harry e Ronald di svegliarla la mattina per andare a colazione. Quindi, a rigor di logica, i colpi che aveva appena udito oltre la sua porta, dovevano essere stati da parte dei suoi due migliori amici. Allungò le braccia verso l'alto, mentre tendeva le gambe verso il basso, il tutto in un tentativo di stiracchiare i muscoli intorpiditi. Immediatamente, sentì il sonno scrollarlesi di dosso piacevolmente, e con un sorriso spensierato si alzò dal letto, facendo scivolare la lunga gonna della camicia da notte sin sotto le ginocchia. Si passò una mano tra i ricci lunghi e voluminosi, per poi dirigersi verso il bagno. Non appena entrò, un odore di bagnoschiuma particolarmente dolce le impregnò le narici, facendole storgere leggermente le labbra sottili. Una volta di fronte allo specchio, senza neppure prestare attenzione a come la propria figura apparisse, iniziò a lavarsi i denti e a sciaquarsi il viso giovane. Il contatto con l'acqua fredda la fece rabbrividire, ma non vi fece più di tanto caso. Si sfilò invece la camicia da notte, decidendo di farsi una doccia rigenerante.



















Draco Malfoy aprì pigramente gli occhi non appena le sue palpebre vennero investite da una prepotente luce. La prima cosa che intravide sul fondo della porpria stanza, fu la schiena scoperta di Zabini, il proprio migliore amico. Quest'ultimo aveva, in un improvviso slancio di vitalità, acceso tutte le candele nella stanza, ed ora vagava per la camera in mutante. Normalmente, Malfoy non avrebbe dato peso al bizzaro comportamento dell'amico, ma il fatto che lo avesse appena disturbato, interrompendo il suo preziosissimo sonno, cambiava radicalmente la situazione.
"Che diavolo stai facendo, Blaise?" domandò, biascicando il biondo. Si portò a sedere sul letto, ritrovandosi così a torso nudo come l'amico, e si portò una mano alla testa. Forse aveva bevuto un po' prima di andare  a letto.
Il ragazzo in piedi si voltò verso l'amico non appena lo sentì parlare. Gli sorrise soddisfatto -era riuscito a svegliarlo-, per poi dirigersi verso il proprio baule. Ne estrasse una camicia pulita, ed un paio di pantaloni scuri. Poi, sempre ostentando una certa eleganza, entrò per qualche secondo nel bagno. Ne uscì reggendo tra le mani una bottiglia di pregiatissimo Fire Whiskey mezza vuota.
"Mal di testa, Dracuccio?"
Il biondo alzò lo sguardo verso il soffitto già esasperato. Blaise sembrava essere in vena di sceneggiate. Non gli diede corda, preferendo pensare a prepararsi al più presto. Finse di non avvertire quel lieve giramento di testa, ed afferrò immediatamente la camicia che si trovava in fondo al suo letto.
"Che ho fatto ieri sera?" domandò con voce atona il giovane rampollo Malfoy -appena diciottenne-, sospirando e passandosi con noncuranza una mano tra i capelli spettinati.
"Non preoccuparti, non hai portato a letto nessuna -lo ritengo un record-. Abbiamo fatto uno di quei giochetti a shot." rispose gongolando Blaise. Quell'atteggiamento faceva chiaramente intendere al biondo il punto della situazione.
"Ed ho perso?"
Il moro rise divertito, per poi lanciare la bottiglia che reggeva tra le mani all'amico. Draco l'afferrò al volo nonostante il leggero dolore alla testa.
"Esatto! Hai perso!" lo prese in giro Zabini, fiero di quella sua misera vittoria. Effettivamente, si disse il biondo, questo spiegava in modo esauriente il male alla testa. E giustificava anche il comportamento elettrizzato del proprio migliore amico.
"Ti avrò sicuramente fatto vincere." disse infine stizzito Draco, infilandosi la camicia e dirigendosi verso il bagno. Doveva prepararsi in fretta: quella mattina la prima lezione sarebbe stata trasfigurazione, e ci mancava solo che arrivasse in ritardo con la McGrannit. Diavolo, gli avrebbe gridato dietro come una Banshee impazzita.






















Arrivò in Sala Grande abbastanza tardi, ma non se ne curò. Infondo non aveva poi tanta fame. Probabilmente, si disse Draco, si sarebbe semplicemente limitato a prendersi un sorso di succo, per poi dirigersi diligentemente in classe.
Mentre attraversava la stanza con il suo tipico fare di superiorità, notò Pansy impegnata a chiacchierare con la sorella di Daphne, Astoria. Mentre la maggiore aveva preferito non tornare a frequentare l'istituto di magia e stregoneria di Hogwarts, la sorella minore aveva invece preferito proseguire con gli studi. A Draco non interessava particolarmente la cosa, ma era felice di vedere Pansy divertirsi anche con qualcun'altro oltre lui e Blaise. Quella tipa alle volte diventava decisamente petulante.

Si accomodò nel primo posto libero che incontrò. Il migliore amico lo seguì immediatamente, deciso a continuare a vantarsi sino alla fine dei propri giorni. A quel proposito, Draco si fece un piccolo appunto mentale: mai, e dico mai più fare vincere Blaise in una qualsiasi competizione; neppure a chi fa la pipì più lontano.
Si impose di estraniarsi dal mondo esterno, e di concentrarsi unicamente sui propri pensieri. Iniziò a fare vagare lo sguardo per la stanza; al tavolo dei Tassorosso nulla di nuovo, sempre quel branco di amebe prive di particolari aimbizioni. Al tavolo dei corvonero, invece, notò un paio di ragazze particolarmente carine, con le curve al punto giusto ed il viso molto elegante. Eppure, erano un branco di noiosissime secchione. Una volta aveva provato ad intavolare una conversazione con una di loro -ovviamente in un tentativo di portarsela a letto-, ed il risultato era stata una sorta di enorme lezione di pozioni. Si era annoiato a morte.
Rivolse infine lo sguardo in corrispondenza della tavolata dei Grifondoro, l'orgoglio fiero e coraggioso dell'istituto. Un'espressione di puro disgusto nacque istantaneamente sul volto di Draco. Inquadrò immediatamente nella propria traiettoria niente popodimeno che il Trio dei Miracoli. A partire da sinistra vi erano: il pezzente, la mezzosangue e -ultimo, ma mai dannatamente ultimo- San Potter, il nobile paladino della Lenticchia poco lontana.
Dio, quei tre lo ripugnavano. Ed il fatto divertente era che non ne sapeva neppure il motivo! Non era nemmeno più convitno di odiarli davvero. Recentemente, durante uno dei loro tanti battibecchi, si era persino detto che, probabilmente, quella sorta di repulsione furiosa non era altro che abitudine. Una routine dura a morire.
Insomma, alla fin fine si divertiva anche a prenderli un po' in giro. Però, doveva ammettere, si sarebbe certamente divertito di più se la Granger non fosse stata così dannatamente intelligente. Era troppo sveglia, loquace e veloce. Lui ne diceva una, e lei ne pensava mille. Erano costantemente in bilico. Non vinceva mai nessuno.
Proprio in quel momento, la Granger lo guardò.

"Insomma, io mi vanto delle mie insuperabili abilità, e tu neppure mi ascolti?" domandò con falsa delusione  Zabini, scuotendo l'amico al suo fianco e costringendolo a prestare attenzione. Draco sbuffò sonormente, voltandosi verso il moro.
"Non mi interessa." disse quindi con pacatezza, tornando a puntare lo sguardo contro il tavolo Grifondoro. Lei, però, aveva smesso di osservarlo.
"Sei davvero senza cuore!" continuò a fare sceneggiate Blaise, portandosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa desolato. Draco lo fulminò con lo sguardo. "Ora sei arrabbiato perchè ho interrotto le tue elucubrazioni sulla Granger?"
Il moro sorrise sghembo, notando lo sconcerto sul viso dell'amico. Assunse un'espressione grave ed imitò la voce di Draco "E' sempre un passo avanti a me e soffro di un'incredibile sindrome di inferiorità."
"Zitto!" lo rimproverò il biondo, facendo ridere sinceramente Zabini. Lo vide portarsi una mano sullo stomaco, letteralmente piegato in due dalle risate. Una volta tranquillizatosi, parlò.
"Ma è così! Sembri un ragazzino che fa a gara con un altro per chi ce l'ha più lungo!"
"Dimmi quando potrò ridere anche io." mormorò stanco il giovane rampollo Malfoy, afferrando i propri libri ed alzandosi dal tavolo, deciso ad arrivare al più presto in classe. Blaise lo seguì immediatamente, posandogli una mano sulla spalla con fare fraterno. Ormai erano già nei corridoi poco trafficati dell'istituto.
"Draco, tu non te ne rendi conto, ma sei esilarante."



Proprio in quel momento, qualcuno urtò Draco alle spalle. Immediatamente il Serpeverde arrestò il proprio passo,  per poi voltarsi deciso a riconoscere lo sventurato che si era imbattuto in lui.
Riconobbe istantaneamente i capelli rossicci che ricoprivano quella testa cosparsa di lentiggini. Un sorriso denigrante nacque immediatamente sul suo volto. Le sue valvole di sfogo erano arrivate, constatò, notando poco lontano Harry Potter ed Hermione Granger avvicinarsi. Prese un profondo respiro, per poi parlare. Blaise restava al suo fianco, conoscendo già a memoria il copione che si apprestavano a recitare.
"Weasleiuccio, ma che piacere!" fece sarcastico il biondo, mentre Ron lo osservava maldisposto "Sei diventato cieco? Non mi hai visto di fronte a te?"
"Dannatissimo Malfoy..." sibilò il rosso, squadrando i due con un astio profondo nello sguardo. Draco constatò con delusione che quella risposta era tutt'altro che fantasiosa e battagliera, e si apprestò a sferrare il colpo di grazia. Solamente che...
"Probabilmente sei così poco importante per lui, che Ron non ti riesce neppure a vedere." Hermione era intervenuta con fare da saputella -come sempre-, ostentando un sorriso orgoglioso e reggendo contro il petto un paio di libri particolarmente grossi. Draco avvertì il colpo di quella risposta forte e chiaro, ed il discorso che solo poco prima gli aveva fatto Zabini gli tornò alla mente. La Granger era davvero un passo avanti a lui.
"Oppure è diventato cieco a forza di seghe. Infondo cosa potrebbe mai ottenere da una frigida come te?" Malfoy dovette constatare che quella risposta aveva una certa classe, e le risate di Blaise -alle sue spalle- gli diedero la conferma.
"Oh, non devi prendertela a male perchè non farò mai parte del tuo album di conquiste, Malfoy." fece acida la riccia, facendo ridere sinceramente il biondo.
"Cadresti ai miei piedi in pochi secondi se solo lo volessi ma, per tua sfortuna, non sono interessato alle saccenti so-tutto-io." le sputò addosso il Serpeverde, sfoderando un tono d'accusa e disgusto. Non avrebbe mai potuto dire che fosse brutta, in quanto, effettivamente, non lo era. Negli ultimi anni la mezzosangue Granger era diventata una ragazza dall'aspetto niente affatto sgraziato. Aveva assunto delle fattezze da vera donna, ed ora il suo corpo era una continua ed elegante curva. Oltretutto, non era più neppure particolarmente interessato a quella faccenda del sangue; la guerra era finita e nessuno aveva più tentato di inculcargli chissà-quali idee nella testa. Ad essere sinceri, in quel momento la riccia lo eccitava persino con quella sua combattività. Ora come ora, il solo effettivo problema della Granger, era il suo carattere, ed il suo essere una maldettissima puritana.
"E' incredibile! Pensi seriamente di conoscermi?" gli domandò la riccia divertita "Tu non sai nulla di me, Malfoy!"
"E non desidero sapere altro."
Come sempre, come ogni altra stupidissima volta, gli altri erano scomparsi, e la lite si era ridotta unicamente a loro due. A Draco non importava di avere alle proprie spalle il suo migliore amico, né Hermione ricordava di trovarsi tra Harry e Ron. La sola cosa che sapeva era che stava litigando con Malfoy e che, diavolo, si divertiva! A lei piaceva sentire l'adrenalina pervaderla mentre bisticciava con quell'arrogante ragazzo, le piaceva misurarsi a suon di battute taglienti con quel biondino da quattro soldi. Si divertiva, ma non avrebbe mai potuto ammetterlo apertamente, né avrebbe mai potuto pensare che quella rivalità divertiva anche lui.

E così, senza neppure sapere come fosse accaduto,  sia Draco che Herm reggevano tra le mani la loro bacchetta, puntandosela vicendevolmente contro.
Il biondo ostentava un'espressione divertita, mentre la ragazza lo guardava truce. Blaise aveva più volte detto all'amico di smetterla, che forse era il caso di tornare a lezione, ed altrettanto avevano fatto Harry e Ron con la riccia, eppure i due non avevano prestato minimamente ascolto ai ragguagli degli amici, preferendo notevolmente un buon duello con le bacchette. 
Si lanciarono un paio di Stupeficium, entrambi a vuoto, e tentarono anche di disarmarsi a vicenda, eppure i due sembravano incredibilmente simili, equilibrati tra loro. Tra un protego, ed un altro, neppure un colpo giunse  a segno. 
Hermione sorrideva, mentre Malfoy la guardava ora con disgusto.
"Vorrei che il tempo si fermasse proprio ora, sai? Vorrei imprimermi nella mente questa tua faccia sconvolta!" fece divertita la ragazza che, senza neppure rendersene conto, stava agitando la bacchetta all'aria.
"Sì, certo, esilarante, Granger. Tutto ciò che voglio io è che la giornata ricominci da capo, così da poterti evitare cautamente durante quest'oggi." sbuffò il serpeverde, anch'egli muovendo avventatamente la bacchetta "Andrei volentieri avanti all'infinito; evitandoti, evitandoti, evitandoti... Facendolo continuamente."
"Ne sarei felice." commettò semplicemente la riccia mentre, dalle bacchette dei due, iniziava a liberarsi una sfera dal colore violaceo. Draco la notò sconvolto, ed immediatamente puntò il proprio sguardo contro la sua, di bacchetta. Anche lì stava accadendo la stessa cosa. Le due sfere divennero sempre più ampie, sino a che non si fusero, contenendo in esse sia la Grifondoro, che il Serpeverde. Poi, D'improvviso, scoppiarono. Fecero esattamente come bolle di sapone, riducendosi ad un nulla.
Blaise, Ron e Harry avevano osservato la scena confusi, senza fiato in gola. Eppure, non era accauto nulla. Esattamente nulla.
Hermione e Draco continuavano a fissarsi confusi, le bacchette puntate contro il rispettivo avversario, ma senza l'intenzione di colpire. Purtroppo, però, questo ultimo particolare Lumacorno non lo consceva. E quando il professore scovò i due al centro del corridoio in posizioni di attacco, decise di mandarli immediatamente in presidenza.





















Hermione, sistemata sopra una poltrona all'interno dell'ufficio della preside, esattamente al fianco del Serpeverde che più detestava, attendeva con ansia l'arrivo della McGrannit. Chissà che le avrebbero fatto! Magari sarebbe stata costretta a rinunciare alla propria giratempo! No, non lo avrebbe accettato. Quel marchingegno le permetteva di frequentare tutte quelle interessantissime lezioni...
Lanciò una veloce occhiata a Malfoy, incontrandolo fermo immobile, lo sguardo rivolto verso la finestra e le mani tese sopra i bracioli della poltrona. Silenziosamente, gli imprecò contro e, quando lui si voltò verso di lei d'improvviso, temette quasi che la potesse seriamente avere sentita.
"Giuro che se mi sospendono dal Quidditch, sgozzo il tuo spelacchiatissimo gatto."
La strega sospirò sollevata, constatando che lui non avesse effettivamente sentito i suoi pensieri. Solo in un secondo istante si rese conto di ciò che le aveva appena detto Malfoy.
"Non ti azzardare a toccare Grattastinchi." lo ammonì quindi la riccia, mentre lui, in risposta, storceva il naso annoiato.
"Ha un nome orribile." constatò poi Draco, facendo corrugare la fronte della ragazza. Quel ragazzo era la persona più incredibilmente strana e curiosa in cui si fosse mai imbattuta. Dopo Luna, ovviamente. Tutto era dopo Luna.
Proprio mentre si apprestava a parlare, il rumore della porta che veniva aperta, la costrinse a voltarsi, incontrando così la figura alta e fiera della preside Minerva McGrannit. Hermione tremò. La nuova preside metteva molta più paura rispetto al bonario professor Silente. La donna si fece avanti per mezzo di ampie falcate, ed una volta seduta di fronte alla propria scrivania, lanciò un'occhiata prima a Malfoy, e poi alla Granger.
"Questa mattina avete saltato la mia lezione, ed il professor Lumacorno mi ha detto di avervi scoperti a bacchette sguainate, è vero?" domandò con fierezza l'anziana donna. Hermione prese immediatamente parola.
"Noi non stavamo com-" "E' vero?" incalzò però la McGrannit, non accentando un simile comportamento proprio da parte della propria migliore studentessa. La riccia abbassò immediatamente il volto contrita.
"Sì, è vero."
"Avete una vaga idea di quanto è immaturo il vostro comportamento?"
"Se posso intervenire, professoressa, io e la G-" "No, che non può intervenire, signorino Malfoy." lo interruppe la preside, prendendo poi parola "Avete violato almeno una ventina di regole dell'istituto solo oggi. Adesso ascoltatemi: per quanto possa avere di fronte due ottimi studenti, non posso permettervi di uscirvene da questo ufficio come se niente fosse." Hermione lanciò un'occhiata allarmata al biondo al suo fianco, ma quest'ultimo continuava a fissare la preside senza neppure un accenno di preoccupazione "Perciò, per le prossime tre settimane vi sarà vietata qualsiasi tipo di uscita dal castello."

Bum! Quella notizia colpì in modo così violento la mente dei due studenti che, istantaneamente, sgranarono gli occhi all'unisono. Tre settimane rinchiusi nella scuola significava niente uscite la domenica con gli amici, neppure per andarsi a prendere un gelato. La McGrannit aveva appena dato un taglio netto ai divertimenti dei due. Persino Hermione dovette constatare che quella punizione le sarebbe costata davvero moltissmo.
"Ed ora potete anche andare, ragazzi."


Per il resto della giornata i due si evitarono esattamente come gatto e topo. Si sentivano entrambi incredibilmente frustrati e, quando finalmente giunse la sera, sia Draco che Hermione si coricarono abbastanza presto, non potendo neppure lontanamente immaginare quanto differente sarebbe stata da quel giorno in poi la loro confortevole routine.











































































 
Saaaaalve! Torno a scrivere una Dramione dopo parecchio tempo, nonostante abbia all'attivo anche una fremione ^^'' (scusate ma Draco e Hermione sono i miei preferiti ahah)

Il titolo, Redundant, l'ho scelto ascoltando una canzone dei Green Day. Significa letteralmente 'rindondante', ripetitivo.

Allora, la trama è un po' stramba, ma i sogni portano consiglio (?), ed alla fine l'ho pubblicata comunque!

In questo primo capitolo non succede molto -a parte l'incantesimo che porterà scompiglio-, ma presto gli eventi andranno con l'evolversi!

Non so che altro dire... Se riceverò qualche recensione aggiornerò, altrimenti penso che continuerò a concentrarmi sulle altre ff, perchè per me è un periodo un po' incasinato. Quindi sta a voi! Ahah! Ditemi se volete leggere un proseguimento o meno! Un bacio, Sara.
  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SaraRocker