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Autore: Liya_Sazza    06/09/2014    1 recensioni
Niall Horan ha in mente solo il suo lavoro, essere in una band è sempre stato il suo sogno. Alison Evans cerca di organizzare ogni istante della sua vita, troppo grande per una persona così piccola.
Le loro vite s'incontrano e dal quel momento sarà difficile separarle, si presenta l'occasione per annullare la distanza ma un incidente farà iniziare la storia in un altro modo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dicembre è il mese che preferisco di tutto l'anno; il freddo, la neve, il Natale, le vacanze, forse sono proprio loro a farmi amore questo mese, ma dicembre vuol dire anche pagella, e deve andare tutto bene. Devo ancora dire ai miei della proposta di Niall, è dal mio ritorno in Italia che non riusciamo a vederci e in tutto questo tempo non ho avuto il coraggio di dirlo ai miei. Sto aspettando il momento giusto, ma non ci sarà mai un momento giusto per dare questa notizia, dove lo trovo il coraggio di dirgli che vorrei andare a vivere con Niall? Che dopo le due settimane insieme abbiamo capito che non possiamo stare distanti? Che dopo tutti questi mesi di lontananza non vedo l'ora di poterlo stringere ancora a me?
Devo essere coraggiosa e buttarmi, domani sera siamo tutti e tre a cena insieme, hanno entrambi un annuncio da fare e lo farò anch'io, davanti a tutte e due con naturalezza come se stessi solo chiedendo di andarlo a trovare in Inghilterra ma fermandomi li più tempo del dovuto.
-

Sharon: quindi te ne vai?
Io: non lo so ancora.
Alessio: non puoi andartene così.
Io: vediamo dopo sta sera cosa succede.
Scendiamo dal bus e ci incamminiamo verso scuola, Alessio e Sharon sono le uniche persone che ne sono a conoscenza e forse dirlo a loro prima dei miei non è stata una grande idea ma è stata una simulazione per prepararmi con i diretti interessati. Non l'hanno presa tanto bene, ma meglio di come mi aspettavo forse per il semplice motivo che non è nulla di concreto, per ora è solo il sogno di due ragazzi che pensano troppo in grande. Mentre continuano a farmi domande sulla mia partenza entriamo a scuola e per mia sfortuna Vittoria ha sentito tutto quello che non dovrebbe sentire e in poco tempo tutta la scuola ne è a conoscenza.
Non riesco a fare un passo senza che qualcuno mi fermi, che mi chieda se sono davvero io la ragazza italiana che sta frequentando Niall, ed è per questo che parto per l'Inghilterra all'improvviso. Non rispondo a nessuna domanda, Sharon e Alessio mi trascinano lontano per chiuderci nel nostro solito bagno del secondo piano che nessuno usa, come se ci fosse davvero lo spirito di Mirtilla Malcontenta di Harry Potter che lo infesta. Per nostra sorpresa ci troviamo Eleanor intenta a sistemarsi il trucco; ci guardiamo sorpresi per qualche secondo il tempo che connetta che il suo ragazzo si è appena chiuso in un bagno con due ragazze e inizia ad urlargli contro parole sconnesse che non riusciamo nemmeno a capire. Ci mettiamo un secolo per farla calmare e per convincerla di stare tranquilla, per ricevere come risposta la stessa domanda che sto cercando di evitare da quando ho messo piede a scuole, della quale i diretti interessati non sanno ancora dell'esistenza della stessa domanda.
Eleanor: quindi ti trasferisci in Inghilterra?
Alzo gli occhi al cielo ed esco dal bagno per trovarmi la strada bloccata da Vittoria e Davide, da quando quei due fanno comunella? Sui loro volti appare un ghigno, segno che stavano aspettando proprio me. Cerco di evitare i loro sguardi e vado nella direzione opposta, sapendo di dover attraversare tutto l'Istituto per arrivare in classe, ma vengo bloccata da una mano senza volto che mi trascina in un'aula deserta.
Prof: cosa sono queste voci della tua imminente partenza per l'Inghilterra e il tuo ritiro da scuola?
Bene, perfetto direi; adesso ci si mette pure la professoressa di religione a fare domande, siamo messi proprio bene. È considerata la psicologa della scuola, tutti i ragazzi che seguono il suo corso gli confidano i loro segreti, paure, gli argomenti più personali possibili. Mi chiedo come fanno, è pur sempre una professoressa, potrebbe bastare una parola sbagliata e succede un macello.
Continua a fissarmi in attesa di una risposta, che purtroppo da me non avrà mai, in fondo non la so nemmeno io. Ok che seguo il suo corso, ma non sono messa tanto male da andare a raccontare i fatti miei alla prima persona che fa la dolce nei miei confronti, che crede di capire quello che passano i suoi studenti.
Il suono della campanella attira la mia attenzione e con un “devo andare in classe” mi libero dall'interrogatorio fallito e mi precipito in classe sapendo di arrivare in ritardo e soprattutto che l'argomento non cadrà da solo; tutti voglio delle risposte, capire quello che sta realmente succedendo. Questo accade nelle piccole città, dove tutti ti conoscono e sanno tutto di te, basta solo un nuovo taglio di capelli per far parlare di te per una settimana, ma quanto potrebbe parlare la gente se una ragazza del posto si fidanzata con un membro della band più famosa del momento? Quello che sta succedendo adesso: sguardi, bisbiglii mentre passi per i corridoi, persone che neanche conosci ti salutano, ti indicano, mettono in giro strane voci e cosa peggiore di tutte:
La signorina Evans Alison è pregata di recarsi dal preside immediatamente”.
In quel momento capisco che se questa mattina quando mi sono alzata avevo una piccola speranza di andare a vivere con Niall, si è infranta vedendo i miei genitori entrare a scuola, vedere sui loro volti la delusione per qualcosa che non s'immaginano nemmeno, capire in quel momento che non mi è concesso per una volta dare più importanza a me stessa che alle persone che mi circondano.

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Chiedo umilmente perdono, se c'è ancora qualcuno che legge la storia, perdonatemi. Quando ho pubblicato il primo capitolo non avevo nessuna intenzione di tardare così tanto per i successivi. Sto cercando di buttare giù il diciassettesimo capitolo e spero di pubblicarlo al più preso.
Scusatemi ancora, Sara

  
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