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Autore: catnip_everlark    31/08/2014    1 recensioni
Bailey è una ribelle del Distretto 13 che è stata mandata a salvare Peeta nell'arena dei 75esimi Hunger Games, ma vengono entrambi scoperti e catturati. Ma Bailey ha un grande segreto. Da qui inizia un'intensa amicizia che sopravvive al depistaggio e alle torture. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Mi sono addormentata contro le sbarre di Johanna, seduta sulle gambe di Peeta e stringendo la mano della mia vicina di cella. Vengo svegliata da un dolore lancinante all'osso sacro, regalino di tutti i calci subiti ieri. Sento Peeta muoversi sotto di me, e mi sposto di lato a lui. Non mi ricordo di aver mai dormito con un uomo. Forse solo con mio padre, quindici anni fa, e sentire la pelle di qualcuno a contatto con la mia per così tanto tempo mi fa rabbrividire. Posando a terra il sedere gemo, credo di avere qualcosa di fratturato, o almeno lussato.

- Kat.. - sussurra lui appena sveglio. Mi avvicino a lui e gli levo con le dita dei riccioli biondi che gli sono caduti sugli occhi. Quando li apre li vedo, così azzurri, così belli. - Bailey..

- Hey, Peeta.

- BAILEY! Stai bene? - chiede Johanna svegliandosi di soprassalto. Annuisco. Sento dei piedi sulle scale, e dei singhiozzi. Chi è il prossimo? La cella dietro di noi, che però non possiamo vedere in quanto coperta da un muro, viene abitata. Le sbarre si richiudono e noi tre cerchiamo di capire chi è il nuovo sfortunato. Dai lamenti, capiamo che è una ragazza. Non può essere Katniss, non puó, non puó, l'ho vista salire con l'artiglio, non puó essere lei! Questo continua a passare nella mia testa come una cantilena, finché la nuova arrivata non parla.

- Finnick! Finnick! Finnick! - sussurra.

Johanna sbatte una mano sul muro che ci separa.

- Annie! Annie sei tu? - chiede a bassa voce.

- Jo.. Johanna?! - chiede incredula - Sì Annie, sono io.

- Cosa ci vogliono fare?

- Non lo sappiamo.. - risponde lei amareggiata.

- Sa.. Sappiamo? - chiede la voce dietro al muro.

- Sì, oltre a me ci sono Peeta e una ragazza, Bailey.

Peeta la saluta e io anche, ma Annie continua a piangere. Johanna le parla, le dice di stare tranquilla, le racconta di tutto quello che lei faceva da giovane, del fatto che Peeta è un idiota per non aver convinto Katniss a mettersi con lui e a fare altro, e del fatto che io ho ventiquattro anni e quindi sono più grande di lei e quasi dell'età di Johanna, scegliamo insieme un messaggio in codice: due colpi "Sta succedendo qualcosa" un colpo "È tutto okay" tre colpi "Stai bene?". Finchè non sentiamo i passi di tre persone scendere le scale. Piano allungo la mano dietro di me e faccio due colpi contro il muro. Due Pacificatori entrano nella cella mia e di Peeta, e l'altro in quella di Johanna. Peeta mi stringe la mano. Una guardia diversa da quella di ieri mi prende per i capelli e mi tira fuori, trascinandomi per le scale. Piango ancora e sento Johanna urlare parolacce a tutti, a Capitol City e a Snow; Peeta litigare per salvarmi; Annie piangere da dietro il muro. Un urlo strozzato esce dalla mia gola mentre il mio Pacificatore continua a trascinare il mio corpo per le scale a chiocciola. L'uomo mi lancia in una stanza vuota, bianca, asettica e senza nessun mobile. A quanto pare mi vogliono isolare anche dai miei amici. Ma poi vedo una, due, tre api. Aghi inseguitori, immagino. Indietreggio quando vedo una delle tre avvicinarsi per pungermi. Mi punge, ma dopo un momento di stupore, mi rendo conto di essere una di quelle persone immuni al loro veleno. Mi dispiace Snow. A questo resisto. Sento solo un lieve giramento di testa, ma dopo è tutto come prima. Mi levo l'ago dalla zona attaccata e lo getto a terra. Mi guardo intorno. Chissà se qualcuno mi sta guardando. Forse dietro un muro c'è qualcuno che studia i miei movimenti grazie a una telecamera nascosta da qualche parte, fino al momento in cui sento il rumore assordante del fischio di un amplificatore. Nel 13 era molto comune, in quanto quando si fanno delle prove anti-bombardamento spesso gli amplificatori fischiano per il non-utilizzo. Ma questo rumore è più forte di circa 6 volte. Mi entra nelle orecchie stordendomi. Devo metterci le mani sopra per attutire un po' il dolore che cresce irrandiandosi fino ai lobi. Fino al momento in cui il rumore cessa. Lentamente mi levo le mani dalla testa e le abbasso fino a tenere le mani chiuse a pugno lungo i fianchi. È questa la mia tortura? Mi chiedo. Levarmi l'udito? Passano secondi, minuti, ore di silenzio, finchè il silenzio viene squarciato da urla. Di Katniss, di Prim, di Johanna. Di Peeta. Ricordo di aver visto i 75esimi giochi nel momento delle Ghiandaie Chiacchierone, ma questo è quasi peggio, forse perchè lo sto vivendo in prima persona.

- Katniss! Peeta! Johanna! - urlo ininterrottamente facendo tornare le mani a coppa sulle mie orecchie cercando di far scomparire tutto il dolore, la paura e tutto ciò che il sentire quelle urla mi infligge. Lo hanno scoperto. Hanno scoperto il mio più grande segreto. Come hanno fatto? Se stanno mandando queste urla è perché lo sanno. LO SANNO! Ripeto nella mia testa in continuazione.

- PEETA! - urlo - PEETA!

- BAILEY! - mi sento rispondere.

- PEETA! - ma le sue urla sono rimpiazzate da quelle di Katniss.

- KAT! PRIM! - mi butto a terra, mi tappo le orecchie con le mani e urlo. Urlo con tutta la forza che ho, perché in questo momento sarei più tranquilla da morta, Peeta sarà torturato, se non ucciso, Katniss sarà irrimediabilmente distrutta da ciò che sta accadendo e Prim sarà abbastanza forte da salvare Kat da un suicidio e dalla depressione. Ma chi ha bisogno di me? Nessuno. Mia madre è morta, così come mio padre. Ho due sorelle che non sanno della mia esistenza. Non ho le forze per continuare questo viaggio chiamato 'Vita'. Continuo ad urlare. Urlo il nome di Peeta, di Katniss, di Prim e di Johanna. Un Pacificatore entra e mi tira schiaffi, mi spoglia facendomi rimanere in canottiera e comincia a toccarmi la pancia, le braccia, le gambe, i piedi.

- Uccidimi - lo imploro.

Mi rivolge il suo ghigno malefico e guardandomi mi sussurra.

- Non posso, sarebbe troppo facile. - e detto questo mi tira uno schiaffo.

- Dov'è Peeta? - chiedo. Non mi interessa se sto chiedendo troppo, farò sempre la stessa fine. Dimenticata, o viva o morta.

- Non ti preoccupare, stiamo dando lo stesso trattamento sia al tuo amichetto che a quella vipera di Johanna.

- Non è una vipera. - borbotto. Ripenso al modo in cui mi tranquillizzava e al modo in cui mi teneva la mano. Mi prendo un pugno sulla mascella. Mi porto una mano sul punto colpito e boccheggio alla ricerca d'aria.

- Non ti dovrebbe interessare.

- Peeta. Dove. È. Peeta. - scandisco ogni parola cercando di sollevarmi da terra. Vedo già i lividi formarsi sulle gambe.

- Non ne posso più di starti ad ascoltare, ragazzina! - sbotta.

- Non me ne importa niente se mi prendi a botte per il resto della mia vita! Io non sono una ragazzina, ho 24 anni e ho molte più palle di te se ho il coraggio di strillarti così! - il Pacificatore rimane un attimo sconvolto da ciò che gli ho detto, ma poi si riprende e si allontana per prendere qualcosa dall'altra stanza. È un'altra frusta. Quando mi ha regalato un'altra dose di frustate e torture, mi trascina per i capelli verso la cella. Sono l'ultima ad arrivare ed una visione agghiacciante mi dà il benvenuto. Johanna sta piangendo in un angolo della sua cella, è completamente bagnata e ha i capelli rasati, la riconosco solo per i vestiti - o meglio ciò che resta - ed è circondata da sangue. Peeta è in un lato della nostra stanza e sta guardando un punto vuoto davanti a sè: ha le occhiaie, chissà cosa gli hanno fatto.. Siamo tutti e tre emotivamente distrutti, si vede, e tutti e tre con il corpo rovinato. Dopo avermi trascinato per tutte le scale, mi rendo conto di zoppicare. Quando il Pacificatore va via - dandomi un pugno finale - mi trascino verso Peeta, dopo aver capito che Johanna si è addormentata tra le sue lacrime.

- Peeta.. Cosa ti hanno fatto? - gli incornicio il viso con le mani e con il pollice gli asciugo una lacrima solitaria che gli è scesa dall'occhio destro.

- Peeta.. Devi essere forte. Per me. Per Katniss. Per la tua famiglia.

Alla parola Katniss si illumina e balza in piedi di scatto, lasciandomi a terra.

- LEI È SOLO UNO SPORCO IBRIDO! È COLPA SUA SE I MIEI PARENTI NON CI SONO PIÙ! - comincia ad urlare.

- Peeta, calmati, non è vero.. Lei non è un ibrido. Tu la ami.. Ricor.. - ma non riesco a finire di ricordargli la scena della spiaggia o della caverna che lui mi dà uno schiaffo. Mi sbilancio, e cado stesa a terra.

- Peeta! Ma dico, sei un idiota? - sento urlare Johanna che si è svegliata. Vedo le pupille di Peeta dilatarsi fino a diventare due pozzi neri, senza far rimanere neanche un po' di quegli occhi celesti che tanto mi rassicurano in questi giorni, per poi diventare strette come punte di spillo, per tornare infine alla grandezza naturale. Io sto piangendo. Non ho mai pianto tanto come in questi giorni, se non quando ho scoperto della morte di mio padre. Vedo Peeta abbassarsi e accovacciarsi davanti a me. Io striscio verso il muro dietro di noi, sperando che una volta per tutte mi inghiottisca, allontanandomi da quello che ritenevo stesse per diventare un mio amico.

- Bailey, Bailey scusami.. - mi implora. Io continuo a piangere. Mi avete levato anche il mio migliore amico..penso Anche lui, l'unico di cui io mi potessi, mi VOLESSI fidare!

- Io.. Io.. Bailey scusa! - mi abbraccia, ma io rimango rigida come la prima volta in cui lo ha fatto. - Non so come farei senza un'amica come te, qui dentro, ti prego, non permettergli di allontanarci. Non volevo darti quello schiaffo.

- Allontanati da lei, Peeta - sento dire da Johanna. - Fallo. L'hai picchiata.

- Ma io.. - cerca di rimediare Peeta.

- Niente ma. Allontanati. - striscio verso l'angolo opposto a quello formato con la cella di Johanna e mi appiattisco lì, continuando a singhiozzare. Peeta si avvicina alla cella di Johanna e cominciano a parlottare. Nonostante i miei singhiozzi sento alcune parti della conversazione. "La devi lasciare, probabilmente per un po' non si fiderà più di te" sento dire da Johanna. Ho paura. Ho paura che Peeta si possa allontanare da me. Io ho bisogno di lui, forse lui non ha bisogno di me, ma in un solo giorno lui mi ha dato la protezione di cui avevo necessità da 15 anni.

Vedo dal piccolo buco sopra la cella di Johanna che fuori è già quasi buio, e - come al solito - andremo a dormire con la pancia vuota.

È notte fonda e tutti dormono. O meglio, tutti tranne me. Gattono piano verso Peeta che si è addormentato seduto, con la testa verso le sbarre con le mani abbandonate sul grembo. Alzo un braccio e mi appoggio sul suo petto, usando il braccio come una sorta di coperta.

- Bailey.. - mormora - Allontanati potrei farti del male..

- Peeta, tu mi vuoi fare male? - scuote la testa. - Allora ce la farai.

- Mi hai perdonato? - annuisco.

- Dal primo momento.

Appoggio la testa sul suo petto, ascoltando il suo cuore battere forte. Sto facendo un torto a Katniss, ne sono consapevole, ma ho bisogno di lui. Ho bisogno di lui adesso.

SPAZIO AUTRICE
ecco a voi il terzo/quarto capitolo della storia! Spero vi piaccia e spero anche in una vostra recensione.. baci,
Catnip_everlark
   
 
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