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Autore: Berry Depp    27/08/2014    3 recensioni
"È così che funziona, pensi alla morosa, alla casa, eccetera, e sei morto. Quindi dammi retta, mister, pensa solo a ciò che vuoi veramente: farla finita con quei bastardi che stanno nascosti là dietro come conigli eunuchi, così puoi tornare a casuccia. Semplice, non trovi?"
Quella che prima era una semplice rivolta a Shamar si è trasformata in una vera e propria guerra mondiale su Mobius. Tutti voglio aggiudicarsi lo Smeraldo Gigante per poter conquistare l'intero pianeta. Un tempo un po' indeterminato, visto che ci sono ancora le carrozze, ma le armi sono all'avanguardia.
Qualcosa venutami in mente oggi pomeriggio e che ho subito sviluppato, la considero più una sfida contro me stessa, per mettermi alla prova, credo sarà la cosa più grande che abbia fatto finora, con i suoi (non calcolati, solo immaginati) 30 capitoli. Spetterà a voi dire cosa ne pensate ;)
[Sonic x Amy] [Silver x Blaze] [Shadow x Maria] [Knuckles x Rouge] [Vector x Vanilla] [Jet x Wave]
Genere: Comico, Guerra, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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  -Ben svegliata, Torey- disse Kem passando all’amica il bicchiere d’acqua poggiato sul comodino in vimini.
  -Kem- disse lei con voce secca. Afferrò il bicchiere e bevve tutta l’acqua in una volta, poi lo passò di nuovo all’amico e si sedette meglio –Stai bene, meno male. Avevo paura che potesse succederti qualcosa.
  -Mi conosci, piccola, non mi faccio mica mettere kappaò da un missile, figuriamoci!- rise lui. Anche lei rise, aprendo la bocca e mostrando i due canini allungati tipici dei gatti, gli occhi resi più piccoli che sembravano ancor più luminosi, come a voler accentuare la sua risata cristallina.
  -Ho avuto paura che fosse la fine- fece allora Kem abbassando gli occhi e il tono di voce –Che quella stupida ferita ti avesse ucciso. E che io non avessi potuto salvarti.
Torelay guardò l’amico con compassione, intenerita dalle sue parole. Allungò una mano e la mise sopra quella di lui, stringendola.
  -Ehi, va tutto bene. È finita, visto? Stiamo bene entrambi, a quanto pare mi hanno medicato a dovere, ovunque noi siamo.
  -Nel bel mezzo della guerra- sorrise lui sarcastico. La gatta aggrottò le sopracciglia, non sicura di credergli o di pensare che fosse un’altra delle sue sparate.
  -Eravamo vicino al campo di battaglia su Angel Island, ricordi?- continuò allora il riccio –Ci hanno trovato dei soldati e ci hanno portato nelle loro infermerie. Ho anche trovato mia sorella.
  -Tua sorella è qui?
  -È un’infermiera, una crocerossina, qualcosa del genere. Non abbiamo avuto modo di parlare, ancora, aveva da fare. Ma appena potrà verrà a trovarci.
Torelay annuì, stanca.
  -Forse è meglio che tu riposi ancora. Mi sembri stanca- fece Kem, alzandosi dalla sua sedia –Io torno nel tendone dove c’è il mio letto.
Fece per avviarsi, ma sentì Torelay tirarlo per il polso.
  -Kem, aspetta!
Lui si fermò e si girò verso di lei, con sguardo interrogativo.
  -Resteresti con me?- gli chiese con due occhi grandi così. Kem vedeva quanto la spaventasse il fatto di trovarsi in mezzo alla guerra.
  -Certo. Quando vuoi, io ci sono- disse lui avvicinandosi mentre Torelay alzava le coperte per farlo sdraiare accanto a lei –E anche quando non vuoi, rassegnati- rise sdraiandosi nel letto della sua amica, che rise a sua volta.
  -Grazie, Kem- sussurrò abbracciandolo –Ti voglio bene.
Kem sentì il tocco delle dita fredde dell’amica sul torace nudo, ma provò a far finta di niente, abbracciandola a sua volta.
  -Te ne voglio anche io, Torelay- e le diede un leggero bacio sulla fronte.
 
I soldati andavano di qua e di là tra le trincee di Spagonia, correvano su e giù tra le scalette e i tunnel, si salutavano velocemente quando si incontravano, diretti alle trincee dove venivano tenute le armi.
L’ape e il volpino, nascosti in una nicchia da dove si vedevano gli scarponi dei soldati alzare polvere e terra, stavano in silenzio, cercando di cogliere alcuni spezzoni delle loro frasi.
 -Tu capisci niente?- chiese a bassa voce Charmy al compagno, accucciato accanto a lui.
Effettivamente la confusione non era molto d’aiuto per i due ragazzini. D’un tratto, però, delle parole giunsero alle loro orecchie chiare e scandite, sovrastanti il resto delle voci: -Dove vai, soldato?- chiese un tizio fermatosi proprio davanti al nascondiglio di Tails e Charmy.
 -Sono stato incaricato di dare un messaggio al comandante da parte dell’Oscuro- rispose l’altro.
I ragazzini si incuriosirono di colpo e rizzarono le orecchie.
 -Sentiamo questo messaggio- lo spronò il primo soldato.
 -Non è possibile- ribatté l’altro –Mi è stato ordinato di mandarlo solo ed esclusivamente al comandante.
I bambini sentirono sbuffare il primo soldato e videro i suoi piedi farsi da parte, per far passare il secondo.
 -D’accordo- concesse –ma sbrigati. Ci è arrivata notizia che Apotos ha un piano per sterminarci durante il prossimo attacco, dobbiamo prepararci.
Tails e Charmy si scambiarono un’occhiata allarmata. Non sapevano di nessun piano segreto. Comunque decisero di seguire il soldato del messaggio fino ad una trincea scavata più infondo delle altre. Lì stava quello che doveva essere il comandante, seduto a lucidare il suo pugnale, che alzò lo sguardo notando il nuovo arrivato.
  -Identificati, soldato- gli ordinò il comandante.
  -Rater the Squirrel, signore- obbedì diligentemente l’altro -Numero matricola 7945. Sono qui per consegnarle un messaggio da parte dell’Oscuro.
Il comandante smise di lucidare il pugnale e gli diede finalmente tutta la sua attenzione.
  -Si fa sentire, finalmente!- esclamò la tigre seduta con le gambe accavallate –Si, Mephiles mi aveva detto che avrebbe mandato un messaggio, ma non pensavo mi avrebbe fatto aspettare tanto. Allora, sentiamo.
Rater annuì e parlò: -È quasi pronto per l’attacco definitivo. Dice che già a molti è stato somministrato il concentrato di Valladio. Sia tra i soldati, in guerra, che nelle città stesse, molti hanno accusati malori, spesso  a causa della guerra stessa e i suoi dottori, sparsi ovunque, hanno prescritto il Valladio a tutti.
  -Quanti sono morti?- chiese il comandante.
  -Tra i civili almeno duemila, ma il numero sarà ormai cresciuto. Mentre tra i soldati... molti di più, tra le quattromila e le cinquemila persone. Infortunandosi finiscono con più probabilità nelle infermerie e lì è pieno di dottori dell’Oscuro.
  -Certo...- mormorò la tigre massaggiandosi il pizzetto –Bene, tutto qua?
  -No, no! Ha dato ordine di attaccare Apotos domani mattina alle cinque, Mazuri penserà ad attaccare Holoska nello stesso momento. In questo momento, se si è ben organizzati, possiamo vincere la guerra.
  -Alle cinque, perfetto. Darò l’ordine. Sei stato molto bravo, Squirrel, grazie.
  -Si figuri, comandante. Arrivederci.
Lo scoiattolo diede le spalle al suo superiore dopo essersi congedato, ma non fece in tempo a fare un solo passo che questo gli puntò una pistola alle spalle e gli sparò in mezzo alle scapole.
Tails e Charmy sbarrarono gli occhi per lo stupore e l’orrore, mentre le orecchie gli fischiavano per il botto risuonato in quello spazio così ristretto.
  -Così stai zitto per un po’...- sogghignò il comandante, riposando la pistola sulla scrivania per poi tornare al suo lavoro.
Ancora un po’ scossi, Tails e Charmy decisero di tornare e raccontare tutto dell’attacco imminente alla loro squadra. Volarono fino al campo di battaglia, quando sentirono l’allarme che annunciava l’inizio di un’altra battaglia. Pensando fosse quella di cui non sapevano niente lanciata da Apotos, accelerarono per raggiungere le loro trincee prima che potesse succedergli qualcosa nel mezzo del campo in cui i soldati cominciavano a correre frenetici.
 
  -Generale, cosa succede?- chiese Sonic a Vector, fermo a braccia incrociate accanto ad alcuni soldati che indossavano speciali occhiali e tenevano delle ricetrasmittenti in mano.
  -Abbiamo ordinato agli squadroni sette, otto e nove di entrare in battaglia- rispose il coccodrillo, serio.
  -Il mio squadrone non ne sapeva niente- ribatté il riccio. Sentito l’allarme era corso a vedere se c’era stato qualche errore.
  -Beh, ora lo sai, non c’era motivo perché lo venissero a sapere tutti, la missione è la loro. Vi conviene andarvi a mettere al riparo, abbiamo un asso nella manica.
  -Sarebbe, se posso?
  -Bombe. Fra qualche minuto il soldato Mouse, qui accanto a me, darà l’ordine agli aerei quassù di lanciarle sul campo.
Sonic sgranò gli occhi: -Come sarebbe a dire? È un suicidio!
  -Lo è. Ma i tre squadroni che abbiamo mandato si sono offerti volontari per questo onorevole lavoro. Se riusciamo a sterminare questi soldati adesso, non avranno il tempo di chiamarne altri, perché abbiamo intenzione di infiltrarci nelle loro trincee e fare fuori gli ultimi rimasti. Vinceremo la guerra.
  -Aspetti! Non sapevo nemmeno che abbiamo delle bombe a disposizione.
Il volto di Vector si incupì.
  -Generale- lo chiamò Sonic.
  -Robotnik- si limitò a dire il generale dopo alcuni secondi di silenzio e Sonic capì tutto. Non poteva pensare che  fossero caduti così in basso da chiedere al dittatore Ivo delle bombe per sterminare l’esercito di Spagonia. Ma ora che ci pensava non era il momento per starci a rimuginare: avevano mandato Tails e Charmy in missione! Se si fossero trovati sul campo di battaglia per tornare mentre le bombe cadevano...
  -Generale!- gridò –Non può lanciare quelle bombe!
  -Come? E perché no?
In quel momento Mouse attirò l’attenzione di Vector: -Signore, quando pensa che...?
  -Non può perché...- lo interruppe Sonic –Ecco... è difficile da spiegare...
  -Hedgehog, mi stai solo facendo perdere tempo!- lo riprese Vector, alterato –Mouse, aspetta ancora qualche secondo...
Sonic lanciò un’occhiata al campo, dove la battaglia stava continuando, poi al topo che teneva il dito pronto sul pulsante della ricetrasmittente per dare l’ordine, poi al suo generale e infine di nuovo alla battaglia.
Battaglia, soldato, generale battaglia.
Battaglia.
Soldato.
Generale.
Battaglia.
Tails.
Aspetta. Pensò. Tails! Aguzzò la vista e accanto al volpino vide anche Charmy. Volavano ad una distanza di sicurezza dalla battaglia, ma a quanto pare era l’unico ad averli visti, perchp Vector non sembrava averli ancora notati.
  -Mouse- lo chiamò Vector –Preparati a dare l’ordine.
  -No!- urlò Sonic.
  -Cosa c’è?- chiese esasperato il generale.
  -Ancora qualche secondo, generale!
  -Si può sapere qual è il problema?
Sonic ci pensò. Non poteva dire di aver mandato due bambini in missione senza dirlo a nessuno. Come minimo l’avrebbero sospeso dal suo incarico a vita, ma non poteva nemmeno permettere che i due ragazzini morissero per colpa sua e della sua squadra.
  -Tra cinque...-cominciò Vector.
  -Aspetti!
Ma Vector aveva deciso di ignorarlo: -...Quattro...
Sonic lanciò un’altra occhiata a Charmy e Tails. Erano ancora troppo lontani, non ce l’avrebbero fatta e non avrebbero nemmeno accelerato, visto che non sapevano cosa stava per accadere.
  -...Tre...
  -Non ancora, la prego!
  -...Due...
  -Generale!- nella sua voce poteva sentire la disperazione, mentre il cuore gli batteva talmente forte nel petto da farglielo bruciare.
  -...Uno!
Il soldato Mouse parlò alla ricetrasmittente: -Sganciare le bombe. Ora!
Orecchie ovattate, occhi che bruciavano, pavimento mancante sotto i piedi, sudore freddo, vertigini. Tutto quello Sonic lo provò allo stesso tempo. Nel medesimo istante in cui diversi fischi vagamente distinguibili si facevano largo tra le urla e le esplosioni, accompagnando numerose bombe grandi come carrozze che si abbattevano in diversi punti e a diverse distanze, mandando in aria corpi e armi.
Era impossibile sentire le urla strazianti dei soldati sotto i botti delle enormi bombe, era impossibile distinguere le sagome per Sonic, stordito dal rumore e dai sensi di colpa.  
Non ricordava quanto tempo fosse passato dal bombardamento, ma si fece largo a tutta velocità tra i soldati che cercavano i resti di alcuni corpi dei propri compagni per spedirli alle famiglie accompagnati da semplici lettere di condoglianze, dove stava scritto che “era stato un bravo soldato e aveva combattuto fino alla fine con gloria e onore”.
Cazzate. Si ritrovò a pensare, mentre sgomitava per passare, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Si avvicinò ad un ciuffetto di peli mezzi carbonizzati, biondi e bianchi e sentì un tuffo al cuore. Erano di Tails, non c’erano dubbi. Allungò lo sguardo e vide una gamba brutalmente staccata dal ginocchio, il piede coperto da una scarpina rossa con la punta bianca e più in là ancora un braccino, corto e sottile, incredibile che fosse sopravvissuto all’impatto. Le lacrime spingevano contro le palpebre, volevano uscire e lui non fece molta resistenza. Cominciarono a sgorgare a fiotti, quando dei passi pesanti arrivarono alle sue spalle. La persona che l’aveva raggiunto si lasciò cadere in ginocchio pesantemente, allungò una mano e prese il braccino come se fosse stato una reliquia. E forse era proprio ciò che era diventato. L’ultima cosa che restava di Charmy, insieme agli occhialoni sporchi di terra e dalle lenti piene di crepe.
  -Charmy?- mormorò, lasciandosi scappare un singhiozzo di pianto incredulo.
Sonic serrò gli occhi e annuì, stringendo il ciuffetto di peli in una mano.
  -Oh, Signore...- disse. Si alzò e diede le spalle al riccio, ancora inginocchiato. Fece per allontanarsi con il braccino e gli occhialoni in mano. Cosa avrebbe detto a Vanilla e Cream? Era già morto Espio e sapeva come la coniglietta l’aveva presa. Ora che anche il suo compagno di giochi aveva fatto la stessa fine cosa sarebbe successo?
  -Generale, aspetti- tentò Sonic, allungando una mano verso il suo superiore.
  -Domani mattina. Alle cinque. Devo parlarti- ordinò il coccodrillo e si allontanò, sotto gli occhi mortificati di Sonic, che temeva già un declassamento o un’espulsione.


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Cabina del Capitano e di Mar:
Mar: ç__ç Tu non sei una persona normale, con dei sentimenti... Tu non hai cuore ne' scrupoli, sei una specie di mostro mostruoso!
Ne ho sentite di peggio... Accaniti lettori ma anche no, come va? Chiedo scusa se la settimana scorsa non ho aggiornato, ma il capitolo non era ancora pronto e dovevo partire con gli scout, ergo ho preferito lasciar perdere.
Spero di riuscire a farmi perdonare con questo capitolo di più di tre pagine e ricco di... noia...
Mar: Sei pallosa, quando ti ci metti, è vero.
Grazie, carissima... Morsi della notte?
Mar: Io sono nella tua testa, so che uccidono perchè hai letto Hunger Games...
Io ci ho porvato... Anyway, ho deciso di pubblicare oggi invece che domani, perchè avevo anche pensato di pubblicare domani il capitolo 22, ma non l'ho ancora nemmeno iniziato. Dovremmo essere quasi alla fine, ormai, ma tutte le idee che ho per completare la storia sono per i fatti loro, non trovo collegamenti per mettermi sotto e scrivere. Non so, nella mia testolina riccioluta c'è solo tanta confusione.
Mar: Nonchè poster di Wolverine...
Nonchè poster di Wolverine *^* E boh, vedrò di fare qualcosa, intanto voi pensate alle recensioni e a quanto siano affascinanti quelle bandierine verdi, eh?
Don't touch the cinnamon!
BD & Mar
  
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