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Autore: Melchio    29/08/2014    1 recensioni
La grande famiglia Lancaster e la famiglia Umbral hanno fatto un patto di non belligeranza. Ma dopo molti anni, i Lancaster ormai molto più forti, interrompono il patto.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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PROLOGO

 

 

Janver si sedette al tavolo della locanda. Era una locanda povera, il cibo era di bassa qualità e le camere erano tenute male. I tavoli erano sporchi, le luci erano fievoli. Dall'altra parte del locale sedeva un musicista. Suonava il suo strumento musicale, simile ad una chitarra, pizzicandone le corde mentre cantava le gesta di Deniem Lancaster. In questo locale c'è sempre una puzza orrenda. Janver all'improvviso sentì un uomo parlare con un altro. Entrambi erano piuttosto bassi, e molto grassi. Uno era barbuto, con i denti sporchi, e senza capelli. L'altro era simile, ma non aveva la barba. L'uomo barbuto disse: “Deniem Lancaster ha rotto il patto. Ci attaccano.” Era triste, ma non molto, probabilmente perché era ubriaco, e non badava molto a cosa succedeva. L'altro, quello senza barba, esclamò: “Bastardo.” Come siamo fini. “Aspettate un attimo” disse Janver, molto più preoccupato dei signori ubriachi. Poi continuò: “I Lancaster ci attaccano?” “Il ragazzino se la sta facendo addosso” rispose l'uomo barbuto, per poi scoppiare a ridere. Janver uscì dalla locanda. Tutti ne parlavano. Tutti erano agitati, preoccupati. Anni prima, i Lancaster avevano fatto un trattato di pace con gli Umbral, i lord del posto. Ma i Lancaster avevano interrotto il patto. I Lancaster però, col tempo, erano diventati molto più forti degli Umbral, ed avrebbero sicuramente vinto questa guerra. Siamo in guerra, con la famiglia più forte che ci sia. Forse persino più forte del re. L'unica cosa che posso fare è scappare. Io devo scappare. Janver non aspettò un minuto di più. Non avvertì nessuno, ma del resto non aveva nessuno da avvertire. I suoi genitori erano morti, suo padre aveva ucciso sua madre ed era stato poi giustiziato, e di fratelli non ne aveva. Andò a casa, prese un po' di vestiti e un po' di cibo, ma specialmente, dei soldi. Janver aveva un cavallo. Aveva cercato di fare una fattoria, un tempo, ma una malattia aveva ucciso tre dei suoi cavalli. E lui ne aveva sei. Un altro era stato ucciso e poi mangiato, da Janver stesso, in tempi di forte crisi economica. Il quinto cavallo, era stato anche lui mangiato, ma non da Janver. Un gruppo di persone aveva ucciso il cavallo di notte, e lo avevano poi portato via. Janver ha poi scoperto che era stato mangiato. Aveva visto i rapinatori, siccome facendo rumore lo avevano svegliato, ma non aveva fatto in tempo a fermarli. Prese l'unico cavallo sopravvissuto. Era nero, grosso, il più grosso e tonico dei cavalli che aveva avuto. Con il cavallo scappò via dalla sua terra natia, dominio degli Umbral, che sarebbe probabilmente bruciata poco tempo dopo. Ora devo trovare un posto dove andare. Un posto dove stare. Potrei persino andare a Rikaio, la terra dei Lancaster. Ed è lì che si avviò. Con il suo grande stallone Janver si avviò a Rikaio. Durante il viaggio conobbe un uomo, Strok, che gli aveva detto queste esatte parole: “Non andare a Rikaio, non ti prenderanno.” Ma Janver, non ci aveva creduto. Non andare a Rikaio, che buffonata. Io vado dove voglio. Janver arrivò quindi a Rikaio. All'entrata fu fermato da una guardia. “Nome, prego.” Disse la guardia. “Io, sono Janver Hun.” disse Janver nervoso. Continuava a pensare alle parole di Strok: “Non ti prenderanno.” Era una follia, lo avrebbero preso di sicuro. Sono arrivato, ormai. Ed ora, mi prenderanno, Strok era solo un folle, un bugiardo. Loro mi prenderanno. La guardia disse: “Da dove vieni?” Non posso dire di venire da Umbral, in quel caso non mi prenderanno sul serio, e non vorrei tornare da Strok il bugiardo. “Vengo dall'ovest, dalle terre di Lord Liserys” disse, tremolante. “Può entrare” disse la guardia. Janver stava per entrare ma poi un'altra guardia disse: “Aspetta.” Janver si voltò. Riconobbe subito quella guardia. Chrol. Chrol di Umbral. Chrol era stato, un tempo, un suo grande amico. Ma un giorno Janver aveva ucciso il cavallo di Chrol. Questo perché non voleva mangiare il suo ultimo cavallo. E per poter mangiare, dovette uccidere il cavallo di Chrol. Fu però scoperto. “Ci si rivede Janver. Ora sono capo delle guardie. Signori, quest'uomo viene dalle terre degli Umbral. Fate ciò che dovete fare.” No, cazzo, no. Janver cercò di scappare, approfittando di essere a cavallo. Ma una guardia con la balestra lo colpì. Janver Cadde dal cavallo. Aveva una freccia piantata nel bacino, perdeva sangue. Molto sangue. Un'altra freccia lo colpì alla gamba, la quale iniziò a perdere sangue, meno del bacino, ma tanto sangue. Finisce qui. Oggi è il giorno in cui io, Janver muoio perché ho voluto sopravvivere. Oggi è il giorno in cui la mia vita ha una fine. Non sono pronto. Non voglio morire, no, non voglio morire! Janver iniziò a cercare di scappare strisciando. Ma Chrol lo raggiungette, tirò fuori la spanda e lo infilzò. Piantò la spada nell'occhio. Il bulbo oculare si spiaccicò fino a scoppiare. Dal buco nella testa uscì tantissimo sangue. Janver era decisamente morto. “I Lancaster non hanno bisogno di gente come te, Janver.” disse Chrol. 

   
 
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