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Autore: Lo Magno Scrittore    31/08/2014    1 recensioni
Cryfis fa parte di un gruppo circense. Occhiate di disprezzo lo circondano continuamente, anche se è il migliore. Con la sua freddezza e disciplina cerca di colmare le lacune degli altri, o almeno ci prova. Una fugace ombra è però in agguato, pronta a cambiare il suo mondo.
La storia ha vinto il contest "Welcome to the circus" di Elicchan (o Eiriin), enjoy!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’odore frizzante che riempiva l’aria veniva in parte dalle vecchie gradinate di ferro, in parte dall’erba bagnata della mattina. Il sole era qualche metro sopra le colline dell’orizzonte quando Cryfis era entrato nel tendone. Ogni mattina il giovane uomo faceva la traversata del grande tendone fino a raggiungere il centro della pista. Camminava con passo sicuro e testa sollevata a guardare l’enorme telo di plastica, rosso e bianco, sorretto da un’impalcatura metallica ben fissata a terra. La struttura era solida ma lontana dalla perfezione, e questo creava problemi alla concentrazione di Cryfis. Due uomini stavano collaudando il trampolino dal quale si sarebbe lanciato il trapezista: Grande Capo trovava divertente l’idea di far saltare e penzolare nel vuoto un ciccione, il quale sarebbe potuto morire da un momento all’altro per quanto le sue arterie, già oppresse dal grasso esterno, venivano ogni giorno sempre più otturate dal cibo che gli facevano ingerire. Il circo vecchio stile non impressionava più nessuno, “Bisogna reinventarsi” diceva sempre Grande Capo. Reinventarsi… Cryfis sapeva bene che quei trucchetti erano in grado solamente di far sorridere la gente, il vero spettacolo era lui. Lui era la star, con la sua disciplina ferrea, il suo aspetto curato e soprattutto il suo numero mozzafiato. Non passava serata in cui il pubblico non restasse incantato e chiedesse il bis: erano lì, seduti, pretendendone ancora, e non c’era modo di mandarli via neanche liberando i leoni in pista, almeno non finché Cryfis ricompariva con la sua purpurea rosa in mano. Tutto quel successo richiedeva una rigida preparazione mentale, per questo Cryfis, ogni mattina, occupava da solo il tendone per almeno due ore. Inizialmente c’erano state lamentele, ma conscio del suo potere, come al solito Cryfis minacciava di andarsene per qualunque cosa, costringendo Grande Capo a concedergli tutto ciò che voleva. Si era fatto più nemici in due anni di circo che nei suoi trentotto anni di vita. Cryfis aveva lanciato una veloce occhiata ai due addetti al trampolino, che vedendo la sottile figura avanzare, con uno sguardo insofferente avevano cominciato a scendere verso terra. Un bambino stava giocando con delle clave in un angolo della pista. Cryfis si era avvicinato e gli aveva rivolto un secco «Vattene, Sammy». Il ragazzino, con gli occhi che brillavano, rispose in tono entusiasta: «Guarda, guarda Cryfis, ne riesco a far volteggiare quasi cinque! Presto Grande Capo mi farà esibire insieme agli altri!». Senza scomporsi, Cryfis aveva dato una manata a una delle clave volteggianti, facendola atterrare a qualche metro di distanza. Il ragazzino, sbarrando gli occhi, si era visto tutte le altre clave cadere a terra. Aveva lanciato uno sguardo pieno di odio a Cryfis, raccolto le sue clave e avviato verso l’uscita del tendone. Finalmente era solo. Seduto nell’esatto centro della polverosa pista, gambe incrociate e braccia sopra le ginocchia, era rimasto per qualche minuto in ascolto del mondo intorno a sé, gli occhi dolcemente chiusi. La spessa plastica del tendone era perfetta per isolarlo dal mondo esterno: nessuno schiamazzo di volgari clown, né barrito di elefante poteva arrivare lì. Raggiunta la calma interiore aveva fatto un respiro profondo e si era alzato in piedi, cominciando una serie di gesti e movimenti degli arti che potevano sembrare casuali, ma che per Cryfis erano una precisa danza, un rito. Aperti dopo qualche minuto gli occhi, per cominciare la fusione della sua interiorità con il mondo esterno, aveva fatto un altro lungo respiro e cominciato una giravolta verso destra. In quel momento una veloce ombra aveva attraversato la sua visuale: “Merda!”. Cryfis si era bloccato sul posto, scrutando tra le gradinate, ma non aveva visto nulla. Chiunque fosse si stava nascondendo bene. «Vedi di andartene immediatamente, o ci saranno gravi conseguenze, chiunque tu sia!». Cryfis era estremamente irritato, tutta la sua concentrazione era andata perduta, doveva cominciare tutto da capo. Nulla si muoveva in direzione delle gradinate, così si era avvicinato. Silenziosa e veloce come un lampo, un'ombra si era rotolata attraverso un invisibile strappo alla base del tendone, ed era fuggita all’esterno. Cryfis non aveva visto chi era, ma sperava non tornasse più. Posizionandosi di nuovo al centro dell’arena, seduto, aveva ricominciato il rito.
   
 
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