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Autore: Monijoy1990    05/09/2014    1 recensioni
Mary è una ragazza di 22 anni. A seguito della scomparsa prematura di sua madre si ritrova a gestire le continue assenze di suo padre dilaniato dal dolore, oltre che fare i conti con le nuove responsabilità.
La sua unica ancora di salvezza è Andrea, suo fratello minore.
La sua vita, ormai giunta a un punto morto, cambia inesorabilmente con la partenza di suo fratello per il Giappone. Un insolito scambio, catapulterà un giovane e aitante ragazzo orientale in casa sua, sconvolgendo la sua vita ormai ordinaria.
Riuscirà Mary a gestire quest’altro uragano nella sua vita? E quell’insolito e misterioso ragazzo, quali segreti avrà in serbo per lei?
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Hyunjoong
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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 CAPITOLO 19

 

UNA CORSA DISPERATA CONTRO IL TEMPO

 







Mary era pronta. I capelli erano alti e raccolti in un’acconciatura ordinata. Il vestito bianco  le scendeva morbido sul corpo sottile e sinuoso, e su quest’ultimo una mantella bianca con cappuccio l’avvolgeva proteggendola dalla leggera brezza serale. Era ancora nella tenda allestita per lei. Qualche altro minuto di straziante attesa e tutto sarebbe finito. Tra le mani tremanti, un bouquet di orchidee. Immobile, rimirava il suo riflesso nell’imponente specchio dinanzi a se. Con una mano si sfiorò il petto lì dove tempo prima c’era stato quel ciondolo a forma di loto a darle forza e coraggio. Adesso invece quello spazio era tristemente vuoto, vuoto come il suo cuore e come quella vita che aveva scelto di vivere. Una vita fatta di menzogne, una vita priva di amore e sincerità. Una lacrima si mosse con fin troppa rapidità segnandole rapida il profilo morbido, infrangendosi su quella mano ancora sospesa vicino il cuore.
Dopo quel giorno a villa Rosa, aveva scelto di asciugare le sue lacrime in solitudine e così avrebbe continuato a fare in futuro. Se ripensava a quel giorno nel capanno degli attrezzi, e a come Eichi avesse asciugato per la prima volta le sue lacrime solitarie, si rendeva miserabilmente conto di quanto sarebbe stata dura per lei andare avanti senza di lui. . Sarebbe ritornata a piangere in silenzio come aveva fatto prima del suo arrivo e come aveva ripreso a fare da un anno a questa parte. In quella solitudine che come una roccaforte avrebbe celato agli occhi delle persone amate la sua sofferenza. Tutto sarebbe tornato indietro a quel giornomaledetto. Adesso che ci ripensava era davvero ironico che proprio quando aveva imparato ad aprirsi agli altri sarebbe dovuta ritornare a contare solo su se stessa.
Nella mente le risuonavano ancora le parole di quel sogno.
“Non compiere il mio stesso errore… Ricorda che chi ti ama davvero ti capirà, e che sarà il loro amore a proteggerti...  abbi più fiducia nelle persone che ti vogliono bene”.
Avrebbe voluto davvero affidarsi a qualcuno, ma lì a reggere il peso di quella menzogna non c’era nessuno a parte lei.
Sua madre era ricomparsa in quel mondo irreale per suggerirle delle parole belle, ma improponibili. Non poteva rischiare che per colpa del suo egoismo le persone a cui teneva di più soffrissero.
Non poteva confessare la verità.
L’imponente specchio era ancora lì a incombere minaccioso su di lei ricordandole le sue infinite colpe, le sue menzogne e quei sogni che non si sarebbero mai realizzati. Una casa, dei figli e Eichi al suo fianco. Infondo era tutto lì quello che voleva. Però ahimè, la verità era tutt’altro che quella… Non avrebbe mai disegnato il volto dei loro figli ne tanto meno avrebbe potuto gioire dei momenti spensierati a Villa Rosa che avrebbero trascorso tutti insieme. Aveva immaginato la sua vita perfetta tante volte ma adesso, che la storia stava per concludersi, il ripensarci la rendeva immensamente triste.
Non avrebbe mai amato Marco nello stesso modo, per lui poteva mettere in scena solo un amore finto. Avrebbe continuato questa farsa solo per salvare chi amava da una sofferenza maggiore, s ripeteva per darsi forza in quella desolante solitudine.
Un viso famigliare si materializzò improvvisamente alle sue spalle. Per un attimo il suo animo fu rincuorato dalla sua presenza. Era suo padre.
«…se continui così ti rovinerai il trucco» le fece notare porgendole un fazzoletto immacolato.
Mary accettò grata quella generosa offerta.
Lentamente prese a tamponarsi il viso facendo attenzione che non si sbavasse eccessivamente il trucco. Il padre la osservava con aria malinconica e irrequieta. A breve si sarebbero mossi l’uno affianco all’altro su quel tappeto rosso che avrebbe inesorabilmente condotto Mary verso il suo inevitabile destino.
«..Mary, devo parlarti» le confessò di botto. Lei gli sorrise accomodante voltandosi nella sua direzione. L’uomo si asciugò rapido una lacrima.
«Oh Mary, sei così bella. Se solo tua madre potesse vederti oggi, sarebbe così fiera di te… della bellissima donna che sei diventata».
“Oh, papà, di sicuro la mamma non sarebbe per niente fiera di me. Tua figlia è solo una bugiarda…”
 L’uomo paffuto con quell’inconfondibile odore di vaniglia le accarezzò il viso commosso. Mary poteva vedere il suo riflesso negli occhi sinceri di suo padre. In quel  momento avrebbe voluto dirgli tutto e chiedere il suo aiuto e il suo perdono ma non ne ebbe la forza.  L’uomo abbandonò quel contatto che per Mary fu più rassicurante di mille parole. .
«Mary, mi spiace turbarti in questo momento. Immagino tu abbia già le tue ansie con cui fare i conti, ma sento che se non ti dico questa cosa adesso, probabilmente me ne pentirò per tutta la vita.» proseguì più convinto. Mary invitò il padre a prendere posto su una sedia lì vicino subito dopo gli si sedette accanto.
«dimmi, papà. Hai una faccia. Se fai così mi farai preoccupare…» lo spronò sfiorandogli una mano. Luigi continuava a guardare il viso impensierito della figlia con occhi colpevoli.
«Eichi…» riprese, reclinando il capo e schiarendosi la voce un paio di volte, , «sono stato io a chiedergli di partire senza di te quella volta. Lo supplicai di dissuaderti dal partire un anno fa. Anche se non ti dissi nulla, avevo capito che avevi preso la decisione di seguirlo in Giappone, ma allora non sono riuscito ad accettare che un’altra parte del mio cuore volasse via da me. Sono stato così egoista. Potrai mai perdonarmi?»
«Papà…» Luigi strinse forte la mano della figlia nella sua.
«Sei sicura che Marco sia l’uomo giusto per te?  D’allora questo pensiero non fa altro che tormentarmi. Se non fosse stato per me adesso, forse, la tua vita sarebbe  diversa. Magari voi due stareste ancora insieme. So che Eichi, non ha smesso di aspettarti. Forse c’è ancora una possibilità per voi.»
Oh papà, se solo potessi dirti la verità, forse riuscirei ad alleggerire questo peso sulla tua coscienza. Ma chi prendo in giro… probabilmente conoscere il motivo per cui ho rinunciato, ti renderebbe ancora più triste…”
«Papà, non è stata colpa tua. Quella sera ho scelto io di non partire con Eichi. Volevo realizzare i miei sogni e terminare gli studi. Tu non centri assolutamente nulla. E’ stata una mia scelta. E poi con Eichi ho chiuso proprio l’altra sera. La nostra storia in verità si era già conclusa un anno fa, avevamo solo bisogno di dircelo. Ho scelto di stare con Marco. E’ lui l’uomo che voglio sposare. Adesso smettila di tormentarti con pensieri inutili.  Non posso sopportare l’idea che tu continui a portarti un peso così grande sulla coscienza. La scelta di quella sera è stata solo mia e di nessun’altro».
«Sicura sia questa la verità? Non lo starai dicendo solo per farmi sentire meglio?»
«E’ la verità» lo rassicurò Mary.
 Luigi le sorrise, rincuorato.
«beh, se è così, mi sento molto più sollevato. Quasi non riesco a crederci,  la mia bambina si sta per sposare. Nonostante io abbia fatto di tutto per non perderti, alla fine il momento di lasciarti andare è arrivato comunque. Mi spiace. Solo ora mi rendo conto di quanto tempo abbiamo sprecato. Avrei dovuto essere più presente come padre. Alla fine, solo adesso che devo lasciarti libera di aprire le tue ali, mi rendo conto di quante cose ci siamo persi. Se ci penso, non credo proprio di meritare una  figlia come te…»
«Non dire stupidaggini papà! Così mi farai sbavare il trucco un’altra volta!»
«Anche con il trucco sbavato saresti la sposa più bella su questa terra».
due colpetti di tosse gli bastarono a impedire che due grossi lacrimoni scendessero dai suoi occhi lucidi.
«Adesso ci conviene prepararci per uscire» la spronò porgendole amorevolmente il braccio. Mary accolse con piacere quel gesto premuroso. Si poggiò a lui ed entrambi si sollevarono in piedi. Era finalmente arrivato il momento.
Stanno per compiere il loro primo passo quandoe tende vennero improvvisamente spalancate. Un gruppo male assortito fece il suo ingresso in quella tenda che stava diventando davvero un po’ troppo affollata.
A sinistra, Andrea e Mina, a destra invece i nonni di Eichi e al centro Angela e Marco. Quest’ultimo si portò sicuro davanti al gruppo.
Mary era disorientata. Spostava confusa il suo sguardo sui presenti.
Cosa cavolo significava quella storia?
«Marco, cosa ci fai qui? Non sai che porta male vedere la sposa prima del matrimonio?» lo rimproverò Luigi soppesando la sua entrata con curiosità.
«perché non dici loro la verità?» proseguì Marco con occhi di sfida ignorando Luigi e rivolgendosi a Mary, ancora immobile al centro della tenda.
“Che abbia scoperto tutto?” Mary sgranò gli occhi dallo sgomento.
«di che sta parlando Mary?» le domandò suo padre perplesso.
“Cosa faccio adesso? Se dirò la verità come la prenderanno? Non mi perdoneranno mai, ne sono sicura… penseranno che sono una bugiarda e li perderò tutti…. Proprio come è successo a mia madre, anche io perderò Marco”
Mary sentiva il suo cuore aumentare i battiti, mentre il respiro diventava sempre più affannoso e pesante. Ad ogni respiro, sentiva suo animo corrotto affogare, sempre più nell'ansia soffocante della disperazione. Non aveva il coraggio di confrontarsi con lo sguardo fermo e accusatorio di Marco, così reclinò il capo quasi in segno di resa.
Le mani che tenevano ancora strette il bouquet di orchidee iniziarono a tremarle senza controllo.
Interrompendo il suo silenzio, Marco riprese la parola.
«Non dovevo lasciarti arrivare fino a questo punto…» concluse  grave.
Mary, tornò con gli occhi lucidi su di lui. Elemosinardo un perdono intimo e silenzioso
“Adesso l’ho perso davvero. Ho perso tutti. Alla fine mamma avevi ragione, nonostante i tanti avvertimenti che mi hai dato, ho commesso il tuo stesso errore. Li ho persi per sempre e così è arrivato anche per me il momento di dire addio al mio migliore amico come ho già detto addio al mio unico amore. Avevi ragione tu, non sono riuscita a prendere la decisione giusta al momento giusto e adesso li ho persi entrambi per sempre…”
«oggi non ci sarà nessun matrimonio…» preferì in tono risoluto, il ragazzo alto con gli occhi verdi e le lentiggini sul viso.
Tutti i presenti si scambiarono delle occhiate sorprese e perplesse. L’unico a sembrare visibilmente compiaciuto dalla notizia era il nonno di Eichi. Tanto che il suo sguardo soddisfatto gli costò una bella gomitata al fianco sinistro da parte di sua moglie. Mina e Andrea sgranarono gli occhi dalla sorpresa. Marco li aveva trascinati lì senza motivazione, finalmente avevano scoperto il perché di quella corsa disperata verso la tenda di Mary.
«cosa vuol dire che non vi sposate?»
Luigi non ci stava capendo più niente. «Mary cosa fai lì impalata. Dì qualcosa!» la richiamò suo padre scuotendola.
Mary, era immobile come sotto shock.
Alla fine, per quanto avesse lottato, la verità era comunque uscita fuori. Cosa poteva fare adesso? Come avrebbe riparato a quelle menzogne che aveva creato?
Marco intervenne rassicurante, poggiando la mano sulla spalla dell’uomo. Lo stesso lasciò la presa su sua figlia girandosi verso di lui. I suoi occhi lo supplicarono di smetterla.
«Signor Luigi, mi dispiace, ma io non posso sposare sua figlia. Non posso promettere eterno amore a una donna che non potrà mai ricambiare i miei sentimenti. Farei lo stesso errore di mia madre e non voglio vivere una vita fatta di vane illusioni come la sua.»
Luigi lasciò sua figlia e con una mano si scompigliò i capelli brizzolati. Marco lentamente si avvicinò alla sua vecchia amica d’infanzia, alla ragazza a cui aveva dato il suo primo bacio. Al suo primo vero amore.
 
  «Mary» la richiamò dolcemente, quasi in un sussurro intimo e privato, avvolgendo le sue mani calde e rassicuranti su quelle tremanti e incerte di lei «la verità è che in fondo ho sempre saputo che il tuo cuore non sarebbe mai stato mio, eppure ho permesso a entrambi di continuare con questa sceneggiata. Adesso dobbiamo finirla. Mi sono comportato da vigliacco. Ho voluto continuare anche quando era fin troppo evidente che Eichi era ancora inciso nel tuo cuore. Alla fine, quella sera, non sono riuscito a mantenere la promessa che ti feci. Sapevo che non ne avevo il diritto, ma non sono riuscito a trattenermi. Volevo scoprire cosa, con così tanta premura, tenevi lontano dai miei occhi. Sono entrato nel tuo studio…  in quel momento ho capito tutto. Era così luminosa che alla fine la verità mi ha accecato. Mi sono comportato come un idiota credendo che ignorando quello che avevo visto le cose si sarebbero sistemate. Quando Eichi è tornato per cercarti io gli ho sbattuto in faccia la nostra partecipazione di nozze. Volevo soffrisse anche solo la metà di quanto avevo sofferto io scoprendo tutti quei dipinti nel tuo studio. Gli ho mentito dicendo cose davvero crudeli. Provavo tanto rancore per tutte le tue menzogne che alla fine l’ho ferito, facendogli credere che il tuo amore per me era sincero e che lui era solo un  ricordo del passato. Mi spiace averti tenuto all’oscuro di tutto. Mi sono comportato come una persona egoista ma ero accecato dal dolore e dal rancore. Ho preteso che mi amassi, ma pretendendolo, proprio come mio padre, ho dimostrato di essere una persona orribile tanto quanto lui. Non si può imporre l’amore in modo così sconsiderato senza aspettarsi il conto da pagare alla fine. Adesso è arrivato il momento, sia per me che per mio padre, di saldare il nostro debito.  Non c’è bisogno che anche tu paghi per i nostri errori. Non voglio, perché non sarebbe giusto. Sono stato un pessimo fidanzato, lo ammetto, ma almeno come amico permettimi di rimediare… » i suoi occhi si addolcirono.
Per Mary quelle parole furono fin troppo generose. In fondo anche lei aveva commesso degli errori e non era giusto che fosse solo Marco a pagare con quella confessione. Adesso toccava anche a lei ammettere le sue colpe. Era arrivato il momento di dire la verità
 
«Marco, mi dispiace così tanto. Mi sarei dovuta fidare di voi. Ma avevo paura che dicendovi la verità vi avrei fatto del male. Così ho preferito tenere tutto dentro. Ho pensato che anche questa volta avrei dovuto difendere chi amavo contando solo sulle mie forze, ma mi sbagliavo. Nessuno può farcela da solo. Mi sono comportata come una pessima figlia, una pessima amica, una pessima sorella e una pessima nipote. Vi ho mentito pensando di proteggervi e invece alla fine stavo solo complicando la situazione. Non volevo che tu Marco perdessi la stima che hai sempre nutrito per tuo padre, non volevo essere una preoccupazione per la mia famiglia e volevo solo difendere i nonni e il loro negozio, ma alla fine non ci sono riuscita. Mi dispiace. Sono una persona davvero inutile. Vi ho mentito senza alcun ritegno… e anche inutilmente »
«Non hai colpe, so cosa ha fatto mio padre… probabilmente al tuo posto avrei fatto lo stesso..»
Mary fu davvero grata a Marco per la sua comprensione.
«volete spiegarvi meglio? Cosa avrebbe fatto Francesco? e cosa significa che volevi proteggerci? » domandò Luigi intrommettendosi nella loro conversazione.
La giovane damigella con i ricci capelli dorati avanzò sicura nella loro direzione.
«Mio padre ha minacciato Mary. Se non avesse sposato Marco, avrebbe chiuso il conto nella sua banca, cacciato i nonni dal loro negozio e consegnato delle foto di Eichi alla stampa giapponese…» si intromise Mina.
«ma tu.. come…» provò a chiedergli Mary. Non si aspettava di certo che anche lei fosse al corrente di tutto.
«mi dispiace, anche io sono stata una vigliacca. Volevo che mio fratello fosse felice e allora ho taciuto. Non avrei dovuto farlo, mi dispiace…»
«Mary è la verità?» chiese interessata anche la nonna di Eichi.
La stessa acconsentì con un movimento impercettibile della testa.
«oh, piccola mia…» si mosse stringendola affettuosamente tra le sue braccia accarezzandole il capo chino sulla sua spalla.
«stavi per sacrificarti per noi è noi non ne sapevamo nulla… avresti dovuto dirci tutta la verità subito. Oh, fiore…» allontanandola amorevolmente le asciugò le lacrime che ad una ad una iniziarono a scendere dai suoi occhi verdi e colpevoli.
«Mi dispiace davvero, ma io non sapevo cosa fare. Adesso cosa facciamo? Siamo tutti spacciati, per colpa mia adesso finiremo nei guai. Francesco non ce la farà passare liscia se io e Marco non ci sposiamo oggi. »
«Mary, non preoccuparti per questo. Mio padre non arrecherà più danno a nessuno.» le spiegò l’amico con atteggiamento fermo e sicuro di sé.
«Ma come è possibile?»
«diciamo semplicemente che adesso ho finalmente imparato ad usare le sue armi non per ferire le persone che amo ma per proteggerle…»
«quindi… questo vuol dire che…»
«si, Mary, sei libera di scegliere adesso. Niente ti tratterrà questa volta. Cosa vuoi fare? Qualsiasi cosa deciderai di fare io sarò qui e non mi perderai… sia che tu parta per raggiungerlo sia che tu rimanga qui per rimanere al mio fianco come è sempre stato…»
«Marco…»
«…non guardarmi così. Sai quello che provo, ma la decisione spetta solo a te. Non mi comporterò come mio padre,  io sono diverso da lui. Non potrei mai portarti rancore… sei troppo importante per me…»
Mary lentamente si mosse nella sua direzione. Dolcemente lo avvolse con le sue esili braccia. Poteva davvero fidarsi del loro amore questa volta. Adesso non era più sola, poteva contare sul loro sostegno. Non avrebbe commesso lo stesso errore un’altra volta. Eichi le aveva insegnato ad affidarsi agli altri con fiducia, era arrivato il momento di mettere in pratica quel prezioso insegnamento. Come quel giorno nel capanno degli attrezzi, avrebbe lasciato che altri asciugassero le sue lacrime. Adesso aveva finalmente capito che affidarsi alle persone che ci amano non è un segno di debolezza, ma un dono prezioso che non tutti possono vantarsi di avere. E lei era davvero fortunata, aveva così tante persone che le volevano bene. Sarebbe stata una stupida a non fidarsi di loro anche questa volta. Aveva deciso. Il destino era stato troppo generoso e lei non poteva rinunciare a Eichi una seconda volta. Forse non era troppo tardi.
«Grazie, Marco. La vita è stata davvero troppo generosa a donarmi te come amico. Non dimenticherò mai quello che hai fatto per me oggi…» Lui strinse con maggior forza il corpo di Mary tra le sue braccia, quasi sperando che quell'amore, impossibile e non corrisposto, potesse continuare a rimanere al suo fianco. Lasciarla andare era davvero difficile, e questa volta non avrebbe potuto fare nulla per trattenerla. Una lacrima scese tacita accarezzandogli il viso, cadendo dopo sul candida mantella di Mary, con un movimento lento ed esitante recuperò le distanze dalla persona più importante della sua vita. Quegli occhi verdi erano così trasparenti. Mary aveva preso la sua decisione...
«Fiore, va! Non preoccuparti» la incoraggiò la nonna di Eichi al suo fianco, «del resto ci occuperemo noi. Infondo siamo in debito con te, quindi adesso non preoccuparti di nulla e corri… non rinunciare alla felicità una seconda volta o noi non potremmo mai perdonarcelo.» la incitò con uno dei suoi soliti sorrisi rassicuranti.
Mary in quel momento vide suo fratello avanzare verso di lei. Colpevole e imbarazzato allo steso tempo.
 «Mi spiace averti accusata così duramente quella sera a Notre Dame, se avessi saputo la verità sarei venuto qui e avrei dato una bella lezione a Francesco…» le confessò con rammarico.
Mary gli sorrise grata.
«non preoccuparti, è stata solo colpa mia. Avrei dovuto dirti tutto ma non sono stata capace di farlo. Ci eravamo promessi che tra noi non ci sarebbero stati mai segreti e invece…»
«Mary, anche io non sono stato completamente sincero con te, anzi con voi…» la interrupe Andrea puntando con lo guardo anche suo padre. Mary aveva uno strano presentimento.. . Andrea approfittando di quel momento di disorientamento riprese la parola stringendo tra le sue le mani della sorella.
«Mary grazie a te ho finalmente compreso che qualsiasi cosa succeda,  le persone che ci amano non ci abbandoneranno mai. Questo mi da la forza per confessare finalmente la verità»
tutti gli occhi furono su Andrea.
Poteva percepirli, ma niente lo avrebbe più fermato. Voleva liberarsi da quel peso che opprimeva il suo cuore ormai da tempo indefinito. Si era stancato di fuggire e nascondersi. Era arrivato il momento di affrontare con coraggio quella dichiarazione. Era l’occasione giusta, se non lo avesse fatto in quel momento probabilmente non avrebbe mai più trovato il coraggio di farlo.
«Sai, sorellina anche io ho pensato come te che tenere la verità nascosta nel mio cuore fosse la soluzione migliore. Pensavo che facendo così non avrei ferito nessuno e invece alla fine a soffrire più di tutti ero io. Mentirvi è stato l’errore più grande della mia vita, perché in questo modo non ho potuto condividere la mia felicità con voi. Papà, avevo paura di deluderti e Mary non volevo incrementare le tue mille preoccupazioni. Da quando la mamma è morta sei stata così attenta a non farmi mancare mai nulla, e non volevo ti preoccupassi più del dovuto. Mi dispiace, non avervi detto la verità subito…»
«cosa devi dirci figliolo…» lo incoraggiò Luigi poggiando una mano rassicurante sulla sua spalla.
«Papà… Yoko Ono non esiste. O meglio esiste, ma non è chi pensate che sia. Lei è un lui…»
per un attimo Luigi e Mary rimasero fermi impassibili quasi congelati.
«Andrea, questo vuol dire che tu…» proseguì incerta Mary.
«si, sono gay…».
Un silenzio opprimente calò in quella tenda come una doccia  fredda sulla testa dei presenti. Luigi continuava a guardare suo figlio immobile con fare granitico.
«mi dispiace papà…» proseguì afflitto Andrea incrociando il suo sguardo sorpreso.
«Mi dispiace? e tutto quello che hai da dire?» Luigi allontanò la sua mano dalla spalla del figlio.
Andrea, sapeva che quella sarebbe stata una realtà difficile da digerire per lui. Mina al suo fianco lo fissava incredula mentre Mary ripresasi da quello shock, strinse ancora con più forza le mani del fratello tra le sue. L’uomo paffuto e barbuto corrucciò le sue sopracciglia risentito.
«Andrea davvero pensi che questo basterebbe a deludermi? Avevi davvero paura che questo avrebbe cambiato il nostro rapporto? Hai davvero così poca fiducia in tuo padre? Invece che tormentarti con pensieri inutili avresti dovuto portare qui questo ragazzo. Sono due anni che aspettiamo di conoscerlo. Se questo è il motivo per cui hai voluto tenercelo nascosto, fattelo dire, è un motivo veramente stupido. Pensi sia davvero così importante il sesso della persona che si ama? l’unica cosa che davvero conta è amare con tutto se stessi. Il resto è solo robaccia inutile, o almeno per me lo è. Chiunque sia la persona che ami, tu resterai sempre mio figlio, questa è una realtà che niente e nessuno potrà mai cambiare. Quindi sbrigati, voglio davvero ringraziarlo per essersi preso cura di te e averti aiutato a diventare la persona meravigliosa e coraggiosa che adesso ho qui di fronte a me.»
«Papà…»Andrea non poteva credere che l’avesse presa così bene. Questa proprio non se l’aspettava.
«Adesso non perdiamo tempo in chiacchiere.» gli diede due colpetti sulla spalla proseguendo convinto.
«Mary che fai lì impalata?  Hai deciso di perdere un’altra occasione? Su, adesso vi dico io cosa faremo. Andrea e Mina avvisate gli ospiti che la cerimonia è saltata, mentre i nonni di Eichi si occuperanno del catering io accompagnerò Mary all’aeroporto. Forse non è troppo tardi. A che ora partivano gli altri del gruppo per Tokyo?»
Tutti per un attimo rimasero immobili a osservare Luigi impartire ordini come se nulla fosse.
«che avete da guardare? Come padre non posso permettere che la storia finisca in questo modo… quindi dobbiamo darci una mossa…»
«Grazie, papà.» Sia Andrea che Mary pronunciarono simultanei quelle due parole di riconoscenza. Luigi era cambiato davvero molto. Avrebbe fatto di tutto per i suoi figli. Era stanco di stare in panchina adesso sarebbe sceso in campo per loro. Non li avrebbe più lasciarli soli ad affrontare le loro sofferenze, adesso le avrebbe condivise. Con sguardo intenerito squadrò i suoi figli.
Sarebbe stato un padre migliore da quel momento per entrambi.  Con due colpetti di tosse recuperò il proprio contegno.
«beh! che avete deciso? volete far notte qui?» battendo le mani incitò il gruppo ai loro compiti.
«gli altri dovrebbero partire tra un paio d’ore… se fate in tempo potreste anche farcela a raggiungerli all’aeroporto di Parigi» concluse Andrea dando un’occhiata fugace al suo orologio.
«perfetto, allora dobbiamo davvero spicciarci…» concluse Luigi.
«se permette vorrei accompagnare io Mary. Con la mia guida sportiva faremo in un batter d’occhio» si propose Angela.
«d’accordo…» Angela prese Mary per mano e la trascinò via di li senza darle nemmeno il tempo di cambiarsi. Non potevano perdere altro tempo.
I nonni di Eichi le seguirono poco dopo e insieme a loro anche Mina e Andrea uscirono da quella tenda. Adesso erano rimasti solo Marco e Luigi otto quell’enorme tendone.
«figliolo, grazie. So quanto l’ami e averla lasciata libera di scegliere ti rende onore…»
«non deve ringraziarmi, se non lo avessi fatto probabilmente me ne sarei pentito per il resto della mia vita.»
«devi essere molto orgoglioso dell’uomo che sei diventato.»
«si, finalmente posso dire di esserlo».
https://www.youtube.com/watch?v=-szHgr0_Pzg

 
   
 
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