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Autore: Hikari No Tenshi    26/08/2014    0 recensioni
[Fateless - la libertà inizia adesso -]
L’arcangelo serrò i pugni e andò verso una balconata per prendere aria.
Girai tra varie persone che bisbigliavano tra loro; ero in ansia, il mio cuore non voleva sapere di rallentare i battiti mentre le miei guance continuavano a imporporarsi.
La gola era secca mentre i miei nervi continuavano a mandare segnali di allarme.
Sapevo che tra poco sarebbe arrivata la morte a consumarmi.
(Fateless - la libertà inizia adesso -)
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lifeless
 


 

La sala era grande e decorata con una magnificenza che sfiorava l’inverosimile, la cura di ogni particolare risaltava in maniera superba in occasione della festa di quella sera.
I lampadari, lucidati fino a brillare, diffondevano una luce soffusa e gradevole; ogni tavolo era apparecchiato con precisione, tovaglie finemente ricamate scendevano languidamente fino al pavimento. Pregiata argenteria si stagliava superba e brillante in ogni tavola, circondata da fiori magnifici e colorati.
L’atmosfera era allegra e vivace, scandita dal chiacchierio costante degli ospiti e dal tintinnio delle posate e dei bicchieri.
O almeno questo era quello che si poteva percepire in apparenza. Sentivo sulla pelle gli sguardi di tutti e l’ansia delle persone, la cosa mi infastidiva ma continuavo a sfoggiare il mio solito sorriso di cortesia.
Il nervosismo generale mi metteva a disagio, avrei voluto fuggire lontano da tutti.
“Lilith!” esclamò una voce familiare alle mie spalle facendomi voltare.
Fissai il ragazzo che mi correva incontro. Era alto, il corpo slanciato e bronzeo riluceva in maniera invitante mentre gli occhi blu ridevano.
Indossava un completo nero ed elegante, la camicia bianca con il pizzo contrastava in maniera sublime con la giacca e la sua pelle.
“Gabriel!” trillai, mentre mi abbracciava con forza.
Sospirai, era sempre il solito bambino anche dopo secoli che lo conoscevo.
“Sei favolosa questa sera” disse allegro, ammirandomi.
Avevo un corpetto blu che mi fasciava comodamente mettendo in risalto le mie forme, laccetti d’argento giocavano sul mio petto e scendevano più giù fino a scomparire per lasciare spazio alla gonna ampia e ricamata.
I miei capelli castani erano lunghi e lisci, brillavano sotto la luce delle candele insieme ai due fermagli di zaffiro. I miei occhi azzurri fissavano felici l’angelo che festeggiava il mio diciottesimo compleanno come se ignorasse quello che stava per succedere.
All’improvviso, gli occhi blu d Gabriel ebbero un guizzo di paura nei miei confronti e capii che riusciva a contenere a stento le sue emozioni in quella serata maledetta.
 “Tranquillo Gabriel, ormai non posso tornare indietro. Lo faccio per voi e per me. Se devo essere un sacrificio lo sarò, basta che nessuno soffra” dichiarai apertamente.
“Sei sempre preoccupata per gli altri e poco per te stessa” sussurrò Gabry, dandomi un buffetto sulla guancia.
“Grazie del conforto, amico mio. Ora, però, dobbiamo solo aspettare”.
L’arcangelo serrò i pugni e andò verso una balconata per prendere aria.
Girai tra varie persone che bisbigliavano tra loro; ero in ansia, il mio cuore non voleva sapere di rallentare i battiti mentre le miei guance continuavano a imporporarsi.
La gola era secca mentre i miei nervi continuavano a mandare segnali di allarme.
Sapevo che tra poco sarebbe arrivata la morte a consumarmi.
Non potendo uscire a passeggiare nei giardini, decisi di avviarmi verso il terrazzino che vi si affacciava, pregustando il calore moderato e la tranquillità offerti dalla serata estiva.
Dopo aver schivato un paio di nobili signori raggiunsi la porta a vetri che dava sul poggiolo; con un sospiro di sollievo la attraversai ed uscii richiudendomela alle spalle.
Socchiusi i miei occhi placidamente mentre assaporavo la quiete notturna; all’improvviso li spalancai nuovamente, avevo scorto un movimento impercettibile nell’ombra vicino al parapetto.
Prima ancora che potessi spaventarmi, vidi dei capelli color del rame brillare al chiaro di luna mentre la persona che tanto avevo desiderato vedere avanzava nella mia direzione con sicurezza.
Gli occhi verdi ed eterni di Michael mi chiamarono e corsi tra le sue braccia come una calamita.
“Lilith” sospirò come se fosse ferito a morte.
Senza preavviso cominciai a piangere, sapendo benissimo che quello sarebbe stato l’ultima volta che l’avrei visto in quest’epoca.
Prima ancora che potessi parlare, sentii una lama fredda trapassarmi il ventre e il riso gutturale di Belial che deturpava quel bellissimo attimo che mi era stato concesso per rivedere l’amore della mia vita.
La mia visuale stava sbiadendo mentre Michael si disperava, cercando di trattenere il mio corpo senza forze.
Mi andava bene così, morivo tra le braccia del mio angelo e sapevo che lo avrei rivisto anche se questa tortura faceva troppo male per poterla sopportare.
“Michael, ti amo” bisbigliai, facendogli capire che ero pronta ad andarmene.
Un’altra lama mi trapassò lo stomaco e persi il respiro.
Bene e male si erano di nuovo bilanciati sulla terra e gli angeli si erano salvati grazie al mio sacrificio.
Piansi un’ultima lacrima e scivolai nell’oblio mentre il pianto sofferente di Michael si aggrappava alla mia anima e al mio cuore ormai fermo. 
  
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