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Autore: Ca7    28/08/2014    1 recensioni
Capita a volte che due persone si cullino nei ricordi quando sanno di non poterne creare altri. E se poi quei ricordi si creano e si eclissano ancora, come si trova la forza per continuare sulla propria strada?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La sera del ballo di fine anno, a un certo punto, nel bel mezzo di una canzone, Kate afferrò per mano Sarah e si avvicinò a un orecchio per farsi sentire.
<< Dobbiamo andare in un posto. >>
<< Dove?>>, chiese Sarah curiosa.
Kate non rispose e s’incamminò con lei verso l’uscita della palestra. Si fermarono al centro del corridoio principale, lontane dal frastuono della musica.
<< Dove mi stai portando?>>, Sarah era sempre più curiosa.
Dalla tasca destra del pantalone nero Kate tirò fuori una benda.
<< E’ una sorpresa.>>
<< Okay! Aspetta!>>, Sarah alzò una mano, << E il ballo?>>
<< Sei soddisfatta di come stia andando?>>
<< Sì.>>
<< Bene! Allora non devi preoccuparti di niente. C’è Marika e gli altri… penseranno a tutto loro.>>, Kate le andò dietro e fece per bendarla, << A meno che, tu non voglia rimanere.>>
<< Andiamo.>>, rispose Sarah sicura.
A quel punto Kate le mise la benda sugli occhi e la legò stretta. Dopodiché, la prese nuovamente per mano e uscendo dall’edificio raggiunse l’auto della madre, aiutò Sarah a salire e salita anche lei guidò verso il Marion’s Restaurant. Le aveva organizzato una cena speciale con tanto di tavolo riservato, in una saletta del locale, esclusivamente a loro due. Solo dopo averla fatta accomodare al suo posto, Kate le tolse via la benda.
<< Una cena solo per noi.>>, disse Kate sorridendo.
Sarah si guardò attorno con stupore: la sala era illuminata con luci tenui e al centro del tavolo vi era una candela accesa.
<< Ho chiesto un piacere a tuo nonno… ed eccoci qui.>>, proseguì Kate sedendosi di fronte a lei.
<< Immagino tu abbia pensato a tutto.>>, affermò Sarah sorridendole.
<< Desidero che anche questa serata faccia parte dei nostri ricordi migliori.>>
Si scambiarono un lungo sguardo intenso finché entrò un cameriere con i primi piatti; tornò poi, una decina di minuti dopo con i secondi e infine con il dolce: una fetta di cheesecake con un cuore di cioccolato disegnato sopra.
Kate prese uno dei due cucchiaini e con la sedia si avvicinò a Sarah. Quest’ultima prese l’altro cucchiaino e spezzando un pezzo della torta imboccò Kate.
<< La nostra serata non finisce così.>>
<< Hai in serbo qualche altra sorpresa?>>, chiese Sarah addentando un pezzo di torta.
<< Esattamente!>>, rispose Kate che, alzandosi andò a recuperare un carrello nascosto su cui vi era un Notebook collegato a un proiettore, << Gentile concessione di tua sorella.>>, disse facendo l’occhiolino a Sarah. Aprì un file video e le fece cenno di alzarsi e avvicinarsi, dopo aver premuto Play, si mise dietro Sarah e la abbracciò alla vita.
Il video in questione racchiudeva le foto di questi loro quattro anni assieme, con sottofondo musicale “Everything” dei Lifehouse. Sarah era emozionata a tal punto da sentire il cuore martellarle il petto e quando il video finì, si girò prontamente verso Kate e la baciò con un’intensità mai messa prima, come se fosse l’ultimo bacio che si sarebbero scambiate.
E fu così anche quando tornarono a casa: Sarah pensò che una volta tanto potesse infrangere una regola perché era certa che non se ne sarebbe pentita, così chiese a Kate di dormire a casa sua. E una volta in camera, si tolsero via i vestiti mentre si baciavano e fecero l’amore come se fosse l’ultima notte della loro vita insieme.

 
 
Dopo il ballo, finirono poi tutti gli esami e arrivò il giorno della consegna dei diplomi che segnava, almeno simbolicamente, l’inizio della vita adulta per tutti gli studenti del liceo di Roxborough.
Come promesso, Kate e Sarah trascorsero insieme anche le restanti settimane di Giugno andando al cinema; uscendo a fare shopping; restando nottate intere sedute penzoloni sul tetto di casa Davis; organizzarono una partita di calcio e una di pallavolo, a squadre miste, con le loro compagne di squadra e si concessero un pomeriggio a Philadelphia con Roxanne in un centro commerciale della città. Cenarono anche con le loro famiglie per festeggiare il diploma e il ritorno a casa di Isabel Davis, uscita dalla clinica completamente guarita. Poi arrivò la fine del mese che coincideva con la partenza di Kate verso il North Caroline.
In quella tarda mattinata, Kate era in camera sua intenta a preparare le valigie, quando Sarah entrò silenziosamente e la aiutò.
<< Forse così… vederti partire sarà meno difficile da accettare.>>, dichiarò dopo un po’.
<< Per me lasciarti non lo sarà.>>, ammise Kate con tristezza.
Sarah smise di sistemare alcune magliette nella valigia e prese le mani di Kate.
<< Okay, ascoltami! Devi promettermi che darai sempre il meglio di te e realizzerai il tuo sogno. Voglio che la gente parli di te, voglio leggerti sui giornali e sulle riviste, vederti giocare negli stadi indossando una maglia importante perché solo così potrò perdonarti quello che hai fatto.>>, Sarah si pentì subito dell’ultima frase detta, << Scusami! Non dovevo.>>, strinse gli occhi facendo una smorfia.
<< No. Hai ragione. L’hai pensato nell’istante in cui ti ho confessato di averlo fatto e probabilmente finora non hai detto niente per non ferirmi, ma è la verità. E ti prometto che realizzerò il mio sogno. Lo farò per noi.>>, disse guardandola negli occhi.
<< Grazie.>>
<< Leggerò anch’io di te.>>, Kate le strizzò l’occhio per poi baciarla delicatamente sulle labbra.
 


Philadelphia

Qualche ora più tardi, al “Philadelphia International Airport”, Kate salutò con un caloroso abbraccio la madre, il padre, Roxanne e Sarah.
<< Non smetterò di amarti Sarah.>>, le sussurrò a un orecchio.
Sarah voleva tanto risponderle “anch’io”, ma il groppo in gola le impedì di farlo.
<< Niente lacrime.>>, intimò a tutti i presenti guardandoli.
<< In bocca a lupo, tesoro.>>, le augurò Martin abbracciato alla moglie.
<< Chiama appena atterri.>>, le disse Isabel.
<< Certo mamma.>>, Kate le sorrise e poi rivolgendo loro un ultimo sguardo, prese le valigie e s’incamminò.
In quel momento, e forse inaspettatamente, arrivò Marika correndo.
<< Ehi, capitano!>>, disse alzando il tono della voce.
Kate si girò e fu stupita nel vederla.
<< Sono stata incerta nel venire fino all’ultimo momento perché non sopporto le smancerie delle partenze… ma poi ho cambiato idea.>>
<< Beh, mi fa piacere che tu l’abbia fatto.>>
<< Ho pensato che meritavi di essere salutata come si deve.>>, ammise Marika che senza pensarci oltre, la abbracciò, << Mi mancherai.>>
<< Anche tu. Abbi cura di te Marika.>>, le sorrise. Poi Kate guardò ancora Sarah e questa volta s’incamminò davvero verso il futuro che la attendeva.
 
 
La storia di una vita è più breve di un battito di ciglia. La storia di un amore è ciao e addio finché non ci rivedremo.”
                                                          - Jimi Hendrix
  
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