Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: beljebers    08/09/2014    1 recensioni
Giulia è una ragazza ingenua, poco studiosa ma piena di voglia di vivere, viaggiare, scoprire il mondo. Preferisce stare a casa invece che uscire e ama le cose naturali, spontanee. Proprio come lei. È timida e chiusa in se stessa, ma quando si apre diventa come una reazione nucleare: imprevedibile, orribile quanto meravigliosa.
Matteo è di un'altro tipo, di un'altra generazione quasi. È uno di quelli che il sabato sera lo passa in compagnia, a bere, a divertirsi. Non è timido. È spavaldo, simpatico ma poco sicuro di se e ha una ragazza che non è Giulia.
Tra Matteo e Giulia non ci sono cose in comune e gli opposti in queste vite non si attraggono. Sarà proprio il loro modo di essere uniti e sbagliati a farsi desiderare e mancarsi, a chiamarsi urlando. A bollire e bruciarsi, baciandosi l'anima fino a consumarsi le labbra. Di risate, di sorrisi.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Intorno a me era tutto scuro, quale luce che si accendeva improvvisamente, per poi tornare a spegnersi e lasciarmi nel buio totale. 'Capisci l'importante della luce solo quando rimani al buio'.
Mi strinsi istintivamente a lei, cullandola fra le braccia e lasciandole un bacio sulla testa mentre richiudevo gli occhi. Ieri sera quando sono arrivato stava già dormendo, sua mamma mi ha guidato in camera sua e io per la prima volta mi sono reso conto di quanto sembrasse una bambina mentre dormiva. Teneva le labbra socchiuse e le guance erano arrossate, era sdraiata su un fianco e aveva le mani davanti al viso. Le avevo prese fra le mani e mi ero sdraiato al suo fianco, tenendole le mani e addormentandomi lentamente.
Sta mattina mi svegliai sorridendo, in modo naturale. Sorridevo tanto e non so perché, ma una parte di me aveva capito che stavo sorridendo così tanto perché la mia morosa ormai forse l'aveva capito; Giulia era meglio. Magari l'aveva capito che stavo meglio con lei, forse l'aveva notata la sincronia tra noi, l'amore, le carezze, le ansie e forse l'aveva capito che le mentivo. Presi il cellulare per vedere se c'erano nuovi messaggi mentre con l'altra mano spingevo Giulia contro il mio petto e le carezzavo i capelli. 
Nessun nuovo messaggio, neanche Chiara a darmi il buongiorno. Sinceramente, una cosa che proprio non sopporto e non capisco è perché siamo noi uomini a dover inviare prima i messaggi. Prendiamo l'esempio con Giulia; io le avevo scritto un gennaio e lei mi  ha risposto che era un aprile, non aveva mai acceso facebook in quei giorni. Capite, mai? In quei giorni era successo il finimondo mando sopratutto, in quei giorni avevo incontrato Chiara. Da quando mi ha risposto, però, io e Giulia i messaggi primi c'è li alternavamo, a giorni pari e giorni dispari. Giochevamo a farci battere forte il cuore nell'aspettare i messaggi, ad aspettarli e sperare che magari quando lo si riceveva, si pensava che bello, mi ha scritto. Si faceva salti di gioia perché quando ti scriveva, eri consapevole di essere stato nella sua mente e di aver abitato quel luogo fantastico, quello a cui vorresti appartenere. D'altronde, lei nella mia testa ci abitava, stabile, senza mutuo da pagare ma un posto fisso da cui non si muoveva, una casa nella mia testa con la camera da letto sul mio cuore.
Nel frattempo, mentre ero perso a pensare a lei, si svegliò. Un sorriso comparve sul suo volto e mi sussurrò un buongiorno. Dischiusi le labbra e le presi il viso fra le mani, portando le labbra sulle sue e chiudendo gli occhi mentre la baciavo dolcemente, muovendo le labbra sulle sue. Sussultò per la sorpresa e si lasciò andare, ricambiandomi il bacio e stringendosi a me. La strinsi a me, come vorressi proteggerla dal mondo, tanto confuso e pericoloso dove non posso lasciare una margherita come lei, ho paura che venga calpestata.
E il nostro rapporto è sempre stato così, un continuo proteggerci l'un l'altro tra abbracci e sospiri, sorrisi che ti tolgono il fiato e 

 altri che te lo concedono, sorrisi che gusti nel guardarli, sorrisi che ti regalano un sorriso.
Perché la maggior parte delle volte i sorrisi nascono solo grazie ad altrettanti.
E fu così che si sveglio, con un sorriso che illuminò anche il mio quando i nostro occhi si incrociarono. Ci sussurrammo un flebile buongiorno guardandoci e poco dopo, socchiudemmo gli occhi tagliando la distanza fra le nostre labbra, così da farle unire come fossero state per rimanere così per sempre.

Giulia pov
Una delle prime cose che ti insegnano quando inizi a studiare le cellule, a scienze, è che si riproducono sempre.
La cosa che ti spiegano più avanti, che ti dicono solo se sei intelligente, è che alcune cellule quando sono morte, rimangono morte. Ne sono un'esempio quelle del cervello, quelle degli occhi.
Ma vi rendete conto? Per la morte di qualche cellula, una persona potrebbe perdere la vista. 
Ci insegnano che sono le cose piccole quelle più importanti, ma quanti si accontentano di una fetta e non vogliono tutta la torta? 
Se le cellule sono davvero la parte più importante dell'organismo, com è possibile che una cosa così insignificante se muore possa farci perdere tanto?
Ho sentito dire che perdere la vista non è abbastanza grave, che essere muti, che perdere la memoria sia peggio. 
E io dico invece, cosa ci può essere di peggio che non poter vedere ciò che ci circonda? E se non vediamo ciò che ci circonda, come possiamo innamorarci?

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: beljebers