Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Segui la storia  |       
Autore: Penguy    29/08/2014    2 recensioni
"Il ragazzo riemerse dalle acque,portandosi le mani alla testa e scostandosi i capelli dal volto all’indietro.
Il tritone non riuscì a distogliere lo sguardo da quella figura che riaffiorava, illuminata dalla luce della luna.
Era splendido. Sembrava un qualcosa fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni."
Makoto,giovane pompiere qualificato.Haruka,tritone dai profondi occhi zaffiro.
Una storia tanto insolita quanto l'attrazione che lega i due protagonisti.
Un'amore sbocciato quasi per ironia,destinato a far soffrire inevitabilmente entrambi.
Verrà,questo amore,alla fine,coronato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo tante ore di buio,ecco, da dietro l’orizzonte,spuntare il primo raggio di sole che con la sua luce e il suo calore risveglia la natura. Si riesce a cogliere il dolce profumo di rugiada estiva e il fresco calore mattutino,accompagnati,a loro volta, dal canto delle cicale. Rosati petali di ciliegio danzano nell’aria trasportati dalla brezza percettibile,posandosi leggiadri sui tetti e sui davanzali,mentre tutto il quartiere prende lentamente vita.

La sveglia orologio segnava ora le 05:35  ed ecco che, prontamente, una suoneria ,abbastanza fastidiosa,destava il castano dal suo sonno.

Si sollevò dal proprio cuscino,si mise seduto sul letto e con i capelli lievemente arruffati,si passò una mano sulla bocca sbadigliando pigramente. Indossò le sue pantofole per poi alzarsi ancora barcollante mentre intorno a lui poteva avvertire un’afa insopportabile propagandarsi nell’aria. Si toccò la fronte sudata,socchiudendo gli occhi per via del fastidio provocato dalla luce che oltrepassava il vetro della finestra.

Si avvicinò all’attaccapanni,prese i propri abiti quotidiani e si apprestò a dirigersi verso il bagno per una doccia fredda.

Era quasi erotico percepire il getto d’acqua gelata percorrere sensualmente il corpo e le sue curve. Abbassò il capo in avanti per permettergli di avvolgergli interamente la schiena fino a fluire lungo tutto le gambe e giungere ai piedi; la bianca schiuma scivolava delicata sulla pelle liscia accompagnata lentamente dalle grandi mani del ragazzo. Gli parve spontaneo,una volta soddisfatto,tirare un sospiro di sollievo.

Si cinse la vita con un asciugamano e dando un’occhiata veloce all’orologio da muro nell’atrio,si affrettò ad asciugarsi la chioma con l’aiuto di un phon.
Una volta pronto,indossò i propri indumenti,calzò le scarpe poste accuratamente accanto all’entrata la sera prima e abbandonò la propria abitazione.

Makoto si svegliava quasi ogni mattina allo stesso orario per recarsi poi in caserma in attesa di una chiamata d’emergenza.

I pompieri lavorano con turni di 12 ore, giorno e notte 24h su 24 per 365 giorni l’anno.

Prima di giungere alla centrale,tuttavia,si concedeva sempre un caffè che sorseggiava con tranquillità al solito bar sotto casa sua. Quella mattina,all’interno del locale,due signori di mezz’età continuavano a sbraitare contro il barista che rideva a più non posso. Era una scena tanto buffa quanto insolita da attirare l’attenzione di tutti i presenti.

Il castano s’intromise chiedendo «Qual è il motivo di tale agitazione? »
Il barista riprese fiato,per poi rivolgersi sorridente al ragazzo .
« Questi due matti sostengono di aver visto una “sirena” vicino la riva mentre pescavano…assurdo! » esclamò scoppiando nuovamente a ridere rumorosamente.
« E’ la verità! Era una sirena,se non qualcosa di più grosso! »continuavano a ripetere i due con insistenza
Makoto,all’udire di quelle affermazioni,non poté fare a mano di mostrare un solare sorriso.
L’inconsueto dibattito proseguì ,ancora,per circa due quarti d’ora,fino a quando i due pescatori non decisero di lasciare il bar irritati.
Non appena il castano finì di bere il suo quotidiano bicchiere di caffè caldo e porse i soldi al barista,si apprestò a dirigersi verso la porta d’uscita.

« Tachibana! » lo chiamò l’uomo dietro il bancone.
« Sì,mi dica…» rispose Makoto sull’uscio voltandosi nella sua direzione.
« Buona giornata! E faccia attenzione mentre salva il mondo! » scherzò alzando la mano in segno di saluto.
Makoto gli sorrise a sua volta con fare amichevole. « Lo farò,grazie! Buona giornata anche a lei! »

Scambiate le ultime parole con il proprietario del bar,imboccò la strada per la caserma.
Durante il tragitto che,data la vicinanza,affrontava a piedi,gli tornarono in mente le parole di quel buffo discorso.
“Narravano a proposito di un avvistamento di una sirena…….e se quella notte,quella figura non fosse stata soltanto un miraggio?” pensò continuando a camminare.
Si fermò un istante e ripensando a ciò che aveva ipotizzato rise tra sé e sé. Era un pensiero talmente assurdo che fece in fretta a toglierselo dalla mente,proseguendo sulla via.

Giunse alla sede e salutando i colleghi,diede inizio ad una nuova ed impegnativa giornata.
Si affrettò ad indossare l’occorrente: elmo protettivo,sottocasco e maglietta ignifughi,completo antifiamma,pantaloni e giacca con rifrangenti,cintura,anfibi antinfortunistici e guanti da intervento.
Anche quella mattina le chiamate d’emergenza non tardarono ad arrivare. Piccoli incendi e qualche incidente stradale che impegnarono tutta la squadra.

Makoto,una volta concluso il suo turno giornaliero,solitamente rincasava per godersi un po’ di meritata tranquillità,ma quel pomeriggio decise di recarsi nuovamente alla spiaggia.

Neanche lui sapeva il motivo di quella forte attrazione verso il mare,ultimamente. Probabilmente,perché lo rilassava.
Si sedette sulla riva,permettendo alle onde di accarezzarlo fino alle caviglie regolarmente.

Un ricordo fulmineo si fece strada nella sua mente.

“Quando ero solo un bambino,ricordo che spesso sedevo in riva al mare e rimanevo,anche per lungo tempo,a fissare l’orizzonte. In un certo senso,quell’enorme distesa di acqua salata,m’inquietava. Ho sempre avuto timore di ciò che non conoscevo ed una di queste cose era proprio l’oceano. Una parte di me lo ha sempre visto come una specie di mostro pronto ad inghiottire qualsiasi cosa,senza lasciarne traccia alcuna. Non saprei spiegare la ragione di quelle convinzioni. Era così e basta.”

Era difficile essere d’accordo con quei pensieri,ora che le acque erano così calme e cristalline.

Si sdraiò sulla sabbia che,nonostante il pomeriggio inoltrato,era ancora bollente. Sentì quel calore pervadere il suo corpo. Era una sensazione piacevole ed in completa armonia con il regolare rumore del moto ondoso.
Tentava di mantenere la propria schiena inarcata,in modo da consentire il passaggio di quel fresco soffio d’aria,mentre avvisava un leggero formicolio arrecato dalla rena.
Fece scorrere alcuni granelli di sabbia fra le dita,stingendola e tastandola con la mano.

Chiuse gli occhi per amplificare i sensi,addormentandosi lentamente come cullato dall’ambiente stesso.

Non passò troppo tempo che qualcuno,dapprima ben nascosto,notasse la sua presenza.
Tra le acque,infatti,nuotava silenziosamente e con leggiadria Haruka,che lo osservava con grande interesse. Con i suoi occhi colmi di curiosità contemplava il corpo disteso del giovine. Si avvicinò alla riva dopo essersi accertato che non ci fosse pericolo ed aiutandosi con le proprie braccia,si trascinò sulla sabbia bagnata accanto al castano.

 Era così vicino da sentirne il respiro.

Aveva timore che si potesse svegliare da un momento all’altro,che si potesse accorgere della sua presenza e che ne sarebbe rimasto spaventato a sua volta.
Aveva paura che tutto potesse svanire in un istante a causa sua e del suo desiderio di conoscere e scoprire di più.

Sì. Era spaventato,non poteva né nasconderlo né negarlo. Ma sapeva fin troppo bene che quell’occasione avrebbe potuto non ripresentarsi nuovamente.

Prese tutto il coraggio che aveva in corpo,accorciando le distanze ulteriormente.
Osservò attentamente il suo corpo,esaminandone le forme. Era differente. Non disponeva di una coda,né di  squame,né di branchie. Possedevano un’anatomia del tutto disuguale.
Il corvino ne studiò accuratamente i lineamenti delicati del volto per poi posare lo sguardo sulle labbra di carnagione chiara,leggermente secche per via dell’esposizione diretta ai raggi solari. Ne rimase insolitamente affascinato;sembravano quasi parlargli. Quasi come d’istinto,avvicinò il proprio volto verso quelle labbra così invitanti,per permettere a quest’ultime di congiungersi con le sue in un bacio casto e puro,lasciando su di esse un pungente odore di salsedine. Si ritrasse dolcemente per poter ammirare ancora un po’ quel viso rilassato,accarezzandone con cautela le soffici gote imporporate.

Percorse con la mano i lineamenti del collo,fino a soffermarsi sul petto. Si chinò,poggiando parzialmente l’orecchio per sentirne il cuore palpitare. Poggiò poi la mano sul proprio torace.
I loro cuori sembravano quasi battere all’unisono,come se fossero plasmati in un’unica entità.
Si sentiva accomunato da qualcosa che non li rendeva poi così dissimili. Si sentiva vicino a lui più di quanto potesse sembrare.
Avrebbe voluto rimanere così in eterno,sdraiatogli accanto, se solo avesse potuto.
 
 
 
 
 
*Angolino autrice*
Salve di nuovo!
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che stanno seguendo e commentando la storia. Davvero,grazie ç_ç
Spero vivamente che abbiate apprezzato questo capitolo e di non aver deluso le vostre aspettative.
Cercherò di aggiornare più in fretta la prossima volta.^^
Grazie se lascerete una recensione <3
Bacioni,Penguy.
See you next cap.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: Penguy