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Autore: _Giuls17_    08/09/2014    2 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Sotto processo


Jace prese in braccio Clary, il corpo della ragazza era abbandonato al suo, nonostante fosse tornata in vita sentì la sua debolezza e non se la sentì di farla camminare fino a Idris.
Guardò un’ultima volta il Lago Lyn alla ricerca degli Strumenti Mortali, ma essi erano spariti nelle sue acque, forse non sarebbero più stati trovati o forse il Conclave avrebbe mandato qualcuno alla loro ricerca, ma decise di non preoccuparsene, doveva far arrivare Clary a casa sana e salva e una volta recuperato la spada si mise in cammino.
La osservò attentamente, teneva gli occhi chiusi e il respiro era leggermente affaticato, aveva deciso di non svegliarla e lo avrebbe fatto solo una volta che fosse rientrato, così si potè beare di quella visione.
Di quella ragazza che in poco tempo lo aveva svegliato, non si era mai sentito in quel modo, così attivo, così capace, così vivo, nella sua mente non c’erano più solo Demoni, non c’era più solo lui ma c’era anche lei.
Clary aveva spazzato via l’indecisione e la solitudine, portando la luce dove c’era il buio e poi involontariamente l’Angelo gli aveva rivelato il suo vero cognome: Herondale.
Lui faceva parte di quella famiglia, e ciò che lo preoccupò di più fu l’Inquisitrice: Imogen.
Aveva legami di parentela anche con lei? Lo avrebbe scoperto col tempo, e finalmente non si sarebbe più sentito escluso ma avrebbe avuto anche lui la sua parte di vita, quella che aveva sempre cercato.
Sistemò meglio Clary tra le sue braccia e riprese il cammino ma non si rese conto che passando vicino al luogo dove aveva ucciso Jonathan non trovò nessun corpo, ma solo una pozza di sangue rossa.

***

-Clary siamo arrivati.-
Vide i suoi occhi aprirsi lentamente e solo allora si rese conto di quanto fossero verdi e limpidi.
-Mi hai portato in braccio per tutto il tragitto?- chiese lentamente.
-Non sei pesante.-
-Grazie.-
-CLARY!-
La ragazza alzò lo sguardo nel momento esatto cui Jace la mise a terra e si ritrovò tra le braccia di sua madre e in quelle di Luke.
-Sono così felice di vederti bambina mia, non hai idea di quanto io sia stata in pensiero.-
Clary osservò Jace, e scosse la testa, lo vide annuire e capì che non avrebbe parlato di Raziel e della sua rinascita, avrebbe tenuto con lei quel segreto finché fosse stato necessario.
-Jace!-
Alce strinse il suo parabatai velocemente e lo lasciò andare poiché sua sorella fece la stessa cosa.
-Ci hai fatto preoccupare.-
-Sto bene!-
-Sei ferito.- rispose invece Clary, prendendo il suo stile e avvicinandolo alla sua ferita.
-Secondo te sarei riuscito a portarti fino a qui se fossi stato in fin di vita?-
-No, ma sei un tale cretino che ti sarai sicuramente sforzato.-
Jace rise di gusto, non si conoscevano da tanto eppure lei sapeva come farlo ridere, sapeva leggere la sua anima, chiuse gli occhi quando sentì la punta dello stilo nella pelle e poi si rilassò, l’Iratze stava già facendo effetto.
-Entriamo.-
Jocelyn li scortò dentro e chiuse la porta alle sue spalle, nonostante l’invasione dei Demoni, Clary notò che la casa non aveva subito nessun danno come anche le persone che ci stavano al suo interno, e in un angolo scorse Simon sorridente.
Ricambiò il sorriso, e fu felice di avergli disegnato quel Marchio anche se aveva agito d’istinto il suo amico era vivo e ciò voleva dire un peso in meno da portare sul cuore e solo allora ricordò.
Il suo parabatai era morto. Sfiorò senza farsi vedere la runa coperta dai capelli e anche se non la potè vedere seppe che essa era sbiadita, lo aveva letto nel Codice e conosceva a memoria quella parte, l’aveva studiata bene prima di chiederlo al fratello e solo allora permise al suo cuore di piangere per quella morte.
Aveva perso un fratello, aveva perso la sua famiglia, perché nonostante il male che Jonathan portava dentro, lui le era rimasto vicino, aiutandola, facendola crescere.

“Amandoti.”

-Clary stai bene?- sua madre le posò una mano sulla spalla ma lei si ritrasse come se fosse scottata.
-Non adesso.- disse duramente e si voltò.
Non era ancora pronta a perdonarla, le aveva mentito fin dalla nascita, nascondendole i ricordi, il padre e il fratello, nascondendo il Mondo Invisibile e la sua natura, nonostante tutto la odiava, se avesse saputo prima la verità non sarebbe cascata nella trappola di Valentine, non gli avrebbe permesso di prendere gli Strumenti e di macchiarsi del sangue di innocenti.
Non poteva solo lasciar perdere, sarebbe stato peggio.

-Io non vorrei essere sgarbato ma penso che dobbiamo concentrarci su altre cose.-
-Ovvero?- chiese Izzy rivolgendosi a Luke.
-Maryse ci ha convocati alla Guardia, vuole parlare con loro, ora.-
-Andiamo.-
-Clary tu non capisci.- rispose sua madre avvicinandosi ancora.
-No, sei tu che non capisci, lasciami stare.- sussurrò a denti stretti per poi uscire nuovamente dalla porta.
Venne seguita da tutti i presenti e lei in silenziò si lasciò condurre a destinazione, strinse i pugni, non conosceva la Guardia ma qualcosa le disse che sarebbe finita male per lei.

“Adesso dovrai fare i conti con tutto quello.”
Sono pronta.
***

Jia si fece avanti e salì sul palco rialzato, dove sedeva anche l’Inquisitrice e guardò tutti i presenti.
Vide arrivare la famiglia Lightwood con Jocelyn e Lucian e per la prima volta posò gli occhi su Clarissa, era identica alla madre, ma la sua aria mite era smascherata dallo sguardo, lo aveva già visto, in suo padre.
Scosse la testa e chiese l’attenzione di tutti i presenti.
-Come sapete le ultime ore sono state funeste, siamo stati attaccati dai Demoni all’interno della città, le nostre difese erano cadute ma noi… Siamo riusciti a vincere.- guardò la ragazza e la vide stringere i pugni.
-Ma penso che non debba essere io a raccontarvi questo.-
Clary si alzò in piedi automaticamente e s’incamminò al suo fianco, senza fiatare e con lo sguardo basso.
-No, prendi questa.-
La fece voltare e la vide arrestarsi per l’incredulità, aveva davanti la Spada Mortale, aveva mandato un gruppo di Shadowhunters e Nascosti a recuperala subito dopo aver ricevuto la runa della Alleanza ma erano tornati solo pochi minuti fa col corpo di Valentine Morgenstern.


Clary rimase un attimo immobile e prese la Spada, era pesante e si chiese come avesse fatto il padre a tenerla come se fosse fatta di aria e solo allora si rese conto che non emetteva più quella luce nera ma era tornata normale, no era di nuovo buona.
-Sei tu Clarissa Adele Morgenstern?-
-Sì.- disse stringendo la spada e guardando tutti i cittadini di Idris, e non si rese conto quanto il suo cuore battesse forte in quel momento.
-Adesso dovrai raccontarci cosa tuo padre avesse intenzione di fare, la Spada serve per darci la sicurezza che tu dica la verità.-
Lei annuì e allora iniziò a raccontare dall’inizio, dal giorno del su sedicesimo compleanno, che le parve lontano secoli ma erano passati pochi mesi, dal modo cui suo padre l’aveva convinta ad unirsi a loro, parlandole di Jonathan, dell’addestramento e delle bugie per convincerla che il loro fosse un piano giusto e che fossero loro, invece, i cattivi.
Strinse la Spada e parlò del combattimento con Abbadon e di come Jace avesse provato a fermarla, poi dovette raccontare della Città di Ossa e solo in quel momento chiuse gli occhi, non trovando le forze di guardare quelle persone durante il racconto di come avesse ucciso i Fratelli Silente.
Solo dopo aprì gli occhi e raccontò di come la sua coscienza si sentisse sporca e avesse bisogno di chiarimenti, che il fratello evitò di darle, e di come li spiò scoprendo la verità il giorno prima: purificare la razza, uccidere gli Shadowhunters che non avessero direttamente bevuto dalla coppa, uccidere i Nascosti, creare un nuovo mondo.
-Sei consapevole dei crimini di cui ti sei macchiata?-
-Sì.- chiuse gli occhi per la stanchezza, le bruciavano le mani e avrebbe voluto posare la Spada non sapendo da quanto la stessa tenendo tra le mani.
-Ma è anche vero che Idris sarebbe morta se tu non avessi creato quella runa, come puoi avere questa capacità?-
-Mio padre, ha giocato con me quando era in grembo.- sussurrò piano.
-Lasciatela riposare, non vedete che sta crollando!- Jace si alzò e fece un passo avanti.
-Non avvicinarti, è sotto interrogatorio.- commentò gelida Jia, guardandolo truce.
-Sarà, ma dopo ore penso che i cittadini saranno soddisfatti. Ha commesso una serie di errori, non conosceva il nostro mondo così bene da poter sapere di sbagliare, ha ucciso, ma poi ha fatto in modo di redimersi, vi ha consegnato l’arma per vincere, Valentine è morto e anche Jonathan, adesso lasciate andare Clary.-
Salì sul palco e le tolse delicatamente la Spada dalle mani, imprecò nella sua mente quando vide le bruciature e l’appoggiò a se per aiutarla a restare in piedi.
-Non ti è riservato nessun diritto giovane Shadowhunters.-
-No, ma Jace ha ragione, prenderemo noi Clary e l’addestreremo come si deve.- rispose Maryse alzandosi in piedi, -L’Istituto di New York si assume questa responsabilità.-
-Quanti di voi sono d’accordo con questa decisione?- chiese Jia rivolgendosi al pubblico e vide molte mani alzate e poche abbassate, annuì e fece un breve gesto a Jace.
Ricevuto il permesso il ragazzo prese in braccio Clary e prese la prima porta che si trovò davanti, l’avrebbe condotta fuori da lì.
-Mi metteranno in carcere?- chiese la ragazza aprendo un po’ gli occhi.
-No, non gliel’ho permesso.-
-Grazie.-
-Te lo avevo promesso.- sussurrò guardandola, la vide sorridere e anche lui accennò un sorriso, le piaceva sempre di più.
-Adesso ti toglierai la camicia per fasciarmi le mani?-
-Se volevi vedermi nudo bastava dirlo.- ghignò aprendo un’altra porta e trasportandola fuori dalla Guardia, osservò il cielo stellato e si ricordò di non aver visto uno spettacolo così bello da una vita, solo adesso che c’era lei il Mondo le sembrava diverso.
Aveva aperto una porta che era sempre stata chiusa a chiave.

***

Clary si svegliò lentamente ma si rese conto che era ancora buio, le finestre rimandavano la luce della luna e del cielo stellato.
Si guardò attorno ma non scorse alcun movimento, finché non osservò l’angolo della stanza e vi trovò qualcuno seduto sulla poltrona.
Solo che il suo cuore non ebbe un tuffo ma si rilasso, la luce della luna illuminò in quel momento il viso addormentato di Jace e i suoi capelli brillarono più del sole.
Sorrise e si tolse le lenzuola di dosso, notò le mani fasciate macchiate di sangue, aveva tenuto per ore la Spada Mortale, raccontando a tutta Idris di come fosse stata presa in giro e ringraziò Maryse per averle offerto la possibilità di tornare a casa, non si sarebbe sentita a suo agio in quel posto.
In silenzio attraversò la stanza e si avvicinò a Jace, alzava e abbassava il petto con molta regolarità e senza fare troppo rumore si sistemò sulle sue ginocchia, appoggiando la testa al suo petto.
Non conosceva molto di quel ragazzo ma quel bacio che si erano scambiati le aveva aperto la mente e forse anche il cuore, gli aveva dato piena fiducia e lui non l’aveva mai delusa e in quel momento non le importò se non conosceva il suo colore preferito o la sua arma preferita, voleva stare con lui, poiché la faceva sentire al sicuro, protetta e amata.
Chiuse gli occhi cercando di dormire ancora e solo in quel momento sentì le mani del ragazzo stringerla piano intorno alle spalle.
-Se volevi dormire con me bastava dirlo.-
-Me lo ricorderò.- sussurrò piano.
-Adesso dormi, Clary.-
-Jace?- alzò gli occhi verso il suo mento e vide i suoi scrutarla attentamente.
-Sì?-
-Resti con me?-
-Finché vorrai.- concluse, chiudendo gli occhi, anche lei lo fece e si rilassò.
L’unica persona con cui aveva dormito nella sua vita era Simon, ma perché con lui c’era cresciuta e in qualche modo si erano abituati alla presenza dell’altro, ma quella sera, abbracciata al corpo di un ragazzo diverso, si rese conto di essere cresciuta e che lo voleva veramente.

“Quanto è bello l’amore.”
Già



Sclero personale: Ed eccomi tornata dopo una febbre distruttiva del fine settimana, scusatemi ma non avevo le forze per aprire il pc e tanto meno per alzarmi dal letto, quindi oggi, mi sono data dei buoni propositi e sono riuscita ad aggiornare!
Spero che il capitolo vi possa piacere, la storia procede con calma ma in maniera lineare, almeno credo, ma non so riuscirò ancora ad ottenere la vostra attenzione(?), non vi piace più?







   
 
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