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Autore: OurChildhood    29/08/2014    3 recensioni
[Storia incompleta]
Odio e Amore: due sentimenti che vanno al di là della comprensione umana.
Fino a che punto riusciranno Odio e Amore a stravolgere la vita di una persona? Quale dei due prevarrà alla fine di tutto?
Dal capitolo: "-…noi professori siamo lieti di annunciarvi che quest’anno verranno svolti “I Giochi della Memoria”-".
~
Amami, anche se io non ti amo.
Amami, anche se non merito l'amore.
Amami, anche se io non so amare
e amami anche se non esiste l'amore. (La nave dei folli)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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-Ma sei impazzita? Cosa ti è saltato in mente?-

-Hai ragione Al, forse dovrei andare a chiedergli scusa. Anzi, sai cosa ti dico? Che non me ne importa un cavolo! -

-Però, se posso intromettermi Al, devo ammettere che tua cugina ha stile!-

-Risparmia i tuoi sproloqui inutili, Marcus- disse mio cugino, acido.

Zabini roteò gli occhi al cielo e io rivolsi ad Al uno sguardo di puro disprezzo.

-Ma certo! Continua pure a difenderlo, ti prego! Una volta la chiamavano famiglia- dissi.

-Non sei nella posizione più adatta per parlare ora, Rosie- disse rivolgendomi uno sguardo severo.

Sbuffando uscii dallo scompartimento sbattendo la porta. Trovai Scorpius appoggiato alla parete con i gomiti, lo sguardo rivolto verso il finestrino.

Senza degnarlo di una parola lo sorpassai e me ne tornai da Helen e Connor.

••

Il soffitto della sala grande era oscurato da grossi nuvoloni grigi che, a tratti, scaricavano pioggia che svaniva pochi centimetri sopra le nostre teste.

La cena procedeva tranquilla e, dopo l’imbarazzo iniziale, anche i nuovi studenti del primo anno si erano lasciati andare.

-Caposcuola Weasley? Ma è vero che la Preside McGranitt sa trasformarsi in un gatto?- chiese una bambina dai capelli marroni e gli occhi cioccolato.

-Certo, è un Animagus- risposi sicura con un sorriso.

-Ed è il gatto più brutto e spelacchiato che io abbia mai visto- proseguì Jamie. La tavolata si pietrificò all'istante.

-Non ditemi che è dietro di me- Jamie sgranò gli occhi.

-Signor Potter, il gatto brutto e spelacchiato è più che felice di ospitarla nel suo ufficio per tutte le sere della prossima settimana-

-Professoressa! Lo ammetta: questa punizione non è altro che un pretesto per passare del tempo con il suo alunno preferito- disse James con un sorriso smagliante.

-Ha ragione, Signor Potter- disse la donna con un sorriso –talmente felice che la aspetto non per una, ma per due settimane nel mio ufficio. E ora si sieda- concluse con tono severo.

James obbedì con lo sguardo basso mentre la McGranitt si dirigeva verso il tavolo dei professori.

-Dovresti imparare a stare zitto, fratellone. O, per lo meno, a guardarti le spalle- lo schernì Lily scatenando la risata di quasi tutti i Grifondoro.

Guardai la McGranitt sedersi al centro della tavolata, tra il Professor Paciock (professore di Erbologia e vicepreside) e Hagrid (Guardiacaccia e professore di Cura delle Creature Magiche) ma la mia attenzione venne subito dall’uomo seduto alla sinistra di Hagrid.

Aveva i capelli corti e marroni, lo sguardo disgustato e cattivo e la bocca perennemente piegata a formare un ringhio: il Professor Pendragon.

Barnabas Pendragon era diventato il professore di Pozioni a Hogwarts appena finita la Seconda Guerra Magica, sostituendo il Professor Lumacorno che aveva consegnato spontaneamente le dimissioni.

Era un uomo terrificante e sempre chiuso in sé stesso tanto che socializzava poco anche con i suoi colleghi. Aveva origini nordiche ed era stato insegnante a Durmsdrang prima di trasferirsi a Hogwarts grazie al gentile invito della Preside. Era il Pozionista più ricercato del mondo e aveva superato, per fama e bravura, Igor Karkaroff. L’unico uomo che poteva fargli concorrenza era Draco Malfoy.

Era un Professore eccellente, senza ombra di dubbio, ma il suo carattere riservato destava sospetti e giravano voci, da fonti ignote, che la sua avversione a qualsiasi contatto con le altre persone fosse dovuta ad un grave incidente di cui lo stesso Pendragon era stato vittima.

Insomma, un sacco di leggende metropolitane basate soprattutto per incutere ancor più terrore ma, per quanto false potessero essere le voci, tutti avevano un’unica certezza: era il professore più stronzo mai esistito! Essendo il direttore della Casa di Serpeverde, aveva una naturale predilezione per tutti gli studenti verde-argento, mentre gli altri sapevano che, per quanto bravi e portati potessero essere in Pozioni, non avrebbero MAI visto un "Eccellente". E proprio a causa di queste sue preferenze la sua materia era diventata la più odiata.

Assottigliai gli occhi come a voler incendiare quel viso terrificante quando la mia attenzione venne attirata dalla Preside che si era avvicinata al pulpito dorato a forma di gufo.

-Carissimi studenti, buonasera. Volevo intanto augurare un buon inizio a tutti gli studenti che da oggi cominceranno a far parte di questa Scuola- si fermò per rivolgere un sorriso rassicurante a tutti i primini –ma ora vorrei proseguire con gli annunci in modo che possiate andare presto a coricarvi. Vorrei partire comunicandovi che l’accesso alla Foresta Proibita è assolutamente precluso agli studenti dal Primo al Terzo anno. Chi sarà così audace da trasgredire questa regola farà i conti con la sottoscritta o con il direttore della propria Casa. Ne approfitto per comunicare ai nuovi arrivati i nomi dei direttori: il professor Barnabas Pendragon per Serpeverde, il professor Neville Paciock per Grifondoro, la professoressa Rubeus Hagrid per Tassorosso e il professor Filius Vitious di Corvonero.

Come in pochi sapranno, invece, quest’anno è il Venticinquesimo Anniversario della Morte del Professor Silente che, come è riconosciuto, è stato l’uomo e il Preside più importante degli ultimi cento anni. In onore di questo importante avvenimento e in accordo con il Ministro della Magia, noi professori siamo lieti di annunciarvi che quest’anno verranno svolti “I Giochi della Memoria”. Questi inizieranno il primo giorno di Primavera. Per partecipare a questi Giochi bisogna superare un’Estrazione e una Selezione. Gli studenti che potranno accedere a queste fasi saranno quelli del Sesto e de Settimo anno che saranno obbligati a iscriversi. Ulteriori informazioni vi saranno date nei prossimi giorni. Detto questo, potete ritirarvi nelle vostre stanze e buonanotte- concluse la donna.

Un forte vociare si levò da tutti i tavoli: chi trovava ingiusto che solo gli studenti degli ultimi due anni potessero partecipare, chi voleva maggiori informazioni, chi era eccitato all’idea di un anno diverso dagli altri. Dopo diversi minuti in cui i direttori delle Case tentarono di riportare il silenzio e l’ordine, il Professor Pendragon si alzò in piedi e puntò la bacchetta verso il soffitto: le nuvole si infittirono e un tuono squarciò l’aria come un urlo nella notte. Nella Sala Grande cadde il silenzio.

-AVETE CAPITO COSA HA DETTO LA PRESIDE O AVETE QUALCHE PROBLEMA DI UDITO?- ruggì il Professore di Pozioni.

Tutti gli studenti annuirono e alcuni fecero un passo indietro come a volersi difendere.

-E allora OBBEDITE!- urlò.

Nessuno obiettò e la Sala Grande si svuotò in pochi minuti.

 

-Rose! Ma tu lo sapevi?-

-Veramente io...-

-Perché non hai detto nulla?-

-Questa si che è una notizia...-

-Abbiamo capito la riservatezza ma siamo compagni di Casa Rose..-

-Oh ma avete finito di parlare?!-

Da più o meno venti minuti mi ritrovavo al centro di una cerchia di persone pronte a puntarmi il dito contro per estorcermi informazioni su questi "Giochi". Ma per chi mi avevano presa?

-Io ne so quanto voi ragazzi quindi, per favore, lasciatemi andare in Sala Comune in pace o sarò costretta a togliervi punti per molestie!-

Ok, forse stavo un pochino esagerando ma la mia sanità mentale ne stava risentendo.

Quando finalmente riuscii a liberarmi di quell'impiccio mi diressi alla Torre di Grifondoro, pronta a gustarmi il vero pregio di essere una Caposcuola: una camera singola.

Varcai il buco del ritratto e un altro gruppetto di Grifondoro mi venne incontro per chiedere uno straccio di notizia. Una mia occhiata li fece ritornare a sedere dulle poltrone dalle quali erano venuti.

Salii le scale del dormitorio femminile e quasi mi misi a piangere quando vidi la porta della mia nuova stanza.

Varcai la soglia e rimasi a bocca nel vedere la perfezione dei dettagli e la cura con cui ogni oggetto era stato posto sopra i mobili o nel bagno.

Feci un respiro profondo, pronta a godermi un pizzico di quella tranquillità che agognavo dall'inizio della giornata.

La mia dea interiore urlava "LIBERTÀ" quando...

-Per Merlino! Che forza!-

-Questa stanza è più grande della Tana!-

-Sei sicura di non perderti qui dentro?-

Addio libertà.

Rox, Lily e Domi a evano fatto irruzione all'interno e la prima si era gettata nel letto facendo sbuffare il materasso.

-Ma prego, entrate pure senza bussare! Dopotutto potevo solamente essere nuda-

-Smettila di fare tante storie. Parliamo di cose serie invece: cosa ne pensi di questi Giochi?- mi chiese Domi.

-Sinceramente non lo so. Sul treno non ci hanno detto nulla e prima di uscire dalla Sala Grande ho guardato la Montgomery ed aveva la mia stessa faccia. Se lo avesse saputo ce lo avrebbe detto. Ad ogni modo scopriremo cosa abbiamo di fronte solo andando avanti-

-Hai pienamente ragione. La McGranitt ci dirà di sicuro qualcosa in più in questi giorni altrimenti avrà contro la furia di tutti gli studenti-disse Lily

-A proposito di furia- dissi puntando uno sguardo di fuoco verso le due rosse -se solo osate un'altra volta farmi uno scherzo del genere giuro su Merlino e Morgana o su chi cavolo volete che vi appenderò a testa in giù fuori dalla Torre di Astronomia- concusi.

-Di che scherzo parli Rosie?- chiese ingenuamente Domi.

-Oh, stai pur certa che loro hanno capito- sibilai con sguardo minaccioso.

-Avanti Rosie! Era solo uno scherzetto innocente quello di rubarti i vestiti...- disse Lily.

-...e giuriamo che non sapevamo che avresti incontrato Sco...- Rox si bloccò a causa di una poderosa gomitata sullo sterno da parte della cugina.

-Ma te ne vuoi stare zitta?- sibilò Lily.

Le sfumature rossastre tornarono a fare visita ai miei occhi.

-Mi state dicendo che avevate architettato tutto?- sussurrai infuriata.

Le due rosse di fecero piccole mentre la mia rabbia cresceva.

-Mi correggo: vi appenderò per le mutande fuori dalla Torre di Astronomia! E ora fuori di qui se non volete che provveda subito!-

Le due si dileguarono e nella stanza rimase solo Domi, che mi guardò divertita.

-Prima o poi mi dirai cos'è successo, vero?- disse ridendo.

-Perché credo che tu abbia già capito?-

-Oh, questo non lo so. Ma posso assicurarti che quella è stata la scena più divertente che io abbia mai visto-

Domi si scansò appena in tempo per schivare la mia potente cuscinata.

-Brutta traditrice!-

-Ti voglio bene anche io, Rosie! Buona notte tesoro, io torno nella mia Sala Comune! Ah, spero tanto che quell'incontro indesiderato ti abbia fatto aprire quegli occhi foderati di prosciutto che ti ritrovi-

Uscì dalla stanza ridendo.

Che cos'era successo alla mia Domi? La Polisucco era illegale vero?

Mi gettai nel letto con poca grazia e guardai il baldacchino: le tende rosso-oro che circondavano il letto si ricongiungevano in alto, increspandosi con grazia.

Il silenzio che, finalmente, regnava nella stanza era quasi surreale e premeva sulle orecchie. Quella situazione mi ricordò in giorno precedente, quando ero sul tetto della Tana.

Il silenzio mi aveva sempre aiutato a pensare e, in quel momento, alcune domande mi sorsero spontanee: come sarebbero stati questi "Giochi della  Memoria"? Sarebbero stati pericolosi? Era per questo motivo che solamente gli alunni del Sesto e del Settimo anno potevano parteciparvi?

In quel momento una strana morsa mi chiuse lo stomaco e le immagini dei racconti di zio Harry sul Torneo Tremaghi si fecero strada nella mia mente. Ci sarebbrero state in gioco delle vite? No, di sicuro i professori non avrebbero permesso che altri studenti finissero come Cedric Diggory.

Ma il pensiero di vedere gli occhi vitrei e vuoti di un mio familiare scatenò in me il panico: avevo paura? Io, Roseline Weasley, avevo paura? Io, figlia di due dei salvatori del Mondo Magico, potevo avere paura? Per sedici anni della mia non avevo mai analizzato a fondo quella domanda così elementare. Certo, chi non ha paura? Da piccoli si ha paura del buio o dei mostri (nel mio caso, dei Troll) sotto al letto; quando si diventa ragazzini si ha paura che la mamma ci sgridi o di prendere un brutto voto a scuola; da adolescenti si ha paura di non trovare la propria anima gemella o di cominciare ad amare. Ma quando si è figli di persone che a diciassette hanno combattuto una guerra e sconfitto il Signore Oscuro non è ammissibile avere paura di certe sciocchezze. O almeno, questo era il mio pensiero. La gente si aspettava talmente tanto da me che non avevo mai fatto caso alla paura e io, per paura di deludere, mi ero sempre impegnata al massimo per raggiungere i miei obiettivi. Quindi, se avessi provato paura, sarei automaticamente diventata una codarda agli occhi di tutti, agli occhi di mia madre e mio padre?

Presi un bel respiro e scacciai quei pensieri. Dopotutto era inutile cominciare a fasciarsi la testa, giusto? Magari io non sarei stata scelta o, sempre magari, questi "Giochi della Memoria" non sarebbero stati una prova fisica.

E con un po' di speranza in più mi addormentai, cullata dal frastuono del silenzio. ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti, maghetti!
Se avanti, non è carino lanciarmi di nuovo i forconi!
Lo so, lo so. Sono in ritardo con la pubblicazione.
Ma vi prego, sbollite la rabbia!
Ed ecco che ho cambiato l’introduzione e il titolo. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e, vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci,
-I
 

 
   
 
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