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Autore: Kurokage    04/09/2014    1 recensioni
[Storia in fase di revisione | Sarà interrotta per un lungo periodo]
[Bloody Kiss]«Vorrei che la mia vita cambiasse. Solo un poco.»
Yuki Katokashi è una donna di ventun anni con una vita monotona. Lavoro normale, vita normale, vita sentimentale al di sotto del normale ed una gran voglia di staccarsi da quel capo che la corteggia.
Mandata a chiedere la vendita di una casa, Yuki scoprirà che qualcuno, lassù, l'ha ascoltata ed ha in serbo un po' di cosette per lei.
Cosa fare quando l'amore ti coglie (quasi) a prima vista?
Cosa fare quando, quell'amore è il tuo opposto?
Cosa fare quando, lui, si rivelerà essere...
«Vorrei che la mia vita cambiasse. Solo un poco.»
Ne sei sicura, Yuki?
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-:-:- Fanfiction Ispirata dal Manga Bloody Kiss di Furumiya Kazuko. La storia avviene dopo la fine del manga.
Questa storia riguarda un'ipotetica relazione tra un nuovo personaggio (Yuki Katokashi) ed Alsh.
Ci tengo a dire che, la suddetta, non è un continuo del manga, e quindi di non prenderla per oro colato(?).
Il titolo "Io.. non ho una sposa", è una citazione presa dal manga e detta da Alsh. -:-:-
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 - The first time I saw you: Eppure conoscevo già la tua voce

Mi svegliai al suono del cellulare.
«Umh... chi diavolo mi chiama a quest'ora?»
Peccato fossero le undici e mezza di sabato mattina.
«Tesoro, stai bene? Ti ho chiamata un sacco di volte, ma non hai risposto...»
«Ah... Yuriko... ciao.»
«Tesoro, tu... stavi dormendo?» dissi con voce accusatoria.
«Nono! Che ti salta in mente! E' solo che mo sono fatta un bagno e mi devo riprendere dal calduccio.» con tutte le mie forza tentai di trattenere uno sbadiglio
«Stavi dormendo.»
«...»
«Allora, com'è lì? Cioè, sì, non è lontanissimo da casa, ma non ci sono mai stata... Come hai detto che si chiama il posto?»
«Non ricordo. Oooh, Yuriko, posso dormire?» la pregai ficcando la testa sotto le braccia.
«NON PROVARCI!»
«Non c'è bisogno che urli, grazie tante. Senti, mi passi il capo?»
Silenzio.
«Yuriko?»
Ancora silenzio.
«Yuriko?!»
Di nuovo silenzio.
«Eh?» disse lei infine.
«Ti ho chiesto se mi passi il capo. Devo parlargli, e so che stai telefonando con il telefono della tua postazione.»
«S-Sì, aspetta... aspetta che lo trovo...»
Aspettai un paio di minuti, fino a quando non sentii qualcuno dire un "Capooooooo!!! Yuki ha della roba da dirleeeee!!!!"
«Pronto?»
«Capo, sono Katokashi.»
«Yuki, dormito bene come prima notte?»
«Avrei potuto dormire meglio.»
«Dimmi, di cosa hai bisogno?»
«Capo, per quando è fissato l'appuntamento di oggi con Katsuragi?»
«Alle cinque.»
«Ok, grazie capo.»
«Yuki...»
«Sì?»
«Sta attenta.»
«Certo capo.» dissi chiudendo la conversazione.
Già.. mi ero dimenticata del perchè Tanaka e quell'altro se ne erano andati, abbandonando il lavoro all'agenzia.
Quando erano andati con quella ragazza a vedere la casa, hanno raccontato di essere scappati a più non posso perchè infesta da... vampiri.
Mi scappò una risata.
D'accordo che ero un'accanita fan di Dracula e vampiri in generale, ma... non esistevano.
Cioè, forse mi sarebbe anche piaciuto.
Sarebbe.
Magari si erano spaventati dopo aver visto qualche pipistrello, nulla di più.
Restai a gustarmi il mio pranzo, Ramen per l'esattezza, e aspettai che arrivasse l'orario prestabilito rileggendo ciò che non avevo letto quella mattina.


Alle quattro meno un quarto scesi dalla camera, uscii dall'albergo e chiamai un taxi.
Gli diedi via e numero di dove doveva portarmi.
Più volte lo sentii chiedermi «Ma ne è sicura?»
... Se non lo fossi stata secondo te me lo scrivevo?!”
Il taxi fermò di fronte ad una specie di bosco.
«Eccoci arrivati» mi comunicò.
«E'... qui? Davvero?»
«Io le avevo chiesto se era sicura, lei mi ha risposto di sì, quindi... sì, questo è il posto.»
«Ah. Gra-Grazie mille.»
Pagai il tassista e scesi.
Gli alberi folti impedivano la mia visuale, e... per la miseria!
Dovevo andare in una remota zona di montagna!
Mi ci sarebbero volute ore per arrivare la dove dovevo!
E vabbè: gambe in spalla.
Quella mattina avevo pure messo una tailleur grigio, con una camicetta bianca e scarpe col tacco basse.
Non c'era scritto da nessuna parte che avrei dovuto scalare montagne.
«Ecco cosa intendevano con "ci metterai un'oretta"...!» dissi tra me e me.
Incominciai ad incamminarmi lungo un sentiero praticamente abbandonato, dove i sassi avevano la meglio sui miei piedi, ma la volontà aveva la meglio sul dolore.
Feci molte più pause di quante me ne fossi promessa.
«La strada è ancora lunga, Yuki. Ma solo per poco.»
Continuai a camminare per un po', e finalmente, in mezzo agli alberi, riuscii a vedere un qualcosa.
Arrivai ad una casa imponente e diroccata.
«Sembra veramente infestata.»
Qualcuno un giorno dovrà spiegarmi come farà quel cretino a rivendere una casa del genere, se mai la signorina Katsuragi la venda. Nemmeno tutti gli stipendi interi della mia vita potrebbero bastare a metterla a posto.
Diroccata. Termine corretto.
Mi sistemai avvicinandomi. Dovevo rendermi il più presentabile possibile, nonostante il male pazzesco ai piedi e il passaggio fra una "selva oscura infinita".
Passai il cancello caduto a terra anche se, in mezzo alla ruggine, potevo notare dei segni.
Molto probabile che dei teppisti lo abbiano preso a calci.” pensai mentre andavo oltre.
I vetri erano lucidi e puliti, l'orto vicino aveva la terra smossa dell'estate, ed il giardino era curato.
Arrivata alla porta, trovai un qualcosa che individuai come campanello, ma nella paura che cadesse qualcosa, non osai toccarlo e preferii bussare.
Solo che non avevo tenuto conto della porta.
Passarono pochissimi secondi che la porta incominciò a piegarsi come se stesse cadendo e, per paura che cadesse davvero, finii tra le braccia di qualcuno che invece la stava aprendo.
«Benvenuta. Se tutto ciò che desiderava era darmi un abbraccio, ne sono lusingato.»
Disse una voce che avevo già sentito.
Mi rimisi a posto in fretta e, inchinandomi in segno di scuse, dissi «Mi dispiace! Mi dispiace tanto! Quando ho bussato ho visto la porta muoversi e pensavo stesse per cadere. Mi dispiace veramente tanto.»
«Non fa nulla, non si preoccupi. Potrei sapere chi è?»
Che sgarbata che ero stata.
Mi rimisi dritta e rimasi stupida di trovarmi davanti un uomo che aveva sui... bho? Ventidue, forse, venticinque anni?
Aveva i capelli lisci e lunghi, di un bianco acceso.
In confronto il bucato impallidiva.
Ma furono i suoi occhi a rapirmi quasi completamente.
Erano viola. Viola intenso, come se fossero fatti della stessa sostanza che conferiva il tipico viola all'ametista.
(Purtroppo?) Riuscì a riprendermi da quella celestiale visione ed a rispondere.
«Mi chiamo Yuki Katokashi, sono della Kobaya Realest Agency.
Il mio capo ha preso un appuntamento per le cinque con la signorina Katsuragi Kiyo.» nel mentre finivo la frase, sentii un «Alsh! Chi è alla porta?» provenire dalle sue spalle in lontananza.
«Sì, la vado a chiamare subito. La prego di accomodarsi.» disse accompagnandomi in salotto ed indicando un divano dall'aria non troppo ben messa.
Eppure quella voce l'ho già sentita...
Mi disse una vocina.
...Ma dove?
Era come se avessi la risposta a portata di mano, forse ci sarei arrivata anche, se non fossi stata interrotta dall'arrivo della signorina Kiyo.
«Ah! Lei dev'essere la signorina Katokashi!»
«Mi chiami Yuki, la prego.»
Dissi ad una ragazza delle scuole superiori con i capelli grigio cenere.
Aveva un viso tondo che finiva col mento appuntito, e due grandi occhi marroni.
Un sorriso caldo ed accogliente dipinto sulle labbra.
«E lei la finisca di darmi del lei. Mi chiami Kiyo.»
Bene, presentazioni fatte.
«Kiyo... sa perchè sono qui, vero?» le dissi con uno sguardo da "so-già-cosa-vuoi-dirmi-ma-lo-devo-fare-lo-stesso"
«Sì. Vorrebbe convincermi a vendere la casa. Solo che, come ho già detto, non voglio farlo. Se può, mi dica, perchè la vostra agenzia ci tiene così tanto?»
«Bhè...» le dissi cercando di ricordarmi tutto quello che era stato detto «C'è un ottimo compratore che la pagherebbe bene e...»
Come potevo convincere qualcuno, se ciò che dicevo, non convinceva me in primis?
«Io...» la fermai subito con un gesto della mano.
«La realtà signorina Katsuragi, Kiyo, è che pare che sotto la vostra proprietà ci possa essere un assortimento di... materiale prezioso.»
«Non capisco.»
«E' probabile che sotto casa vostra ci possano essere dei resti di scavi di pietre preziose.»
Vidi il suo volto impallidire.
«Cos... Cosa?»
«Proprio così, signorina Katsuragi. Ecco perchè l'acquirente sta facendo ancora pressione sul fatto che voi vendiate questa casa.»
«Non... non me lo aveva detto nessuno.» il suo stupore eta molto più che tangibile nell'aria.
«Perchè se lo avesse saputo, si sarebbe rifiutata ancora più fermamente di vendere.»
«Allora perchè glielo sta dicendo lei?» disse un ragazzo apparso dal nulla, dietro le spalle della signorina Kiyo.
«Ho portato del the...» disse l'uomo che avevo identificato come Alsh. Sì, quello con gli occhi di ametista.
«Grazie, Alsh» disse Kiyo.
«Grazie mille» risposi.
«Quindi? Perchè glielo starebbe dicendo? Non va contro i vostri piani di vendita?»
Quel ragazzo era molto più intelligente di quanto sembrasse.
Era poco più alto della ragazza, con dei corti capelli castani e gli occhi rossi.
Bevvi un sorso di the.
«Perchè non mi piace che il venditore non sappia le cose.
La nostra agenzia, per dirla tutta, non ci guadagnerebbe nulla nel perdere o vendere la casa; ed è un diritto che il venditore sappia ciò che sta vendendo.»
«Quindi, lo sta facendo per senso del dovere?» disse Alsh, sedutosi accanto al ragazzo.
«Possiamo dire di sì.»
«Quindi, ha altri sotterfugi?» disse scherzosa Kiyo.
«No, non ho sotterfugi.» le risposi con un sorriso.
Bevvi un altro sorso di the. Era favolosamente squisito.
«Rosa?» chiesi riferita a ciò che stavo bevendo.
«Sì» rispose Alsh con lo sguardo che si illuminò, anche se per poco.
«Bhè,» disse Kiyo alzandosi «lei è nuova, quindi, che ne dice di fare un giro della casa per, almeno, non farle sprecare la visita?»
«Mi farebbe molto piacere, grazie.»
Ci alzammo e, seguite da Alsh ed il ragazzo, mi portò a vedere le stanze della casa: cucina, bagni e camere da letto, sorpassando il seminterrato.
«Da ciò che ho potuto vedere nelle foto, la casa ha a disposizione anche un seminterrato. E' per caso inagibile?» chiesi seria.
«No, anzi, è spazioso. Ma a causa della confusione, quel luogo è infestato da polvere, ragnatele e ragni di ogni sorta» rabbrividii. Ragni.
Notai con la coda dell'occhio, però, che i due dietro di noi avevano trattenuto il respiro nell'esatto istante in cui avevo posto la domanda, e non lo avevano rilasciato fino a quando non avevo espresso un «Ho capito».


Andammo fuori e mi fece vedere il piccolo orticello, il giardino e il maestosissimo giardino di rose.
«E'... è molto più che magnifico...»
«Già» mi rispose Kiyo.
Era un immenso giardino pieno di rose rosse, alcune con sfumature, altre che sembravano seta.
«Ha incominciato mia nonna a coltivarle. Ed io me ne sto solo prendendo cura.»
«E'... stupefacente, Kiyo. Veramente magnifico.»
«Grazie. Anche se, come già detto, il merito va tutto alla nonna.» disse sorridendo allegramente.
«Non ne dubito» le risposi altrettanto allegramente.
Erano le sette, quando decisi di andare via.
«No, la prego!» esclamò quasi immediatamente Kiyo guadagnandosi un'occhiataccia da Alsh e dal ragazzo «Non riceviamo praticamente mai ospiti, e quandolo facciamo, svaniscono praticamente subito. la prego, rimanga a cenare con noi.»
Rimasi interdetta dalla cortese (e disperata?) richiesta di rimanere a cena, e non capirò mai perchè scelsi quella decisione.
«D'accordo»
«Ottimo!» Esclamò Kiyo ancora più contenta.
«Bene. Allora oggi, data la presenza di ospiti, curry.» si pronunciò Alsh.
«Alsh, ma.. li abbiamo gli ingredienti?» si preoccupò Kiyo.
«Cucina quello che ti pare» sbottò il ragazzo.
Io feci una piccola risata.
«Se volete posso dare una mano. Dovrò pur mostrare riconoscenza, no?»
Alsh mi guardò fisso negli occhi e disse «Non preoccupatevi. La vostra presenza è già molto»
In... In che diavolo di senso?!
Mentre preparavamo la tavola, Kiyo mi presentò Alsh, mister occhi-di-ametista, e Kuroboshi, il ragazzo dagli occhi rossi.
Ero abbastanza grande da capire che tra i due c'era più di una semplice amicizia.
Chissà poi, perchè vivevano due uomini ed una ragazzina insieme...
Cioè, sarà mica che...
Kiyo doveva aver capito cosa pensavo, perchè disse «Sembra strano, eh?»
«Cosa?» dissi io per non destare sospetti... come se non stessero già giocando a carte sul tavolino...
«Che una ragazza della mia età viva con un uomo ed un ragazzo...»
«Bhè.. sì, in effetti è abbastanza strano.»
«Non c'è da preoccuparsi. Alsh è una sorta di maggiordomo di Kuroboshi, ed è un adulto responsabile. E Kuroboshi... bhè, lui...»
«E' il tuo ragazzo, vero?» le sorrisi dolcemente.
«Sì... è dolce. Cioè, è un dannato bastardo quando ci si mette, ma in realtà e dolce... e gentile. Anche se non lo ammetterà mai in tutta la sua esistenza.»
«Chi non ammetterà mai di essere cosa, lungo tutta la sua esistenza?» disse Kuroboshi facendo capolino dalla cucina.
«NESSUNO!» dicemmo entrambe per poi guardarci negli occhi e ridere.
«Mah...!» fu quello che disse Kuroboshi.
Mentre gustavamo tutti e quattro allegramente il favoloso curry preparato da Alsh, un tuono di quelli bussi risuonò in lontananza.
«Prevedo pioggia...» disse Alsh, seduto davanti a me.
«Allora, sarà meglio che vada.» dissi posando la ciotola vuota «Non voglio arrivare all'hotel bagnata fradicia. Poi succede che non mi lasciano entrare ed è un casino...» dissi scherzosa.
«Allora, ti accompa-» disse Kiyo
«No.» Ci voltammo verso Alsh, io curiosa e Kiyo stupefatta «Perchè non rimane qui? In fondo, domani è domenica» disse lui sorseggiando un bicchiere d'acqua.
«A... Alsh?» disse Kiyo.
«Grazie, ma mi vedo costretta a rifiutare. Ho già abusato veramente troppo della vostra ospitalità» risposi incominciando a mettermi la giacca del tailleur che mi ero tolta prima di cena.
«Fuori sta già piovendo. E l'hotel più vicino è un cinque stelle ad un'ora da qui.
Le signore non dovrebbero andare in giro la notte. Tanto meno se sta piovendo.»
«Io... Grazie mille signor Alsh, ma mi vedo veramente costretta a rifiutare.» Oh, adiamo! Non avevo nemmeno il pigiama!
«Umh... però... Alsh ha ragione.» aggiunse pensierosa Kiyo, facendo crollare la mia unica difesa «Piove veramente a dirotto. Si prenderà sicuramente una febbre, se torna al suo hotel ora...»
«Io...»
«Suvvia, non mordiamo, sa?» disse Kuroboshi ponendo fine alla discussione.
«... D'accordo.»
Kiyo mi sorrise allegramente, e notai l'ombra di uno strano sorriso sul volto di Alsh, mentre lui mi serviva dell'altro curry.
Tentai con tutta me stessa di rimanere normale ma sotto pelle, il mio sesto senso, mi diceva che c'era qualcos'altro...


Con calma finimmo la cena e, dopo aver parlato e fatto una partitella a carte, decidemmo di ritiraci per la notte.
«Yuki, vieni, ti presto una camicia della nonna. Spero che non ti dispiaccia, ma non credo che i miei pigiami ti stiano»
«Più che altro, mi stavano» dissi ironizzando.
«Allora, se non avete bisogno, io mi ritiro per la notte. A domani, signorine» disse Alsh da perfetto gentiluomo.
«'Notte» disse Kuroboshi.
«Buona notte» risposi cortese, seguendo Kiyo nella sua stanza.
Arrivata nella sua stanza, non potei non notare la maestosità della camera.
«Wow, ma è immensa...!»
«Già. Era la camera della nonna, questa. Quelle degli ospiti sono ancora più grandi. Tieni, ti mostro la tua» disse porgendomi una camicia da notte in cotone pesante, bianca, con ricami azzurri.
La seguii nella parte della casa dedicata agli ospiti.
«Ecco la qui. La vostra stanza. Se per caso cercate il bagno, non dovete fare altro che proseguire dritto verso la fine del corridoio. E' la porta che vi troverete davanti» disse Kiyo facendomi entrare.
«Wow, grazie, è.. wow» dissi sorridendo.
Lei rispose con una risata.
«Buona notte, Yuki»
«Buona notte a te, Kiyo»


Mi svegliai di soprassalto per colpa di un dannato tuono che aveva fatto tremare i vetri delle finestre.
Mettendomi seduta, guardai nella luce dei lampi la stanza in cui ero.
Era una cosa abbastanza gotica, per nulla adatta me. Ma non mi dispiaceva.
La pioggia batteva forte sui vetri, ed i lampi illuminavano la stanza rapidi come se stessero scappando da qualcuno.
I tuoni, non facevano altro che amplificare quella sensazione.
“Ma che bella cosetta dar-
Mi voltai.
Avevo scorto un'ombra andare verso la porta, ma mi dissi che era solo il lampo.
No, non è solo il lampo.
Ecco. Grazie, ottimo momento per dirmi cose del genere, vocina insulsa.
“Io ti metto in guardia e tu ti lamenti pure?! Faccia tosta, ragazza!
Non mi sto- ODDIO SI E' MOSSO QUALCOSA!”
Visto?! Te l'avevo detto!
In effetti, a meno che non mi fossi presa un febbrone da cavallo, avevo realmente visto qualcosa muoversi...
Un "gulp" mi fece terrorizzare, ma poi mi resi conto che lo avevo fatto io.
Stupida me...”
Sbattei gli occhi più volte, prendendo un bel respiro profondo e dandomi dell'idiota da sola.
Mi risistemai nel letto, ma invano tentai di riprendere sonno.
«La signorina, dunque non vuole addormentarsi» sussurrò una voce presente nella stanza.
Io gelai.
Avvolta dalla paura e dal terrore, non so come, mi rimisi seduta sul letto.
Davanti a me seduta sull'angolo in fondo al letto, dalla mia parte, c'era una figura nera.
Era una figura alta, dai lineamenti secchi.
Non riuscivo a capire chi fosse.
Nemmeno la voce mi aiutava.
No, ti sbagli.” Questa volta non era la vocina insulsa. Questa volta ero io che davo voce al mio sesto senso.
Tu... sai perfettamente chi è.”
Avrei voluto alzarmi, scalciare, gridare ed uscire da quella stanza.
Ma ero terrorizzata dalla paura.
No. Ti sbagli.
Già. Mi sbagliavo. Ero sì congelata dalla paura, ma non era quello ciò che mi impediva di muovermi.
«T... Tu...»
Riuscì a sussurrare flebilmente.
«Shhhh. Non c'è niente di cui preoccuparsi» sussurrò di nuovo la figura nera.
Aveva una voce da serpente, incantatrice, suadente... estremamente sensuale.
Ma potevo avvertire la nota pericolosa che quella voce celava.
«Cosa... Cosa vuoi? Chi.. Chi sei?»
Ora capivo perchè quei due erano corsi via a gambe levate.
Lo avrei fatto anch'io. La mattina stessa.
«Ve l'ho già detto. Non c'è nulla di cui preoccuparsi»
Vidi la figura nera sorridere con denti bianchissi ed un lampo illuminò il suo volto.
L'ultima cosa che ricordo è il sorriso di quella figura con i denti lucenti... le zanne... ed il buio.


/*Note del Testo & Tips!*/
1. Sì, ho citato Dante;
2. L'autore vi consiglia di leggere da questo punto fino alla fine: "
Mi svegliai di soprassalto per colpa di un dannato tuono che aveva fatto tremare i vetri delle finestre." con la seguente Soundtrack: Strange Ritual - Alice Mare OST per permettere al lettore di immedesimarsi nei pensieri dell'autore e nella scena (è probabile che abbiate bisogno di ascoltare la canzone 2 o 3 volte a seconda della vostra velocità di lettura).




/*Note d'Autore*/
Muahahaha! Secondo capitolo!! Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto, e spero anche che abbiate seguito la mia indicazione ed abbiate riletto la parte finale con l'OST del videogioco horror Alice Mare. Non potevo chiedere di meglio, mentre scrivevo quella parte!
Premessa a parte, se mi è concesso, vorrei ringraziare la mia amica The Boss (no, non credo sia su EFP, ma questo è il suo nick, quindi capirà) perchè " Lo letto tutta in un fiato! Hai talento continua ti prego * fa la faccia da cucciolo abbandonato * ".
Sia io che l'italiano ti vogliamo bene, sappilo.
Senza il tuo incoraggiamento, non penso avrei continuato con il secondo capitolo.
...O forse no? (Bastard Inside) xD Ti voglio bene!
E grazie anche a StellinaDolce, non solo perchè ha recensito per prima la mia prima storia, ma perchè ha gentilmente fatto da cavia da laboratorio per il "visualizza la storia in modalità non-autore" ed anche perchè mi ha incoraggiato.
Viglio bene anche a te!
Vorrei inoltre ringraziare quel(la) folle creatore(trice) di Alice Mare, △○□× - Miwashiba, per aver creato delle OST così dannatamente belle da avermi ispirato un film xD
Ovviamente ringrazio anche Daisuke Kashiwa, per aver creato le OST di Kotoha no Niwa (conosciuto in Italia come "Il Giardino delle Parole") perchè mi hanno aiutato a risolvere i buchi bianchi delle pagine di Word.

E per ultimo, ma forse avrei dovuto metterlo per primo, vorrei porre un ringraziamento speciale a te che stai leggendo, sì, proprio te, perchè stai usando il tuo tempo per leggere la mia storia.

Grazie infinite a tutti.

Un bacio,

Kurokage

   
 
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